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Il rapporto tra ansia e tensione

Se per la paura risulta evidente il coinvolgimento prodotto dalle sue varie componenti, per l'ansia il discorso è più complesso, in quanto non è sempre riconoscibile. L'ansia, in determinate situazioni, è positiva in quanto utile tensione dell'individuo verso i propri obiettivi, mentre in altre diventa un fenomeno negativo, quando supera certi limiti.

Rapporto tra ansia e tensione: Il rapporto tra ansia e tensione è regolato dalla legge di Yerkes-Dodson, secondo la quale esiste un rapporto a U rovesciata tra il rendimento di un soggetto e il grado di tensione e di attivazione provocato; essere troppo rilassati durante l'esecuzione di una prova non aiuta a raggiungere buoni risultati, così come una tensione troppo elevata.

Amica ansia, amica fame: L'ansia si attiva come risposta automatica in presenza di una percezione di minaccia. Spesso le stesse parole che compongono i nostri pensieri attivano la percezione di minaccia e l'ansia stessa.

In assenza di una minaccia realmente presente, alimenta la percezione di minaccia. Si crea, quindi, un circolo vizioso, anzi una spirale. Ma come si esce da questa? Considerando l'ansia come un'amica, la quale ci avvisa dei pericoli, anche se non sono del tutto reali.

Terzo livello: i diritti e gli aspetti cognitivi dell'assertività. Il terzo livello dell'assertività riguarda le attività superiori dell'essere umano, che sono esprimibili sotto forma di diritti della persona. Smith è stato il primo a porre al centro dell'assertività una teoria dei diritti in dieci punti, che ruotano intorno a due principi chiavi: esprimersi in modo chiaro ed esplicito e resistere alle manipolazioni. Le manipolazioni sono una forma di aggressività, utilizzata per controllare i sentimenti altrui senza dichiarare le proprie reali intenzioni.

I diritti sono il quadro di riferimento per una corretta partecipazione di ciascuno ai rapporti interpersonali.

Il punto essenziale è che i diritti sorgono sempre dalla reazione a una minaccia.

Diritti assertivi e giustizia

L'assertività richiede la comprensione dei criteri di giustizia che regolano i rapporti con gli altri e con se stessi. I criteri di giustizia si definiscono per riferimento alla teoria dei diritti; se non si rispetta se stessi, le proprie esigenze, i sentimenti e le convinzioni, non si può comunicare veramente con gli altri. Rispettare i propri diritti significa rispettare quelli altrui, offendere questa regola di giustizia significa offendere se stessi.

Il comune denominatore dei diritti: dire no senza sentirsi in colpa

L'importanza della libertà interiore è tale che tutti i diritti possono ricondursi a quello di dire di no senza sentirsi in colpa. Non rispettare i propri sentimenti perché ci si sente costretti a manifestare benevolenza, anche quando l'atteggiamento interiore è diverso, può portare a una

ostilità verso coloro che pure si volevano privilegiare. La costrizione allabenevolenza è dovuta a molteplici fattori di condizionamento educativo e sociale, ai quali si aggiunge una reattività individuale molto varia. Ma ciò che accomuna i diversi condizionamenti è il senso di colpa, il quale è strettamente connesso con il timore di non essere accettati quando si esprimono le proprie convinzioni e sentimenti. Secondo Smith, tutti i diritti assertivi sono riconducibili al diritto di essere noi i giudici finali di noi stessi. Ciò che chiude in se stessi è soprattutto il timore del giudizio altrui, che agisce in varie forme, la più pervasiva delle quali è proprio il senso di colpa; esso è un forte strumento di controllo interiore, che può essere agevolmente indotto e manipolato dall'esterno. Il senso di colpa è una sensazione sgradevole che è molto diversa da quella che si prova quando si.commette un errore, in quanto nel primo caso l'unico rimedio è la sottomissione e la rinuncia ai propri valori. I dieci diritti assertivi sono: 1. Autonomia di giudizio= vi è la tendenza a ritenere che il conformarsi a regole esterne dia più tranquillità e sicurezza. In realtà, avere come punto di riferimento se stessi piuttosto che gli altri aiuta a perseguire con maggiore chiarezza i propri obiettivi e a valorizzare il proprio punto di vista. Il primo diritto, dunque, implica una precisa assunzione di responsabilità nei confronti delle scelte. L'assunzione di responsabilità presenta due aspetti, uno positivo e uno negativo: il primo consiste nel guadagno procurato dalla scelta e dal fatto che con essa ci si realizza, mentre il secondo è dato dal costo della risposta, in quanto si incorrono indubbiamente dei rischi. 2. Rispetto di sé= si chiede scusa quando si sbaglia causando danno a qualcuno,mentre se non sussiste colpa o danno non è necessario giustificarsi. Molto spesso coloro che ci fanno sentire in colpa, chiedendoci giustificazioni per il nostro comportamento, più che essere interessati alla verità sembrano interessati a mantenere una posizione di potere su di noi. Il rispetto dei sentimenti degli altri, sembra talvolta in contrasto con il rispetto di sé; per non urtare la suscettibilità, ponendo tuttavia rimedio all'indiscrezione, l'indifferenza sembra essere la risposta migliore. 3. Giustizia distributiva= il concetto di giustizia distributiva richiede un equilibrato distribuirsi delle attenzioni tra tutti gli interessati; la decisione di aderire a richieste di favori e di impegno, non dovrebbe ritorcersi contro di noi. In linea di massima, è bene evitare di assumersi delle responsabilità al posto di coloro che rifiutano di prendersele. 4. Cambiare opinione= spesso, chi cerca di persuadere gli altri a non cambiare opinione,

Ama pensare al postoloro e evita lo sforzo per capire un pensiero diverso dal suo. Accogliere idee diverse, cambiare opinione, cambiare il modo di pensare e sviluppare nuove convinzioni non è solo inevitabile, ma auspicabile; potermutare opinione è segno di libertà.

