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FONTI DEL DIRITTO INTERNAZIONALE

Consuetudini fatti generatori di diritto, vincolanti per tutti gli stati

Principi generali fatti generatori di diritto, vincolanti per tutti gli stati

Trattati atti vincolanti per gli stati che li hanno conclusi

Atti delle Organizzazioni Internazionali poteri delineati dall'atto costitutivo e in alcuni casi quello di generare atti vincolanti per gli stati membri

Si classificano in:

fonti generali: consuetudini e principi generali

fonti particolari: trattati e atti delle organizzazioni internazionali

Gerarchia delle fonti: le fonti sono mutualmente derogabili eccetto trattati < ius cogens (parte del diritto consuetudinario, esprime regole di condotta legate ai principi generali della comunità internazionale) atti delle Organizzazioni Internazionali < atto istitutivo

Art. 38 Statuto CIG elenca le fonti di diritto internazionale nell'ordine in cui la Corte vi attinge convenzioni internazionali (trattati)

consuetudine internazionale principi generali di diritto riconosciuti dai paesi civili decisioni giudiziarie e dottrina degli autori più qualificati CONSUETUDINI Prova di una pratica generale accettata come diritto = fatto generatore di diritto Elementi della consuetudine: - prassi = comportamento ripetuto nel tempo (usus o diuturnitas) - convinzione dell'obbligatorietà del comportamento (opinio juris) - necessità La prassi consiste in condotte poste in essere dalla maggioranza degli stati. Il comportamento non viene negoziato, nasce dallo spontaneo modo di comportarsi dei soggetti. Gli stati tendono a comportarsi come si sono comportati gli altri stati nel passato e come si aspettano che gli altri stati si comportino. Ci vuole tempo perché si imponga una prassi, alcune risalgono a molto tempo fa. - ne impediatur legatio = rispettare gli ambasciatori - avvisare in caso di incidente nucleare = nata dopo il disastro di Chernobyl Le norme che

regolano il comportamento degli stati negli spazi extra-atmosferici si sono imposte rapidamente per necessità

Consuetudini particolari (o locali):vincolano un gruppo ristretto di stati eccezione al principio di generalità delle consuetudini

riguardano Stati della stessa zona geografica o le parti di un trattato internazionale

Le consuetudini sono norme generali, flessibili (non scritte) e adattabili all'evolversi della comunità

minore è l'omogeneità (valori, obbiettivi, comune sentire...) tra gli stati, più è difficile che si formino delle consuetudini

limitata certezza giuridica difficoltà di accertamento (es. caso UE - UK sullo status del capo delegazione)

Possono essere fondamento di prassi: espressioni di punti di vista, intenzioni, richieste, pretese, corrispondenza diplomatica... non ci sono limitazioni formali

Le norme consuetudinarie possono modificarsi nel tempo (sia nel

contenuto siadecadere per desuetudine)prima di decadere ci sono sempre momenti di confusione in cui alcuni stati riconoscono ancora la norma e altri nomutano al mutare della prassi degli stati

Codificazione delle norme consuetudinariecontribuisce alla chiarezza e alla certezza delle norme incontra parecchie difficoltà, prima tra tutte è un trattato e in quanto tale vincolante solo per i firmatari

Dichiarazioni di principi dell’Assemblea generale delle NUnon sono vincolanti, hanno valore dichiarativo e non sono considerate fonti di diritto generale

PRINCIPI GENERALI DEL DIRITTO

Regole di condotta ricavate dalle caratteristiche generali dell’ordinamento,hanno la stessa natura del diritto consuetudinario ma contenuto più generale

CIG: “principi generali di diritto riconosciuti dai paesi civili” es. pacta sunt servanda, eguaglianza sovrana degli stati, agire in buona fede…

Possono essere ricavati dagli ordinamenti interni

degli stati qualora molti stati li riconoscano come principi devono essere generali non devono essere in contrasto con le caratteristiche specifiche della disciplina a cui si riferiscono

Identificazione della consuetudine e dei principi generali

in astratto: Commissione di diritto internazionale (ONU) riconoscimento e codificazione, Assemblea Generale NU e dichiarazione di principi 11 (traduzione in forma scritta dei principi), studiosi di diritto internazionale (dottrina)

in concreto: stato che invoca il diritto, giudice nazionale che deve applicare il diritto internazionale (caso Diukanovic, caso Québec), giudice internazionale per decidere la controversia affidatagli, organo consultivo internazionale...

