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VALIDITÀ

Anche per la validità possiamo fornire una definizione generale: essa rappresenta il grado in cui uno strumento misura effettivamente quello che dovrebbe misurare. Il concetto di validità è di importanza fondamentale nella misurazione: noi potremmo avere una misura perfettamente attendibile ma completamente priva di validità. La definizione di validità appena data è troppo generica perciò deve essere ulteriormente precisato in funzione di differenti aspetti: in letteratura vi sono molte distinzioni, ma noi utilizzeremo quella di Bagozzi che consiste in cinque aspetti diversi:

  1. La significatività teorica ed osservativa di un costrutto;
  2. L'attendibilità;
  3. La validità di criterio, ulteriormente distinguibile in:
    • Validità concorrente;
    • Validità predittiva.
  4. La validità di costrutto, ulteriormente specificabile in:
    • Validità convergente;
    • Validità discriminante.
  5. Validità nomologica.

Significatività teorica ed osservativa di un costrutto

Per significatività teorica si intende un giudizio sulla natura e la coerenza interna del linguaggio usato per rappresentare il costrutto. Riguarda la definizione dei termini che specificano il costrutto e le connessioni di quest'ultimo con altri costrutti nella struttura teorica più ampia di cui essa è parte.

Per significatività osservativa si fa riferimento alla natura delle relazioni tra termini teorici e definizioni empiriche, vale a dire alle regole di corrispondenza.

Tutte e due le caratteristiche fanno riferimento ad aspetti formali e concettuali. Per la complessità che è intrinseca a questo aspetto della misurazione, a volte questo aspetto della verità viene trascurato. Questo aspetto della validità è perciò in realtà un giudizio sulla bontà della struttura teorica.

che è la caratteristica più importante di qualsiasi misurazione di un costrutto. Spesso, nella letteratura viene usato il termine validità di contenuto. Si è inteso con questo termine anche la validità di facciata che invece non ha fatto a che vedere con questo aspetto della varietà di un costrutto. Infatti, per validità di facciata si intende il giudizio che viene dato da esperti sul fatto che lo strumento appare misurare, a prima botta (o prima facie, se volete sembrare più acculturati) il costrutto che dovrebbe migliorare. Inoltre, con la definizione di varietà di contenuto si confondono due livelli, quello di relazione con altri costrutti e quello della definizione empirica, in un unico aspetto distinto. 2. Attendibilità Il grado di attendibilità di una misura rappresenta il limite massimo della sua validità. Possiamo dire che la logica sottostante è che una misura deve innanzitutto essere affidabile.

Cioè attendibile, successivamente possiamo verificare se e quanto essa sia valida. L'attendibilità è un rapporto tra la varianza del punteggio vero e la varianza totale. A sua volta, la varianza del punteggio vero può essere distinta in varianza valida e varianza non valida. Ne consegue che la varianza valida di un punteggio può al massimo essere tutta la varianza del punteggio vero. Può accadere che una misura abbia una attendibilità elevata e pure una validità nulla. Ciò accade solitamente quando gli items sono coerenti per motivi diversi da quelli per cui dovrebbero essere e quando il primo aspetto della validità è deficitario.

3. Validità di criterio

La validità di criterio può essere definita come il grado di corrispondenza o relazione tra una misura di un criterio di riferimento. Si distingue tra:

Validità concorrente: se la misura ed il criterio vengono misurati nello stesso

momento;Validità predittiva: se il criterio viene rilevato successivamente.

Il punto focale di questo tipo di validità risiede nella scelta del criterio di riferimento. È una scelta che sarà inevitabilmente soggettiva ma non dovrà essere arbitraria. Si potranno anche usare più criteri a seconda dei casi. La validità è un concetto che riguarda un costrutto per come emerge dalla misura, non la misura in quanto tale punto il giusto livello sarà quindi quello della relazione tra costrutti diversi, quello che stiamo validando ed il criterio.

La formula che rende l'idea dell'impatto dell'errore di misurazione sulla stima del coefficiente di validità a livello dei costrutti è quella della correzione della correlazione per l'attenuazione dovuta all'errore di misurazione, cioè:

rαβ = correlazione tra

Due costrutti (AB) = correlazione tra le due misure dei costrutti

AttA = attendibilità della misura A

AttB = attendibilità della misura B

In parole, la correlazione tra i due costrutti (rαβ) è uguale alla correlazione tra le due misure dei costrutti (rAB) diviso la radice quadrata tra le attendibilità delle misure A (rAttA) e B (rAttB).

Come si può facilmente comprendere, soltanto quando l'errore di misurazione è nullo la correlazione tra le misure è uguale a quella tra i costrutti. In quel caso, infatti, le attendibilità saranno pari a 1, il loro prodotto uguale a 1, e la radice quadrata del prodotto ancora uguale a 1. Perciò, la correlazione tra alfa e beta sarà uguale alla correlazione tra A e B.

