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EQUILIBRIO DI SOLUBILITA’ DI COMPOSTI IONICI POCO SOLUBILI
Soluzione satura = soluzione che contiene la massima quantità di soluto disciolto nel solvente in equilibrio
termodinamico. Il soluto è contenuto nella massima concentrazione possibile senza precipitare. 44
45
VARIAZIONI DELLA SOLUBILITA’
Gli equilibri di solubilità, come qualsiasi altro tipo di equilibrio chimico, reagiscono alle perturbazioni
esterne in accordo con il principio Le Chatelier
1) EFFETTO DELLO IONE A COMUNE. Due possibili conseguenze:
a. Diminuizione della solubilità
b. Aumento della solubilità, se lo ione a comune agisce da complessante (es: idrossidi anfoteri)
Caso a)
M2+ è uguale ad s (solubilità) perché
per ogni mole di sale ottengo una
mole di M2+, che corrisponde alla
solubilità.
I due ioni stanno in rapporto 1:2,
→ noto che la solubilità diminuisce
molto di più quando aggiungo
l’anione che ha una carica minore.
Caso b) Quando lo ione a comune è un agente complessante:
A mano a mano che aggiungiamo moli di
Cl- ci aspettiamo che la solubilità
diminuisca come nel caso precedente, in
realtà vediamo che questa aumenta e il
corpo di fondo tende pertanto a scomparire
Nella prima fase per effetto dello ione a comune diminuisce la solubilità, nella
seconda fase aumenta 46
2) EFFETTO DI COMPLESSAZIONE
Più è forte il complesso che si può formare, più Ag+ partecipa alla reazione di complessazione.
3) EFFETTO DEL pH
I composti poco solubili che possono variare la loro solubilità per effetto del pH sono:
Idrossidi anfoteri (comportamento sia acido che basico; metalli di transizione)
Idrossidi non anfoteri (metalli alcalino/alcalino terrosi)
Sali di anioni di acidi deboli Se io lavoro con il pH, quindi
cerco di aumentarlo e di
conseguenza aggiungo
moli di OH- ci ritroviamo
nel caso 1.a. (effetto ione
a comune). E diciamo
quindi che aumentando il
pH diminuisce la
solubilità.
→ la quantità di moli di OH- è talmente elevata che lo zinco forma un complesso idrosolubile che porta ad
aumento della solubilità. 47
Se diminuisce il pH aggiungo H3O+ e
la solubilità aumenta
4) EFFETTO DEGLI ELETTROLITI CON IONI NON A COMUNE (effetto sale)
Si manifesta quando ad una soluzione contente un sale si aggiunge un elettrolita non avente ioni a
comune con il sale stesso.
Se ad una soluzione di solfato di bario aggiungo una soluzione di cloruro di sodio si genera
una minore attrazione tra Ba++ e SO4--.
Spiegazione: ciascuno ione bario viene circondato da una nube a prevalente carica negativa, nella quale
prevalgono gli ioni cloruro sugli ioni sodio. Analogamente, ciascuno ione solfato sarà circondato da una
prevalente carica positiva dove gli ioni sodio attratti prevalgono sugli ioni cloruro respinti. Queste nubi
agiscono rendendo lo ione positivo “un po’ meno positivo” e lo ione negativo “un po’ meno negativo” di
quanto avviene in assenza dell’elettrolita. La conseguenza è un indebolimento dell’attrazione elettrostatica
tra bario e solfato e quindi un aumento della solubilità.
5) EFFETTO della TEMPERATURA 48
)
→Se il processo di solubilizzazione è endotermico (∆˃0,
Con l’aumento della temperatura l’equilibrio si sposta a destra e il sistema è
detto a solubilità diretta. La kps cresce.
)
→Se il processo di solubilizzazione è esotermico (∆˂0,
ℎ
Con l’aumento della temperatura l’equilibrio si sposta a sinistra, la kps diminuisce
e il sistema è detto a solubilità inversa. La kps diminuisce.
Ricorda inoltre che la solubilità dipende anche dalla natura del solvente (diminuisce in solventi meno polari
di H2O) !
PRECIPITAZIONE FRAZIONATA
Ioni diversi formano con lo stesso reagente precipitati di solubilità diversi. Quando le kps, e quindi le
solubilità, sono diverse posso separare i vari ioni attraverso il controllo del pH. 49
50
PRECIPITAZIONE SELETTIVA
Tecnica utilizzata per separare da una soluzione ioni con la stessa carica e solubilità sufficientemente diverse
utilizzando lo stesso reagente.
TITOLAZIONI DI PRECIPITAZIONE
Tecnica di titolazione basata sulla precipitazione quantitativa dell’analita mediante l’aggiunta di un adatto
titolante (che sarà ovviamente un agente precipitante).
La reazione che porta alla precipitazione deve avere:
Kps molto bassa (< 10^-8 – 10^-10, poiché deve precipitare velocemente)
Produrre una precipitazione rapida e priva di assorbimento
Stechiometria definita
Possibilità di evidenziare velocemente il punto finale
Un reattivo largamante impiegato è il AgNO3, si parla di metodi argentometrici. Questi vengono impiegati
nell’analisi degli alogenuri e pseudoalogenuri (SCN-, CN-, CNO-, ione solfocianuro, cianuro e cianato. Hanno
kps molto bassa e si comportano come alogenuri) + alcuni anioni inorganici 51
52
confronto tra curve ottenuto usando gli stessi reagenti, ma a
concentrazione diversa:
le variazioni di pAg sono tanto più grandi quanto maggiori sono
le concentrazioni.
