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COSTITUZIONE ITALIANA CHIARO ESEMPIO DI STATO SOCIALE.

Lo stato di democrazia pluralista ha visto importanti trasformazioni a partire dagli anni ‘80 del

XX secolo ovvero una crescita della complessità sociale rendendo difficile individuare una

linea di divisione sociale a causa di crisi delle ideologie che hanno portato i partiti ad avere

difficoltà nel tenere uniti milioni di individui entro una stabile identità collettiva. Da quando

l’appartenenza ad una classe non ha più valore, gli interessi si moltiplicano creando conflitti

tra i gruppi che prima appartenevano alla stessa classe.

Senza mediazione dei partiti i singoli gruppi sociali hanno le loro richieste differenti sui loro

interessi, richieste che gravano sul bilancio dello stato, aumentando la spesa pubblica.

CRISI FISCALE DELLO STATO➡ 70’ DEL 900= fenomeno con cui si indica la crescita della

spesa pubblica e quindi della pressione fiscale.

Da ciò deriva una prima spinta volta a riordinare lo stato sociale e ridurre i costi, a ciò si è

aggiunta la globalizzazione che permette a capitali e imprese di spostarsi con estrema

facilità da un’area territoriale all’altra.

Da questa situazione derivano almeno tre conseguenze:

-​ Lo Stato non può spingere la pressione fiscale oltre certi limiti.

-​ Lo Stato deve cercare di avere una finanza pubblica sana.

-​ Le imprese chiedono sempre maggiore flessibilità, che significa meno vincoli legali.

Tutte queste spinte sono volte a non far perdere competitività al sistema economico

nazionale e vogliono la riduzione di risorse impiegate per finanziare lo stato sociale.

I diritti sociali sono quindi FINANZIARIAMENTE CONDIZIONATI e la corte costituzionale

ITALIANA afferma che l’attuazione di questi diritti da parte del legislatore è frutto di un

bilanciamento tra l’interesse tutelato e gli altri interessi costituzionali come l’equilibrio di

bilancio.

RAZIONALIZZAZIONE DELLO STATO SOCIALE:

Per razionalizzare lo Stato sociale, in primo luogo, si tende a superare il carattere

universalistico, per cui i servizi come la sanità non vengono resi gratuitamente a tutti, ma

solamente ai soggetti meno abbienti. Così, per esempio, in Italia è stato introdotto il principio

della compartecipazione del cittadino alla spesa sanitaria, tramite il pagamento del

cosiddetto "ticket". In secondo luogo, si fa leva sul principio di responsabilità individuale, per

cui il singolo si impegna a mettere da parte, con il risparmio, le risorse che potranno essere

utili per affrontare i rischi della vita, come le malattie della vecchiaia. Così, per esempio,

accanto al regime pensionistico si creano i fondi pensione gestiti da grandi strutture

finanziarie private (come le banche e le società di assicurazione). In terzo luogo, c'è il ricorso

al principio di sussidiarietà che si sviluppa lungo 2 direttrici: ·la prima consiste sia nel

trasferire la gestione di certi servizi pubblici agli enti locali, in particolare ai Comuni.

(c.d. sussidiarietà verticale). ·La seconda consiste nell'attribuire certi compiti

tradizionalmente propri dello Stato sociale ad alcune formazioni sociali che non

hanno scopo di lucro e che costituiscono il cosiddetto "terzo settore" in grado di

fornire servizi tipici dello Stato sociale ad un costo minore e con una qualità migliore di quelli

erogati dalle burocrazie delle amministrazioni pubbliche; ancora una volta lo Stato interviene

con incentivi.(sussidiarietà orizzontale).

Volendo riunificare le esperienze di democrazia pluralista in un modello unitario possiamo

sintetizzare i tratti peculiari nel modo seguente:

-​ Lo Stato di democrazia pluralista si basa sul suffragio universale, la segretezza e la

libertà del voto, le elezioni periodiche, il pluripartitismo. Le Costituzioni degli Stati di

democrazia pluralistica contengono quindi le più ampie garanzie del pluralismo

politico, sociale, economico, religioso e culturale. L’insieme di queste garanzie

presuppone l’accoglimento del principio di tolleranza.

-​ Il pluralismo costituzionalmente garantito non è solo di idee e di valori, ma è anche

pluralismo di formazioni sociali e politiche. Le prime operano per la realizzazione

degli interessi comuni ai loro componenti, le seconde hanno come finalità il controllo

del potere politico dello Stato e degli enti politici sub-statali.

-​ Le democrazie pluraliste assicurano alla libertà di pensiero e al pluralismo dei mezzi

di comunicazione, la garanzia costituzionale.

RAPPRESENTANZA POLITICA, 2 significati:

-​ rappresentanza= agire per conto di qualcun altro e quindi avere un rapporto tra

rappresentante e rappresentato, il rappresentato da al rappresentante un MANDATO

con cui egli avrà il potere di agire, con osservanza di limiti e istruzioni stabilite con il

mandato.

-​ rappresentanza= qualcuno fa vivere in un determinato ambito qualcosa che

effettivamente non c’è= come gli attori mettono in scena un determinato personaggio.

