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Sviluppo delle agenzie europee negli anni '80

Negli anni '80 la procedura di sviluppo precedentemente avviata si consolida e viene sviluppata in maniera significativa con una serie di sistemi comuni creando le agenzie europee in un ampio numero di ambiti. Il legislatore adotta uno schema molto articolato in cui le funzioni sono ripartite tra una serie di organismi nazionali ed europei. Essi sono interconnessi ed il loro funzionamento è coordinato da un ente che regola il settore e costituito in maniera di dar voce alle amministrazioni dei diversi SM. Si istituisce un sistema europeo a cui partecipano le amministrazioni competenti dei vari SM dell'UE. Il diritto europeo conferisce attribuzioni necessarie allo svolgimento della funzione europea ad un insieme di amministrazioni nazionali, miste ed europee. Si mette a punto un'amministrazione settoriale che dà esecuzione alla normativa europea e ciò non è nelle mani della Commissione ma viene ripartita in una molteplicità di uffici nazionali.

e il controllo di ciò è affidato ad un ente europeo (l'agenzia) in parte indipendente dalla Commissione. Il gioco di forze che si instaura diviene molteplice, in 3 linee fondamentali: - l'UE sembra esercitare una signoria sui diritti amministrative per assicurare l'effettività del diritto amministrativo. L'integrazione, poi, varia a seconda della materia. In alcuni casi l'UE pone delle regole stringenti in altri lascia spazio all'autonomia regolativa. - l'UE deve prendere in considerazione i principi di diritto processuale dei suoi SM, come il principio di proporzionalità e buona amministrazione che ha costruito il giudice europeo. - il diritto dei vari sport prende forma del confronto dei vari diritti amministrativi nazionali ed è coordinato dalle agenzie europee. Si realizza, nel complesso, una omogeneizzazione delle regolazioni amministrative che governano il funzionamento del sistema amministrativo europeo, senza

cancellare le singole peculiarità del diritto nazionale. Questa ultima fase si caratterizza anche per la fioritura degli studi in merito all'apparato amministrativo europeo che si concretizza anche a livello italiano. Il processo condurrà a superare il paradigma nazionale amministrativo ed è volto alla ricostruzione di un sistema ultrastatale alternativo a quello tradizionale.

L'inizio del nuovo secolo

Le fasi precedenti si riconducono a:

  1. Istituzione UE = organismi separati comunitari e nazionali che perseguono un fine comune
  2. Anni 70 = basi per la costruzione di un sistema comune, nascita di un potere esecutivo europeo nelle mani della Commissione
  3. Anni 80 = crescente attenzione al sistema amministrativo europeo che ha come obiettivo l'integrazione europea

Il processo non può dirsi però concluso, perché la storia UE ci insegna che il mutamento è continuo.

Attualmente si cerca di approfondire il nuovo quadro senza modificarne

necessario per il raggiungimento degli obiettivi comuni. - Principio di sussidiarietà: stabilisce che l'UE interviene solo se gli obiettivi non possono essere raggiunti in modo sufficiente dagli Stati membri. In altre parole, l'UE interviene solo quando è necessario e quando gli Stati membri non sono in grado di agire in modo efficace da soli. - Principio di proporzionalità: implica che l'azione dell'UE deve essere proporzionata agli obiettivi che si prefigge di raggiungere. L'UE non può adottare misure che siano eccessive rispetto agli obiettivi che si propone di raggiungere. - Principio di leale collaborazione: richiede che gli Stati membri cooperino con l'UE e tra di loro per il raggiungimento degli obiettivi comuni. Gli Stati membri devono agire in modo leale e non ostacolare l'azione dell'UE. Fonti del diritto amministrativo europeo Le fonti del diritto amministrativo europeo sono costituite da una serie di norme e principi che derivano dai trattati, dai regolamenti, dalle direttive e dalla giurisprudenza della Corte di giustizia dell'UE. - Trattati: i trattati costituiscono la base giuridica dell'UE e stabiliscono le competenze e i poteri delle istituzioni dell'UE. I trattati sono vincolanti per gli Stati membri e per le istituzioni dell'UE. - Regolamenti: i regolamenti sono norme giuridiche direttamente applicabili in tutti gli Stati membri. I regolamenti sono vincolanti e si applicano in modo uniforme in tutti gli Stati membri. - Direttive: le direttive sono norme giuridiche che stabiliscono degli obiettivi da raggiungere, ma lasciano agli Stati membri la scelta dei mezzi per raggiungerli. Le direttive devono essere recepite dagli Stati membri entro un determinato termine. - Giurisprudenza della Corte di giustizia dell'UE: le sentenze della Corte di giustizia dell'UE interpretano e applicano il diritto dell'UE. La giurisprudenza della Corte di giustizia è vincolante per gli Stati membri e per le istituzioni dell'UE.

