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Capitolo 3: L'apprendimento nel parlato
L'apprendimento nel parlato ha 2 caratteristiche principali: si sviluppa con stadi comuni a tutti gli apprendenti e al tempo stesso ha molta variabilità.
3.1 I PRIMI PASSI
La prima produzione del parlato spontaneo è costituita da:
- Formule fisse: pezzi di lingua memorizzati senza essere scomposti o analizzati. Rappresentano funzioni vitali come salutare, attirare l'attenzione, chiedere. Non contengono errori e manifestano morfemi flessivi e sequenze sintattiche anche complesse, che potrebbero provocare nell'interlocutore una risposta di input indecifrabile. Non sono produttive perché le parole contenute nelle formule non vengono ancora usate in altre combinazioni, ma può esserci evoluzione.
- Brevi pezzi analizzati, perché le parole non sono sempre facilmente assegnabili a una classe morfologica (es: clean è verbo o aggettivo?). Le parole presentano minima o nulla flessione morfologica (clean o floor non hanno marca morfologica).
3 possibilità:
- Partire dal tema, poi mettere il resto della frase senza nessun legamento grammaticale
- Partire dal tema e provare a grammaticalizzare
- Non partire dal tema e scegliere il soggetto che permette di grammaticalizzare più facilmente
3.2 IL LESSICO
La lingua è come un lessico grammaticalizzato (una serie di parole non grammaticalizzate può essere comunicativamente efficace, mentre una struttura sintattica senza parole è inutile).
Il lessico dal punto di vista quantitativo:
- Da quante parole è composta una lingua? Si potrebbero contare le parole elencate nel vocabolario, ma poi ci sarebbero problemi su come considerare i nomi propri, le abbreviazioni, i nomi composti (se nel conteggio si stabiliscono dei criteri, si possono conteggiare le parole)
- Quante parole conosce un parlante nativo? Un bambino ne conosce 4000-5000 e poi ne aggiunge circa 1000 all'anno durante il periodo scolastico, mentre un adulto conosce circa 20000 famiglie di parole.
parole.
Quante parole sono necessarie? Dipende da quello che si deve fare con le parole. Con un corpus di testi rappresentativi si può vedere la frequenza di una parola nell'uso generale, e da qui si vede la necessità o utilità di questa.
- vocabolario di base: fondamentale 2000 parole (parole più frequenti nella lingua italiana), di alto uso 2750 parole, di alta disponibilità 2300 parole (parole che diciamo o scriviamo raramente ma che pensiamo spesso perché legate a fatti, oggetti o esperienze della vita quotidiana)
- distribuzione del vocabolario di base tra le diverse classi morfologiche: nome 60,6%, verbo 19,6%, aggettivo 14,9%, avverbio 2,0%, pronome 0,8%...
Quante parole deve imparare un apprendente? Prima di tutto il vocabolario di base (3000 parole più frequenti della L2)
Il lessico dal punto di vista qualitativo
Che cosa vuol dire conoscere una parola? - conoscere tutte le sue proprietà (forma: pronuncia o ortografia,
struttura morfologica: morfema di base + morfemi flessivi e derivazionali, pattern sintattico nel sintagma e nella frase, significato: referenziale, affettivo e pragmatico, relazioni lessicali con altre parole della stessa classe: sinonimia, antonimia, iperonimia, collocazioni)
saper usare la parola sia nello scritto che nel parlato, e si divide in conoscenza potenziale del lessico (parole che l'a. riconosce anche senza averle mai sentite o viste prima nella L2, come termini scientifici e tecnici: computer) e conoscenza reale del lessico (parole che l'a. conosce solo dopo che le ha incontrate nell'input). Poi si distingue tra lessico attivo (lessico prodotto) e lessico passivo (lessico riconosciuto) e tra conoscenza (rappresentazione del lessico nella mente, cioè nella memoria a lungo termine) e controllo (capacità di elaborare il lessico durante la produzione)
Quali sono le sequenze di apprendimento del lessico? L'apprendimento del lessico avviene secondo
dei criteri (che determinano quali parole e quali proprietà delle parole vengono imparati prima): - criteri esterni: 1) utilità: in tutte le interlingue iniziali compaiono nomi di persona, luogo, forme di saluto e di ringraziamento, forme di negazione, parole relative a oggetti e attività legati al tipo di contatto con la L2, alcuni apprendenti possono scegliere in un primo momento tra un maggiore numero di formule caratteristiche dell'interazione sociale o tra un maggiore numero di parole riferite a oggetti e attività che li circondano. 2) disponibilità: che dipende dalla frequenza in cui una parola occorre nell'input, la variabilità dei contesti in cui ricorre, l'aiuto del contesto e co-testo per la comprensione, l'importanza della parola stessa per la comprensione del co-testo che le sta intorno. 