Dato che questa è un'ipotesi inverosimile nella misurazione di caratteristiche psicologiche, ciò che in realtà accade

è che la correlazione tra A e B sarà una sottostima della correzione dei due costrutti alfa e beta. 4. Validità di costrutto La validità di costrutto viene spesso definita come il grado in cui uno strumento misura il costrutto che dovrebbe misurare. I due aspetti in cui essa può essere distinta e che ne aiutano a comprendere il significato sono: - Validità convergente: indica il grado di accordo tra diverse misure dello stesso costrutto; la logica sottesa è che due o più misure di uno stesso costrutto dovrebbero avere una correlazione elevata perché possano essere considerate delle misure valide di quel costrutto. - Validità discriminante: riguarda il grado di distinzione tra le due misure di costrutti diversi; la logica sottesa è che misure di costrutti diversi dovrebbero non avere correlazioni elevate affinché i due costrutti siano effettivamente diversi. Il costrutto emerge dalle relazioni risultanti tra.tentativi diversi di operazionalizzarlo e la sua validità è il risultato delle relazioni tra le diverse misure. Solo considerando misure differenti di uno stesso costrutto potremmo verificare la validità convergente e solo considerando in simultanea anche misure diverse di costrutti teoricamente diversi potremmo parlare di validità discriminante. All'interno di questo insieme di relazioni potremo poi, se ci interessa, andare a verificare la validità della misura specifica che assumerà il significato di un contributo relativo alla più generale validità del costrutto di cui essa è soltanto una delle misure possibili. Con una matrice multi-tratto multi-metodo per ogni tratto avremo tante misure quanti sono i metodi utilizzati. Il metodo assume perciò senso specifico in base alle scelte teoriche, e a volte in base a problemi pratici del ricercatore. L'analisi statistica che meglio di tutte consente di cogliere la

La validità discriminante e convergente di una matrice multi-tratto multi-metodo è quella dei modelli di equazione strutturale. Un altro modo è basato sulla verifica, tramite ispezione delle matrici di correlazione multi-tratto multi-metodo, dei quattro criteri proposti da Campello e Fiske (il vento e infuria la bufera, scarperotte eppur bisogna andar):

  1. Dimensionalità, attendibilità e validità - Capitolo 5 101. Le correlazioni tra lo stesso costrutto misurato con metodi diversi devono essere maggiori di 0, sufficientemente grandi, e statisticamente significative: se il primo criterio è quindi soddisfatto, possiamo dire che le nostre misure hanno validità convergente;
  2. Ogni correlazione mono-tratto etero-metodo deve essere maggiore dei valori corrispondenti delle correlazioni etero-tratto etero-metodo;
  3. Ogni correlazione mono-tratto etero-metodo deve essere maggiore dei valori corrispondenti delle correlazioni etero-tratto mono-metodo;
  4. Ogni correlazione mono-tratto etero-metodo deve essere maggiore dei valori corrispondenti delle correlazioni etero-tratto mono-metodo;
Richiede la stessa configurazione delle correlazioni etero-tratto etero-metodo ed etero-tratto mono-metodo. Nel caso di una matrice con due tratti e due metodi questo criterio non può essere verificato: ci vuole una matrice con almeno tre tratti. 5. Validità nomologica Affinché ci sia validità nomologica bisogna dimostrare che il costrutto predice ciò che deve predire e non predice ciò che non deve predire e che si inserisce appropriatamente in una rete di relazioni con altri costruttori teoricamente affini. Si differenzia dalla validità di costrutto perché quest'ultima è volta all'esame della convergenza delle misure diverse di uno stesso costrutto e alla discriminazione tra costrutti diversi, ma non è informativa rispetto alle relazioni predittive tra il costrutto in esame ed altri costrutti teorici. La validità nomologica è simile a quelle di criterio. La differenza cruciale è che mentrevalidità sono tre concetti fondamentali nella valutazione di uno strumento di misurazione psicologica. La dimensionalità si riferisce al numero di dimensioni o fattori che uno strumento misura. L'attendibilità si riferisce alla coerenza e alla precisione delle misure ottenute con lo strumento. La validità si riferisce al grado in cui uno strumento misura effettivamente ciò che si propone di misurare. Esistono diversi tipi di validità, tra cui la validità di criterio e la validità nomologica. La validità di criterio riguarda la capacità di uno strumento di prevedere o correlare con un criterio esterno. Ad esempio, se uno strumento di misurazione del livello di stress è in grado di prevedere il rendimento lavorativo, allora ha una validità di criterio. La validità nomologica riguarda la capacità di uno strumento di misurare un costrutto in relazione ad altri costrutti. Questo tipo di validità implica l'esistenza di relazioni teoriche tra il costrutto in esame e altri costrutti. Ad esempio, se uno strumento di misurazione dell'autostima è correlato positivamente con uno strumento di misurazione della felicità e negativamente con uno strumento di misurazione della depressione, allora ha una validità nomologica. Per verificare la validità nomologica, è necessario avere una teoria ben sviluppata che indichi le aspettative di relazione tra i costrutti e misure per ognuno di essi. Inoltre, è necessario utilizzare il metodo delle equazioni strutturali, che consente di testare empiricamente le ipotesi teoriche. In conclusione, la validità di criterio e la validità nomologica sono due importanti concetti nella valutazione degli strumenti di misurazione psicologica. La validità nomologica richiede una teoria ben sviluppata e misure empiriche per testare le relazioni tra i costrutti. Validità - Capitolo 5

11 FATTORI CHE DIMINUISCONO L'ATTENDIBILITÀ E LA VALIDITÀ

Dettagli
A.A. 2022-2023
63 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/01 Psicologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Carlo.riccioli di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diagnostica psicologica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Catania o del prof Castellano Sabrina.