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REGOLAMENTI REGIONALI ART.117 (FONTI SECONDARIE) FATTI DALLA GIUNTA

A livello regionale non esiste la delega legislativa (decreti delegati) però esistono i regolamenti delegati. "La potestà regolamentare spetta allo stato nelle materie di legislazione esclusiva, salva delega alle regioni. La potestà regolamentare spetta alle regioni in ogni altra materia". Quindi la delega può essere effettuata solo per materie non coperte da riserva di legge e può essere esercitata avvalendosi di una legge regionale o di un regolamento, a parte i casi in cui la stessa legge statale delegante dia indicazioni in proposito.

"I regolamenti statali possono essere emanati in materie di competenza regionale quando si tratti di assicurare il tempestivo recepimento di direttive UE, in sostituzione delle regioni che non vi abbiano provveduto".

Nelle materie di potestà legislativa concorrente si può verificare che leggi statali sopravvenute contengano,

oltre alla disciplina di principio, anche quella di dettaglio e siano quindi idonee ad abrogare la legislazione regionale preesistente, oppure si configurino in modo tale da determinare comunque l'invalidità sopravvenuta per mancanza di aderenza della legge regionale alle nuove disposizioni statali di principio. In mancanza di una disciplina regionale la legge statale può intervenire pro-tempore in materia divenute di competenza della regione portando con sé anche la rispettiva normativa regolamentare esecutiva o integrativa-attuativa- ORGANIZZATIVI- INTEGRATIVI E ATTUATIVI = intervengono per attuare una legge e hanno un minimo contenuto normativo rispetto a quelli di esecuzione- ESECUTIVI = intervengono per dare attuazione nel dettaglio alle leggi Appunti di Alessia Pelusi42 DIRITTO COSTITUZIONALE- DELEGATI = intervengono su delega di una legge per disciplinare una materia che prima era disciplinata dalle leggi, essi compiono la cosiddetta delegificazione

Il consiglio regionale (organo legislativo) demanda alla giunta (organo esecutivo) la predisposizione di regolamenti delegati, cioè regolamenti chiamati a dare una disciplina integrativa intensa della materia stessa.

La competenza materiale (Art. 117) prevede che la potestà legislativa su certe materie sia esclusiva dello stato, fatta eccezione nel caso in cui il parlamento decida di demandare alle regioni la potestà regolamentare su queste materie. Tuttavia, nel momento in cui le leggi dello stato tacciono sul potere regolamentare, si deve intendere che il potere è del governo.

Quindi i regolamenti regionali possono intervenire sulle materie alle quali il parlamento abbia deciso di demandare la potestà regolamentare alle regioni. Le materie soggette a potestà concorrente e residuale vengono regolamentate dalle regioni, quindi si ha un forte incremento del potere regolamentare regionale perché si esercita sulle materie concorrenti e residuali.

su quelle di potestà esclusiva dello stato in caso il parlamento lo consenta)
FONTI LOCALI ART. 114 e decreto legislativo n.267/2000 (fonti sulla produzione delle fonti locali)
Anche provincie, comuni e città metropolitane sono enti dotati di propri statuti di autonomia e al vertice delle fonti locali ci sono gli statuti- STATUTI- REGOLAMENTI
Appunti di Alessia Pelusi43 DIRITTO COSTITUZIONALE
FONTI INTERNAZIONALI
Complesso di norme prodotte nell'ambito di un ordinamento giuridico NON ITALIANO e sono accordi tra 2 o più stati
Il diritto internazionale può essere introdotto nell'ordinamento statale attraverso
● Procedimento ordinario = l'adattamento avviene attraverso norme costituzionali, legislative o amministrative che riformulano all'interno dello stato le norme internazionali
● Procedimento speciale = la norma internazionale non viene riformulata all'interno dello stato, ma gli organi preposti alle funzioni normative ordinano

L'osservanza della norma internazionale. In tal modo il costituente o il legislatore organo amministrativo operano un rinvio alle norme internazionali conferendo ad esse è pieno vigore all'interno dello Stato.

TRATTATI (Art. 117)

Accordi bilaterali o plurilaterali (tra 2 o più stati)

Nell'ordinamento italiano l'attuazione dei trattati internazionali avviene attraverso l'emanazione di appositi atti normativi volti a recepire gli obblighi assunti sul piano convenzionale. Di volta in volta viene emanato un atto normativo che contiene l'ordine di esecuzione del trattato che si intende recepire (nel nostro sistema una norma speciale sulla produzione giuridica che definisca un modello dell'ordine di esecuzione e nei fissi la forma). I trattati assumono un rango superiore alla legge ordinaria, prevalendo in caso di conflitto. I giudici devono sollevare la questione di legittimità costituzionale dinanzi alla corte ove ritengano che possa.

Sussistere un conflitto tra un trattato e una norma interna, la corte deve valutare se il trattato è conforme alla costituzione ed eventualmente eliminare la norma pattizia in caso di incompatibilità. Non è necessario sollevare la questione di legittimità nel caso in cui il giudice riesca ad entrare a portare la legge in conformità al trattato.

L'Art. 80 stabilisce che questi trattati debbano essere firmati dal potere esecutivo e poi ratificati dal PR sulla base di una legge di autorizzazione alla ratifica proveniente dal parlamento, il parlamento concede l'autorizzazione solo dopo aver verificato che il trattato non violi i principi costituzionali. I trattati, una volta ratificati, acquistano la posizione di fonti primarie.

