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Caso di Zambia e la vittoria elettorale del Movimento Multi-partito Democratico (MMD)

Cfr. caso di Zambia e della vittoria elettorale del Mov Multi-partito Democratico (MMD) su K. Kauda (1991). Qstmov riesce a vincere perché formato sia da Big Men che hanno cavalcato l’onda del discontento sociale generato dallamancanza di cibo, sia da giovani aspiranti alla carriera politica, fra cui viene scelto F. Chiluba come nuovo leader.

Chiluba sale al potere con tanti “debiti soc” verso l’ampia rete di sostenitori che lo ha portato così in alto e deve perforza ritornare alle vecchie pratiche di gov al fine di ottenere rapidamente le risorse nec per tali ricompense.

Nonostante le promesse di riforma, nulla accade perché Chiluba ha poco margine di azione, stretto fra le richieste deisuoi potenti sostenitori e le aspettative della popolazione; qst ultima, una volta compreso che nulla sarebbe cambiato, ètornata ad affidarsi al buon vecchio sistema di patronage. Solo recentemente la situazione è in parte cambiata,

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Perché Chiluba è div più benestante e quindi più indipendente. Ma il clientelismo regna sempre sovrano, le pratiche di governo sono le solite, le elite politiche sono formate da politici riciclati dal vecchio ordine.

In questo senso vanno lette anche le ri-elezioni di leader non più popolari, come Kerekou in Benin o Ratsiraka in Madagascar. Cfr queste elezioni con detti locali: "chiunque abbia già mangiato, può ritornare al potere" (Benin); "un coccodrillo che ha già mangiato non è più pericoloso" (Madagascar) - i vecchi politici, proprio in virtù del loro passato fallimento, presteranno più attenzione e rispetteranno meglio le obbligazioni sociali che ci si aspetta da loro.

La legittimità politica si basa sulle aspettative di redistribuzione dei beni, non su aspetti ideologici o su altri elementi. Non solo, i vecchi politici riescono spesso a ritornare al potere perché abili ormai nella pratica.

di cambiare stile e discorso; sono camaleontici e sanno che oggi è finita la moda della critica anti-coloniale, del nazionalismo, dello sviluppo, dell'autenticità tradizionale, sorpassata da concetti nuovi quali liberalizzazione, pluralismo, democrazia, diritti umani, legge, buon governo, aggiustamento strutturale. Queste sono le parole d'ordine per conquistarsi l'appoggio (e gli aiuti economici) dei Paesi occidentali. Queste sono le parole d'ordine che vengono più votate perché tutti, governanti e governati, vogliono che sia possibile l'accesso e la redistribuzione delle risorse. Post raccomandazioni della Banca Mondiale, i leader politici africani sono stati invitati ad un approccio di governo più responsabile ed efficiente, un approccio da riformare dal basso se necessario. Questi discorsi però non tengono conto della reale situazione politica africana. Le fondamenta della responsabilità politica sono collettive ed extra-istituzionali, si basano sulle relazioni sociali e sulle dinamiche di potere.

