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Successione dei debiti aziendali: non è liberato dei debiti dell’esercizio

3. «L’alienante

dell’azienda ceduta antecedenti al trasferimento se non risulta che i creditori hanno

acconsentito» [art.2560]. Questa norma evita il pregiudizio alle ragioni creditorie. Vale

il principio per il quale nessuno può sostituire il debitore senza il consenso del

creditore, che in questo caso è imprescindibile. Inoltre la norma salvaguarda di più i

creditori dell’azienda ceduta: nel comma II, nel trasferimento dell’azienda

commerciale risponde dei debiti suddetti, oltre che l’alienante (comma I), anche

l’acquirente se questi debiti risultano obbligatori. Questo comma non riguarda

l’impresa agricola (a meno che non sia una società) non è soggetta a tenere scritture

contabili.

L’art.2560 regola unicamente i rapporti esterni (alienante—creditore / acquirente—

manca rapporti interni alienante—acquirente:

creditore) ma di regolare i a questa

mancanza sopperisce privatamente il contratto di trasferimento dell’azienda.

Usufrutto e a tto in via generale hanno una disciplina comune che ha l’obiettivo di

salvaguardare la produttività dell’azienda. L’usufruttuario e l’a ttuario sono vincolati

quindi a degli obblighi: ad esempio quello di esercitare l’attività di impresa senza

modi carne il nome o la natura. Se non adempiono a questi obblighi o cessano

abuso di diritto

arbitrariamente l’attività, abbiamo un che cessa d’u cio il godimento.

L’a tto di azienda è di usissimo e si ritroverà nella crisi di impresa.

La gestione della crisi d’impresa è volta a salvaguardare i suoi creditori.

Se un’impresa è insolvente il suo patrimonio è a cui manca una fetta molto rilevante: se i

creditori avevano concesso credito all’impresa perché potevano contare sull’intero

patrimonio, dovranno prendere atto della parzialità del patrimonio.

Par condicio creditorum: soltanto le procedure concorsuali consentono a tutti i creditori

di far valere le loro ragioni alla stessa maniera. Se, infatti, le procedure non fossero

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concorsuali ma individuali, allora qualche imprenditore potrebbe farsi valere di più rispetto

agli altri. Invece i creditori devono essere posti in condizione di potersi tutti soddisfare sul

patrimonio dell’imprenditore ormai reso ridotto per e etto della crisi e quindi inidoneo a

soddisfare tutte le obbligazioni. Sono, naturalmente, fatte salve le fattispecie di

prelazione. Applichiamo in questo contesto un principio generale declinato dall’art.2740:

responsabilità patrimoniale dell’imprenditore.

Fallimento

liquidazione giudiziale;

Sostituito a maggio 2022 dalla qui di seguito sarà trattato il

fallimento.

Per potersi dichiarare occorre che ci sia una crisi irreversibile (=insolvenza).

I due presupposti del fallimento sono soggettivo e oggettivo.

soggettivo

• Il presupposto è l’essere imprenditore commerciale, non essere ente

Art.2 dl 270/1999:

pubblico ed essere sotto le tre soglie . stabilisce altre due soglie.

3

oggettivo legge fallimentare): in stato di

• Il presupposto (art.5 «l’imprenditore

insolvenza è dichiarato fallito. Lo stato di insolvenza insorge quando si può provare che

l’imprenditore non è più in grado, con il suo patrimonio, di soddisfare regolarmente le

proprie obbligazioni» L’inadempimento può essere solo uno dei fatti che denotano

l’insolvenza perché non è detto che dietro l’inadempimento ci sia uno stato di insolvenza;

datio in solutum,

anche l’adempimento e ettuato con mezzi inusuali, come la è indice di

insolvenza perché signi ca che il debitore, per adempiere, ha dato al creditore un altro

bene anziché il denaro (es. orologio) proprio perché di denaro è sprovvisto.

di fallimento

L’istanza può essere presentata al tribunale fallimentare dai creditori, dallo

stesso debitore che vuole evitare l’esecuzione sul proprio patrimonio o dal pubblico

prefallimentare

ministero. Si apre a questo punto l’istruttoria in cui si valuta se ci sono i

presupposti (soggettivo e oggettivo) per dichiarare il fallimento. Il tribunale a questo punto

ha due scelte: può dichiarare il fallimento con una sentenza dichiarativa di fallimento in

cui si menzionano le motivazioni che giusti cano il fallimento e si nominano gli organi

fallimentari (curatore fallimentare); oppure può pronunciare un decreto di rigetto. Chi ha

presentato l’istanza potrà comunque ricorrere in secondo grado alla Corte d’Appello.

Concordato preventivo → soluzione negoziata della crisi d’impresa che previene il

fallimento

Composizione della crisi da sovraindebitamento → dal 2012 si applicano ad imprese

agricole, professionisti intellettuali, consumatori.

Liquidazione coatta amministrativa → Le imprese che vi sono soggette sono portatrici

imprese nanziarie,

di ingenti interessi pubblici, che vanno quindi salvaguardati (banche,

enti pubblici economici). Gestita da Consob.