L'accezione moderna della rappresentanza politica, nata con la rivoluzione francese, è la

seconda, mentre il primo significato, che si incentra sul rapporto tra rappresentato e

rappresentante, risale alla particolare struttura dei parlamentari medievali, che è

sopravvissero all'assolutismo. Come nella rappresentanza del diritto privato, c'erano tre

soggetti:il rappresentante ed il rappresentato, tra cui si instaura uno specifico rapporto, e poi

c'era un soggetto terzo: il Re, davanti al quale i rappresentanti prospettavano gli interessi

della volontà delle comunità che li avevano designati. Per indicare tale specie di

rappresentanza si è usata l'espressione rappresentanza di interessi. Questa figura comporta

che il rappresentante è tenuto ad agire nell'interesse del soggetto rappresentato. Lo Stato

liberale ha introdotto una nozione profondamente diversa di rappresentanza, che non ha

nulla a che vedere con la rappresentanza degli interessi. La società liberale, infatti, ha

cancellato i 'corpi intermedi' e giuridicamente si è presentata come formata da singoli

individui eguali davanti alla legge. La rappresentanza politica, pertanto, non doveva servire a

dare espressione a 'corpi' che non esistevano più, ma doveva essere in mezzo tecnico

attraverso cui si formava un'istituzione che doveva agire nell'interesse generale.

La rappresentanza politica nello stato di democrazia pluralista:

i sistemi rappresentativi hanno subito una forte trasformazione con l'avvento dello Stato di

democrazia pluralista. Nelle democrazie pluraliste si afferma il principio della sovranità

popolare, il quale esige che il potere politico si basi sul libero consenso dei governatori cioè

del popolo. Se i parlamentari quindi dipendono dal consenso dei rappresentati, i primi

tenteranno di ottenere questo consenso adottando i provvedimenti richiesti dai loro elettori.

Perciò gli interessi sociali premono sullo stato affinché si abbiano risposte ai rispettivi

bisogni. Questi interessi sono molteplici, eterogenei e spesso conflittuali. In questa ottica la

rappresentanza politica ha due aspetti:

-​ la rappresentanza come rapporto con gli elettori, per garantire la legittimazione del

sistema;

-​ la rappresentanza come situazione di potere autonomo, necessario per assicurare la

possibilità di assumere una decisione evitando una paralisi decisionale.

E' importante sottolineare che la rappresentanza politica si differisce dalla rappresentanza

giuridica perché

a)​ gli eletti non rappresentano i loro elettori, ma la Nazione (art.67);

b)​ non c'è alcun rapporto giuridico fra rappresentanti e rappresentati (divieto di mandato

imperativo);

c)​ non esiste la possibilità per gli elettori di revocare gli eletti;

d)​ il rapporto è bilatero e non trilatero (non c'è alcun terzo).

Il divieto di mandato imperativo sancito dall'art. 67 Cost. a carico dei parlamentari nella loro

attività di rappresentanza politica, cosicché la disciplina di partito non si tramuta in obbligo

costituzionale per il parlamentare di seguire necessariamente gli indirizzi politici della propria

formazione politica.

Il referendum è il più importante istituto di democrazia diretta. Grazie ad esso i cittadini,

senza la mediazione del Parlamento, possono esprimere la propria opinione direttamente su

una norma, un atto o una decisione da assumere. Le tipologie di referendum sono:

consultivo, confermativo, abrogativo e propositivo.

Attualmente, nel nostro Paese, a livello statale, sono presenti: il referendum abrogativo per

le leggi ordinarie, previsto dall’art. 75 della Costituzione; il referendum confermativo per le

leggi di revisione costituzionale, previsto dall’art. 138 della Costituzione, e forme di

referendum consultivi previsti dagli articoli 132 e 133 della Costituzione.

ARTICOLO 75 DELLA COSTITUZIONE: “È indetto referendum popolare per deliberare

l'abrogazione, totale o parziale, di una legge o di un atto avente valore di legge, quando lo

richiedono cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali. Non è ammesso il

referendum per le leggi tributarie e di bilancio, di amnistia e di indulto, di autorizzazione a

ratificare trattati internazionali. Hanno diritto di partecipare al referendum tutti i cittadini

chiamati ad eleggere la Camera dei deputati. La proposta soggetta a referendum è

approvata se ha partecipato alla votazione la maggioranza degli aventi diritto, e se è

raggiunta la maggioranza dei voti validamente espressi. La legge determina le modalità di

attuazione del referendum. “ Lo scopo dell'Assemblea costituente nell'introdurre il

referendum fu consentire l'esercizio della sovranità popolare anche in modo diretto rispetto a

leggi già in vigore. Per evitare abusi delle minoranze, però, la sua efficacia è stata ancorata

al sussistere di precise maggioranze. Inoltre, si è escluso che determinate materie, per la

loro complessità ed importanza, possano esserne oggetto. Il referendum abrogativo previsto

dall’art. 75 Cost. stabilisce che 500.000 cittadini o 5 Consigli regionali, possono proporre

all’intero corpo elettorale “l'abrogazione, totale o parziale, di una legge o di un atto avente

valore di legge". Per legge si intende una legge in senso formale, cioè approvata dal

Parlamento secondo il procedimento ordinario; per "atto avente valore di legge" si intendono

i decreti legge e i decreti legislativi (adottati dal Governo su legge delega del Parlamento).

La Corte Costituzionale si pronuncia sull’ammissibilità del referendum. Sono escluse dal

referendum abrogativo le leggi tributarie, di bilancio, di amnistia e di in

Dettagli
A.A. 2023-2024
12 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/08 Diritto costituzionale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher chiaralatterini2004 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto Costituzionale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Perugia o del prof Cassetti Luisa.