Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
L'autonomia negoziale della P.A.
Nell'attività privatistica e contrattuale, la P.A. fa valere una situazione soggettiva di autonomia negoziale. Quando la P.A. contratta sta su un piano di parità con il suo interlocutore, con il privato, con l'amministrato. Quindi non può costituire, modificare o estinguere unilateralmente situazioni soggettive dell'interlocutore. Si basa tutto sul contesto. Vi possono essere momenti pubblicistici: ad es. prima della stipulazione di un contratto d'appalto vi è una particolare procedura chiamata ad evidenza pubblica, che serve a individuare e scegliere il contraente. Oppure, anche quando il contratto è stato stipulato, possono intervenire misure di diritto pubblico: ad es. una concessione amministrativa di natura contrattuale può essere revocata per interesse pubblico. Al di là di questi momenti, l'esecuzione del rapporto consensuale si basa sulla logica del diritto privato.
applica il codice civile, in modo completo, per i contratti e le convenzioni, tanto da poter ritenere che vale l'atipicità dei contratti nei limiti dell'art.1322. Mentre si applica, in modo parziale, per gli accordi integrativi o sostitutivi di provvedimento per i quali il legislatore stabilisce che valgono solo i principi del codice civile in materia di obbligazioni e contratti (correttezza, buona fede, diligenza), in quanto compatibili. La competenza giurisdizionale sull'esercizio dell'autonomia negoziale della P.A. spetta al giudice ordinario. Vi sono però dei casi in cui vale la giurisdizione esclusiva del giudice amministrativo (ad es. per le concessioni amministrative di beni e servizi pubblici, oppure per gli accordi integrativi e sostitutivi di provvedimento amministrativo, rientrando questi ultimi solo in parte nella logica dell'autonomia negoziale).
L'INTERESSE LEGITTIMO E IL DIRITTO SOGGETTIVO
Tradizionalmente, di fronte al potere della
giurisdizionale amministrativa per le situazioni in cui non vi fosse un diritto civile o politico coinvolto. Il testo formattato con i tag html è il seguente:PA l'amministrato era in posizione di soggezione (es. Francia) In Italia, dopo l'unificazione nazionale, la legge del 1865 sul contenzioso amministrativo stabilì di devolvere alla giurisdizione del giudice ordinario tutte le cause per contravvenzioni e tutte le materie nelle quali si faccia questione di un diritto civile o politico in cui vi possa essere interessata la PA. In questo modo si riconosceva la sussistenza, di fronte al potere amministrativo, di diritti soggettivi del privato e che ad essi fosse garantita la tutela giurisdizionale dinanzi al giudice ordinario. Ma vi potevano essere delle situazioni in cui il privato non era titolare di un diritto civile o politico tutela di questi non-diritti era affidata alle autorità amministrative che vi provvedevano con decreti motivati contro i quali si poteva proporre ricorso amministrativo. Dunque, era riconosciuta una tutela giurisdizionale per i diritti soggettivi nei confronti della PA, e una tutela giurisdizionale amministrativa per le situazioni in cui non vi fosse un diritto civile o politico coinvolto.
meramente amministrativa per quelle situazioni non qualificate come dirittisoggettivi. Tuttavia, la legge del 1865 ebbe un’attuazione incompleta. La giurisprudenza sostenne che quando l’amministrazione emanava provvedimenti amministrativi, non poteva esserci spazio per i dirittisoggettivi e per la giurisdizione del giudice ordinario. In pratica stabilì una sorta di incompatibilità trapotere amministrativo-diritto soggettivo. La motivazione era che la PA quando agisce come autorità, comepotere, trova davanti a sé situazioni soggettive private che non sono diritti, e tali situazioni giuridiche nonricevono la tutela giurisdizionale ma amministrativa. Secondo la giurisprudenza i diritto soggettivisussistono solo se la PA agisce in una posizione di parità rispetto agli amministrati (ad es. quando stipulacontratti e non adotta provvedimenti unilaterali).In questa situazione la protezione dei diritti degliamministrati, di fronte
All'esercizio del potere amministrativo, era molto precaria (non si poteva accedere a nessun giudice e la tutela amministrativa era priva di qualunque forma del contraddittorio). Ma nel 1889 il legislatore intervenne per assicurare una tutela più adeguata alle situazioni soggettive non qualificabili come diritti istituita la Quarta sezione del Consiglio di Stato per la giustizia amministrativa, che aveva la competenza di decidere i ricorsi per incompetenza, per eccesso di potere o per violazione di legge contro atti e provvedimenti dell'autorità amministrativa e che abbiano ad oggetto interessi di individui. La Quarta sezione del Consiglio di Stato non era qualificata dalla legge come autorità giurisdizionale ma come giudice speciale diverso dal giudice ordinario amministrativo. Dunque, la legge 1889 ha previsto che di fronte al potere amministrativo ci sono situazioni soggettive del privato qualificate come interessi dotati di tutela.
