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REPUBBLICA PRESIDENZIALE REPUBBLICA DIRETTORIALE
MONARCHIAORLEANISTA
REPUBBLICA MONARCHIA PARLAMENTARE
SEMI-PRESIDENZIALE REPUBBLICA PARLAMENTARE
- a prevalenza del presidente - governo di gabinetto
- a prevalenza del primo ministro - governo d’assemblea
- governo parlamentare razionalizzato 50
Il modello primigenio è quello della monarchia inglese che fra Seicento e Settecento, in seguito alla Gloriosa Rivoluzione, da
assoluta si fa monarchia costituzionale :
il governo del re era separato dalle assemblee parlamentari, bicameralismo con una camera di nomina regia, potere legislativo
in condominio fra corona e parlamento.
Pur non avendo una costituzione scritta, l’Inghilterra si è data nel corso dei secoli un ordinamento costituzionale, che si andò
caratterizzando per il progressivo affermarsi della supremazia del parlamento (limite all’esercizio arbitrario del potere regio e
fonte di legittimazione della dinastia)
dualista (l’indirizzo politico era determinato anche dal capo dello stato)
I poteri dello stato erano concepiti come separati : Camera dei Comuni (interessi diversi e contrapposti rispetto a quelli della
corona), Camera dei Lord (grande nobiltà fondiaria, interessi analoghi a quelli della Corona); il potere di governo spettava al
re che agiva attraverso i suoi consiglieri (ministri). La monarchia nella seconda metà del Settecento e ancor di più
nell’Ottocento, si era evoluta nella direzione di un governo parlamentare, nella sua versione monista, nel quale l’indirizzo
politico dipendeva ormai solo dal rapporto fra governo e parlamento.
Gli elementi di tale evoluzione furono tre:
1. All’interno del governo di sua maestà emerse la figura del primo ministro
2. Facendo ricorso alla procedura dell’impeachment la Camera dei Comuni pose le basi del rapporto fiduciario
(il governo non poteva continuare a esercitare le sue funzioni se gli veniva a mancare la fiducia del parlamento)
3. La Camera dei Comuni progressivamente si organizzò in due fazioni contrapposte (maggioranza e opposizione)
L’idea dei poteri separati di Locke e Montesquieu fu applicata per la prima volta a Filadelfia nel 1787, durante la scrittura della
costituzione degli Stati Uniti d’America ; i padri costituenti delinearono in questi termini i rapporti fra il presidente, nel quale
si identificava l’esecutivo, ed il Congresso, ovvero il loro parlamento bicamerale. In questo modo vollero che nessun
presidente potesse mandare a casa il Congresso e che questo non potesse sbarazzarsi del presidente, salvo l’accusa di
impeachment ; queste caratteristiche, fino ai giorni nostri, contraddistinguono il governo presidenziale.
In Francia, con la Costituzione del 1830 si affermò la monarchia orleanista, caratterizzata da un marcato dualismo (il
governo rispondeva sia al re sia al parlamento).
Fra la Prima e la Seconda guerra mondiale, con il crollo degli imperi centrali (Germania, Austria-Ungheria) e dell’impero
russo, nacquero nuovi stati nazionali, dando vita alla così detta stagione della razionalizzazione del parlamentarismo , ovvero
al tentativo di disciplinare giuridicamente i rapporti fra gli organi costituzionali secondo modalità che riecheggiassero il
parlamentarismo inglese (monista). Ma ci furono anche costituzioni come quella tedesca di Weimar e quelle finlandese e
austriaca che rilanciarono il dualismo : esse erano caratterizzate dal fatto di avere sia il rapporto fiduciario governo-
parlamento sia un capo dello stato direttamente eletti, dotato di attribuzioni giuridiche rilevanti e in grado di influire sulle
scelte politiche fondamentali.
All’indomani della Seconda guerra mondiale si ebbero varie ondate di nuove costituzioni : nella seconda metà degli anni ’40
(Francia, Italia, Germania), la seconda negli anni ’70 (Grecia, Portogallo, Spagna), la terza negli anni ’90.
Queste esperienze, fino al 1990, furono orientate in direzione monista : tutti governi parlamentari con una netta prevalenza
della figura del primo ministro.
Nel caso della trasformazione della Quarta Repubblica francese (monista) in Quinta Repubblica , la quale al contrario assunse
caratteri dualisti : al vertice dell’esecutivo si stabiliva una ripartizione d’influenza fra presidente della Repubblica e primo
ministro . Fu proprio guardando ad essa che si cominciò a parlare di governo semi-presidenziale , sottolineando il forte ruolo
del presidente.
Successivamente si è assistito, soprattutto in Europa orientale ad un ritorno a soluzioni dualiste, con un ruolo rilevante e
politicamente incisivo affidato al capo dello stato (Russia), e in altre è andato sempre più crescendo il ruolo dei primi ministri
(Polonia, Romania, Bulgaria).
3. Le forme di governo : tipologia
Se la forma di governo attiene al modo in cui si distribuisce il potere di indirizzo politico (cioè il potere di indirizzare
l’ordinamento verso certi fini generali piuttosto che altri), dal punto di vista giuridico ciò dipende dalle attribuzioni degli
organi costituzionali e dai rapporti fra di essi.
L’attenzione è rivolta soprattutto agli aspetti strutturali e formali, in base ai quali si è delineata una tipologia delle forme di
governo classica/tradizionale.