Apprendimento per prove ed errori= può succedere di sbagliare senza che ciò sia segno di una colpa o di cattiva volontà; se l'errore non è stato intenzionale infatti non si può parlare di colpa. Non accettando la possibilità di sbagliare si cade in un modo di pensare rigido che considera gli errori soltanto come fonte di danno. In realtà, procedere per prove ed errori è una forma di apprendimento molto efficace.

Autonomia emotiva= vi sono persone che di fronte a qualcuno, per timore di perderne l'amicizia, non sanno rifiutare nulla. La persona assertiva, invece, distingue i due aspetti del rapporto, la benevolenza e l'impegno.

soddisfare le esigenze. Come sottolinea Smith, non è possibile vivere costantemente nel timore di urtare i sentimenti degli altri e di perderne l'amicizia. È vero che qualche volta qualcuno si offende, ma ciò va considerato un problema suo, non nostro. 7. Spontaneità e logica: la logica si basa sui valori alternativi di vero e di falso; nei sentimenti e nelle emozioni prevalgono invece le sfumature. Privilegiare eccessivamente la logica è un segno di immaturità affettiva che si esprime nella convinzione che tutto debba essere sostenuto da "buone ragioni". La logica conserva invece tutta la sua importanza quando è volta ad approfondire le ragioni delle nostre scelte. La giustificazione di molti comportamenti quotidiani, quando non sono in linea con regole condivise, non si trova tanto nella logica quanto nella motivazione. 8. Sapere di non sapere: il diritto di non nascondere la propria ignoranza, di fronte a domande a cui non si sa rispondere, è un segno di umiltà intellettuale. È importante riconoscere i propri limiti e non avere paura di ammettere di non sapere qualcosa. Questo permette di imparare e di crescere, senza la pretesa di dover sempre avere una risposta per tutto.

nonsappiamo rispondere, è un diritto di tutti. Tuttavia, in pratica, capita di fingere di conoscere ciò che gli altri danno per scontato. Questo diritto riguarda anche la libertà di affrontare nuove situazioni, senza pretendere di possedere la conoscenza preliminare di ogni loro aspetto.

9. Autonomia dei punti di vista= alcune persone lasciano intendere che vi sono norme di comportamento scontate e si scandalizzano se noi chiediamo spiegazioni. Nei rapporti di natura affettiva, si da per scontato che debbano essere gli altri a capire i nostri sentimenti e esigenze, e d’altra parte, se qualcuno si mostra risentito perché non lo abbiamo capito, siamo portati a sviluppare un sentimento di auto-rimprovero; chi vuole veramente essere capito, deve impegnarsi perché ciò avvenga.

10. Libertà di scelta= l’immagine di sé e l’autonomia, si rafforzano coltivando i propri interessi, mentre chi è pertanto ad assecondare gli

interesse altrui vede, con il tempo, sbiadire la propria personalità. Una variante sottile è quella del perfezionismo; chi vuole migliorare se stesso e raggiungere risultati più ambiziosi non si accetta come persona e pospone le proprie inclinazioni ad altre derivate dall'esterno.

Diritti e valori La radice profonda dei diritti della persona è il rispetto reciproco, la comprensione, l'onestà, la delicatezza dei sentimenti e il coraggio delle proprie azioni.

Quarto livello: apprezzare e motivare L'apprezzamento è una delle principali condizioni da cui dipende il comportamento sociale. Esso è una forma di rinforzo sociale che agisce sul comportamento degli altri sotto forma di segnali positivi (procurano soddisfazione, piacere, sollievo) o negativi (creano disagio, ansia, disappunto, insoddisfazione). Purtroppo molto spesso accade che persone meritevoli di apprezzamento vengano private di un adeguato rinforzo; l'esigenza

dell'apprezzamento è così sentita che quando non viene soddisfatta lascia frustrati e depressi.

La motivazione delle persone dipende dalla forza dei loro motivi, i quali sono rivolti verso obiettivi che possono, a loro volta, essere consapevoli o inconsapevoli. Se i risultati conseguiti dall'individuo per soddisfare i propri bisogni sono positivi, ne deriva un aumento di motivazione per realizzare ulteriori obiettivi (rinforzo).

La motivazione si esplica nella scelta dell'obiettivo e del modo per raggiungerlo e determina la forza con cui l'obiettivo viene perseguito. Vengono definite operazioni motivazionali, quei comportamenti che predispongono l'individuo all'azione su cui agisce il rinforzo. Esse sono nove: sei sono connesse con una deprivazione o mancanza (es. cibo, acqua, sonno...) e tre sono connesse con sensazioni sgradevoli (es. caldo, freddo...).

Il rinforzo L'apprezzamento tecnicamente è detto rinforzo.

ma rinforzare è più che apprezzare. L'abilità di rinforzare sembra andare oltre le esigenze del comportamento assertivo, definendosi il concetto di rinforzo sociale come tutto ciò che vi
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Publisher
A.A. 2022-2023
21 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/08 Psicologia clinica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Marti.Cesc di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Counseling e psicoterapia cognitiva e comportamentale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Padova o del prof Novara Caterina.