DELLA GEOGRAFIA: L’OSSERVAZIONE DIRETTA 6.1.1 FARE ESPERIENZA DELL’INTORNO SPECIALE
Il metodo privilegiato dai geografi, secondo Armand Frémont, è l’osservazione diretta sul terreno. Il geografo
deve essere in grado di sperimentare in prima persona il territorio, non solo attraverso la lettura di libri o la
consultazione di archivi, ma anche camminando per strade, percorrendo campi e osservando le diverse realtà
che compongono il paesaggio.Questa visione è riassunta nella frase “geografia si fa con i piedi”, che sottolinea
l’importanza di un’esperienza diretta nel processo di comprensione e analisi del territorio. Per i bambini che si
avvicinano alla geografia, il metodo migliore consiste nell’esplorare direttamente lo spazio circostante, partendo
dalla scuola e ampliando gradualmente l’area di osservazione con escursioni didattiche. L’approccio tradizionale,
incentrato sull’insegnamento frontale, si è evoluto in un modello in cui l’apprendimento diventa un processo attivo
di ricerca e scoperta, con l’escursione sul terreno che diventa parte fondamentale del percorso educativo. Negli
anni Duemila, la didattica nell’ambiente si è trasformata in didattica per l’ambiente, con un focus sull’educazione
ecologica e lo sviluppo sostenibile. L’insegnamento della geografia è diventato un mezzo per sensibilizzare gli
studenti alla gestione delle risorse naturali e per favorire una cittadinanza attiva, che tenga conto delle
problematiche ambientali e territoriali. Questo cambiamento implica un coinvolgimento diretto degli studenti nella
gestione e cura del paesaggio e delle risorse, con un approccio interdisciplinare che integra diversi ambiti del
sapere.
6.1.2 L’OSSERVAZIONE INDOOR: ELEMENTI,FUNZIONI, POSIZIONI NELLO SPAZIO DELL’AULA Prima di
esplorare spazi all’aperto, è utile che i bambini inizino a riflettere sullo spazio in cui trascorrono la maggior parte
del loro tempo, come l’aula scolastica. In questo ambiente, i bambini imparano a prendere consapevolezza del
proprio corpo e delle relazioni con gli altri, sviluppando un senso di rispetto reciproco. L’organizzazione dello
spazio educativo aiuta a favorire la comunicazione e la relazione tra pari e insegnanti, creando un ambiente che
stimola l’apprendimento attraverso l’esperienza diretta. L’attività proposta si concentra sullo spazio personale e
sulle distanze interpersonali, un concetto esplorato dalla prossemica, che studia come la distanza fisica tra le
persone influenzi le interazioni sociali. L’approccio mira a sensibilizzare i bambini alla gestione dello spazio, sia a
livello individuale che collettivo. Fase 1: I bambini vengono invitati a mettersi in fila, allargando le braccia per
misurare la distanza tra di loro, imparando così a riconoscere il proprio spazio personale. Successivamente ,
sedendosi a terra, estendono braccia e gambe per tracciare un cerchio intorno a ciascuno di loro, definendo
visivamente il proprio spazio. Questo esercizio aiuta a visualizzare l’importanza del rispetto dello spazio degli
altri. Fase 2: Dopo aver esplorato il concetto di spazio personale, si discute su quando sia appropriato avvicinarsi
a qualcuno, come in un abbraccio o nel confidare un segreto. Il dibattito serve a sensibilizzare i bambini
sull’importanza del rispetto reciproco: non tutti gli avvicinamenti sono sgradevoli, ma devono sempre essere
motivati dal rispetto e dalla considerazione dell’altro. Questa attività non solo sviluppa consapevolezza
geografica sullo spazio fisico, ma favorisce anche la formazione di una cultura del rispetto e della comprensione,
contribuendo alla crescita di bambini consapevoli e responsabili.
6.1.3 QUANDO “LA GEOGRAFIA SI FA CON I PIEDI”: CO-ORGANIZZATORE UN’ESCURSIONE DIDATTICA
L’escursione didattica è un’attività che richiede una pianificazione accurata e la partecipazione attiva degli
studenti per essere consapevoli degli obiettivi, dei contenuti e delle modalità dell’uscita. L’attività ha molteplici
obiettivi, tra cui l’orientamento nello spazio, l’uso delle carte geografiche, la realizzazione di schizzi e carte
tematiche, la progettazione di percorsi, e la comprensione dello spazio geografico come un sistema territoriale in
cui gli elementi naturali e antropici sono interconnessi. La fase di allestimento prevede una discussione con la
classe per definire gli obiettivi dell’uscita, l’oggetto di osservazione, la meta da raggiungere, le modalità di
realizzazione, e i tempi. Gli studenti contribuiscono alla selezione delle località da visitare, valutando fattori come
la distanza, il costo e il tempo disponibile. Inoltre, si pianificano le attività da svolgere, come la raccolta di
materiale, la realizzazione di schizzi e fotografie, e l’intervista agli abitanti o ai frequentatori. La fase di
realizzazione è l’escursione vera e propria, durante la quale gli studenti esplorano il territorio, osservano le
relazioni tra gli elementi naturali e quelli introdotti dall’uomo, e svolgono gli incarichi assegnati. Ogni gruppo
presenta le informazioni raccolte agli altri. In questo momento, il docente agisce come facilitatore, stimolando
riflessioni e mantenendo il gruppo concentrato sugli obiettivi. La fase di rielaborazione avviene in aula, dove si
catalogano i materiali raccolti e si realizzano cartelloni o presentazioni multimediali. È anche un’importante fase
di metacognizione, durante la quale gli studenti riflettono sul loro apprendimento, prendendo consapevolezza dei
processi e degli obiettivi raggiunti nell’esplorazione del territorio. Questo momento aiuta a consolidare le
conoscenze acquisite e a comprendere l’interconnessione tra gli aspetti geografici e le dinamiche territoriali.
