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Padri e figlie, madri e figlio: obbediente ancora prima di nascere: Anna Comnena
Irene per farla nascere aspetta il ritorno di Alessio. Si dice per rafforzare il loro legame, in realtà è per evitare l'accusa di aver scambiato i neonati. L'educazione di Anna preoccupa i genitori e lei studia in gran segreto, finché non passa sotto la tutela del marito Niceforo Briennio e allora Irene non avrà più nulla in contrario, Anna riceverà gli insegnamenti grammaticali da un eunuco. Anna è figlia obbediente, ma anche colei che chiede particolari concessioni, come la grazia per la rivolta degli Anemadi. Anna è felice di seguire le indicazioni dei genitori, non è un sacrificio in quanto nutre sincero affetto. Rapporto speciale madre-figlia anche sul letto di morte di Alessio. La congiura contro il fratello Giovanni viene respinta e lei va in convento con la madre, dove compone l'Alessiade.
Il sostegno della madre anziana: Maria
Sclerena
Viene descritto il lamento della madre della Sclerena, concubina di Costantino Monomaco, morta prematuramente. Si trovano dei riferimenti all'antichità classica, come il lamento di animali deboli e delicati (colomba, uccellini). Lacrime di sangue perché è morto il suo stesso sangue. La morte completamente innaturale di una figlia, che non sarà più conforto per la vecchiaia. Lacrime che cadono per lavare la figlia, riferimento all'usanza antica di cospargere il cadavere di oli profumati.
La figlia compianta: Stiliana
Figlia di Psello che muori di malattia a 9 anni. Psello racconta scene quotidiane inusuali da leggere. La madre rimane marginale e senza nome. La morte è anche qui contro natura e illogica. È la scelta divina di volerle evitare i dispiaceri e i peccati della vita adulta, conservandone l'innocenza. Ancora lamenti funebri, ma con l'aggiunta cristiana del sogno della Vergine col Bambino prima di morire.
L'interpretazione di Psello è: dai genitori terreni al Padre e la Madre celesti. Psello non si dà comunque pace e l'ultima preghiera non è per Dio ma per la figlia stessa, chiedendole di continuare il loro rapporto affettuoso in sogno. Consolatio cristiana si accosta continuamente al threnos pagano. Un modello per i suoi stessi genitori: Teodota Teodota, madre di Psello, sposata e lasciati i genitori, continua il rapporto con loro ma con saggezza e diventando un esempio per i suoi stessi genitori. Teodota è a conoscenza di questo, ma la sua virtù sta nel continuo rispetto e obbedienza. Teodota, pur nolente, accetta volontariamente le nozze imposte per non far passare il padre alle minacce che comunque non sarebbero arrivate. Il rapporto con il padre continua anche in convento, la andrà a trovare e la redarguirà sulle troppe pratiche ascetiche, finché non la convincerà a mangiare del pesce. Alla fine lo darà a una vecchina.perché ormai’obbedienza va a un solo Padre. Quando Teodota muore, il padre sarà fiero di lei e la riconosce come martire. La figlia di un re a Costantinopoli: Agnese di Francia. Per Eustachio di Tessalonica, Agnese è consapevole di obbedire a un padre che progetta cose buone. Arrivata a Costantinopoli per sposare l’erede Alessio II il suo dovere è diplomatico. Saggia e adattabile. Le cambiano il nome in Anna per bizantinizzarla, significa dono, come quello fatto da Re Luigi VII per suggellare l’alleanza. Viene iniziata ai complessi cerimoniali dagli eunuchi di corte. In realtà, Agnese arriva a Costantinopoli a 7 anni, completamente inconsapevole dell’importanza del fidanzamento, l’unico suo obiettivo è quello di obbedire al padre. Antigone e Creonte: Irene e Andronico. Irene Comnena nasce da una relazione extra-coniugale dell’imperatore Andronico I e sua nipote Teodora. Andronico combinerà il matrimonio con Alessio.anch'egli figlio di incesto tra un imperatore e una nipote. Corromperà il sinodo per permettere il matrimonio adducendo che i figli di relazioni illegittime non sono parenti. Irene subisce tutto ciò passivamente, dopo 3 anni Andronico farà annullare il matrimonio. La figlia qui si ribella silenziosamente, non accettando l'invito del padre a fare come se nulla fosse successo, verrà allontanata da corte. Come nell'Antigone quando la figlia di Edipo darà sepoltura al fratello contravvenendo agli ordini dello zio Creonte, perché le leggi celesti sono gerarchicamente più alte. Niceta descrive Irene come Antigone perché vince il padre dispotico nonostante le conseguenze.
Madre di un intellettuale: Teodota
Elogiata per la moderazione nel mostrare l'amore al figlio Psello. Teodota non vuole viziare il figlio con troppo amore, mentre la sorella lo abbraccia spesso, dato che non ha intenti pedagogici. La madre non gli racconta favole,
ma glimostra il giusto comportamento con racconti biblici, sarà poi lei a fargli proseguire gli studi. Psello le riconosce il merito di averlo generato spiritualmente, come una seconda nascita. Anche nella morte della sorella e del padre, cerca di confortarlo con precetti cristiani. Psello non assiste alla sua morte, non ritenendosi così puro. Lui è comunque attratto dal mondo e dai suoi piaceri, quindi invoca la madre per infondergli gioia e felicità in Dio.
