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Il Governo e il Parlamento
Quanto al Governo, si può parlare di bicefalismo giacché, accanto al Presidente vi è la figura del Primo Ministro, cui compete la direzione dell'esecutivo che concorre con la determinazione e direzione della politica nazionale spettante al Capo dello Stato. Egli copre politicamente il Presidente, assumendo la responsabilità dei suoi atti nei confronti dell'Assemblea nazionale, della cui fiducia il Governo deve godere per restare in carica.
Il Parlamento si compone di due camere: l'Assemblea nazionale, i cui membri sono eletti a suffragio universale diretto dal corpo elettorale nazionale, e il Senato, in cui siedono i rappresentanti delle collettività nazionale eletti a suffragio universale indiretto: gli uni hanno un mandato di cinque anni, gli altri durano in carica per sei, ancorché il Senato si rinnovi per metà ogni tre. Ad ambo le Camere, spetta il potere legislativo e di revisione costituzionale, mentre come detto è.
sintonia tra la maggioranza parlamentare e il Presidente, si crea una situazione di conflitto istituzionale. In questo caso, il Presidente può decidere di sciogliere l'Assemblea nazionale e indire nuove elezioni. Tuttavia, è importante sottolineare che il sistema politico francese prevede una forte concentrazione di poteri nelle mani del Presidente. Questo può portare a una certa instabilità e a una mancanza di controllo da parte del Parlamento sull'esecutivo. In conclusione, il rapporto di fiducia tra l'Assemblea nazionale e l'esecutivo è fondamentale per il corretto funzionamento del sistema politico francese. La mancanza di sintonia tra i due può portare a situazioni di conflitto istituzionale e a una concentrazione eccessiva di poteri nelle mani del Presidente.tempo governò la Francia durante la Rivoluzione francese. In un sistema di governo direttoriale, il potere esecutivo è esercitato da un collegio o da un consiglio di direttori, che sono scelti tra i membri del Parlamento o da altre istituzioni. Questi direttori sono responsabili dell'amministrazione del governo e prendono decisioni collettive. Il Presidente, in questo caso, ha un ruolo più cerimoniale e rappresentativo, mentre il potere effettivo è nelle mani dei direttori. In entrambi i casi, sia nella coabitazione che nel sistema direttoriale, il Presidente ha un ruolo importante nella politica del paese. Tuttavia, la sua influenza e il suo potere possono variare a seconda del contesto politico e delle dinamiche tra il Presidente e la maggioranza parlamentare.periodo guidò la Francia in forza della Costituzione del 1795. Il Parlamento ed il Governo si presentano quali organici costituzionali necessari, mentre non è formalmente prevista la distinta figura del Capo dello Stato, almeno in quanto organo monocratico. Il Direttorio (in Svizzera Consiglio Federale) esercita la suprema autorità di governo e viene eletto dal Parlamento, che in Svizzera ha struttura bicamerale, costituito com'è dal Consiglio nazionale e dal Consiglio degli stati, riuniti assieme nell'Assemblea federale. Non vi è rapporto di fiducia fra Direttorio e parlamento: i membri del Direttorio, del resto, nel corso della legislatura non possono essere revocati. Va precisato che il sistema svizzero si differenzia da quello francese, retto dalla Costituzione del 1795, poiché completa in un unico organismo la compresenza dei ruoli di governo in senso stretto e di Capo di Stato: in tale assetto, alle Camere spetta formalmente la funzione diindirizzo politico, ancorché il fatto che esse si riuniscono pe sessioni di breve durata e che i propri membri non esercitino il loro mandato a tempo pieno, a fronte della autorevolezza ed esperienza dei membri del Consiglio, fa sì che spesso quest'ultimo assuma una posizione tutt'altro che di mera esecuzione delle decisioni parlamentari. Ad ogni modo, all'Assemblea federale spetta l'esercizio di una funzione di sindacato politico sull'azione del Consiglio Federale, che di fatto, può anche determinare le dimissioni dei membri di tale collegio. Le determinazioni del Consiglio Federale, non possono essere "impermeabili" agli indirizzi del Parlamento, agli orientamenti promanati dall'opinione pubblica nonché alla frequente attivazione di istituti di democrazia diretta. È stato sottolineato, come la forma direttoriale sia particolarmente adatta alle piccole democrazie, e come la sola garanzia di corretto funzionamento del