CASO NICARAGUA VS STATI UNITI

Secondo la CIG non ci si deve aspettare che gli stati rispettino alla perfezione l'obbligo di non interferenza e non uso della forza il non adempimento non significa il non riconoscimento della norma i comportamenti in contrasto

con la norma vanno trattati come violazioni della norma stessa TRATTATI Atti con i quali due o più stati si impegnano a scambiarsi diritti e obblighi reciproci. Spesso consistono in una soluzione ad hoc su un problema dove mancano norme consuetudinarie, dove si vogliono cambiare o rendere più specifiche. Hanno il potere di stipulare trattati:
  • Stati
  • Stati non riconosciuti
  • Stati federati/regioni, se autorizzati dalla Costituzione nazionale
  • Organizzazioni Internazionali (sempre: accordi di sede con lo stato dove risiede, strumenti per il perseguimento della missione statutaria)
  • Insorti, in relazione al conflitto armato
Non possono stipulare trattati:
  • Individui: solo beneficiari del diritto internazionale
  • Imprese: contratti con i singoli stati, retti dal diritto nazionale
Se due stati concludono un accordo internazionale, entrambi riconoscono l'altro come stato. Negli accordi multilaterali, la firma non corrisponde al riconoscimento automatico di tutti.gli altri stati firmatari TRATTATO COME FONTE DI DIRITTO

Pacta sunt servanda = i patti devono essere rispettati, è una norma consuetudinaria

il trattato è vincolante perché gli stati lo sentono come tale e perché nel passato gli stati hanno rispettato i patti

Il trattato è una fonte di diritto particolare

il consenso a obbligarsi è vincolante, gli stati accettano liberamente di partecipare e concludere trattati

fonte di obbligazione solo per gli stati contraenti

Convenzione di Vienna del 1969 sul diritto dei trattati, accordo di codificazione delle norme consuetudinarie in materia dei trattati

vincola ufficialmente 116 stati

altri stati (come la Francia) non hanno firmato ma riconoscono la consuetudine

non è retroattiva (valida per i trattati stipulati dal 1980)

Art.2 § 1 della Convenzione di Vienna 1969 (non esaustiva)

un accordo internazionale concluso per iscritto tra Stati e regolato dal diritto internazionale, che

sia costituito da un solo strumento (documento) o da due o più strumenti connessi, qualunque ne sia la denominazione è una species del genus dei trattati internazionali. Sono considerati dei trattati anche gli accordi conclusi oralmente tra due o più stati, gli accordi tra uno stato e organizzazioni internazionali o accordi conclusi da insorti. Sono retti dal diritto consuetudinario e non dalla convenzione di Vienna. La definizione generale di trattato è quindi "Accordo tra soggetti di diritto internazionale e regolato dal diritto internazionale". I trattati possono essere aperti (gli altri stati possono aderire in qualsiasi momento) o chiusi. FASE 1: Negoziazione e firma Periodo per accordarsi sul testo del trattato (può durare anche anni) libertà delle forme: la procedura è indifferente, l'importante è la volontà libertà di contenuto (tranne per ius cogens) art. 9: adozione del testo con il consenso

degli stati

La firma è l'autenticazione del testo e fissa in modo definitivo il contenuto del testo del trattato; è abilitato a firmare solo chi ha i pieni poteri (= soggetto che può firmare un trattato per uno stato)

Capo del Governo, Capi di Stato, Ministri degli Esteri, Capi di missioni diplomatiche (solo nello stato in cui svolgono tale funzione), rappresentanti accreditati e il comandante supremo delle forze armate per gli accordi relativi al conflitto armato

FASE 2: Consenso dello Stato

Nella procedura solenne la firma non comporta l'entrata in vigore dell'accordo, ci vuole il consenso attraverso la ratifica: con la firma di apre la fase della manifestazione del consenso.

Art. 18 della Convenzione di Vienna obbligo di buona fede: astenersi da ogni attività che possa compromettere l'entrata in vigore da quell'accordo

Uno stato che firma non è obbligato a ratificare e non sono obbligati a rispettare il contenuto dell'accordo.

devono solo evitare comportamenti che impediscano all'accordo di entrare in vigore. Le parti potrebbero decidere che l'accordo si applica comunque. In accordo con la manifestazione del consenso, decisione presa al momento della firma. Il consenso ad obbligarsi è l'atto con cui uno stato si assume i diritti e obblighi discendenti dal trattato. È un atto unilaterale che deve essere comunicato alla controparte. Tutti gli stati devono ratificare, ciascuno secondo le proprie regole. Come si manifesta il consenso di uno stato ad obbligarsi? Gli stati manifestano il consenso in base alle regole dell'accordo (ricavabili dal trattato o dalla volontà delle parti) in base al diritto interno. In Italia, secondo gli articoli 80 e 87 della Costituzione, possono ratificare: art. 87: Presidente della Repubblica previa (se necessaria) autorizzazione delle Camere. Art. 80: legge di autorizzazione alla.ratifica per trattati di natura politica, arbitrati o regolamenti giudiziari, variazioni del territorio, oneri alle finanze (spese non preventivate) e modificazione di leggi. La conclusione dei trattati internazionali è prerogativa dell'esecutivo, il Parlamento viene coinvolto tramite la legge di autorizzazione (non può modificare il testo, può solo accettarlo o respingerlo). In caso di violazioni di norme interne sulla competenza a stipulare, la Convenzione di Vienna (art. 46) dice che non si può invocare la violazione a meno.
Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
29 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/13 Diritto internazionale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher vale.marche00 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto della Comunità internazionale e dell'Unione Europea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Lang Alessandra.