Necessario per raggiungere i suoi obiettivi. Proprio sotto questo punto di vista va analizzata la clausola di flessibilità e dell'effetto diretto (la norma UE prevale in caso di contrasto con la norma nazionale). Gli SM in virtù dell'art.291 TFUE devono creare tutte le norme necessarie per l'attuazione degli atti giuridicamente vincolanti dell'UE. Qui, rileva l'esigenza di effettività e che le norme UE amplino la loro influenza in virtù di una conformazione dei diritti nazionali. Ciò ha spinto ad una interpretazione conforme del diritto nazionale finalizzata a soddisfare l'interesse di omogeneità.

Effetto diretto e primato: l'UE ha chiarito nella sentenza Van Gend en Loos che qualora una direttiva (o ogni altro atto vincolante) sia chiara, precisa ed incondizionata, essa produce effetto diretto. Nel caso del primato è necessario che la norma venga adottata nel bacino di competenze dell'UE e che

Sia chiara, precisa ed incondizionata. La CGUE in tali casi cita un dovere di disapplicazione nel caso di contrasto, mentre per la nostra corte Costituzionale si trasporta come non applicazione. Da ciò si fa divieto agli SM di adottare provvedimenti interni che riproducono il contenuto delle disposizioni comunitarie. Tale effetto delle norme non si produce se esse provengono dalla CEDU o da altri diritti internazionali, perché da essi non discende alcuna limitazione del diritto nazionale. I diritti fondamentali della CEDU sanciti fanno parte dell'UE come principi generali, ma l'UE non integra lo stesso come atto comunitario. Nel caso di contrasto tra diritto nazionale e CEDU si pone un problema di legittimità costituzionale e non di norme in contrasto.

Diritto primario scritto: le norme rilevanti per il diritto amministrativo. Tale diritto consta di previsioni scritte nei Trattati istitutivi, gioca un ruolo fondamentale la Carta di Nizza e vi rientrano anche i...

Trattati di adesione degli SM. All'interno dei trattati numerose sono le norme rilevanti, ma poche sono quelle che hanno effetto diretto immediato, maggiori sono quelle che hanno un impatto mediato sul diritto nazionale. Un esempio noto di efficacia diretta è l'art.3 TFUE che vieta i dazi doganali e le tasse di effetto equivalente (ciò era stato oggetto anche di rinvio pregiudiziale in CGUE ha ribadito l'effetto diretto). Importante è anche l'art.41 della Carta di Nizza che attribuisce il diritto di buona amministrazione: a) ogni persona deve essere ascoltata prima che si adotti un provvedimento ad essa riferito che rechi pregiudizio b) ogni persona deve poter accedere al fascicolo che la riguarda nel rispetto degli interessi legittimi della riservatezza c) la PA ha l'obbligo di motivare le sue decisioni L'elenco non ha carattere esaustivo ma esemplificativo. Principi del diritto generali rilevanti per il diritto amministrativo

Merito ai principi generali di diritto, la CGUE spesso si rifaceva ai principi nazionali, non avendo una definizione precisa. Successivamente ha voluto sviluppare un corpo organico di principi.

