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CRIMINOGENESI EVOLUTIVA
Introduzione
Sapiens, i nostri primi antenati, uccidevano per sopravvivere alla disperata ricerca di cibo e di compagne con le quali procreare, eliminando i rivali non solo della stessa specie, ma anche tutte le altre creature che minacciavano la loro sicurezza.
L'adattamento biologico, figlio diretto dell'evoluzione, che ha permesso ai primi Sapiens di popolare la terra fino all'attuale cifra di ben 7 miliardi di individui, ha consentito alla nostra specie di resistere alle minacce esterne, di sostituire altre forme di ominidi e di vincere la battaglia fondata sulla sopravvivenza del migliore.
Esistono varie forme di adattamento, ma una di queste si è dimostrata rilevante per la sopravvivenza della nostra specie. Quest'ultima ora risiede nel nostro DNA, e anche se ci ha permesso di affermarci su altre specie, rappresenta un pericolo per i nostri simili: la violenza. Da questa scaturiscono varie forme di reato: omicidi, stupri,
L'evoluzione si basa sulla variazione genica ed è la causa di quest'ultima: senza variabilità non può esistere l'evoluzione. (drift genetico)
In genetica delle popolazioni, per deriva genetica (o si intende il cambiamento dovuto a fattori casuali che modifica le frequenze alleliche degli individui di una popolazione, e che può essere quindi studiata con metodi statistici.
Eppure la deriva genetica è diversa dalla variazione casuale, dato che non agisce su larga scala, ma su pochi individui.
Perciò, la deriva genetica è di natura casuale e probabilistica.
Le popolazioni che popolano la Terra subiscono da sempre vari cambiamenti a causa di eventi naturali (calamità, malattie...). Quindi, tali
Le popolazioni possono andare incontro sia ad espansioni (crescita del numero di individui che le compongono) o contrazioni (diminuzione del numero di individui che le compongono). Nel corso della storia, alcune popolazioni sono andate incontro al cosiddetto "effetto a collo di bottiglia" che si verifica quando una popolazione subisce ingenti perdite. È possibile che popolazioni solitamente numerose di tanto in tanto attraversino periodi difficili, nei quali sopravvive soltanto un piccolo numero di individui.
I primi sapiens nacquero in Africa e poi iniziarono a migrare verso altre terre. Ciò spiega perché la popolazione africana presenta delle variazioni genetiche più numerose rispetto alle altre popolazioni: perché, essendo la più antica, ha avuto modo di accumulare maggiore variabilità genetica. Inoltre, i sapiens che abbandonarono l'Africa portarono con sé una piccola parte del patrimonio genetico originale.
assai inferiore rispetto alla popolazione madre, con il quale influenzarono la nascita delle altre popolazioni (In altre parole, se una popolazione si stacca dalla popolazione madre porta con sé solo una piccola parte del patrimonio genetico originale). Senza la variabilità genetica non potrebbe esistere l'evoluzione, dato che quest'ultima premia i caratteri derivati dalla variabilità che si adattano all'ambiente circostante. Accanto alla selezione naturale, agisce un altro importante meccanismo: la neutralità evolutiva. Tale teoria si deve al biologo giapponese Motoo Kimura, il quale scoprì che molte variazioni genetiche sono originate da mutazioni neutrali, che non modificano la capacità di adattamento del soggetto e perciò non sono collegate alla selezione naturale. Dato che queste variazioni non presentano a fine evolutivi più vantaggi per l'individuo sono neutrali (da qui il nome della teoria). Vari studi, infatti,hanno dimostrato che da una generazione all'altra si verificano variazioni casuali dovute a vari motivi, ad esempio alle catastrofi naturali.
A Stephen Jay Gould e Niles Eldredge si deve la teoria della "evoluzione per equilibri intermittenti o punteggiati". Tutte le specie in natura accumulano variazioni genetiche, ma affinché un determinato carattere si fissi nella specie è necessario che questo venga impresso nella struttura del DNA di quella specie in forma d'informazione genetica. Ebbene, secondo Gould e Eldredge l'evoluzione nella specie non si origina in seguito a piccole mutazioni individuali, ma in seguito a un'improvvisa serie di mutazioni che innescano la nascita della specie figlia nella specie madre. Questa teoria prevede che la specie madre sopravviva alla specie figlia. Ciò viene chiamato "diramazione" (la specie madre sopravvive alla specie figlia anche se per un lasso di tempo determinato).