particolari fra Big Men e rispettive comunità. Per questo la politica del continente è una politica di fazioni. Al di là delle aspettative generate dalla transizione verso una politica multi-partito e dall'eventuale cambio di regime/governo, nel complesso non sono cambiate le relazioni sociali che dirigono le dinamiche politiche del continente. Gli attori politici hanno bisogno di legittimità e quindi di prestigio e quindi di un ampio network sociale. Non importa il gap sociale fra alta/bassa società, perché le due parti sono strettamente collegate da relazioni clientelari e di nepotismo. Gli abusi di potere sono tollerati nella misura in cui i potenti soddisfano le richieste della loro base di voto. C'è un'asimmetria di poteri fra alta/bassa società in favore dell'alta, che tuttavia deve agire all'interno di vincoli ben definiti. Nonostante la "transizione democratica" non si sono verificate così forti modifiche nellarappresentanza politica. I cittadini non votano per senso civico o perché appoggiano determinate ideologie o programmi, votano in base a quelli che sono i loro possibili ritorni personali. Il voto fa parte di un calcolo di reciprocità patrimoniale. Sarebbe errato vedere il passaggio verso una politica multi-partito come un passo avanti verso l'adozione di una democrazia in stile occidentale e verso politiche che puntano allo sviluppo del bene comune. L'attuale sistema conviene troppo a tutti, élite e bassa società, locale e nazionale. Risorse fluiscono dall'alto verso il basso, appoggio politico dal basso verso l'alto. I ricchi fanno sfoggio del loro benestare e va bene, nella misura in cui condividono le risorse; l'ostentazione è poi un modo per rafforzare il proprio status pubblico e ampliare la propria rete sociale. La magnificenza è così intesa come munificenza; l'ostentazione corrisponde all'ampiezza delle aspettative della popolazione.

E serve ai Big Men per rafforzare il proprio prestigio, la propria legittimità, la pretesa di rappresentatività. L'ostentazione è particolarmente funzionale ai "nuovi ricchi", che hanno risorse ma non clienti né rispetto; se i nuovi ricchi sapranno giocarsela bene, rispettando le norme sociali, potranno guadagnarsi entrambi.

Questo è ulteriore conferma che nell'Africa contemporanea nulla è cambiato per quanto riguarda la natura della leadership e delle elite politiche. L'emergenza di nuovi politici o di nuovi regimi non ha mutato la logica della reciprocità che tanto caratterizza la politica africana. La maggior parte della gente comune è più preoccupata per i suoi problemi quotidiani (per i quali necessita di patron potenti) che per il futuro del Paese. Le elite sono state indebolite non tanto dalla transizione politica-democratica quanto piuttosto dalla crisi economica, che rende più difficili reperire le risorse necessarie a soddisfare la domanda della clientela.