Madri a corte: Maria d’Alania, Anna Dalassena, Eufrosina Castamonitissa
Maria d’Alania non si dà per vinta e vorrebbe il figlio Costantino sul trono, ma poi adotta Alessio I e una volta arrivato al trono non la dimentica e la vuole a corte suscitando malelingue e gelosie di Irene. Alessio fidanza la figlia Anna con Costantino nominandolo successore, finché non nascerà Giovanni. Un’operetta di Teofilatto, antecedente all’ascesa di Giovanni, tesse le lodi di
Costantino, come erede con la benedizione materna. Teofilatto descrive la maternità come prima vocazione della donna (eccezione per la vita monastica). Anna Dalassena partecipa alla congiura con cui Alessio prenderà il trono conquistando la benevolenza di Maria d'Alania e combinando il matrimonio con Irene. Dimostra grande coraggio quando durante la congiura si chiude in Santa Sofia ottenendo il perdono dell'imperatore Niceforo. In assenza di Alessio, sarà proprio Anna Dalassena a governare. La terza è Eufrosina Castamonitissa madre di Isacco II Angelo, che favorirà l'ascesa degli Angeli, usata come bersaglio umano da Andronico Comneno per fare arrendere gli Angeli a Nicea. Conclusioni 7. IL MATRIMONIO: TRA ARMONIA E CONTRASTI Una sola carne e un solo sangue: i genitori della madre di Psello I loro cammini proseguono in stretta sintonia, praticano la castità coniugale e la vita volta a Dio preparandosi alla vita futura. Lo sposo precede lasposanell'altra vita, in cui potrà accoglierla celebrando il loro identico modus vivendi.
La sposa, guida del proprio consorte: Teodota
Teodota si sposa per volere dei genitori, malgrado volesse consacrarsi al signore. È rispettosa del suo ruolo di sposa, lui è molto simile a lei. Lei però vuole andare in monastero, ma il marito è ancora in vita e non acconsente. Andranno insieme in monastero solo dopo la morte della figlia, ma Teodota dà comunque la precedenza a consolare il marito. Dimostra umiltà nell'annullare se stessa per valorizzare il marito. Alla fine sarà il marito il primo ad andare in monastero, convinto dalla moglie. Sarà quindi un'unione spirituale. Alla morte del marito sarà disperata in attesa di raggiungerlo, a differenza della figlia in cui ha represso il dolore per il marito.
Un singolare triangolo amoroso: Zoe, Costantino Monomaco e Maria Sclerena
La relazione con Maria comincia dopo la
Morte della seconda moglie di Costantino, non potendo sposarsi la terza volta. La Sclerena lo seguirà in esilio politico. Costantino andrà sul trono ma lei non diventerà imperatrice, infatti lui diventa imperatore grazie al matrimonio con Zoe Macedone. Sclerena teme per la sua incolumità, ma Costantino intercede con Zoe. Questa è anziana e fa avere a Maria una dimora dove Costantino andrà regolarmente e riempirà di denaro il suo seguito per farli tacere con Zoe. Poi gliene parla e Zoe accoglie Sclerena a corte e instaurano un buon rapporto. Sclerena muore anzitempo. Costantino sarà solo nel dolore, a Zoe non interessano le relazioni terrene.
Luci e ombre di un'unione imperiale: Alessio Comneno e Irene Ducas. Alessio vive a palazzo con la madre adottiva Maria d'Alania suscitando pettegolezzi, Irene non è invitata a palazzo e non è neanche nominata imperatrice. Irene sarà più tardi incoronata dopo un...
Accordo tra suo zio e laDalassena. Irene nelle parole di Anna Comnena è molto affezionata al marito, lo segue in battaglia e lo aiuta. In realtà gli storici interpretano la costante presenza di Irene al fianco del marito come un espediente per non lasciarla da sola, temendo una cospirazione. Irene sarà addolorata alla morte del marito, anche qui Niceta descrive Irene più impegnata ad assicurare il trono alla figlia Anna che a curare Alessio. Affetto c'era, ma mai troppo, sospetto da parte di Alessio e rancore da parte di Irene che vede in Anna sul trono un modo per sconfiggerlo, al posto di Giovanni tanto simile ad Alessio.
Uniti nell'amore per la cultura, divisi dalla brama di potere: Anna Comnena e Niceforo Briennio. Anna era promessa a Costantino, ma egli morirà prima di sposarsi, al suo posto viene scelto Niceforo Briennio e si sposano quando Anna ha 13 anni e lui 35. Lui è un uomo d'armi ma anche uno studioso e letterato, ideale.
per Anna. La esorta a continuare lo studio e sarà un matrimonio felice. Ci saranno però incomprensioni, come la congiura di Anna ai danni di Giovanni, fallito proprio a causa del marito che rimarrà fedele a Giovanni. Anna è molto più determinata di Niceforo perché crede che il trono le spetti di diritto e non perdonerà mai il marito. Lei si ritira in convento, continuando comunque a rispettarlo non esplicitando mai il risentimento, condannando la natura per non averla fatta nascere uomo.
L'imperatore e le sue due spose: Manuele Comneno, Berta di Sulzbach e Maria di Antiochia. Berta è cognata dell'imperatore germanico Corrado ed è promessa di Manuele per alleanza anti-normanna. A Costantinopoli riceverà istruzione e il cambio del nome in Irene. Sarà però sempre considerata una straniera e non si ambienterà mai del tutto, facendo anche diverse gaffe. Manuele e Berta si sposano.