vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Art.2135 “È imprenditore agricolo chi esercita una delle seguenti attività:
coltivazione del fondo: deve essere un’attività umana che non si limiti alla mera
raccolta dei frutti naturali del suolo, bensì deve configurarsi come attività di
produzione dei beni.
selvicoltura: costituisce una species della coltivazione del fondo, dovendo si
sono aggiungere che non dovrebbero rientrare in tale attività le attività
estrattive del legname, se disgiunta dalla coltivazione del bosco.
allevamento di animali: il concetto di bestiame è diverso da quello di animali,
dal punto di vista giuridico; infatti, si riteneva come allevamento del bestiame
l'allevamento di quegli animali connessi o connettibili con l'attività agricola. Il
concetto della connessione era un concetto che valorizzava una lettura
restrittiva dell'allevamento del bestiame.
attività connesse: sono attività che di per sé non sarebbero agricole, ma che lo
diventano solo per connessione (ovvero nel rispetto di determinate condizioni).
Consentire all'agricoltore di svolgere attività diverse ed ulteriori rispetto a quelle
propriamente agricole senza, per questa ragione, assumere la qualifica di
imprenditore commerciale. Nella disciplina antecedente alla riforma del 2001,
per definire le attività agricole connesse, doveva sussistere sia un criterio
soggettivo di identità soggettiva, che è un criterio oggettivo, nel senso che le
attività connesse dovessero avere come punto di riferimento il fondo, come
elemento necessario per l'esercizio dell'attività.
Attualmente, la categoria delle attività connesse atipiche costituisce un relitto
ormai normativo.
L'agriturismo
L’attività alberghiera viene considerata come attività commerciale. Prima della norma
del 2001 poteva essere considerato attività commerciale, ma dopo la nuova norma è
stata definita attività agricola in quanto prevalentemente di ospitalità.
Si rientra nella categoria dell'imprenditore agricolo, in quanto l'attività di ricezione che
viene svolta avviene avvalendosi delle attrezzature o risorse dell'azienda
normalmente impiegate nell'attività agricola esercitata.
Possono essere addetti allo svolgimento dell'attività agrituristica oltre all'imprenditore
agricolo, anche i suoi familiari, ed i lavoratori dipendenti considerati i lavoratori
agricoli.
Rientrano fra le attività agrituristiche:
- dare ospitalità in alloggi o in spazi aperti destinati alla sosta dei
campeggiatori; 9
- somministrare pasti e bevande costituiti prevalentemente da prodotti propri
e da prodotti di aziende agricole della zona;
- organizzare degustazioni di prodotti aziendali ivi compresi la mescita di vini;
- organizzare attività ricreative, culturali, didattiche, di pratica sportiva,
nonché escursionistiche e di ippoturismo.
La definizione di imprenditore agricolo professionale (IAP), Colui il quale, in possesso
di conoscenze e competenze professionali dedichi alle attività agricole di cui
all'articolo 2135 del codice civile, direttamente o in qualità di socio di società, almeno
il 50% del proprio tempo di lavoro complessivo e che ricavi dalle attività medesime
almeno il 50% del proprio reddito globale da lavoro.
Attività agricole e società
Ai sensi dell’art.10 del d.lgs. n.228/2001, affinché le società possano essere
considerate imprenditori agricoli a titolo principale occorre in primo luogo che lo
statuto preveda come oggetto sociale l'esercizio esclusivo dell'attività agricola.
È necessario che ricorrano ulteriori presupposti:
Con riguardo alle società di persone, richiesto che almeno la metà dei soci siano
in possesso della qualifica di imprenditore agricolo a titolo principale;
con riguardo alle cooperative, si richiede almeno la metà dei soci che devono
essere imprenditori agricoli e che utilizzino prevalentemente prodotti
provenienti dal fondo;
nel caso di società di capitali occorre che il 50% del capitale sociale sia
sottoscritto da imprenditori agricoli a titolo principale, prevedendo
statutariamente clausole di prelazione a favore dei soci che siano imprenditori
agricoli a titolo principale.
La definizione viene declinata anche per le società, in quanto le società possono
essere considerate imprenditori agricoli professionali.
Nel caso di società di persone, se almeno un socio sia in possesso della qualifica di
imprenditore agricolo professionale;
Nel caso di società cooperative, se almeno un quinto dei soci sia in possesso della
qualifica di imprenditore agricolo professionale;
Nel caso di società di capitali, Se almeno un amministratore sia in possesso della
qualifica di imprenditore agricolo professionale.
Questa società avrà per oggetto non l’attività agricola principale, ma le attività di
trasformazione.
L’art.1 stabilisce che:
Nel caso delle società di persone e cooperative, l’attività svolta dai soci nella
società, in presenza dei requisiti di conoscenze e competenze professionali,
tempo lavoro e reddito di cui al primo periodo, è idonea a far acquisire ai
medesimi la qualifica di imprenditore agricolo professionale e al riconoscimento
dei requisiti per i soci lavoratori.
Statuto dell’imprenditore agricolo
Quando un soggetto è imprenditore agricolo, quale set di regole si applica?
