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DIRITTO ALL'OBLIO, CANCELLAZIONE E CONTESTUALIZZAZIONE DELLE NOTIZIE IN RETE

I contenuti diffamatori e lesivi della reputazione e dell'onore dei soggetti possono essere eliminati dalla rete grazie al diritto all'oblio, argomento trattato in modo analitico nel CAP. 7. I punti qualificanti del diritto all'oblio riguardano:

  1. concetto di diritto all'oblio, di cancellazione e di contestualizzazione delle notizie
  2. modalità di funzionamento del diritto all'oblio nei motori di ricerca come Google
  3. modalità di funzionamento del diritto all'oblio nei siti sorgente di tipo informativo e nei giornali online
  4. sentenze internazionali, nazionali e pronunce del Garante della privacy
  5. posizione della deontologia giornalistica in materia di diritto all'oblio, per assicurare un equilibrio tra memoria storica e tutela della privacy

Oblio, cancellazione e contestualizzazione: concetti dinamici

Diritto a richiedere e a ottenere la cancellazione

dei dati personali rilasciati dietro consenso al titolare del trattamento, secondo quanto previsto dall'art. 17 del GDPR (Regolamento UE 679/2016).

Deindicizzazione / delisting / delinking / eliminazione del link di redirect al contenuto dalla SERP restituita attraverso i nominativi del ricorrente / irreperibilità del contenuto dalla lista dei risultati ottenuti per chiavi di ricerca che includono nome e cognome del richiedente / dissociazione dei dati personali del richiedente dai risultati di ricerca relativi a una notizia sul proprio conto, che non comporta tuttavia l'eliminazione della notizia dall'archivio dei siti sorgente per non arrecare un vulnus alla memoria storica e garantire il diritto a ricevere notizie di interesse generale, anche con il passare del tempo. Sono spesso associati a richieste di indicizzazione ex novo, di cambiamento del ranking e dei criteri di posizionamento nelle SERP, o di rettifica dei contenuti.

Per via giurisprudenziale è

È stato recentemente sancito l'obbligo di contestualizzazione delle informazioni attraverso il puntuale aggiornamento degli sviluppi di una notizia presente nell'archivio online delle testate giornalistiche, al fine di bilanciare il diritto ad essere correttamente informati su fatti di pubblico interesse/diritto di cronaca (art. 21 Cost), e la tutela della web reputation, dell'identità digitale e dei dati personali del singolo/diritto all'autodeterminazione informatica e alla privacy (GDPR).

Non esiste alcun automatismo tra deindicizzazione (intesa come eliminazione del link di redirect dalla SERP restituita attraverso la citazione di nome e cognome di un soggetto o di elementi ad egli inequivocabilmente riconducibili) e cancellazione del dato / eliminazione dell'URL per qualsiasi chiave di ricerca utilizzata.

Il link, oltre ad essere mantenuto negli archivi online dei siti-sorgente, può in generale continuare ad essere reperito nei motori di ricerca.

attraverso l'inserimento di altre keyword, diverse dai dati personali del richiedente. L'eliminazione totale dell'URL avviene di rado, ed è solitamente riservata a contenuti di scarsa rilevanza pubblica, non più attuali, e relativi a fatti di cronaca giudiziaria non aggiornati in merito ad assoluzioni o riabilitazioni. Come si evince da support.google: "Verranno rimossi dai risultati di ricerca soltanto i contenuti relativi alle query correlate al nome dell'utente. I contenuti rimossi (correlati al nome) potrebbero rimanere nei nostri risultati relativi ad altre query". E ancora: "Le pagine vengono rimosse soltanto dai risultati relativi a query contenenti il nome di una persona. Pertanto, se approvassimo una richiesta di rimozione di un articolo di Mario Rossi relativo al suo viaggio a Parigi, non mostreremmo il risultato per le query relative a [mario rossi], ma lo mostreremmo per la query [viaggio a parigi]".

Convenzionalmente la formattazione del testo

La parola "oblio" si associa alla parola "cancellazione/rimozione", ma in ambito giuridico questo significato è in parte fuorviante. Deve piuttosto essere intesa come corretta ricostruzione della storia/lecita contestualizzazione delle vicende/inserimento dei fatti all'interno di una cornice cronologica corretta.

Purtroppo, in Italia negli ultimi anni si è verificata una psicosi dell'oblio nel mondo giornalistico, perché molti lo hanno identificato come una sorta di diritto alla censura e al colpo di spugna che consenta di eliminare dalla rete notizie veritiere ma scomode. Questo non risponde a verità. Il diritto all'oblio inteso come diritto ad avere un'identità digitale a proprio uso e consumo non esiste, non si tratta di un diritto alla sartorializzazione della propria identità digitale. È il diritto a vedere coincidere la propria vita reale con quella digitale, senza omissioni, scappatoie o

convenienze. L'identità digitale deve riflettere l'attualità della vita reale. Sarebbe troppo comodo per un ex condannato cancellare dainternet le notizie della propria condanna, così come sarebbe eccessivamente penalizzante se queste notizie venissero costantemente richiamate alla memoria collettiva. Perché quelle condotte e quelle condanne sono storia, e sebbene il trascorrere del tempo le renda meno interessanti e meno utili all'informazione pubblica, non per questo debbono essere cancellate. Debbono invece essere correttamente contestualizzate a livello cronologico e indicizzate in modalità coerente agli ultimi sviluppi della vicenda o della vita del soggetto. Altra definizione calzante è quella che ne dà l'ex Presidente dell'Autorità garante per la protezione dei dati personali, Antonello Soro, che ha visto nel diritto all'oblio "una garanzia di libertà dallo stigma della memoria".

eterna della Rete;una memoria sociale selettiva, legata alla funzione pubblica della notizia e al rispetto dell'identità personale intesa come processo". E ancora, potrebbe essere correttamente inquadrato come diritto a non restare esposti ai danni ulteriori che la reiterata pubblicazione di una notizia può arrecare all'onore e alla reputazione, il diritto a essere dimenticati, una sorta di antidoto all'attualizzazione indiscriminata e alla gogna mediatica perpetua.