Accordi in forma semplificata = trattati su materie di rilevanza politica minore (es. design industriale) non soggette a ratifica, entrano in vigore tramite lo scambio di lettere di riconoscimento di adesione internazionale da parte.

dei governi

Appunti di Alessia Pelusi

44 DIRITTO COSTITUZIONALE

Le leggi dello stato e delle regioni non possono contenere disposizioni contrarie a 3 parametri (Art.117)

- Costituzione = giudizio di legittimità costituzionale

- Diritto internazionale (trattati internazionali) = una volta incorporati nell’ordinamento i trattati assumono valore di rango costituzionale e perciò bisogna rispettare gli obblighi assunti (in linea di principio), salvo che il diritto internazionale nel momento in cui venga recepito all’interno dell’ordinamento non provochi violazioni a carico dei principi o valori fondamentali riconosciuti dalla nostra costituzione

- Diritto UE

Teoria dei controlimiti = nel momento in cui l’applicazione del diritto internazionale o dell’UE nel nostro ordinamento comporta violazioni dei principi e diritti fondamentali presenti in costituzione non possono essere applicati

Il giudice italiano che si trovi coinvolto in un conflitto tra una norma

La norma italiana e internazionale richiede un'interpretazione che sia conforme alla norma internazionale. Il giudice deve cercare di interpretare la norma in modo da renderla compatibile con la norma internazionale. Se ciò non è possibile, il giudice deve sospendere il processo e sottoporre la questione di compatibilità alla Corte Costituzionale (controllo di convenzionalità). La Corte verifica se persiste effettivamente un conflitto e, se persiste, autorizza il giudice ad applicare la norma internazionale anziché quella interna (antinomia).

CONSUETUDINI (Art. 10)

Art. 10 "L'ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme di diritto internazionale generalmente riconosciute".

L'Art. 10 è una norma sulla produzione giuridica che stabilisce che l'ordinamento giuridico italiano deve conformarsi alle norme di diritto internazionale generalmente riconosciute. Questa norma non contempla un atto o un fatto specifico come idoneo a creare norme giuridiche.

ma da luogo essastessa alla nascita alla modifica o all'estensione di norme dell'ordinamento interno, ricavandoledalle norme del diritto internazionale, configurandosi, pertanto come un procedimento speciale odi rinvio (rinvio alle norme consuetudinarie del diritto internazionale)

Le consuetudini internazionali sono regole di condotta spontaneamente seguite dalla comunità internazionale che trovano perciò il proprio fondamento nel riconoscimento spontaneo come diritto

Oltre alle consuetudini sono riconducibili alla sfera di applicazione dell'Art. 10 anche i principi generali di diritto comuni alle nazioni civili e i principi di IUS COGENS per cui un trattato è nullo seal momento non la sua conclusione è in contrasto con una norma imperativa dello IUS CONGENS

Le consuetudini internazionali trovano applicazione nel nostro ordinamento sempre a patto che non violino i principi costituzionali italiani

Appunti di Alessia Pelusi45 DIRITTO

COSTITUZIONALE→CEDU (convenzione europea diritti dell'uomo quindi di per sé è un trattato) La CEDU costituisce un trattato multilaterale SUI GENERIS 1. Rileva il contenuto della convenzione che concerne i diritti fondamentali e riflette quindi un'avocazione universale 2. Instaura un sistema oggettivo di tutela svincolato dal tradizionale principio di reciprocità in base al quale lo stato parte è tenuto al rispetto degli obblighi imposti dal trattato a condizione e fino a quando le altre parte contraenti ne osservano le previsioni 3. Istituisce la Corte Europea dei diritti dell'uomo quale organo giurisdizionale chiamato a contribuire all'effettività del sistema di tutela dei diritti sanciti a livello convenzionale La corte costituzionale ha rilevato che le norme contenute nella CEDU sono norme derivanti da una fonte riconducibile a una competenza atipica e come tali non abrogabili e non modificabili con leggi ordinarie. La corte ha quindiinterpretazione da parte del giudice nazionale). Inoltre, la Corte Costituzionale ha stabilito che ilgiudice italiano, in caso di contrasto tra norma interna e convenzione internazionale, deve darepreferenza a quest'ultima, in quanto la convenzione costituisce fonte di diritto sovraordinata rispettoalla legge interna. Pertanto, il giudice italiano è tenuto a disapplicare la norma interna che contrasta conla convenzione e ad applicare direttamente la norma pattizia. Questo principio di prevalenza dellaconvenzione internazionale è stato ribadito anche dalla Corte di Cassazione, che ha affermato che ilgiudice nazionale deve conformarsi alla giurisprudenza della Corte CEDU e disapplicare la norma internache contrasta con la convenzione, anche se ciò comporta la necessità di riesaminare o riaprire i procedimentipenali. In conclusione, il giudice italiano è tenuto a dare prevalenza alla norma pattizia e alla suainterpretazione da parte della Corte CEDU, anche a discapito dell'intangibilità del giudicato, al fine diassicurare la tutela dei diritti umani e garantire il rispetto degli obblighi internazionali dello Stato.

diretta applicazione nell'ordinamento interno) Gli effetti delle sentenze della Corte CEDU sono direttamente

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A.A. 2022-2023
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SSD Scienze giuridiche IUS/08 Diritto costituzionale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher AlessiaPelusi di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto Costituzionale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Mezzetti Luca.