Tuttavia le forme di governo vengono fortemente condizionate dal sistema partitico e dalla cultura politica che si affermano in
ciascun paese : all’interno della stessa classificazione giuridico-formale quindi, troviamo ordinamenti i quali mostrano
caratteristiche di funzionamento molto diverse. 51
forme di stato democratiche di derivazione liberale
GOVERNO PRESIDENZIALE GOVERNO DIRETTORIALE
Direttorio
(capo dello stato collegiale - governo)
Presidente Assemblea
(capo dello stato e dell’esecutivo) Parlamento
Corpo elettorale Corpo elettorale
GOVERNO PARLAMENTARE GOVERNO SEMI-PRESIDENZIALE
Presidente Presidente
Governo Governo
Parlamento Assemblea
Corpo elettorale Corpo elettorale 52
• Forma di governo presidenziale (riferimento : Stati Uniti d’America)
Il titolare del potere esecutivo è il presidente, si tratta quindi per definizione di una forma di governo a direzione monocratica
(governa un organo costituito da una sola persona).
Il presidente anche se la sua elezione avviene per il tramite di grandi elettori, a loro volta eletti in ciascuno dei 50 stati, è
scelto direttamente dal corpo elettorale, il quale elegge anche il Congresso, formato dalla Camera dei rappresentanti e dal
Senato.
Separazione dei poteri : il legislativo (congresso) non può sfiduciare il presidente e il presidente non può sciogliere le
assemblee ; esiste però il procedimento parlamentare di messa in stato d’accusa che può portare alla rimozione del presidente,
ma per la quale è necessaria una maggioranza molto alta e che comunque serve a far valere una responsabilità penale, non
politica.
Le leggi vengono fatte dal Congresso ed il presidente ha in materia poterli limitati, ha sopratutto un potere di veto che gli
consente di rimandare una legge al Congresso, il quale però con una maggioranza dei 2/3 può riapprovarla. Il presidente deve
inoltre esercitare il suo potere di nomina dei ministri, alti funzionari, ambasciatori e giudici con il parere favorevole del
Senato, il quale è necessario anche ai fini dell’autorizzazione alla ratifica dei trattati (2/3 dei voti).
Poiché gli elettori eleggono presidente e Congresso come organi separati e distinti (a scadenze diverse) la principale variabile
in questa forma di governo è che può verificarsi il caso del governo diviso : il presidente appartiene ad un partito, mentre
l’altro partito detiene la maggioranza in entrambe o una delle due camere ; in questo caso il presidente non può che cercare un
qualche accomodamento con la maggioranza congressuale.
In questo modello però la ricerca di compromessi legislativi fra presidente e Congresso è la norma anche quando il partito del
primo è il partito di maggioranza nel Congresso : infatti la teoria e la prassi del governo presidenziale (a differenza di quello
parlamentare dove governo e maggioranza parlamentare rispondono allo stesso partito e collaborano tra loro, come in
Inghilterra) non prevedono il governo di partito.
• Forma di governo parlamentare (riferimento : Regno Unito)
L’esecutivo è espressione del parlamento. È una forma di governo che conosce molte varianti perché è fortemente
condizionata dalla prassi. L’esecutivo è in genere nominato da un organo terzo, ovvero il capo dello stato e tale nomina può :
- prescindere dall’investitura parlamentare come nel caso del Regno Unito,
- può precedere l'investitura come nel caso dell’Italia,
- può seguire l’investitura come nei casi di Germania e Spagna.
In alcuni casi il voto parlamentare riguarda il primo ministro, in altri il governo nel suo complesso.
Poiché l’esecuto è espressione del parlamento, quest’ultimo votando la sfiducia al governo può obbligarlo a dimettersi ; il
governo quindi non può rimanere in carica senza il sostegno implicito del parlamento.
Ecco perché tutte le forme di governo parlamentare prevedono la possibilità di scioglimento del parlamento prima della
scadenza naturale : questo è l’unico modo per evitare una paralisi del sistema nel caso in cui il parlamento non sia in grado di
sostenere alcun governo.
In questa forma di governo il capo dello stato ha funzioni prevalentemente cerimoniali, simboliche o comunque relativamente
limitate :
- Casi in cui re o regina non hanno più alcun peso politico
- Casi in cui il capo dello stati è titolare del potere di nomina del capo del governo e può decidere lo scioglimento del
parlamento
In realtà il potere di scioglimento è per lo più attribuito al capo del governo ; nel Regno Unito questo potere non è più
prerogativa regia, ma conseguenza dell’impossibilità di formare un nuovo governo entro due settimane dall’approvazione di
una mozione di sfiducia, oppure della decisione assunta dalla Camera dei Comuni a maggioranza dei 2/3 dei componenti.
L’esecutivo nelle forme di governo parlamentari è collegiale ma in casi come Regno Unito e Germania al suo interno emerge
la figura del primo ministro ; si parla in questo caso di una forma di governo a direzione tendenzialmente monocratica.
In casi come l’Italia, dove la figura del primo ministro non si è affermata, si parla di Presidente del Consiglio dei ministri ; la
direzione tende ad essere collegiale ed il PdC è solo un primus inter pares.
La forma di governo parlamentare tra tutte le altre è quella più sensibile al formato e alla meccanica del sistema partitico.
Infatti a seconda del numero dei partiti e della dinamica tra loro esistono casi in cui le lezioni assumono carattere