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Il diritto della comunicazione
Il diritto della comunicazione è un settore molto ampio ed in continua e veloce evoluzione, grazie anche alle nuove tecnologie. Testo Zaccaria-Valastro-Albanesi "Diritto dell'informazione e della comunicazione" (capitolo 1-2-3-6-17) Il diritto della comunicazione applicato a livello nazionale è legato all'applicazione di principi e regole che provengono dall'Europa, intesa da un lato l'UE, cioè l'organizzazione sovranazionale fondata sui trattati di Roma del 1957 e che adesso è composta da 27 stati membri, dopo l'uscita del Regno Unito. Gli organi fondamentali e principali sono la Commissione Europea, il Consiglio Europeo, il Parlamento Europeo e la Corte di Giustizia dell'Unione Europea. Dall'altro lato troviamo il Consiglio d'Europa, cioè un'organizzazione internazionale il cui scopo è promuovere la democrazia, i diritti umani, l'identità.La cultura europea e la soluzione di problematiche sociali europee sono temi di grande importanza. È importante distinguere il Consiglio Europeo dall'UE, anche se spesso vengono confusi. Il Consiglio Europeo è composto da 47 stati membri, inclusi alcuni stati ad est dell'UE. I suoi organi sono il Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa, il Segretario Generale del Consiglio d'Europa e l'Assemblea Parlamentare del Consiglio d'Europa. Il Consiglio d'Europa ha una corte che si occupa della tutela dei diritti fondamentali dell'uomo. La Corte Europea dei Diritti dell'Uomo è un organo internazionale fondamentale istituito nell'ambito della convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali. Quest'organo non fa parte dell'UE, ma agisce qualora uno dei diritti fondamentali venga violato. È possibile fare ricorso a questo organo se nello stato in questione vengono esaurite le risorse possibili.
La Corte dei Diritti dell'Uomo ha sede a Strasburgo, così come il Consiglio Europeo; mentre la Corte di Giustizia dell'Unione Europea ha sede a Lussemburgo. La prima è importante per il nostro corso perché ha reso molte pronunce in tema dell'Articolo 10, il quale tutela libertà di espressione. Le fonti del diritto europeo che ci interessano sono da un lato i trattati istitutivi dell'UE, nonché le direttive ed i regolamenti dell'UE. Le fonti del diritto attraverso le quali viene prodotto diritto dell'UE sono: i regolamenti, i quali sono obbligatori in tutti i loro elementi ed direttamente applicabili ad ogni stato membro ed ogni singolo cittadino (efficacia diretta); le direttive, non vincolano i singoli cittadini ma gli stati membri per un risultato da raggiungere, gli stati stessi possono decidere come raggiungere questi fini da raggiungere. Importante sarà anche la costituzione, i decreti, i regolamenti nazionali e lagiurisprudenza (casiconcreti). [quando ci sono gli "accapo" negli articoli sono i commi]
Articolo 21 della Costituzione cardine normativo intorno al quale si è costruito il carattere dell'informazione e della comunicazione.
"Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure. Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell'autorità giudiziaria nel caso di delitti, per i quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi, o nel caso di violazione delle norme che la legge stessa prescriva per l'indicazione dei responsabili. In tali casi, quando vi sia assoluta urgenza e non sia possibile il tempestivo intervento dell'autorità giudiziaria, il sequestro della stampa periodica può essere eseguito da ufficiali di polizia giudiziaria, che devono immediatamente,
e non mai oltre ventiquattro ore, fare denunzia all'autorità giudiziaria. Se questa non lo convalida nelle ventiquattro ore successive, il sequestro s'intende revocato e privo d'ogni effetto. La legge può stabilire, con norme di carattere generale, che siano resi noti i mezzi di finanziamento della stampa periodica. Sono vietate le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e tutte le altre manifestazioni contrarie al buon costume. La legge stabilisce provvedimenti adeguati a prevenire e a reprimere le violazioni." Questo articolo è il principio di base di qualsiasi discussione per il tema di contenuti veicolati da qualsiasi tipo di comunicazione. I soggetti dell'articolo 21 sono tutti, intesi come esseri umani (diritto fondamentale dell'uomo). Vengono compresi anche i giornalisti, i quali hanno fatto della loro libertà di manifestazione del pensiero una professione. Va letto in rapporto anche all'articolo 68 e 122.della Costituzione che prevedono la garanzia dell'insindacabilità per le opinioni espresse dai membri del Parlamento e dai Consiglieri Regionali nell'esercizio delle loro funzioni. La libertà della manifestazione del pensiero è ampliata per loro, in quanto non sono sindacabili (tutelati maggiormente). Di fronte ad abusi da parte di questi soggetti la Corte Costituzionale ha voluto limitare questa insindacabilità, interpretando in maniera restrittiva "l'esercizio delle loro funzioni", cioè le opinioni espresse sedi