sistema riporti nellasingolare inclinazione delle forze politiche ad accordarsi tra loro, resa possibiledalla Svizzera dal fatto che non esiste una reale opposizione.Il quinto ed ultimo modello di forma mista di governo, è quello parlamentare.La forma di governo parlamentare può considerarsi un prodotto storico dellaprogressiva trasformazione della monarchia costituzionale in altro da sé. Inparticolare, nell’Inghilterra della seconda metà del XVIII secolo quando, accantoal monarca e alle camere, emerse un terzo potere, che fu chiamato “potereministeriale”.Ai ministri, collegialmente riuniti nel “gabinetto” e legati da un rapportofiduciario alla maggioranza parlamentare, furono quindi riconosciute autonomefunzioni di decisione politica, con responsabilità diretta sia al Re che alParlamento, in un secondo momento solo al Parlamento. Si passa cosi, da unafase dualista ad una monista nella quale il Governo appare unaderivazionedella volontà del Parlamento, che condivide con il primo la titolarità dell'indirizzo politico; circuito quest'ultimo, dal quale risulta ormai estraneo il Re, i cui poteri tendono ad assumere connotato prevalentemente formale. Emerge così uno schema articolato in quattro elementi che, ancora oggi, possiamo riconoscere come i quattro elementi indefettibili del sistema parlamentare. Tali elementi sono: - Il Governo, o "gabinetto", composto dai ministri uniti dalla condivisione di un progetto politico da tradurre in azione di governo e legati alla maggioranza parlamentare da rapporto di fiducia. - Il Capo di Stato, con un ruolo prevalentemente formale. - Il Parlamento, dinanzi al quale il Governo è responsabile. - Il corpo elettorale, chiamato ad eleggere il Parlamento. A questi quattro elementi va poi aggiunto: - Il rapporto di fiducia permanente che intercede necessariamente tra Parlamento e Governo, che costituisce senza alcun dubbio il tratto caratteristico del sistema parlamentare.Il rapporto di fiducia rappresenta il tratto qualificante della forma di governo parlamentare. Trattandosi di un rapporto, suppone durevolezza: esso infatti deve sussistere con continuità; il suo venir meno comporta l'obbligo per il Governo di dimettersi, aprendo la fase che tradizionalmente viene chiamata "crisi di governo".
La nomina del nuovo Governo spetta al Capo dello Stato (Re o Presidente della Repubblica), che viene quindi ad assumere un ruolo particolare significativo nella soluzione della crisi, tanto che potrebbe anche sciogliere le camere qualora al loro interno non si riuscisse a formare una maggioranza in grado di sostenere con il voto di fiducia il nuovo Governo.
Un altro elemento di rilievo della forma di governo parlamentare risiede nella fondamentale distinzione tra le forme monistiche e dualistiche, corrispondenti a due diversi modelli di intendere il regime parlamentare.
Con qualche approssimazione può dirsi, che: - Sono forme dualistiche quelle ove al Capo dello Stato, è riconosciuto un potere autonomo equilibratore o di coordinamento, con cui intervenire più o meno incisivamente nella direzione politica dell'attività di governo. - Sono forme monistiche quelle in cui il Capo dello Stato esercita, oltre al delicatissimo potere di scioglimento delle Camere, pressoché esclusivamente funzioni di rappresentanza dell'unità statale ovvero di controllo. Spesso la distinzione tra forme moniste e dualiste appare genetica. È opportuno allora ricorrere anche ad un'altra distinzione, secondo la quale i sistemi parlamentari possono essere identificati in base ad una triplice morfologia. È così possibile individuare i seguenti sistemi parlamentari: - A prevalenza del Parlamento - A prevalenza del Capo dello Stato - A prevalenza del corpo elettorale Cominciando dall'ultimo, cioè dal sistema a
Quanto al secondo, vale a dire il regime parlamentare "a prevalenza del Capo dello Stato", occorre sottolineare come esso debba essere distinto dalla forma di governo presidenziale. In quest'ultimo, salvo la messa in stato d'accusa del Presidente ad opera dell'assemblea rappresentativa, i due organi costituzionali non possono incidere sulla rispettiva permanenza in carica. Non di meno, in questa forma di governo sono riconosciute al Capo
ntare è un sistema di governo in cui il potere esecutivo è responsabile di fronte al parlamento. In questo sistema, il Capo dello Stato ha un ruolo importante e detiene prerogative significative sia nel potere esecutivo che in quello legislativo. Le prerogative del Capo dello Stato includono la nomina e la revoca dei ministri, la partecipazione all'esercizio della funzione esecutiva attraverso il cosiddetto bicefalismo dell'esecutivo, la sanzione delle leggi e la partecipazione all'esercizio della funzione legislativa secondo la tradizione inglese del "re in Parlamento". Inoltre, il Capo dello Stato ha il potere di sciogliere le camere senza particolari limitazioni. Il regime parlamentare "a prevalenza del Capo dello Stato" è quindi riconducibile alla forma dualista. È importante notare che questo regime può anche essere affermato di fatto. In particolare, quando si registra una particolare debolezza e frammentazione delle forze politiche, il Capo dello Stato può assumere un ruolo più che meramente formale nell'attività di direzione della cosa pubblica.