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FASI DI FORMAZIONE DEL GOVERNO:
In presenza di coalizioni formate in sede elettorale, con previa indicazione del candidato per
la carica di presidente del consiglio, il capo dello Stato si limitava a conferire l’incarico leader
della coalizione vincente le elezioni, come è avvenuto in Italia nella fase di funzionamento
bipolare del sistema politico. Ma qualora andasse a mancare una coalizione elettorale
oppure se i risultati elettorali non consentono alla coalizione che ha vinto le elezioni di avere
una maggioranza parlamentare sicura sarà rimessa la scelta nelle mani del capo dello Stato
di scegliere la persona a cui conferire l’incarico per formare il governo lo stesso avviene nei
casi in cui vi è una crisi del sistema politico e quindi lui deve trovare una personalità che
possa ottenere una maggioranza che possa fronteggiare questi periodi. In alcuni casi il
presidente ha scelto una personalità di grande autorevolezza tecnica che non appartiene a
nessun partito addirittura non eletta per formare dei governi chiamati governi tecnici che
oltre ad avere la fiducia costituzionalmente necessaria godono del sostegno dello stesso
capo dello Stato.
Dopo l’apertura della crisi di governo o dopo le elezioni e il presidente della Repubblica,
procede con le consultazioni.
consultazioni presidenziali:
il presidente della Repubblica, per decidere da chi conferire l’incarico di formare il nuovo
governo, consulta una serie di personalità:
- Presidenti delle due camere
- Gli ex presidenti della Repubblica
- I presidenti dei gruppi parlamentari e, talvolta, i segretari dei partiti politici
conferimento dell’incarico, del pre incarico o del mandato esplorativo:
Sulla base delle consultazioni, di solito il presidente della Repubblica conferisce l’incarico di
formare il governo. Ma nel caso in cui la situazione politica sia molto incerta, il PDR può
conferire un pre incarico o un mandato esplorativo:
- pre in incarico: viene conferito al soggetto a cui si vorrebbe, in seguito, conferire
l’incarico vero e proprio
- mandato esplorativo: viene conferita ad una personalità super partes che raccoglie
informazioni supplementari (2º consultazione, nel 2018 Mattarella lo diede a Roberto
Fico) rispetto a quelle ottenute mediante le consultazioni
accettazione dell’incarico da parte del soggetto incaricato:
il presidente del consiglio incaricato accetta di solito con riserva l’incarico che gli viene
conferito dal presidente della Repubblica ed effettua le proprie consultazioni per verificare la
possibilità di formare un governo che possa ottenere la fiducia delle camere.
scioglimento della riserva:
il presidente del consiglio incaricato scioglie la riserva:
- Negativamente: si rifiuta l’incarico, per impossibilità di formare una maggioranza
- Positivamente: si accetta definitivamente l’incarico
nel secondo caso, propone al capo dello Stato la lista dei ministri, formalmente, è il
presidente del consiglio e nomina dei ministri da sotto per al presidente della Repubblica,
ma, in realtà, nel corso degli anni, soprattutto nei momenti di maggiore frammentazione, la
distribuzione degli incarichi e i nomi dei ministri sono stati decisi in base a degli accordi tra le
segreterie di partito. Solo in occasione della nascita dei governi tecnici di Amato e Ciampi, i
presidenti del consiglio ha avuto maggiore libertà di scelta.
nomina del presidente del consiglio e giuramento del governo:
il presidente della Repubblica firma il decreto di nomina del presidente del consiglio e dei
ministri.nelle successive 24 ore, il presidente del consiglio e i ministri giurano fedeltà alla
costituzione nelle mani del capo dello Stato.
Con il giuramento, il governo entra nell’esercizio delle proprie funzioni.tuttavia, è opinione
condivisa che, per raggiungere la pienezza delle proprie prerogative, il governo debba
attendere l’approvazione della fiducia del parlamento. Fino ad allora, deve limitarsi a
svolgere l’ordinaria amministrazione.
approvazione della fiducia parlamentare:
entro 10 giorni dalla sua formazione, il governo deve presentare il proprio programma in
parlamento ed ottenere la fiducia.
il presidente del Consiglio dei Ministri espone il programma di governo, approvato dal
Consiglio dei Ministri. In ciascuna camera i parlamentari di maggioranza presentano
un’emozione di fiducia, la quale deve essere motivata così il parlamento può incidere sullo
stesso programma proposto dal governo e poi deve essere votata per appello nominale. La
fiducia viene definita accordata se la mozione viene approvata in entrambe le camere per
poterla definire tale, è sufficiente una maggioranza relativa.
La formazione del governo nelle democrazie pluraliste può avvenire secondo modalità
diverse riconducibili a due tipi:
- democrazie mediate, in cui i partiti dopo le elezioni sono coloro i quali hanno il
potere di decidere la struttura e il programma del governo
- democrazie immediate, in cui esiste la sostanziale investitura popolare diretta del
capo del governo
UNITÁ ED OMOGENEITÀ DEL GOVERNO:
il governo si configura come un soggetto politico unitario, responsabile politicamente nella
sua unità per l’indirizzo politico che segue e capace di dare attuazione coerente a tale
indirizzo, sia nella sua attività che nei rapporti con gli altri organi costituzionali.
