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comunque emanato, l’illegittimità della legge di delega si riflette sul decreto legislativo che
risulta illegittimo anch’ esso e si parla di illegittimità derivata.
L’articolo 14 della legge 400 del 1988 introduce una novità in quanto i decreti delegati
devono essere pubblicati nella Gazzetta Ufficiale con la denominazione di decreti legislativi.
DECRETO LEGGE:
La ratio del decreto-legge è l’urgenza. L’assemblea costituente aveva paura che il decreto
legge usi il pass la funzione legislativa affidata al parlamento, siccome però poi si resero
conto che ci sarebbero stati sempre case eccezionali per cui non si poteva procedere per
procedimento tentativo ordinario, perché molto lento, considerando che sarebbe sempre
stato necessario intervenire immediatamente, si resero conto che il decreto legge
disciplinato, è limitata all’articolo 77 dove sono disposti i criteri per emanare un decreto
legge, non fosse effettivamente così pericoloso come si pensava. Il decreto-legge viene
emanato solo per casi straordinari e urgenti, come il COVID-19, è adottato dal governo che
è politicamente, giuridicamente penalmente responsabile. Viene emanato dal presidente
della Repubblica nel giorno stesso in cui viene adottato e viene presentato al parlamento un
disegno di legge di conversione del decreto-legge e le camere, anche se sciolte, si
riuniscono entro cinque giorni. il decreto-legge dura 60 giorni e in questi 60 giorni il
parlamento deve decidere se convertire il decreto legge in legge garantendone la continuità
oppure approvare con legge di conversione delle modifiche oppure rigettare e a quel punto il
DL è come se non fosse mai esistito, in quanto si manifesta la decadenza ex Tunc.
il decreto legge deve essere deliberato dal Consiglio dei Ministri, emanato dal presidente
della Repubblica e pubblicato sulla gazzetta ufficiale.l'articolo 15 della legge 400/1988
prescrive che il decreto sia pubblicato con la denominazione di decreto legge e con
l’indicazione di circostanza straordinaria di necessità e urgenza che ne giustificano
l’adozione.il decreto legge deve contenere la clausola di presentazione al parlamento per la
conversione del decreto in legge. Il giorno stesso della pubblicazione il decreto legge deve
essere presentato alle camere che anche se sciolte si riuniscono entro cinque giorni. Il
governo con il decreto legge chiede al parlamento di produrre la legge di conversione. si
avvia così un procedimento legislativo che deve concludersi entro 60 giorni rispetto al
procedimento legislativo ordinario, questo presenta delle variazioni che sono dettate
dall’esigenza di assicurare tempi certi e brevi di approvazione del disegno di legge, ma non
solo questo permette anche di consentire alle camere di svolgere un controllo attento sulla
sussistenza di presupposti di necessità e urgenza.
Nella relazione del governo che accompagna il disegno di legge di conversione, ci devono
essere i presupposti di necessità e urgenza per l’adozione del decreto legge, inoltre
vengono descritti gli effetti che ne derivano dalla sua attuazione e le conseguenze delle
norme da esso recate sull’ordinamento. La commissione referente a cui viene assegnato il
disegno di legge di conversione, poiché consente al governo di integrare gli elementi forniti
nella relazione anche con riferimento alle singole disposizioni del decreto-legge. Il disegno di
legge sottoposto al comitato per la legislazione oltre che alla commissione referente, questo
comitato entro cinque giorni esprime un parere alle commissioni competenti, anche andando
a proporre la soppressione di disposizioni del decreto legge che contrastino con le regole
sulla specificità e omogeneità e sui limiti dei contenuto nei decreti legge previsti dalla
legislazione vigente. Ripetiamo che l’articolo 15. Tre della legge 400 del 1988 dispone che il
decreto legge debba contenere misure di immediata applicazione e che il loro contenuto
deve essere specifico, omogeneo e corrispondente al titolo.
decreti legge se non convertiti entro 60 giorni perdono efficacia sin dall’inizio.e della
mancata conversione per decorrenza del termine perché c’è stato un rifiuto da parte del
parlamento di convertire il decreto legge ne viene data notizia immediata in Gazzetta
Ufficiale.la perdita di efficacia del decreto legge si chiama decadenza che è molto diversa
dall’abrogazione dall’annullamento in quanto la decadenza riguarda tutti gli effetti prodotti dal
decreto-legge non solo il decreto-legge in sé.
quando il decreto-legge entra in vigore è pienamente efficace va applicato ma se decadde
tutto ciò che ha compiuto in forza di esso è come se fosse stato compiuto senza una base
legale.quindi tutti gli effetti prodotti vanno eliminati perché costituiscono un illecito.proprio per
questo motivo l’articolo 77 appresta due strumenti attraverso i quali è possibile trovare una
soluzione in quanto non si può andare a ripristinare la situazione precedente alla decadenza
del decreto-legge:
- Legge di sanatoria: è una legge riservata alle camere con cui si possono regolare i
rapporti giuridici che sorgono sulla base dei decreti non convertiti. Tramite questo
strumento il parlamento risolve il problema, però vanno considerati due aspetti: 1. Il
parlamento quando decide di non convertire il decreto legge non deve approvare per
forza la legge di sanatoria. 2. Non è una soluzione praticabile sempre perché se il
decreto che decade ha introdotto un’imposta, il parlamento può regolare i modi di
restituzione dell’indebito ma non potrà sanare nel senso che ormai chi ha pagato ha
pagato e ha diritto alla restituzione dell’imposta versata.spesso il parlamento non può
sanare gli effetti prodotti, ma può regolare i rapporti giuridici sorti sempre nel rispetto
dei principi costituzionali e in particolare nel rispetto del principio di uguaglianza cioè
nel divieto di trattare situazioni uguali in maniera diversa e situazioni diverse in
maniera uguale.