Anche se la crisi economica, per paradossale che sia, ha anche rafforzato le élite, nella misura in cui le risorse sono scarse e la popolazione ha ancora più bisogno di affidarsi al sistema di patronage. Questo meccanismo politico ha diversi difetti ma funziona e ci sono poche possibilità che cambi nel prossimo futuro; il cambiamento non conviene a nessuno sarebbe troppo impegnativo, né di una totale riforma della cultura politica locale, della mentalità, dello Stato. PARTE (2) – LA RI-TRADIZIONALIZZAZIONE DELLA SOCIETÀ ----------------------------------------------------- In questa seconda parte del volume si affrontano questioni diverse da quelle politiche tradizionali, sconfinando nell'analisi sociologica e antropologica. Ci si concentrerà ora sugli individui e sulle comunità che formano la società, una società che sta andando verso una ri-tradizionalizzazione pervasiva, cosa che confonde i sostenitori della modernizzazione africana. Si attribuisce tale "movimento indietro" alla ricomparsa delleparadigma della razionalità occidentale. Inoltre, sarà importante esaminare il ruolo delle istituzioni tradizionali e delle pratiche culturali nella società africana contemporanea. Per comprendere appieno la complessità della politica africana, è necessario superare gli stereotipi etnocentrici e riconoscere la diversità delle forme di governo e di organizzazione sociale presenti nel continente. L'Africa sta attraversando un processo di modernizzazione unico, che implica una combinazione di elementi tradizionali e moderni. L'identità svolge un ruolo fondamentale nella formazione dei gruppi sociali africani. Le persone si identificano non solo in base alla loro appartenenza etnica, ma anche attraverso fattori come la religione, la lingua e la storia condivisa. Questa complessità identitaria influenza le dinamiche politiche e sociali dell'Africa. Inoltre, l'irrazionale, inteso come tutto ciò che non rientra nel paradigma della razionalità occidentale, gioca un ruolo significativo nella società africana. Le credenze spirituali, le pratiche tradizionali e le superstizioni sono ancora presenti e influenzano le decisioni e le azioni delle persone. Infine, le istituzioni tradizionali e le pratiche culturali continuano a svolgere un ruolo importante nella società africana contemporanea. I capi tradizionali, i consigli degli anziani e altre forme di governo tradizionale coesistono con le istituzioni statali moderne, creando un sistema ibrido che riflette la complessità della società africana. In conclusione, l'Africa sta attraversando un processo di modernizzazione unico, che combina elementi tradizionali e moderni. Comprendere la complessità della politica africana richiede di superare gli stereotipi etnocentrici, analizzare l'identità, esaminare il ruolo dell'irrazionale e riconoscere l'importanza delle istituzioni tradizionali e delle pratiche culturali.magico-religioso. E infine occorre analizzare l'aumento di brutalità e crimine avvenuto negli ultimi anni, aumento strettamente connesso sia con la politica sia con l'economia... La questione dell'identità. Di solito gli occidentali vedono gli africani come cittadini di un'unità politica africana in via di consolidamento oppure al contrario come individui troppo "tradizionali", incapaci di sviluppare una politica propriamente moderna. E va detto che gli africani stessi sono stati sempre bravi nel presentarsi ora come "Africani" ora come "moderni" a seconda della situazione. Secondo gli autori la nostra nozione di moderno ci impedisce in verità di comprendere pienamente il gioco delle identità africane e il ruolo di queste ultime nelle reali dinamiche politiche del continente. Bisogna quindi mettere in discussione la nostra idea di modernità per comprendere i processi di modernizzazione africani.atto.In questo capitolo si parla di identità sia per capire come, dopo l'indipendenza, il sistema politico si è africanizzato sia per discutere l'uso strumentale dell'etnicità nei processi di costruzione dei moderni Stati-nazione africani.Se siamo in difficoltà nel comprendere la politica africana attuale è anche perché non è accaduto ciò che ci aspettavamo accadesse dopo l'indipendenza politica delle colonie. Il modello occidentale è stato africanizzato, cioè adattato alle caratteristiche storiche, sociali e culturali dell'Africa contemporanea. Tale adattamento si è tradotto in un processo dialettico complesso e a volte doloroso, reso non semplice dalle crisi economiche (le quali hanno spinto più verso il vecchio che verso il nuovo sistema). Una conseguenza di tale processo è stata la trasformazione delle forme identitarie nell'ottica di elaborare nuove strategie individuali e collettive in grado di gestire meglio il cambiamento e il

Disordine sociale in essere. Gli autori invitano dunque ad analizzare le identità nel loro mutare nel tempo e nel loro impiego strumentale a fini politici. Ciò va fatto tenendo ferme alcune coordinate socio-antropologiche fondamentali, in particolare:

  • I confini della politica > in Africa, a diff dell'occ, gli ambiti politici, eco, soc, rel e cult non sono nettamente distinti. Poiché l'identità si basa su una nozione comunitaria dell'individuo, la visione politica è più inclusiva ed estensiva, cioè tiene conto dei molteplici aspetti che plasmano le relazioni individuo-comunità e insieme si proietta essa stessa in tutti gli ambiti dell'esistenza umana quotidiana. Così la carriera politica di Caio appare strettamente legata alla sua appartenenza gruppale (es al suo villaggio d'origine), alla sua appartenenza rel, alla sua condizione economica, alle forze magiche usate in suo favore o contro di lui.
etc.
  1. La nozione di individuo: gli africani non si considerano individui discreti, separati dal gruppo di appartenenza sociale, né cittadini appartenenti ad una determinata compagine nazionale. L'individuo rimane saldamente ancorato al network familiare e comunitario d'origine. La società africana è non-individualista rispetto alla società occidentale.
  2. La questione della legittimità politica:
Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
18 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-DEA/01 Discipline demoetnoantropologiche

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher eioads di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Antropologia sociale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Jourdan Luca.