È necessario quindi assicurare che i diversi membri del governo agiscano conformemente
all'indirizzo politico unico, in particolare nei casi dei governi di coalizione.
Per questo, in alcuni Stati europei si è pensato di prevedere forme di rafforzamento del ruolo
del Primo Ministro come in Germania e in Gran Bretagna. In Italia, questo non è avvenuto
per paura di rafforzare eccessivamente il governo a discapito della centralità del parlamento.
Ancora troppo forte il ricordo di tragedie a cui aveva portato l’esperienza fascista. Pertanto,
nella costituzione italiana, l’articolo 95 si prevede che il presidente del consiglio dei ministri
dirige la politica generale del governo e ne era responsabile. Mantiene l’unità di indirizzo
politico ed amministrativo, promuove e coordina attività dei ministri i quali sono responsabili
collegialmente degli atti del Consiglio dei Ministri e individualmente degli atti dei loro
dicasteri.
RAPPORTI TRA GLI ORGANI DI GOVERNO:
Per garantire unità ed omogeneità del governo, la costituzione fa leva sulla competenza
collegiale del Consiglio dei Ministri a determinare la politica generale del governo principio
collegiale) e sulla competenza del presidente del consiglio a dirigere questa politica e a
mantenere l’unità dell’indirizzo politico ed amministrativo promuovendo e coordinando
l’attività dei ministri (principio monocratico).
Il pericolo più grande da evitare è che i singoli ministri operino per promuovere gli interessi
della propria parte politica e delle burocrazie dei ministeri di cui sono il vertice politico.
Quindi il principio monocratico e il principio collegiale servono per contrastare gli eccessi di
autonomia dei ministri che potrebbero minacciare l’unità politica del governo che invece
deve esprimersi in un indirizzo politico organico e armonico.
Oltre a questi due principi vi sono anche degli strumenti giuridici che insieme ai principi
contengono gli eccessi di autonomia dei ministri.
Per rendere effettiva l’unità e l’omogeneità del governo, la costituzione ha previsto degli
strumenti giuridici che sono:
- Il potere del presidente del consiglio di proporre la lista dei ministri al presidente della
Repubblica;
- Il potere di indirizzare direttive politiche e amministrative ai ministri, cioè individuare i
fini politici dei ministri con spazio autonomo ai ministri per le modalità di attuazione;
- la competenza del Consiglio dei Ministri di deliberare su questioni inerenti la politica
generale del governo.
Arrivati fin qui grazie al lavoro dei ministri in qualità di “delegati” dei rispettivi partiti, nomina
acclamata dalla critica poiché ritenuti di eccesso di autonomia:
- Per esempio, la direzione della politica generale del governo nella fase di coalizioni
post- elettorali, si è risolta in un’attività di mediazione tra ministri e partiti, infatti la
direzione della politica governativa, era appunto frutto di mediazione tra partiti e
ministri.
- le condizioni politiche sono cambiate a partire dalla 12ª legislatura con le coalizioni
elettorali con un comune candidato alla presidenza del consiglio che hanno
accresciuto il peso del premier per scegliere i ministri, garantendo ad esso una
maggiore legittimazione politica e un autorevolezza di conseguenza una maggiore
autonomia, PERCHÉ? vi sono stati un periodo di crisi del sistema dei partiti, dei
vincoli comunitari specialmente dopo l’euro, una situazione in cui la capacità di
sintesi politica dei partiti si è indebolita, sul governo si sono concentrate le esigenze
di una gestione di interessi generali del sistema paese che hanno favorito
l’acquisizione di una maggiore autonomia. AUTONOMIA che si traduce in un
maggior rispetto da parte di ministeri dell’unità dell’indirizzo del governo.
Per mantenere l’unità di indirizzo politico del governo , oltre che alle competenze e poteri
riconducibili alla costituzione, ci sono stati strumenti previsti da fonti di livello subordinata alla
costituzione stessa.però fu molto tempo mancava la legge generale sul governo, in sua
assenza poteva farsi riferimento al decreto Zanardelli che però era inadeguato rispetto ai
problemi del governare posti da una società, da una economia da un sistema politico
radicalmente diverse rispetto a quelli dei primi anni del XX secolo. Difatti le divisioni tra le
forze politiche e l’esigenza di un parlamentarismo compromissorio di mantenere un governo
debole a fronte di un parlamento forte, hanno inferiore di approvare la legge
sull’ordinamento della presidenza del consiglio prevista dall’articolo 95. Successivamente
nel 1988 è stata approvata la legge 400 che ha regolamentato l’ordinamento della
presidenza del consiglio e l’ordinamento dei ministeri, essa ha concentrato nel Consiglio dei
Ministri le decisioni sulla politica generale del governo ed ha attribuito al presidente del
consiglio alcuni poteri per coordinare le attività dei ministri e per il funzionamento del
Consiglio dei Ministri.
Per poter svolgere i suoi compiti, il presidente del consiglio ha una sua struttura
amministrativa di supporto che identifichiamo nella presidenza del Consiglio dei Ministri. A
seguito della legge 400 del 1988 che è stata poi modificata dal decreto legislativo 303 del
- Risolvere un problema di matematica
- Riassumere un testo
- Tradurre una frase
- E molto altro ancora...
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