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ATENE

Augusto interviene nei 3 poli principali della città: acropoli, agorà vecchia e costruzione di una nuova agorà romana. In primo luogo, Augusto si dedica alla sfera sacra partendo dai templi: sull'acropoli, davanti alla faccia orientale del Partenone (facciata principale), viene fatto costruire un tempio di piccole dimensioni a pianta circolare (tholos) dedicato a Roma e Augusto (soluzione per il culto imperiale dell'imperatore ancora in vita adottata in oriente). Le forme del tempio rispettano l'architettura tardo-classica fregio e capitello ionico che si amalgama agli altri edifici principali dell'Acropoli.

Altro elemento che troviamo nella strada che porta ai propilei è un grande pilastro posto davanti alla pinacoteca dedicato ad Agrippa pilastro in origine eretto per celebrare un re di Pergamo poi riusato per sostenere una quadriga rappresentante Agrippa.

Terzo intervento di età augustea è lo smontaggio e...

Trasferimento del tempio di Ares nell'antica agorà. 33 Agrippa fa poi costruire ad Atene l'odeion: più grande teatro coperto dell'epoca; la struttura è considerata un'opera di grande capacità costruttiva in quanto l'edificio è privo di sostegni interni. Viene citato nelle fonti antiche perché un incendio distrugge la copertura e non si trovarono più delle travi lignee in grado di coprire la struttura senza dover inserire dei supporti verticali. L'edificio era il più alto di tutti gli altri edifici presenti nell'agorà imponendosi quindi su di essi. L'intervento più importante e innovativo promosso da Augusto è la costruzione dell'agorà romana: grande piazza porticata nelle vicinanze della vecchia agorà. È un vero e proprio foro alla romana dal punto di vista della struttura e della funzione in quanto viene costruita sul modello dei fori.

imperiali. L'accesso avveniva attraverso un grande propileo di ordine dorico tetrastilo con un chiaro richiamo al Partenone dal punto di vista del modello architettonico. La piazza era lastricata in marmo e circondata da un portico su tutti i lati. Oltre la piazza si trova una seconda piazza lastricata dove c'era un edificio preesistente (Torre dei Venti che risale al 50 a.C. ed era un grande orologio ad acqua e con l'indicazione dei venti nella parte alta). All'interno dell'agorà c'erano delle basi che sostenevano delle statue rappresentanti i membri della famiglia imperiale (su una si legge il nome di Gaio Cesare). Età adrianea: 117-138 Augusto viene iniziato al culto di Eleusi e lo stesso viene fatto anche per l'imperatore Adriano che passa molto tempo ad Atene. Adriano qui ricopre un arcontato nel 111-112 quando non è ancora imperatore. Nel suo ultimo viaggio, Adriano soggiorna per più di due anni ad Atene. Qui Adriano si dedica a una

Serie di restauri e nuove costruzioni comportandosi come i sovrani ellenistici che, pur avendo i loro regni con le proprie capitali, intervengono ad Atene con atti di evergetismo (fu il caso degli Attalidi, Tolomei e Selucidi).

Adriano fa restaurare l'agorà romana che necessitava di interventi sostanziali e interviene anche su edifici dell'Acropoli, in particolare interviene sul Partenone e sull'Eretteo.

Una conferma di questi interventi è data dal fatto che in età adrianea circolano molte copie delle Cariatidi molto fedeli fatte molto probabilmente su calchi di gesso. Non era possibile prendere i calchi di statue appartenenti a un edificio sacro, per cui è evidente che il calco è stato preso in fase di restauro. Copia di una cariatide presente a Villa Adriana.

Adriano interviene anche sulla cella del Partenone e probabilmente sulla statua dell'Atena Parthenos; infine, un altro grande intervento è la fine della.

costruzione dell'Olympieion dedicato allo Zeus Olimpio: cantiere iniziato da Pisistrato intorno al 530 a.C. come un edificio diptero ionico. Il tempio era molto probabilmente un hekatompedon con una doppia fila di colonne che circondava la cella. Il cantiere viene inizialmente chiuso con la cacciata dei Pisistratidi e la neonata democrazia non continua la sua costruzione in quanto manifestazione dell'episodio tirannico. Dopo il sacco persiano, i materiali da costruzione destinati al tempio vengono reimpiegati per la costruzione delle mura. Un sovrano di Siria, Antioco IV, si impegna a riprendere il cantiere nel II secolo d.C. e promuove una costruzione in marmo pentelico chiamando un architetto romano: Menelaos Cossutios ma anche questo tentativo non arriva a una conclusione in quanto il cantiere viene interrotto alla morte di Antioco. Ulteriore fase disastrosa per il cantiere fu l'episodio del sacco sillano Silla ordina di prendere le colonne usate poi per la

Ricostruzione del tempio di Giove Capitolino. L'edificio è di nuovo abbandonato fino all'arrivo di Adriano: è possibile che del cantiere ellenistico siano sopravvissute alcune colonne usate come modello per la ripresa del cantiere da parte delle maestranze a cui Adriano ordina di completare l'edificio. L'opera viene finalmente inaugurata tra 131-132 d.C. edificio colossale ottastilo con due file di colonne sui lati lunghi e tre file di colonne sui lati corti. Il tempio è inserito all'interno di un recinto che si affaccia sulle rive del fiume Ilisso.

Nell'opistodomo c'era una colossale statua di Adriano realizzata in tecnica crisoelefantina avendo come modello lo Zeus di Fidia a Olimpia. Disseminati nell'area del recinto ci sono poi decine di basi dedicate ad Adriano da parte della lega delle città greche che Adriano forma con sede Atene; di questa lega non facevano parte solo città greche ma anche

città che vantavano un’origine greca.