6.2 IN MONDO AULA, CON IL METODO DI OSSERVAZIONE INDIRETTA 6.2.1 SE NON FUORI, COME FARE
GEOGRAFIA? L’osservazione indiretta è un metodo fondamentale nella geografia, utilizzato quando non è
possibile accedere direttamente ai territori da esplorare, come durante un’escursione, ma anche quando si
desidera approfondire lo studio di una realtà locale. Questo approccio prevede l’uso di vari strumenti, tra cui
quelli tradizionali, come le carte geografiche, e quelli più innovativi, introdotti dalle nuove tecnologie. Le carte
geografiche, a tutte le scale, rimangono uno degli strumenti principali per l’analisi territoriale. Altre risorse
fondamentali sono le fotografie, sia aeree che terrestri, che offrono diverse possibilità didattiche. Un’importante
innovazione recente è l’uso delle immagini da telerilevamento, che permettono di osservare e studiare territori
anche molto lontani o difficili da raggiungere fisicamente. Un altro strumento utile per l’osservazione indiretta è
l’analisi dei dati statistici, che vanno oltre le cifre apparenti per rappresentare aspetti concreti della vita quotidiana
delle persone. Ad esempio, i dati demografici possono rivelare informazioni sul numero di abitanti, la
distribuzione della popolazione e la densità abitativa, offrendo spunti per comprendere fenomeni come
l’accentramento urbano o lo spopolamento delle zone rurali e montane. In questo contesto, le statistiche non
sono solo numeri, ma strumenti per “animare” i territori e visualizzare le realtà sociali ed economiche che vi si
celano. L’analisi di queste fonti consente agli studenti di avere una visione più completa e dinamica dei territori e
dei fenomeni geografici.
6.2.2 LA FOTOGRAFIA,COINVOLGENTE MEZZO DI OSSERVAZIONE INDIRETTA Nel 1839, Louis Jacques
Mandé Daguerre inventò il dagherrotipo, la prima forma di fotografia, che richiedeva una lunga posa e una
strumentazione complessa. Questo innovativo metodo ha aperto una nuova era nella documentazione e nella
comunicazione visiva, diventando anche uno strumento utile per la ricerca geografica. La fotografia ha permesso
di confrontare luoghi e paesaggi distanti nel tempo e nello spazio, evidenziando trasformazioni e differenze. Nel
campo della didattica geografica, la fotografia è uno degli strumenti più usati e facilmente reperibili, sia nei libri di
testo che online. Le sue applicazioni didattiche sono molteplici e importanti. Può essere utilizzata per
documentare l’evoluzione di paesaggi, confrontando foto storiche con quelle attuali per osservare i cambiamenti
e riflettere sugli impatti delle attività umane sul patrimonio naturale e culturale. È anche utile per analizzare
fenomeni geografici e geologici, come laghi, ghiacciai o forme costiere, con l’ausilio di tecnologie che permettono
di sovrapporre informazioni sulle immagini. Inoltre, la fotografia è un valido strumento per conoscere realtà
territoriali e culturali lontane, contribuendo all’educazione interculturale e alla formazione di una cittadinanza
consapevole e solidale. È fondamentale, però, che gli studenti siano educati ad un uso critico delle immagini
fotografiche, considerando che oggi la tecnologia permette di alterarle. La fotografia non è una rappresentazione
completamente oggettiva della realtà, in quanto riflette solo una parte della realtà stessa, condizionata dalle
scelte di chi la scatta.
6.2.3 MARE O MONTAGNA? AVVICINIAMO I PAESAGGI CON LE FOTOGRAFIE Le immagini fotografiche
sono strumenti utili per avvicinare i bambini della scuola dell’infanzia ai paesaggi geografici. In passato, le
cartoline illustrate erano una risorsa importante per la didattica, ma oggi possono essere sostituite da fotografie
di paesaggi, che possono essere raccolte anche con l’aiuto delle famiglie, attingendo da opuscoli turistici,
calendari o altre fonti. Per iniziare un’attività, si chiede ai bambini se hanno mai visto il mare e di descrivere ciò
che ricordano, orientando la discussione per far emergere gli elementi distintivi dell’ambiente marino.
Successivamente, i bambini disegnano ciò che associano al mare e spiegano le loro rappresentazioni. Un’attività
simile viene fatta per la montagna, dove spesso i bambini si basano su immagini stereotipate, come quelle di libri
o cartoni animati. Successivamente, le fotografie raccolte vengono utilizzate per confrontare immagini di
paesaggi marini e montani. I bambini, divisi in gruppi, osservano le foto e decidono in quale scatola collocarle,
per poi esaminare insieme se le scelte siano state corrette. Le fotografie selezionate vengono quindi incollate su
cartelloni e appese, creando una “mostra” dei paesaggi marini e montani. Questi cartelloni possono anche
essere arricchiti dai disegni realizzati in precedenza. Infine, si affronta il tema della protezione dell’ambiente,
sensibilizzando i bambini sull’importanza di non danneggiare la natura, ad esempio evitando di gettare plastica in
mare o di provocare incendi nei boschi. Si aiuta così i bambini a compre
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