Interpretazione delle leggi e fonti del diritto
Ogni sistema giuridico ha una propria interpretazione della legge e applica nel concreto leggi scritte e riconosciute valide. Oggigiorno queste distinzioni si sono attenuate; il common law dà più importanza al diritto scritto. L’Unione Europea emana direttive agli Stati membri; fino a poco tempo fa ne faceva parte anche l’Inghilterra, che ha rafforzato il diritto scritto. In Italia, successivamente alla sentenza di primo grado, è possibile ricorrere alla corte d’appello e dopo alla corte di cassazione; quest’ultima riveste un ruolo molto importante, perciò i giudici tendono a uniformarsi alle decisioni proprio di essa.
Fonte del diritto
La fonte del diritto rappresenta l’atto o il fatto in grado di creare regole giuridiche (devono essere rispettate sennò il soggetto va incontro a una sanzione). La fonte del diritto si distingue in:
- Fonti atto: Nell’ordinamento è previsto un organo che elabora fonti giuridiche, cioè regole che promanano da un organo dell’ordinamento, il quale ha il compito di creare, integrare o modificare il diritto.
- Fonti fatto: Sono regole che nascono spontaneamente dai comportamenti e consuetudini che finiscono per avere un carattere obbligatorio.
Principi delle fonti normative
Le fonti normative sono costituite da un principio gerarchico e un principio di competenza, inoltre presentano un valore nel tempo e nello spazio. Infatti, è possibile applicare il principio di territorialità del diritto (le norme giuridiche hanno efficacia con individui che si rapportano in una determinata area geografica, tuttavia possono esserci eccezioni come il principio di extraterritorialità o di immunità territoriale).
Le fonti normative possono essere interne (operano all’interno di un determinato sistema giuridico) o esterne (appartengono a sistemi giuridici differenti). Le fonti del diritto hanno una diversa forza e sono molte all’interno del nostro ordinamento; il sistema delle fonti viene illustrato come un sistema piramidale dove al vertice ritroviamo la Costituzione; essa è rigida, quindi non può essere modificata da una legge del Parlamento ma attraverso un procedimento aggravato, ed è la base del nostro ordinamento che condiziona tutti gli ambiti del diritto.
Struttura delle fonti del diritto
Successivamente possiamo ritrovare le leggi di revisione costituzionale e le sentenze della corte costituzionale, quest’ultima riveste quattro funzioni; si occupa di controllare se le leggi vanno d’accordo con la costituzione.
Sotto al vertice ritroviamo un primo gradino dove si collocano le fonti primarie che rappresentano le leggi del Parlamento, decreti legge e amministrativi, regolamenti interni degli organi costituzionali che disciplinano il funzionamento dell’organo, le leggi regionali e delle province autonome (es. Bolzano e Trento), infine ritroviamo il risultato positivo del referendum abrogativo. Le fonti primarie inoltre sono a numero chiuso, perciò non si possono creare leggi superiori ad esse.
Nel secondo gradino sono collocate le fonti secondarie all’interno delle quali rientrano i regolamenti collettivi, regionali, provinciali ecc. Nel terzo gradino si trovano le consuetudini, esse devono rispettare le leggi.
Ordinanze e antinomie delle fonti
Ordinanze contingibili e urgenti: Rappresentano una possibilità conferita da autorità superiori agli organi che adottano atti amministrativi rendendo inefficaci, congelando temporaneamente, leggi superiori in caso di necessità; hanno la possibilità di derogare leggi ma non i principi generali del nostro ordinamento giuridico.
Antinomie delle fonti: È possibile riscontrare fonti in contrasto, tuttavia esistono tre regole di abrogazione o criteri di risoluzione delle antinomie delle fonti. Se le fonti presentano la stessa natura e la stessa forza, per risolvere il contrasto si applica un criterio cronologico (si applica la fonte più recente).
- Espressa: È inserita un’indicazione espressa.
- Tacita: L’intera materia viene ridisciplinata mentre si elimina la parte vecchia.
- Implicita: Viene applicata la nuova regola, la più recente, e vengono introdotte nuove regole in contrasto con un articolo della legge.
Tuttavia, può esserci un possibile contrasto fra fonti di gradini differenti; in tal caso viene applicato un criterio gerarchico con il quale prevale sempre la fonte di gradino più alto. Un ulteriore contrasto può verificarsi fra fonti di natura differente; in questo caso viene applicato un criterio di competenza.
Interpretazione del diritto
Interpretazione del diritto: C’è una differenza fra disposizione e norma. La disposizione riguarda il testo scritto, mentre la norma è la regola che si ricava dall’interpretazione (es. art 59). Principalmente con interpretazione del diritto si intende l’interpretazione delle disposizioni (il testo scritto) da cui si ricava la norma; difatti si possono ricavare più norme.
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