istituzionali consone ed opportune. L'oggetto tutelato dall'articolo 21 è la libertà positiva, di dire qualcosa, e negativa, di tacere e non pronunciarsi. Si è tutelati quando esprimiamo un nostro pensiero o facciamo nostro il pensiero di altre persone. C'è una discussione sul fatto che la pubblicità debba essere tutelata o meno dall'articolo 21, in quanto questa.forma espressiva potrebbe essere strumentale alla libertà di impresa di iniziativa economica (sarebbe quindi soggetta agli stessi limiti dell'articolo 41 della Costituzione, il quale tutela la libertà di iniziativa economica). La propaganda ci si chieda se possa rientrare o meno nell'articolo 21, anche se questa e la pubblicità vi rientrano comunque in quanto la propaganda è lo strumento attraverso il quale si fa pubblicità politica ad esempio. Ci sono problemi sulla riconducibilità dell'apologia nella tutela dell'articolo 21, in quanto essa è una manifestazione del pensiero e diventa limitata nel momento in cui essa sia una forma di espressione che si trovi in contrasto con altri diritti costituzionalmente garantiti. Rientra nell'oggetto dell'articolo 21 dare e divulgare notizie e commenti, quindi anche l'attività giornalistica viene tutelata da quest'articolo. Come altro oggetto possiamoIndicare l'interesse ad un'informazione pluralista, tutti hanno diritto di manifestare il proprio pensiero con la parola, lo scritto ed ogni altro mezzo di diffusione. L'articolo 21 vuole tutelare la manifestazione del pensiero attraverso ogni mezzo che la tecnologia mette a disposizione per il singolo. Il riferimento ai mezzi ha suscitato dei problemi interpretativi perché se è vero che tutti possono manifestare il proprio pensiero, rischia di essere difficile garantirlo per tutti e rischi di non essere effettivo qualora i mezzi siano scarsi (ad esempio laddove i mezzi di diffusione del pensiero sono stati prima la radio e poi la televisione). La televisione e la radio utilizzano mezzi di diffusione scarsi, cioè la diffusione dei suoi contenuti avveniva tramite frequenze rimbalzate da un network terrestre di diffusione; quindi nascono in Italia come dei mezzi di diffusione basati su delle risorse scarse. Queste risorse scarse sono le frequenze.
Elettromagnetiche e gli ingenti investimenti economici che si devono mobilitare per fare televisione e radio. Di fatto il "tutti" dell'articolo 21, a fronte della scarsità dei mezzi diventava un "pochi" (che potevano permettersi questi mezzi di diffusione). La Costituzione ha dovuto interpretare questo articolo in base ai mezzi disponibili, dicendo che non vuol dire che tutti devono possedere questi mezzi di diffusione, ma che a tutti la legge deve garantire la possibilità di usarli e di usufruirne per veicolare il proprio pensiero. Da questo derivano successive evoluzioni, che negli anni '70 e '80 sono giunti al fatto che per evitare che quel "tutti" dell'articolo diventasse un "pochi", la Corte Costituzionale ha deciso di regolare Ex Ante il mercato televisivo in modo che potessero partecipare ad esso il maggior numero di operatori possibili per garantire il pluralismo (esterno, cioè il pluralismo del mercato).
Non ci devono essere posizioni dominanti cioè. Grazie a ciò possediamo il principio del diritto di accesso al mezzo in condizioni di uguaglianza: quando si attribuiscono le frequenze, devono poter partecipare alla gara dell'acquisto di esse chiunque voglia comprarle e in condizione di uguaglianza. La Corte Costituzionale ha poi ribadito il principio pluralistico nel senso di limitazione delle risorse economiche nel mercato televisivo affinché sia garantito un mercato pluralistico, gli operatori non possono avere più di una certa quota nel mercato televisivo (sia tecnicamente sia economicamente parlando). La Corte Costituzionale ha anche ribadito la necessità di porre limiti alle campagne elettorali, al fine di garantire una campagna elettorale corretta, tutti i soggetti che partecipano devono trovare spazio dentro la programmazione televisiva con campagne elettorali che non escludano nessuno. Il principio pluralistico ha significato: da un lato, che ilIl monopolio della RAI fosse giustificato in quanto era l'unico mezzo per contrastare l'oligopolio dovuto alle risorse scarse, e dall'altro che il servizio radio-televisivo offrisse un elemento in più al pluralismo, tramite programmi misti.
Internet e la rete sono oggi un mezzo molto più democratico rispetto alla televisione in quanto consente la fruizione dei contenuti molto più semplice e consente a chiunque di essere produttore di contenuti che vengono inseriti quasi sempre gratuitamente su questa piattaforma. Ad oggi uno dei mezzi che è tutelato dall'articolo 21 è il web, ed in generale comprende le tecnologie più evolute degli ultimi anni.
Nell'interpretazione dell'articolo 21 non è necessario aggiungere un nuovo articolo alla Costituzione che ribadisca la centralità di Internet e la necessità di garantire l'accesso adesso come diritto fondamentale, ci pensa già l'articolo 21.
un'opzione, ma una necessità.