La funzione dei principi è sostanzialmente quella di colmare le lacune lasciate dal legislatore e conferire interpretazione alle norme poco chiare e imprecise.

Diversamente dai principi nazionali, quelli dell'UE hanno una differenza nella fonte di origine; può derivare da fonti scritte o essere contenuto nei trattati o in norme di diritto derivato (tra questi rientra, ad esempio, l'effetto diretto e il primato).

Il principio potrebbe anche desumersi dalla CGUE che lo rilevi applicabile nei diritti nazionali e non è necessario che sia presente ovunque, è sufficiente anche che sia in uno solo degli Stati membri.

Anche la giurisprudenza della Corte EDU potrebbe contribuire alla creazione di principi (infatti i principi generali sono desunti anche dai diritti fondamentali).

Essa riportati). I principi vengono comunque spesso enucleati dallo stesso legislatore all'interno di norme di diritto primario o inseriti nei trattati a prescindere dalla loro fonte.

Seconda differenza con i principi nazionali è che solo la CGUE può decretare l'esistenza di un principio (né i GN né la dichiarazione della dottrina può farlo). Ciò è necessario in virtù degli effetti prodotti dall'esistenza di un principio: esso si colloca al di sopra del diritto derivato e al di sotto del diritto primario.

Molti principi di diritto amministrativo trovano applicazione nel contesto organizzato: ad esempio l'autonomia istituzionale per cui l'UE non interviene nella gestione delle amministrazioni pubbliche operanti nel proprio ambito.

Altro principio rilevante è sicuramente quello di leale cooperazione, di sussidiarietà, di legalità, di certezza del diritto, di legittimo affidamento, di proporzionalità,

di non discriminazione e di uguaglianza. Anche la Carta di Nizza contiene principi importanti nell'ambito amministrativo, ad esempio: - il principio del contraddittorio (ogni persona deve essere ascoltata) - principio dell'accesso agli atti del procedimento e dunque anche di motivazione - il trattamento imparziale - il termine ragionevole entro cui concludere i procedimenti è accolto in giurisprudenza - diritto di accesso ai documenti delle istituzioni Diritto internazionale rilevante per il diritto amministrativo europeo Sempre più spesso a livello internazionale ci si occupa del diritto amministrativo e delle pubbliche amministrazioni e le ipotesi che si fronteggiano sono tre: Accordi di diritto internazionale a contenuto amministrativo → questi accordi 1. devono essere conclusi nel rispetto delle competenze comunitarie, così hanno effetto vincolante per le istituzioni e per gli SM e possono godere di effetto diretto. Potrebbero avere tale effetto anche.accordi internazionali stipulati prima dell'adesione all'UE. Il Diritto UE fa rinvio a fonti di diritto internazionale, il caso più significativo è nei confronti della CEDU. Importante è ricordare che a questi non si può rinviare intoto, ma devono essere individuati solo i principi e caratteri essenziali. Accordi internazionali rilevanti in diritto amministrativo, stipulati tra SM e stati terzi, come nel caso dell'acquis di Schengen, l'accordo diviene a tutti gli effetti parte del diritto europeo. Diritto derivato Il Trattato di Lisbona ha introdotto innovazioni in merito agli atti di diritto derivato che sono regolamenti, decisioni, direttive, raccomandazioni e pareri (gli ultimi due non sono vincolanti). Il Trattato di Lisbona ha diversificato la procedura di adozione degli atti e loro contenuti concreti. Gli atti legislativi delimitano esplicitamente il contenuto, la portata, la durata della delega del potere, mentre gli atti

di esecuzione sono condizioni necessarie per produrre atti vincolanti.

Regola

Dettagli
A.A. 2021-2022
63 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/10 Diritto amministrativo

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher violalombardi0 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto amministrativo europeo e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi della Tuscia o del prof Vesperini Giulio.