Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
LAVORATORE E DATORE DI LAVORO - Cap. 1, sez. IV LAVORO SUBORDINATO
1. Coordinate storico-normative della subordinazione
Storicamente il diritto del lavoro non è stato il diritto di tutti i lavoratori, ma il diritto dei lavoratori subordinati (che nei paesi ad economia avanzata rappresentano la componente più consistente della massa dei lavoratori).
La subordinazione rappresenta quindi la fattispecie di accesso alla normativa protettiva (che consiste nel diritto del lavoro) - la normativa prevede una serie di protezioni immancabili per il lavoratore subordinato, mentre il lavoratore autonomo gode di poche tutele.
L'equazione tra lavoratore subordinato e lavoratore debole (dal punto di vista giuridico) non è propriamente corretta - esistono lavoratori subordinati non/poco deboli (es. dirigenti, quadri) e lavoratori non subordinati deboli quanto/più dei subordinati (es. lavoratori autonomi che versano in una condizione di dipendenza economica da un altro soggetto).
imprenditore che ne è l'unico committente). Il lavoratore subordinato non è identificato da caratteristiche di natura economico-sociale, ma dal tipo di relazione contrattuale che intrattiene con il soggetto che gli chiede lavoro (e quindi dal modo in cui l'attività lavorativa viene prestata).
La condizione economico-sociale non entra nella fattispecie giuridica della subordinazione, ma l'ordinamento presume che chi si rapporta in un determinato modo al datore di lavoro e lavora con certe modalità sia comparativamente bisognoso di una tutela in senso forte.
Dalla fine del '700 si cerca di qualificare giuridicamente il lavoro, lo schema giuridico più idoneo "sembrava quello della locatio/affitto. Nei paesi di Common law lo leasing" (simile alla somministrazione di lavoro/lavoro interinale) è infatti un affitto di manodopera.
I primi studiosi sono stati i giusprivatisti, i quali erano
Incerti se qualificare il lavoro come una (= attività del lavoro autonomo come l'artista, l'artigiano, etc.) locatio operis o come una locatio operarum (= affitto di opere/attività). Il concetto di locatio operarum è entrato nel Codice civile del 1865. Del '900 l'aumento Agli inizi della forza lavoro nelle prime fabbriche (c.d. opifici) pone la questione di come qualificare tale rapporto di lavoro e di quali regole applicare. Il Codice civile si era infatti limitato ad individuare le due forme di locatio operis e operarum. Carnelutti afferma che il contratto di lavoro è una figura illogica dal punto di vista giuridico, perché se la si riferisce alla locazione significa affermare e al tempo stesso negare che sia possibile ricorrere al concetto di uso del corpo umano. I concetti della Carta del lavoro del 1927 sono stati inseriti nel Libro V del Codice civile (sull'impresa), in particolare nell'art. 2094 che definisce il lavoro.
subordinato.L'invenzione della figura del lavoratore subordinato aveva una duplice finalità:
- Serviva ai lavoratori per favorire lo sviluppo della legislazione protettiva (che avrebbe assunto il nome di "diritto del lavoro");
- Serviva agli imprenditori che necessitavano di una forma giuridica che consentisse un reclutamento stabile di forza lavoro (senza dover ricorrere a continue contrattazioni con lavoratori autonomi, piccoli imprenditori fornitori di servizi, etc.) anche risparmi in termini di costi di transazione, dal momento che il contratto di lavoro subordinato è stipulato una volta per tutte e può durare (se è a tempo indeterminato) per un periodo potenzialmente indefinito 482.
Nozione di lavoro subordinato
L'art. 2094 c.c. definisce il lavoratore subordinato come chi "si obbliga mediante retribuzione a collaborare nell'impresa, prestando il proprio lavoro intellettuale o manuale alle
disposizione non fa riferimento al contratto di lavoro subordinato, ma direttamente al lavoratore subordinato. Analisi della fattispecie: - "si [...] a collaborare nell'impresa" -> obbliga la collaborazione è impersonalmente nell'impresa (= collaborazione in vista della realizzazione degli scopi dell'impresa stessa) e non con l'imprenditore. L'elemento della collaborazione non è caratterizzante della subordinazione: nella collaborazione continuata e continuativa ex art, 409 c.p.c. il collaboratore non è subordinato, ma coordina con l'organizzazione del committente in modo autonomo. - "prestando [...] il proprio lavoro manuale o intellettuale" è l'attività di lavoro, che deve essere prestata personalmente e che può essere tanto di natura manuale quanto intellettuale. La disposizione non fa riferimento al contratto di lavoro subordinato, ma direttamente al lavoratore subordinato.La locuzione ha unificato la normativa del lavoro operario, impiegatizio e dirigenziale (privato) e ha permesso di superare la condizione di privilegio di cui fino ad allora godevano gli impiegati. La disciplina del rapporto del dirigente ha tuttavia continuato ad avere trattamenti speciali;
"alle [...] dell'imprenditore" → secondo l'opinione prevalente, questa locuzione di dipendenza non identifica la subordinazione e non la distingue dalle altre fattispecie. La dipendenza indica infatti che il lavoratore subordinato si obbliga a prestare un'attività rivolta alegli non assume alcun rischio d'impresa, perseguimento di un interesse altrui (nonostante possa avere un cointeresse nell'impresa se ad es. una parte della retribuzione che percepisce è legata al suo andamento);
"sotto dell'imprenditore" → questa locuzione identifica l'elemento caratterizzante della fattispecie, ossia l'eterodirezione.