Es. se dopo la condanna per evasione fiscale un imprenditore che ha pagato i suoi debiti col fisco e ha deciso di redimersi passando agli onori della cronaca per le sue azioni meritorie chiede che venga presentata modo corretto la notizia riguardante la sua condanna avvenuta sette anni prima, Google non può ignorare la richiesta e limitare i criteri di indicizzazione/i fattori di posizionamento alle sole preferenze espresse dagli utenti/ai click through rate ottenuti dall'articolo.

In questione, ma è costretto ad eliminare la notizia dai primi risultati visibili che si otterrebbero digitando nome e cognome dell'imprenditore. Sebbene Google sia un indicizzatore di contenuti altrui/un aggregatore, non un produttore di informazioni - come invece sono i siti sorgente, che hanno correttamente prodotto la notizia della condanna dell'imprenditore, il protagonista della vicenda deve innanzitutto chiedere a Google di indicizzare in modo diverso i contenuti sul suo conto, perché sono maggiori i danni provocati da un link posizionato sui motori di ricerca generalisti che non quelli apportati dalla notizia in sé, custodita all'interno degli archivi dei siti sorgente. Il problema si pone quindi in termini più impattanti quando la diffusione avviene sui motori di ricerca; in questo caso, il soggetto leso ha la possibilità di presentare a Google un'istanza di diritto all'oblio, ed eventualmente solo in un secondo momento

Anche ai siti sorgente.

Diritto alla cancellazione dei dati e diritto di rettifica nel GDPR e nella legislazione italiana

Il GDPR riconosce definitivamente il diritto all'oblio nell'art. 17, comma 1, ma lo fa espressamente coincidere con il diritto alla cancellazione dei dati. Dati che nella dimensione dell'online possono divenire keyword/chiavi di ricerca associati a contenuti/informazioni/notizie di cui si può richiedere la deindicizzazione - ai gestori dei motori di ricerca - o l'aggiornamento - ai gestori dei siti-sorgente/degli archivi online nei quali la notizia deve comunque rimanere custodita.

Ad ogni modo, la cancellazione prevista dal GDPR si rivolge essenzialmente alle imprese/ai soggetti titolari del trattamento (su autorizzazione/consenso al trattamento rilasciato dai titolari dei dati), ed è applicabile nei seguenti casi:

  1. se i dati non sono più necessari rispetto alle finalità per le quali sono stati raccolti,
  2. 1. se l'interessato revoca il consenso al trattamento dei dati personali, per una o più specifiche finalità, oppure revoca il consenso al trattamento di categorie particolari di dati e se non sussiste altro fondamento giuridico per il trattamento

    2. se l'interessato ha esercitato il diritto di opposizione al trattamento e non sussiste alcun motivo legittimo prevalente per procedere al trattamento, oppure si oppone al trattamento per finalità di marketing diretto, inclusa la profilazione

    3. se i dati personali sono stati trattati illecitamente

    4. se i dati personali devono essere cancellati per adempiere un obbligo legale previsto dal diritto dell'Unione o dello Stato membro cui è soggetto il titolare del trattamento

    5. se i dati sono stati raccolti relativamente all'offerta di servizi della società dell'informazione e trattati sulla base del consenso di un minore

    Laddove il minore abbia almeno 16 anni di età, o del consenso prestato o autorizzato dal titolare della responsabilità genitoriale, laddove il minore non abbia almeno 16 anni.

    È importante sottolineare che l'azienda titolare del trattamento deve procedere spontaneamente e automaticamente alla cancellazione dei dati personali che riguardano un individuo se si verifica una delle situazioni elencate nell'art. 17, a prescindere dall'esercizio del diritto da parte dell'interessato. Non è cioè necessario l'esercizio diretto di una richiesta di cancellazione da parte dell'interessato, che ha comunque facoltà di procedere con una richiesta espressa di cancellazione nelle forme libere che ritiene opportune, se il titolare non ne ha predisposte appositamente.

    L'art. 17 prosegue, al comma 3, precisando che il diritto alla cancellazione non si applica se il trattamento dei dati in questione è necessario per:

    1. l'esercizio del diritto alla libertà di espressione e di informazione

    2. l'adempimento di un obbligo legale che richieda il trattamento previsto dal diritto dell'Unione o dello Stato membro cui è soggetto il titolare del trattamento o per l'esecuzione di un compito svolto nel pubblico interesse oppure nell'esercizio di pubblici poteri di cui è investito il titolare del trattamento;

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Publisher
A.A. 2023-2024
60 pagine
2 download
SSD Scienze giuridiche IUS/09 Istituzioni di diritto pubblico

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher silviamac91 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto della comunicazione per le imprese e i media e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Razzante Ruben.