Confronto tra Sali di Ag poco solubili aventi Kps diverse:
la maggiore variazione di pAg si ha con valori piccoli di Kps.
Durante tutte le fasi di titolazione
pCl + pAg = pKps
il P.F. della titolazione può essere rilevato attraverso:
Indicatori chimici (come lo ione cromato nel metodo di Mohr o indicatori ad assorbimento nel
metodo di Fajans)
Potenziometrici (misura del E di un elettrodo di argento immerso in una soluzione di analita)
Amperometrici (determinazione della corrente generata fra una coppia di microelettrodi di Ag
nell’analita)
Nel metodo di Mohr si usa il cromato di potassio che, reagendo con l’argento, forma cromato di argento
(colore rosso). Durante la titolazione, per ragioni cinetiche, precipita per primo il cloruro di argento (di
colore bianco) e successivamente il cromato di argento. 53
La metodica deve essere effettuata a pH neutro o debolmente basico poiché a pH troppo basici (> 10,5)
l’argento tende a precipitare come idrossido e Ag2O (ossido di argento), mentre a pH troppo acidi (< 6,5) il
cromato si trasforma in bicromato ed acido cromico.
METODO di FAJANS
Tecnica di titolazione argentometrica utilizzata per determinare la concentrazione di ioni cloruro in
soluzione. Spiegazione:
1. Si prepara una soluzione contenente gli ioni cloruro da titolare
2. TITOLAZIONE: Si aggiunge una soluzione standard di AgNO3 al campione contenente cloruri. Il
nitrato di argento forma un sale poco solubile con il cloruro, precipitando come cloruro di argento,
AgCl.
3. INDICATORE: la fluoresceina viene utilizzata come indicatore per adsorbimento. Durante la
titolazione, la soluzione appare giallo-verde fino al punto equivalente, quando si forma il
fluorescinato di argento (colore rosso), evidenziando il punto finale della titolazione.
4. PUNTO FINALE: si raggiunge quando tutta la soluzione ha cambiato colore.
*un indicatore per adsorbimento è un indicatore che, a differenza di quelli tradizionali che cambiano colore
in soluzione, si lega alla superficie di un precipitato o di un composto insolubile durante la titolazione. 54
ANALISI GRAVIMETRICA
L’analisi gravimetrica (o ponderale) è l’insieme delle operazioni occorrenti per separare quantitativamente
un dato componente di una miscela, determinandolo per pesata.
→ i metodi gravimetrici di analisi si basano sulle misure della massa con una bilancia analitica, uno
strumento che fornisce dati molto accurati e precisi.
Consiste nell’isolare il componente da analizzare (che può essere un elemento o un composto con
stechiometria definita), pesarlo e, dalla misura ottenuta, risalire alla sua concentrazione o massa.
L’elemento deve essere isolato da un’aliquota del campione in esame
Gran parte delle determinazioni nell’analisi gravimetrica coinvolgono la trasformazione
dell’elemento da quantificare in un composto puro stabile (derivato) che possa poi essere
facilmente convertito in una forma pesabile
Più nello specifico, diciamo che:
queste tecniche si basano sulla misura della massa di un prodotto per ottenere la quantità di analita.
L’analita viene isolato a composizione chimica ben definita. Il prodotto viene pesato e, nota la composizione
chimica, si risale alla quantità di analita.
La nostra analisi inizia e termina per mezzo di una pesata.
-METODI GRAVIMETRICI:
1) METODI di PRECIPITAZIONE→ in cui l’analita viene separato dalla soluzione del campione e
trasformato in un composto poco solubile (quindi precipita). A questo punto può essere pesato.
2) METODI di VOLATILIZZAZIONE→ sono impiegati per la determinazione di vari sali (es: carbonati,
nitriti e solfuri). Questi metodi prevedono la separazione dei componenti di una miscela
riscaldando o decomponendo chimicamente il campione. Questo processo porta alla perdita o alla
vaporizzazione di composti volatili, determinando una variazione misurabile della massa del
campione (solido o liquido).
Per utilizzare questo tipo di tecniche è necessario conoscere i prodotti della reazione di
decomposizione.
Nei composti organici i prodotti sono solitamente molecole semplici come CO2, N2 e H2O.
Esempio: determinazione del contenuto di carbonato acido di sodio
nelle compresse antiacido.
In questo caso, un campione pesato di compresse polverizzate
viene trattato con acido solforico diluito, per trasformare il
carbonato acido di sodio in CO2. Questa reazione viene
eseguita in una beuta collegata ad un tubo che contiene CaSO4
per la rimozione del vapore d’acqua dal flusso iniziale. Questi
gas passano poi attraverso un tubo di assorbimento che
trattiene CO2.
→ In questi metodi, i sali sviluppano dei gas i quali vengono convogliati in tubi contenenti una
sostanza fissatrice che provocano l’aumento di peso di tale sostanza, da cui si calcola poi la quantità
di sale di partenza. 55
3) METODI di ELETTRODEPOSIZIONE→ consistono nella separazione del componente mediante
elettrolisi. Sono ottimi per la determinazione di molti metalli. Ricadono nell’analisi strumentale.
Attenzione !
Una determinazione gravimetrica può fornire un risultato esatto solo se il metodo eseguito soddisfa i
seguenti requisiti:
1) La separa