10
Iscrizione nel registro delle imprese: una volta la distinzione era legata al fatto
che l'imprenditore agricolo non doveva iscriversi al registro delle imprese, oggi
questa distinzione è caduta, in quanto egli deve iscriversi in una sezione
speciale del registro: efficacia di pubblicità notizia.
- A partire dagli anni ’90 con efficacia di
- A partire dal 2001, egli si iscrive in una sezione speciale con
pubblicità dichiarativa , in quanto l'atto è opponibile ai terzi. Quindi
l'efficacia è identica a quella dell'imprenditore commerciale
Scritture contabili: l'imprenditore agricolo non è tenuto alla redazione delle
scritture contabili, ma è norma di buona amministrazione che un imprenditore,
anche se agricolo, abbia delle scritture contabili.
Fallimento: anticamente si diceva che l’imprenditore agricolo non fallisse, ma
rischiava comunque di essere assoggettato a procedure esecutive per
inadempimento. Quindi, evitava le procedure concorsuali, e inizialmente ciò era
conveniente per l'imprenditore.
Il progressivo ripensamento delle procedure concorsuali (dal 2005 in avanti) ha
fatto sì che si sia passati da una concezione punitiva ad una concezione volta a
consentire all'imprenditore di uscire fuori dalla crisi, quindi evitarle era diventato uno
svantaggio, in quanto non si godeva di alcune possibilità da esse offerte
all'imprenditore.
Nell'ultimo codice della crisi, vi è una parte dedicata all'imprenditore commerciale,
mentre gli imprenditori agricoli sono comunque sottoposti ad altri strumenti: oggi,
anche da questo punto di vista, la differenza del trattamento concorsuale tra
imprenditore agricolo e commerciale si è assottigliata.
Imprenditore ittico
Nell'ambito dell'attività di allevamento di animali dell'imprenditore agricolo (di cui
all'art.2135) rientra senz'altro la piscicoltura, ossia l'attività di allevamento di specie
animali acquatiche.
Viene equiparata alla figura dell'imprenditore agricolo, la figura dell'imprenditore
ittico, cioè colui che svolge attività di pesca professionale nonché attività connesse,
come ad esempio pescaturismo e ittiturismo.
Imprenditore commerciale
Imprenditore commerciale = imprenditore 2082 – imprenditore agricolo 2135
L'impresa commerciale e oggi da individuare in termini negativi:
1. abbiamo una nozione in generale di imprenditore (art.2082)
2. abbiamo una nozione di imprenditore agricolo (art.2135)
e, sottraendo alla nozione generale quella di imprenditore agricolo, abbiamo ciò
che rimane come imprenditore commerciale, poiché tutto ciò che non è
riconducibile all'area dell'imprenditore agricolo dovrebbe essere considerato
imprenditore commerciale, sebbene questo schema venga messo in crisi da
alcune fattispecie che, a seguito di previsioni contenute in disposizioni speciali,
pongono dei problemi. 11
L’art.2195 ha avuto in passato una certa rilevanza per definire quali fossero
imprenditori commerciali, dato che poneva l'obbligo di iscrizione per alcune categorie
imprenditoriali, la cui natura commerciale si desumeva allo stesso comma 2.
Tali categorie erano:
attività industriali,
1. diretti alla produzione di beni e servizi attraverso la
trasformazione di materie prime;
2. attività commerciali, attività intermediaria nella circolazione dei beni che non
svolgono trasformazione;
3. attività di trasporto, che realizzano il trasferimento di cose o persone da un
luogo all'altro;
4. attività bancarie, cioè attività riservate alle banche, che si concretano nella
raccolta di risparmio fra il pubblico e nell'esercizio del credito;
5. attività assicurative, che consistono nell'esercizio delle assicurazioni private;
6. attività ausiliarie delle precedenti, è una categoria di impresa non facilmente
delimitabile, dato che include tutte le imprese che agevolano l'attività delle altre
categorie di imprese o sono legate a queste ultime.
Oggi questo articolo non ha più grande importanza, dato che in precedenza le uniche
imprese sottoposte a registrazione erano quelle commerciali; invece, oggi
sostanzialmente tutti gli imprenditori devono iscriversi al registro delle imprese.
Statuto dell’imprenditore commerciale
Fino a 20 anni fa lo statuto dell’imprenditore commerciale era molto diverso da quello
degli imprenditori non commerciali, oggi si va verso una sostanziale convergenza.
Tradizionalmente vi sono tre capisaldi:
1. con regime di
l'imprenditore commerciale si iscrive al registro delle imprese
pubblicità dichiarativa (opponibile ai terzi)
2. l'imprenditore commerciale fallisce, ma solo l'imprenditore commerciale che
superi almeno uno dei tre parametri di grandezza indicati dalla legge
(l'indebitamento, fatturato, attivo patrimoniale).
Quindi, se l'imprenditore è commerciale (esercita attività non agricola) e non
supera nessuno dei parametri indicati dall'art.1 della legge fallimentare, non
fallisce. che il codice del