Amministrazione straordinaria di grandi imprese insolventi —> attuata da autorità

giudiziaria e autorità amministrativa. soluzioni negoziate della crisi

Con il tempo a queste procedure si sono aggiunte le

d’impresa, una serie di accordi suggellati dall’attività giudiziaria che il creditore stipula

con i suoi debitori e che genera e etti protettivi nei confronti del patrimonio del debitore

rispetto alle azioni individuali eventualmente esperibili dal creditore. Questi accordi non

3 attivo patrimoniale nei tre esercizi precedenti (o comunque dall’inizio dell’impresa) < €300k

ricavi lordi nei tre esercizi precedenti (o comunque dall’inizio dell’impresa) < €200k

debiti < €500k 8

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vincolano i creditori che vi sono estranei e non sovvertono quindi l’e cacia relativa del

contratto, che rimane e cace solo tra le parti (art.1372).

Organi fallimentari

- tribunale fallimentare:

Giudice fallimentare —> organo investito della procedura

fallimentare dall’inizio alla ne. Nomina gli organi necessari (giudice delegato e

curatore). Ha funzione di decidere su tutte le controversie inerenti alla procedura

fallimentare, ma anche su controversie che sono incardinate presso altri tribunali

devono essere lasciate alla competenza del tribunale fallimentare.

Decide sui reclami che attengono al fallimento.

- Giudice delegato: vigilanza e controllo sulla regolarità della procedura. Inizialmente

aveva la funzione di direzione della procedura, ma nella riforma della legge fallimentare

del 2006 si è attribuita al giudice delegato solo la mansione di controllo sulla regolarità.

Il giudice delegato riferisce al tribunale su ogni a are sul quale è richiesta una

decisione collegiale. Il collegio è un insieme di giudici istituito dal tribunale fallimentare.

Deve dare impulso all’adozione dei provvedimenti necessari alla conservazione del

patrimonio fallimentare e stabilire col curatore fallimentare un rapporto di

collaborazione continuativa. Liquida i compensi per i professionisti che hanno lavorato

nel processo (avvocato, commercialista etc.). Il giudice delegato può decidere sui

reclami contro gli atti posti in essere dal … . Pone inoltre il sigillo allo stato passivo nel

quale saranno ricompresi i debiti del fallimento e nomina, una volta scaduto il termine

per la domanda di stato passivo, il comitato dei creditori.

- Comitato dei creditori: nominato dal giudice delegato; il comitato può chiedere la

sostituzione del curatore. È composto dal giudice delegato entro 30 gg dalla sentenza

dichiarativa di fallimento; generalmente membri del comitato sono banche e nanziatori

professionali. Può capitare che alcuni non accettino la nomina nel comitato perché non

se la sentono di svolgere la funzione di sorveglianza sul curatore: è per questo che

spesso le funzioni del comitato vengono svolte dal giudice delegato.

Al comitato la legge spesso chiede pareri circa gli atti che il curatore vuole

intraprendere; il parere è vincolante solo in alcuni casi, come ad esempio l’a tto di

azienda.

- Curatore: dotato di professionalità (avvocato, commercialista etc.), il suo compenso è

soddisfatto insieme a quello degli altri professionisti prima di quello degli altri creditori.

Il curatore amministra il patrimonio fallimentare, di cui il proprietario originario è

spossessato, ad eccezione degli atti di straordinaria amministrazione per i quali il

curatore deve essere autorizzato dal comitato dei creditori. All’atto della nomina il

curatore veri ca le cause del dissesto, veri ca se alle cause ha concorso la negligenza

del fallito, se si concreta l’ipotesi di reati etc. Il curatore di semestre in semestre

presenta al giudice delegato una relazione che rendiconta l’amministrazione del

patrimonio fallimentare. Le somme eventualmente riscosse dal creditore durante

l’ordinaria amministrazione devono essere depositate in un apposito conto corrente

bollato a nome del fallimento.

L’azione di responsabilità nei confronti del curatore deve essere intrapresa dal nuovo

curatore laddove ravvisi gli estremi.

E etti del fallimento

- E etti per il fallito:

E etti patrimoniali: legge fallimentare)

la sentenza che dichiara il fallimento (art.42

• priva il fallito dei suoi beni, che passano al curatore. Il fallito tuttavia non perde la

proprietà dei beni, ne viene solo spossessato. Perciò l’atto di vendita dei beni da parte

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ff

ff

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ine cace, non nullo.

del fallito è Può accadere durante la procedura fallimentare che il

fallito perda anche la proprietà. (responsabilità patrimoniale),

Lo spossessamento riguarda, ai sensi dell’art.2740

non solo i beni presenti al momento della dichiarazione di fallimento, ma anche i beni

che dovessero sopraggiungere. Se un bene ha oneri di manutenzione ritenuti superiori

al vantaggio che si ha nello spossessare il fallito del bene stesso, allora si può non

privare il fallito di quel bene. Esistono beni esclusi per legge dallo spossessamento

che sono quelli strettamente necessari: ad esempio, dello stipendio si può pignorare

solo 1/5.

E etti personali: la legge stabilisce oneri di cooperazione del fallito con gli organi

• fallimentare. La mancata osservanza determina una cattiva condotta del fallito. Anche

la corrispondenza presente e futura del fallito deve essere a data al curatore.

E etti processuali: per tutte le cause riguardanti l’esercizio dell’att

Dettagli
A.A. 2022-2023
33 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/04 Diritto commerciale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher CaterinaCoppola di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto commerciale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Napoli - Parthenope o del prof Santagata De Castro Renato.