ARCO-PORTA DI ADRIANO
L’edificio mette insieme due linguaggi diversi: la parte inferiore è romana mentre quella superiore è greca. Mancano poi delle colonne libere che inquadravano l’arco, la lastra chiudeva lo spazio centrale in cui apparivano le statue di Teseo e Adriano (sui due lati). L’arco alla romana è inquadrato da un ordine applicato ed è sormontato da tre colonne con un’edicola centrale e due finestre che ricordano lo spazio dell’Eretteo.

LEZIONE 10, 12.10.2022
Tra gli interventi dell’età di Adriano, ci sono degli edifici non identificabili quali la sede del Panelleion (in cui si riunivano i rappresentanti) ma non è il solo Pausania cita il Pantheon→ e un ginnasio fatto costruire da Adriano.

Questi 3 edifici sono stati variamente identificati con edifici noti o strutture di cui rimangono porzioni limitate all’interno della città di Atene.

questo caso due muri colossali che non permettono la ricostruzione neanche di una pianta). Esiste però la biblioteca che, con difficoltà, può essere identificata con questi edifici elencati nelle fonti. L'edificio è stato costruito a fianco all'agorà romana ed è un edificio di grandi dimensioni, sicuramente pubblico e databile all'età adrianea.

L'edificio antico è stato dedicato nel 132 d.C. ed è un grande recinto di 182x80 m i cui muri perimetrali sono costruiti in poros (calcare locale) ad eccezione della facciata, in marmo.

Il recinto comprende un giardino centrale con una grande vasca circondato da un portico di 100 colonne in pavonazzetto di cui non ne è sopravvissuta nessuna; sul portico si affacciano 6 aule laterali alternate in semicircolari e rettangolari. Sul fondo ci sono 3 sale: una sala al centro con nicchie su 3 lati articolate su 3 piani e con un sistema di colonne che reggono

deiballatoi che permettevano di accedere alle nicchie e delle scale ai lati che permettevano ilraggiungimento dei diversi livelli. Accanto alla sala centrale ce ne sono altre 2 quadrateconnesse a quella centrale.

Ai lati di questi 3 ambienti ci sono 2 autori (?): il lato di ingresso comprende un grande pronaocon 4 colonne in pavonazzetto e un muro pieno in marmo pentelico in opera isodoma con unsistema di colonne libere in cipollino con funzione unicamente decorativa.

Alle estremità della facciata c’erano invece due ale di muro concluse con delle basi eospitavano due statue di Nikai che stavano atterrando su un globo. invasioni barbaricheEvento traumatico per l’edificio, e per la città di Atene, fu il sacco degli Eruli: tribù barbaraesterna all’impero che, nella seconda metà del III secolo, riesce a penetrare fino alla Grecia,saccheggiando Atene.In seguito a questo sacco che porta alla distruzione di Atene, la città si contrae le

Le istruzioni sono tali che la popolazione cala e si arriva a un impoverimento generale della città. A seguito dell'evento, viene costruita una cerchia di mura con i monumenti distrutti dal saccheggio: mura post-eruliane contraggono di molto l'area della città, includono l'agorà romana e antica ma esclude la biblioteca. Smontando le mura, sono stati recuperati centinaia di elementi appartenenti a diversi monumenti. Questo edificio siamo certi corrisponde a una grande biblioteca lussuosa con una serie aule destinate a lezioni e incontri, la sala dei libri (sala centrale con le nicchie in cui erano contenuti gli armadi destinati ai libri), sale di lettura (2 sale ai lati) e gli auditori per gli incontri che potevano accogliere un vasto pubblico. L'ultima sala era costituita da uno spazio piano e da una struttura che poggiava a dei contrafforti inclinati (contrafforti voltati destinati a reggere una serie di gradini e con una leggera curvatura).

Come se fosse la sezione di una cavea teatrale, in modo da consentire al pubblico di vedere/ascoltare chi stava nello spazio piano). Abbiamo visto che solo la facciata è in marmo mentre il resto in poros è interessante in questo caso la resa architettonica: la trattazione della superficie esterna è in bugnato rustico (i grandi blocchi di poros sono definiti rispetto alla loro forma parallelepipedica: estremità e angoli lavorati in modo da incastrarsi perfettamente tra di loro mentre le superfici del parallelepipedo sono lasciate semigrezze); questa scelta stilistica comunica un'idea di forza e solidità della struttura dell'edificio che troviamo in alcuni edifici di età claudia (es. Porta Maggiore a Roma che in origine sosteneva i 3 acquedotti che si intersecavano sulla Via Prenestina).

STATUA DELLA NIKE

Statua molto alta con la rappresentazione di una Vittoria che, al termine del volo, atterra su un globo con le braccia sollevate a reggere

uo stemma di famiglia. Era realizzato in metallo lucido e aveva una forma ovale. Al centro dello scudo c'era un leone rampante, simbolo di forza e coraggio. Attorno al leone, erano presenti diverse figure geometriche intrecciate, che rappresentavano l'unità e la solidità della famiglia. Sopra lo stemma, c'era una corona, simbolo di nobiltà. L'intero scudo era circondato da una bordatura decorata con motivi floreali. Era evidente che lo stemma era stato realizzato con grande cura e attenzione ai dettagli.
Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
110 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ANT/07 Archeologia classica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher elvalassina di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Archeologia delle province romane e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Politi Fabrizio.