Il lavoratore è subordinato quando si un'attività lavorativa eterodiretta. Obbliga a prestare Il datore di lavoro ha un potere di al rapporto di lavoro, che esercita nel momento in cui stabilisce l'oggetto direzione esterno dell'attività lavorativa. Nel potere direttivo è compreso lo ius variandi, ossia il potere di modificare l'oggetto del rapporto di lavoro; "dell'imprenditore" → un rapporto di lavoro subordinato può anche essere attivato non con un imprenditore. L'art. 2239, in quanto norma generale di rinvio, afferma infatti che le disposizioni dedicate al lavoro subordinato nell'impresa "purché sono estese compatibili con la specialità del rapporto [anche ai] datori di lavoro imprenditoriale"; "mediante" → la retribuzione è il principale obbligo che la legge pone a.caricodell'imprenditore (datore di lavoro in generale). Nell'area della subordinazione non è quindi ricompreso il lavoro gratuito, ad es.:- Lavoro volontario, ossia spontaneamente prestato per ragioni di solidarietà sociale;
- Lavoro nell'ambito familiare per ragioni di affetto;
- Lavoro familiare, ossia prestatobenevolenza.
La retribuzione non caratterizza il solo lavoro subordinato, essendo oneroso anche il lavoro autonomo. La differenza riguarda la forma del corrispettivo: solitamente il lavoratore subordinato è compensato in proporzione al tempo del suo lavoro, mentre il lavoratore autonomo in relazione al
risultato realizzato. Sono tuttavia possibili varie forme retributiveibride
La qualificazione del lavoro come subordinato non dipende dal fatto che il lavoratore svolge unacerta opera/servizio (locatio operis). Egli mette a disposizione di un altro le proprie energie→ si obbliga alavorative prestare un lavoro astratto composto da un numero indefinito di opereche diventa concreto nel momento in cui l’imprenditore,(locatio operarum) esercitando il poteredell’attività lavorativa.direttivo ex c. II art. 2104, gli prescrive oggetto/luogo/modalitàsensi dell’art. 2222, il prestatore si obbliga a compiere una certa opera oNel lavoro autonomo, ai(= un certo risultato finale), ma non a prestare un’attività eterodiretta.un certo servizioIl committente può comunque impartire al lavoratore autonomo alcune direttive generali e ildi esecuzione del lavoro, ma non le modalità organizzative e temporali dell’incarico.termine finale3.
Subordinazione nel diritto giurisprudenziale Il primo elemento utile per qualificare qualunque contratto, al fine di identificare la disciplina legale applicabile, dovrebbe essere rappresentato dalle dichiarazioni formali di volontà presenti nel documento contrattuale. Tra queste il nomen iuris, ossia la denominazione/qualificazione che le parti danno al rapporto di lavoro che stipulano. Il valore qualificazione giuridica del vincolo non spetta alle parti, ma esclusivamente al giudice (per come è scritto e per come è eseguito) sulla base della norma di legge. La dottrina ha sottolineato il carattere imperativo e inderogabile dell'art. 2094, che comporta l'indisponibilità del tipo contrattuale del lavoro subordinato ad opera delle parti. Nel caso in cui un contratto sia stipulato con un'esatta corrispondenza tra nome e contenuto cartaceo, ma il rapporto di svolge concretamente in modo diverso da quanto previsto, sarà il giudice a valutare la reale natura del rapporto di lavoro.re supportata da elementi concreti e coerenti tra loro. Inoltre, la giurisprudenza ha stabilito che la qualificazione del rapporto di lavoro non può essere basata esclusivamente sulla volontà delle parti, ma deve tener conto anche degli elementi oggettivi che emergono dalla situazione concreta. Pertanto, l'interpretazione del contratto di lavoro deve tenere conto delle intenzioni comuni delle parti, valutando il loro comportamento complessivo. La determinazione della natura del rapporto di lavoro richiede un accertamento giuridico specifico, che non può essere effettuato a priori. La giurisprudenza ha individuato una serie di elementi sintomatici che possono essere presi in considerazione per la qualificazione del rapporto di lavoro. Tuttavia, nessuno di questi elementi, preso singolarmente, è decisivo. La prova della qualificazione del rapporto di lavoro deve essere basata su elementi concreti e coerenti tra loro. In conclusione, l'interpretazione del contratto di lavoro e la qualificazione del rapporto di lavoro richiedono un'analisi attenta e dettagliata, che tenga conto delle intenzioni delle parti e degli elementi oggettivi che emergono dalla situazione concreta.