3) preferenza personale-criteri interni 1) formali: pronunciabilità (es: accento fisso più facile di quello mobile, o se la parolaèformata da combinazioni di fonemi facili da pronunciare), similarità sonora con altre parole (parole troppo simili tra loro sono più difficili da elaborare), corrispondenza tra suono e grafia (se la corrispondenza è chiara è più facile italiano vs inglese), lunghezza delle parole (possono essere più facili da imparare sia le parole corte che quelle lunghe, queste ultime possono anche essere morfologicamente più trasparenti), morfologia delle parole (lingue con complessità flessiva come irregolarità nella formazione del plurale o un grande numero di casi sono più difficili da imparare, ma spesso le parti della morfologia sono trasparenti, quindi la forma e il significato rimangono uguali nella parola composta)
2) semantici: omonimia (una parola ha vari significati completamente diversi) e polisemia (una parola ha vari significati in relazione tra loro)>una parola in cui a una forma corrisponde un significato
viceversa è più facile da imparare, forme che hanno più significati confondono l'a.. Chiarezza semantica (da non confondere con la concretezza), specificità (sono più facili da imparare parole che si possono usare in una larga gamma di contesti), idiomaticità (espressioni idiomatiche sono spesso difficili sia per la comprensione che per la produzione) Quali sono le classi di parole che si apprendono prima? Nomi-aggettivi-verbi-avverbi Queste dipendono da: - frequenza relativa sia nel lessico totale sia come occorrenze testuali (es: i nomi ricorrono meno nei testi ma sono la parte più numerosa del vocabolario) - utilità (es: gli aggettivi non rappresentano una sostanza, ma un arricchimento dell'elemento) - complessità morfologica (es: nelle lingue flessive i verbi sono più difficili degli avverbi) - polisemia e indeterminatezza del significato (es: nelle preposizioni non c'è corrispondenza tra forma e significato)funzione)-contrastività con la L1 di forma e significato : una parola è più facile da imparare se la forma e il significato si assomigliano in L1 e L2
Come vengono imparate le parole dopo che sono state scelte in base ai criteri considerati? E quali proprietà di una parola si imparano prima?
-fonologia> le parole vengono imparate secondo le regole dell'apprendimento fonologico della L2 e qui l'interferenza con la L1 diventa più invasiva rispetto che ad altri livelli, infatti si tende a sostituire, usare combinazioni di fonemi e strutture sillabiche della L1 piuttosto che della L2
-grammatica> difficoltà nell'assegnare una parola a una specifica classe morfologica e poi la forma basica di questa parola va flessa (genere, numero, accordo sintattico). Se ogni parola ha una sua grammatica imparare la parola vuol dire impararne la grammatica
-semantica>l'a. impara i significati individuali delle parole, uno per volta, e in
Questo apprendimento vengono preferiti significato non metaforico rispetto a quello metaforico e il significato di base rispetto a quello connotato effettivamente-pragmatica.
L'a. potrebbe usare una parola in un contesto situazionale sbagliato.
3.3 LA GRAMMATICA
Con il tempo e con più input il lessico viene grammaticalizzato ed emerge la grammatica.
Quali strutture emergono prima e quali dopo?
- Morfemi grammaticali inglesi
Alcuni studi hanno mostrato che quando i bambini imparano a parlare l'inglese come L1, alcuni morfemi grammaticali compaiono con un ordine fisso. Subito si è cercato di scoprire se ci fosse un ordine anche per gli adulti che lo imparano come L2 e se fosse simile a quello dei bambini; si è arrivati a confermare questa tesi per almeno una decina di morfemi (-ing, -s plurale, be copula, be ausiliare, ecc.). Ma la ricerca di simili sequenze in altre lingue è stata minima, anche perché mancava una spiegazione convincente per
L'ordine scoperto e poi perché questi studi misuravano solo l'accuratezza formale del prodotto finale. Si è passati così ad una nuova ricerca basata sulla sequenza degli stadi in cui emergono le singole strutture. La gradualità del percorso è chiara dall'esempio dei pronomi personali: l'apprendente L2 infatti impara prima a distinguere la persona, poi il numero e infine il genere. La distinzione del caso è l'ultima a comparire.
L'apprendimento del genere in italiano L2 (percorso comune)
Nei sistemi del genere delle varie lingue del mondo c'è sempre un nucleo semantico (maschile o femminile, animato o inanimato). Quello che caratterizza il genere è l'accordo con il nome, necessario a livello paradigmatico (i nomi sono di necessità maschili o femminili), a livello sintagmatico (per determinare l'accordo con gli elementi interni al sintagma nominale: determinanti, modificatori e...
possessivi e con elementi esterni: