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N.B. l’informatica NON ha solo sostituito la chimica nei processi fotografici, MA ha anche

messo radicalmente in discussione la stessa funzione rappresentativa dell’immagine!

2.Codice della vita e codice dell’informazione

scoperta del DNA → visione della genetica, sempre piú concepita come una «scienza

dell’informazione»

N.B. genetica + informatica = si strutturano sulla scorta di un

impianto codicale (quello della vita e quello numerico sono del

resto codici >> ossia sistemi di segni convenzionali impiegati allo

scopo di rappresentare informazioni)

esempio: Jurassic Park → sul suo «volto» risulta proiettata la

fitta sequenza di basi azotate che ne compone il codice genetico

>> compenetrazione tra dimensione biologica e calcolo computazionale → esplicita una

diretta relazione tra il codice genetico della creatura (il suo Dna) e il codice dell’informazione

digitale che ne ha consentito la rappresentazione filmica

3.Metterci la faccia. La fenotipizzazione del Dna

Fonetipo : in biologia, l'insieme delle caratteristiche morfologiche e funzionali di un

organismo, quali risultano dall'espressione del suo genotipo e dalle influenze ambientali.

vd. DA materiale genetico >> possibile ipotizzare alcuni tratti fenotipici (legati dunque

all’apparenza esteriore)

​ MA il profilo cui perviene il Dna FP non indica né nome né cognome, tanto meno la

data di nascita, l’indirizzo o altre generalità, costituendone piuttosto l’impronta genetica: un

indicatore QUINDI necessita di un abbinamento, di una corrispondenza, per poter assolvere

la sua funzione identificativa.

PERCIO’ genetisti e ricercatori forensi hanno lavorato per mettere a punto un differente

metodo: la correlazione > confronto genotipo-fenotipo → sviluppare modelli di calcolo

computazionale che, sempre a partire dal campione di Dna, e combinati ad avanzati

software di computer grafica, non forniscano piú solamente un’impronta genetica da

incrociare nei database istituzionali: piuttosto, che si dimostrino in grado di predeterminare

alcuni tratti fisici del soggetto ignoto >> progetto HirisPlex-S 10

INOLTRE possibile ANCHE presagire in qualche misura l’intera fisionomia del volto > esperti

di imaging digitale permette infatti all’analisi condotta sul materiale genetico a disposizione di

evolvere in uno stadio ulteriore, giungendo all’elaborazione di un vero e proprio modello

grafico digitale

→ N.B. Dna phenotyping (da qui, Dna PT) → dato un campione di Dna di un soggetto

anonimo, diviene possibile avviare un iter di analisi genetica, conversione digitale e, infine,

ricostruzione grafica, che opera letteralmente per dare un volto al codice

4. Il «ritratto» fenotipico e l’opera di Heather Dewey-Hagborg

N.B. la fattura del modello fenotipico non è infatti finalizzata a rappresentare una faccia

umana, quanto semmai a organizzare un’interfaccia informatica, intesa come un sistema di

controllo e di comunicazione QUINDI quindi un «ritratto», come spesso viene definito in

ambito giornalistico e nella divulgazione forense, è un ritratto senza passato, tutto orientato

al futuro. (modello fenotipico = immagine premonitrice)

​ >> un’immagine che, similmente ad altre configurazioni contemporanee di volti – da

quelli creati in Cgi (computer-generated imagery), fino a quelli composti dalle Gan

(generative adversarial network) –, attesta come oggi lo statuto della face sembri scivolare

sempre piú, in accordo alla definizione di Hans Belting, verso quello della cyber face → una

maschera digitale! - modello orfano del suo referente → servizio di una referenzialità non

rappresentativa ma predittiva, e dunque ipotetica, congetturale, sempre coniugata al futuro.

SI BASA SU QUESTO ricerca di Dewey-Hagborg → decostruire passo passo lo statuto del

modello fenotipico assumendo come prospettiva critica il punto

di vista dell’arte >> Stranger Visions → estrarre e analizzare il

Dna contenuto in una serie di campioni anonimi, i risultati

ottenuti vengono incrociati con i caratteri fenotipici contenuti in

un catalogo di volti precedentemente acquisito >> archivio, un

face space coincidente con un corredo di varianti ampio ma non

illimitato, composto, in questo caso, da duecento scansioni di

volti (metà maschili, metà femminili) riconducibili a soggetti di

differenti etnie, convocati in rappresentanza di svariate

caratteristiche genetiche e somatiche

​ POI ha creato maschere con stampante 3d → fotoscultura ( inventata dall’artista

francese François Willème alla metà del XIX secolo – l’immagine elaborata non si comporta

piú, similmente alla fotografia, come un’impronta, la traccia di una presenza passata:

evolvendo semmai in una matrice, l’origine di derivati futuri)

ALTRO ESEMPIO Probably Chelsea. A Becoming Resemblance

→ l’artista genera al computer, e stampa in seguito in 3D, trenta

maschere di Chelsea Manning, una detenuta statunitense

transessuale

→ Le due opere suscitano interesse perché si offrono come potenti

attestazioni di come l’arte concorra a dare voce a una

contro-narrazione con cui rileggere in filigrana una conquista

tecnologica, fino a farne emergere limiti, contraddizioni,

problematicità. CIOE’ fenotipizzazione del Dna non può che

pervenire a una sintesi iconica sempre precaria e contingente

INFATTI con Stranger Visions, chiarisce che il modello grafico di un volto, in quanto

costantemente esposto all’analisi dei dati durante la sua formazione, si struttura come

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un’immagine al contempo singola e multipla; CON Probably Chelsea sembra invece voler

rimarcare che tanto la traduzione delle informazioni genetiche, quanto la loro elaborazione

grafica, non sempre finiscono per (di)mostrare la stessa cosa

5.Un pernicioso precedente: la «composite portraiture»

vd. modello grafico generato a partire da un prelievo di Dna ed elaborato dal calcolo

computazionale >> rischia di risultare un ausilio ammantato di un’aura ingannevole di

infallibilità, un qualcosa di freddo e oggettivo! INVECE la fenotipizzazione del Dna fornisce

va sempre soppesata come un oggetto ottenuto artificialmente: non come un segno naturale

INFATTI Del volto, il modello fenotipico non è infatti né una copia digitale, né una scansione

ad alta definizione. Non ne è, tanto meno, una riproduzione fotografica → Nel Dna PT non

solo infatti non c’è oggetto, non c’è obiettivo, non c’è camera, non c’è scatto: in buona

sostanza, non c’è fotografia

vd. Parabon NanoLabs (laboratori forensi in Virginia) → Parabon Snapshot: un metodo di

fenotipizzazione del Dna che, già a partire dalla sua denominazione, associa

deliberatamente l’immagine generata dal Dna PT alla concezione della classica istantanea

fotografica

N.B composite portrait di Francis Galton → impiego della fotografia come strumento

d’indagine con cui studiare vari segmenti della popolazione >>sovraesporre, in modo

parziale e ripetuto, una serie di lastre fotografiche di individui messi in posa, pervenendo

infine a un ritratto composito

→ Nulla ovviamente a che vedere con il data flow, guidato dal machine learning e plasmato

dal lavorio della Cgi, che caratterizza le attuali tecniche di Dna pt TUTTAVIA una sorta di

iniziativa postfotografica

>> photofitting >> prendendo le mosse da due archivi di scatti fotografici, pongono la

distinguibilità della parte a servizio dell’organicità del tutto, sacrificando cosí la riconoscibilità

evidente delle immagini di partenza per confidare, piuttosto, nella riconoscibilità suppositiva

dell’immagine finale verso la ricerca di una generalità statistica (rischio: imposizione di uno

stereotipo!) Spettri - Lorenzo Donghi

1.Oltre il visibile naturale

vd. elemento dell’emergere dell’energia (al centro di questo saggio)

vd. ANCHE operatività occhio > sempre vincolata a limiti intrinseci, che definiscono dunque

la meccanica dello sguardo che in esso si incarna. es. la porzione del visibile che possiamo

inquadrare

INOLTRE ad “occhio nudo” possiamo distinguere solo un certo tipo di luce! >> luce COME

medium essenziale per la nostra visione

>> delega tecnologica SE si vuole andare oltre ai propri limiti naturali, fisici >> quando si

vuole cogliere un’energia che c’è, ma che è impercettibile

vd. XVII > Isaac Newton: primo scienziato a rendersi conto che la luce solare è composta

da piú raggi colorati, determinati da differenti angoli di rifrazione

​ POI XIX > James Clerk Maxwell: la luce visibile corrisponde solo a una piccola

sezione di un piú ampio spettro continuo di radiazione – lo spettro elettromagnetico (o EM) –

al cui interno tutta l’energia presente, luce compresa, viaggia nello spazio sotto forma di

onde, regolata da due misure inversamente proporzionali, lunghezza (m) e frequenza (Hz) 12

ciò che interessa gli studi visuali…e l’energia presente in ogni sua banda può essere non

solo «rilevata», bensí anche «rivelata», quantificata, misurata cioè in termini numerici

CON tecniche di imaging, può essere anche fatta oggetto di sofisticati processi di

visualizzazione

vd. primi anni ‘40 dell’800: John William Draper >dimostrato la capacità di fissare su

dagherrotipo radiazioni non visibili ADESSO tecnologie sempre più avanzate → assicurano

oggi l’accesso a immagini che presentano risultati ottenuti ben al di là dei limiti di quella che

convenzionalmente chiamiamo fotografia

N.B. Austin A. Richards : spingersi «oltre il visibile», cosí almeno come ci è dato di

conoscerlo, significa almeno due cose:

1.​ trasformare l’apparenza di ciò che ci è conosciuto e familiare, imparando a

incontrare l’ordinario in modo nuovo, inedito e spesso sorprendente

2.​ venire a patti con un invisibile che ci era precluso, conferendo così foggia visiva a ciò

che risultava inimmaginato.

2.Vedere il calore. Rilevamento e visualizzazione dell’energia termica

N.B. energie rilevate (prima si capisce che ci sono) POI energie rivelate (come si fanno

emergere)

William Herschel, astronomo → scoperta raggi infrarossi (18° sec) → ripete esperimento

Newton + aggiungendo termometri al mercurio al variare del colore >> nota che la

temperatura aumentava! → scoperta esistenza di qualcosa che fosse al di sotto del colore

rosso!

POI pila termoelettrica → inserendo una fonte di calor

Dettagli
Publisher
A.A. 2024-2025
44 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/08 Sociologia dei processi culturali e comunicativi

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher IzzyBrg di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Cultura visuale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bergamo o del prof D'Aloia Adriano.