NB: in caso contrario
Parleremmo di fenomeno anagenetico, che si verifica quando nella specie madre nasce una specie figlia e poi la prima muore. Secondo la teoria di Gould e Elderedge la specie figlia, separandosi dalla specie madre, si trova in uno stato di isolamento che la induce a creare un'altra specie figlia, mentre la specie madre si estingue.
La deriva genetica, la selezione, le mutazioni e le migrazioni sono da ritenere alla base della genesi degli atti violenti di natura biologica. Le migrazioni sono strettamente collegate con le mutazioni e con la deriva genetica.
Nel 1986 il genetista Cavalli-Sforza e l'archeologo Ammerman, ritennero che esisteva una relazione tra la variabilità genetica e l'avvento dell'agricoltura.
L'agricoltura avrebbe sancito per i il passaggio da una tipologia di vita basata sulla caccia e sulla raccolta di frutti selvatici (infatti venivano chiamati cacciatori-raccoglitori) a quella caratterizzata dall'allevamento del bestiame.
edall'addomesticazione delle piante. Lo sviluppo dell'agricoltura avrebbecomportato notevoli conseguenze non solo dal punto di vista sociale dellecomunità umane, ma anche biologico e genetico, dato che avrebbe influenzatola variabilità genetica. L'agricoltura si è diffusa secondo due modalità:- All'interno del gruppo di individui;
- Grazie alla diffusione dell'agricoltura, gli individui migrano per cercarealtri terreni da coltivare.
Un periodo di isolamento dalla specie madre. Gli individui in questione hanno solo una parte del patrimonio genetico della specie d'origine). È possibile che un gene mutante appartenente ad uno dei due gruppi (cacciatori-raccoglitori e agricoltori) si sia affermato nella linea di discendenza della popolazione, soprattutto se ha avvantaggiato chi ne era portatore, consentendogli di sopravvivere per la selezione naturale. Tale individuo, riproducendosi, ha fissato il gene nel suo genoma.
Per variazione genetica si intende la totalità delle differenze genetiche negli individui. Essa cresce con la distanza tra una popolazione e l'altra, cioè quando un gruppo umano si scinde da una popolazione principale ed è soggetto alla deriva genetica.
Se con la distanza aumenta la variabilità genetica, possiamo affermare che sono le donne soggette al trasferimento dei nuovi geni e non gli uomini, dato che la donna fin dall'antichità era soggetta a
Spostamenti da un villaggio all'altro, per motivi legati al matrimonio (doveva trasferirsi nel villaggio del suo sposo).
Criminogenesi evolutiva verso un approccio finale
L'essere umano, inteso come unità biologica in evoluzione continua, fin dall'antichità ha commesso varie forme di violenza, dall'omicidio singolo al compimento di atti violenti su larga scala (guerre con impiego di armi di distruzione di massa). Questa lunga (e non ancora conclusa) storia di aggressività è stata commessa dall'uomo non solo verso i suoi simili, ma anche verso creature appartenenti ad altre specie animali.
L'aggressività umana si è verificata per le più svariate ragioni e sotto l'influsso di varie motivazioni, dalla difesa del territorio a patologie riguardanti la sfera psichica. L'Homo Sapiens
Nelle specie carnivore sociali, non è l'unica ad avere la capacità di uccidere i propri simili, ma tale
abitudine si è probabilmente evolutaL'Homo Sapiensinsieme ad altre facoltà come la cooperazione e l'altruismo.deve essere valutato come una specie sociale dotata di quattro grandi sistemicomportamentali: la sopravvivenza, la riproduzione, l'aiuto tra consanguinei ela pratica dell'altruismo. L'essere umano ha inoltre l'empatia, che gli permettedi comprendere i bisogni e lo stato d'animo dei suoi simili.L'ambiente nel quale un uomo vive non può essere intenso solo come habitatnaturale, ma anche e soprattutto sociale. L'ambiente è in grado di influenzaregli uomini. Ad esempio, la dieta, la cultura, le metodologie tecnologiche (distampo primitivo) di un popolo sono influenzate dall'ambiente circostante.Inoltre, un non corretto equilibrio tra uomo e ambiente potrebbe condurre astress con una risposta sia fisiologica che