- Responsabilità: il governo adotta sotto la sua responsabilità provvedimenti provvisori
e questo è ciò che cita l’articolo 77 comma due non è solo responsabilità politica ma
anche penale, in quanto i ministri rispondono singolarmente di eventuali reati
commessi con l’emanazione del decreto-legge. Si parla anche di responsabilità civile
perché i ministri rispondono di eventuali danni prodotti ai terzi ma anche
responsabilità amministrativo contabile nel senso che i ministri hanno espresso voto
favorevole al decreto legge rispondono solidalmente di eventuali danni prodotti allo
Stato.
Questa questione di tornare alla situazione di precedenza e quindi la situazione prima che il
decreto legge desse effetti, ruota intorno all’uso del decreto legge. il problema è che ci sono
state ragioni di opportunità differenti da quelle di necessità che hanno suggerito di adottare
con decreto legge tutti quei provvedimenti che avessero un’urgenza tale da sconsigliare la
pratica lunga del procedimento legislativo ordinario. diciamo che il decreto-legge a questo
punto viene mosso dall’esigenza di anticipare gli effetti del provvedimento senza attendere
tutti i tempi del procedimento parlamentare ma questo in realtà ha ulteriormente allungato i
tempi dell’iter parlamentare.la legge di conversione ha precedenza nell’ordine dei lavori delle
camere, perché è un disegno di legge raccomandato che esalta la fila dei progetti di legge in
attesa quindi l’attesa della stessa leggesi allunga e più si allungano i tempi dell’iter
parlamentare più viene ritenuto necessario continuare ad adottare provvedimenti urgenti con
decreto legge.
se il decreto legge è adottato per varare una disciplina complessa per la quale il
procedimento legislativo ordinario è troppo dispersivo, è improbabile che basti 60 giorni per
l’esame parlamentare motivo per cui si utilizza lo strumento della reiterazione del
decreto-legge, ovvero allo scadere dei 60 giorni il governo emana un nuovo decreto legge
che riproduce il precedente, ovvero quello scaduto, andando da sanare solo che molto
spesso si formavano catene di decreti legge composti da un numero di anelli non prevedibili
perché per esempio vi è stato un decreto-legge che è stato reiterato per 29 volte questo
significa che nel frattempo si sono susseguiti più governi con più maggioranze diveniva una
pratica molto improbabile tant’è che la sentenza 360 e nel 1996 della corte costituzionale ha
posto fine alla prassi della reiterazione dei decreti legge non convertiti e la dichiarata
illegittima perché andava a violare l’articolo 77, questo perché si andava ad alterare quella
che era la natura provvisoria dello stesso decreto legge, andava a togliere valore a quel
carattere straordinario dei requisiti di necessità e urgenza che ha il decreto legge.
Un altro problema prodotto dal fatto che ci si sia allontanati dall’uso tipico del decreto-legge
trasformandolo in una sorta di iniziativa legislativa raccomandata, ha fatto sì che il
parlamento recuperasse parte delle sue funzioni legislative tramite la modificazione del testo
originale del decreto infatti negli anni che precedono la sentenza 360, più di tre quarti dei
decreti convertiti hanno subito degli emendamenti, a volte proposti dal governo stesso, in
fase di conversione. La discussione degli emendamenti richiede tempo e questo ha
giustificato la reiterazione del decreto.
Le modifiche eventualmente apportate in sede di conversione hanno efficacia dal giorno
successivo a quello della pubblicazione della legge di conversione, salvo che quest’ultima
non disponga diversamente.
EMENDAMENTI:
1. Una disposizione oppure tutto il decreto legge è convertita senza emendamenti: in
questo caso si novazione della fonte, ovvero le norme del decreto-legge vengono
sostituite da quelle della legge di conversione.
2. Quando una disposizione del decreto legge viene soppressa dalla legge di
conversione, si ha effetto del cosiddetto emendamento soppressivo che equivale alla
parziale mancata conversione del decreto-legge e quindi la disposizione non
convertita decade EX TUNC
3. Nel caso una disposizione originale sia sostituita in toto dalla disposizione della legge
riconversione, si parla di emendamenti sostitutivi.
4. Quando una disposizione nuova viene aggiunta in sede di conversione al testo
originale, si parla di emendamento aggiuntivo che opererà pro futuro.
5. Quando una disposizione del decreto-legge viene parzialmente modificata, si
emendamento modificativo.
A tutti questi emendamenti c’è un limite in quanto non sono ammessi emendamenti che
siano estranei all’oggetto del decreto legge.