simile a quella giurisdizionale. Si è passati dalla soggezione dell’amministrato nei confronti del potere amministrativo ad una situazione giuridica attiva di interessi, e proprio questo passaggio ha avviato la vicenda concettuale dell’interesse legittimo. Ad elaborare per primo la teoria dell’interesse legittimo è stato Oreste Ranelletti. Il suo pensiero era che di fronte ai poteri di imperium della PA, l’amministrato è titolare di un interesse privato che per la sua realizzazione è strettamente collegato al perseguimento dell’interesse pubblico. Si tratta di un interesse occasionalmente protetto, tutelato solo indirettamente rispetto ai fini pubblici che l’amministrazione è chiamata a realizzare. Ad es. se viene bandito un concorso per l’accesso al pubblico impiego, il partecipante che aspira all’assunzione non ha un diritto soggettivo ad essere incluso tra i vincitori, ma ha un interesse che la procedura diconcorso si svolga nel rispetto della legge. Ese viene escluso illegittimamente da una commissione giudicatrice, il partecipante ha titolo ad impugnare la graduatoria e chiederne l'annullamento dinanzi alla Quarta sezione. Vi può essere anche il caso di un amministrato titolare di un diritto soggettivo e una PA che esercita un potere autoritativo che incide su quel diritto: è il caso del proprietario, di fronte all'amministrazione che procede a un'espropriazione nel pubblico interesse. In questo contesto la forza dell'interesse pubblico è tale che il dritto di proprietà si affievolisce di fronte al potere amministrativo. Diventa un diritto affievolito che non è più un diritto soggettivo pieno. Anche in questo caso il privato ha un interesse a che l'amministrazione agisca secondo legalità. Se la concessione viene illegittimamente negata, o data ad altri, il privato può far valere un rimedio di tipo giurisdizionale,
Chiedendo alla Quartasezione l'annullamento del provvedimento di diniego o di concessione ad altro soggetto. Nel corso del '900 è stata un'importante evoluzione che ha portato a qualificare l'interesse legittimo non più solo come situazione soggettiva meramente processuale, ma come situazione sostanziale che riceve tutela ancor prima dell'adozione del provvedimento (tutela preventiva). Le norme sul procedimento amministrativo hanno rafforzato tale conclusione, prevedendo strumenti di garanzia preventiva dell'interesse legittimo come la facoltà di presentare osservazioni e memorie e il diritto di accesso ai documenti amministrativi. Tutto ciò offre all'amministrato la possibilità di far valere le sue ragioni prima che l'amministrazione decida. (quest'ultima deve tenere in considerazione le osservazioni dell'amministrato, pena l'invalidità del provvedimento finale).
L'interesse legittimo resta comunque una situazione giuridica soggettiva che ha di fronte a sé un potere autoritativo della PA. Si tratta in genere di potere discrezionale. Dunque, l'interesse legittimo non è munito del potere decisionale di fondo che caratterizza il diritto soggettivo. Tale potere spetta alla PA, che comunque deve valutare tutte le ragioni fatte valere dal privato prima della decisione. Invece, il diritto soggettivo ha di fronte a sé una situazione passiva dell'amministrazione, di dovere o di obbligo, o un provvedimento che non produce alcun effetto come l'atto nullo o inesistente, e che quindi non esprime alcun potere (ovvero, secondo dottrina e giurisprudenza, un mero potere amministrativo vincolato, che si limita all'accertamento della sussistenza di determinati requisiti, es. come avviene nel caso del riconoscimento del diritto di accesso ai documenti amministrativi). Di fronte al potere discrezionale della PA non può.essenziale per determinare la competenza del giudice. Il diritto soggettivo è un diritto che spetta a una persona in modo esclusivo e che può essere fatto valere in tribunale. Al contrario, l'interesse legittimo è un interesse che può essere tutelato solo se si dimostra che è stato leso in modo particolarmente grave e diretto. La giurisprudenza aveva fatto un'eccezione per alcuni diritti rilevanti, come ad esempio il diritto alla salute, ritenendo che restassero tali anche di fronte alla discrezionalità amministrativa. Ciò significava che il giudice ordinario aveva competenza giurisdizionale sulle relative controversie. Tuttavia, oggi tale orientamento è superato. La distinzione tra interesse legittimo e diritto soggettivo ha una rilevanza pratica soprattutto per l'individuazione del giudice competente. Il giudice amministrativo è competente per le controversie sugli interessi legittimi, mentre il giudice ordinario è competente per le controversie sui diritti soggettivi. L'introduzione della giurisdizione amministrativa esclusiva ha ridotto l'importanza di questa distinzione, poiché consente al giudice amministrativo di conoscere non solo gli interessi legittimi, ma anche i diritti soggettivi. Pertanto, il criterio della materia diventa essenziale per determinare la competenza del giudice.diventato il parametro per attribuire al giudice amministrativo la giurisdizione esclusiva e avolte anche per individuare la competenza giurisdizionale del giudice ordinario (ad es. la materia delpubblico impiego per molti anni è stata affidata alla giurisdizione amministrativa esclusiva, ma poi passataalla giurisdizione del giudice ordinario).
Ma recentemente, al fine di circoscrivere l’ambito dellagiurisdizione amministrativa esclusiva, la Corte Costituzionale ha stabilito che, nelle materie per quali èprevista dalla legge in base all’art.103 Cost., sussiste solo se il privato ha dinanzi a sé un’amministrazioneche agisce in veste di autorità. Quindi, affinché sussista la giurisdizione esclusiva, non basta solo il criteriodella materia attribuita per legge a tale giurisdizione, ma occorre anche che l’amministrazione agisca investe di autorità. Oggi, il codice del processo amministrativo considera l’esercizio del
Il potere amministrativo autoritativo viene utilizzato come criterio generale per l'individuazione della giurisdizione amministrativa, anche al di là di quella esclusiva, e al tempo stesso continua a riferirsi alle situazioni soggettive. Il codice stabilisce che sono devolute alla giurisdizione amministrativa le controversie.