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Tortura e trattamenti crudeli, inumani e degradanti

Questo saggio tratta del concetto moderno di crudeltà con particolare riferimento all'articolo 5 della dichiarazione universale dei diritti umani che recita: nessun individuo potrà essere sottoposto a tortura o appartamenti o a funzioni crudeli, inumane o degradanti.

In questo saggio avanzo la crisi che non universali esposte nella dichiarazione riguardino un'ampia gamma di comportamenti qualitativamente distinti. Primo: la moderna storia della tortura non rappresenta solo una testimonianza della progressiva messa al bando di pratiche crudeli ma fa anche parte di una più complessa storia della concezione moderna e secolare di cosa significa essere veramente umani.

Secondo: sebbene l'espressione tortura o trattamento crudele venga utilizzata oggi come criterio culturalmente trasversale nella formulazione di giudizi morali o di norme legislative relative al dolore e alla sofferenza, in realtà il suo

significato operativo e fortemente con personalizzato siaculturalmente e che storicamente. Il terzo punto è collegato i primi due: i nuovi tentativi dicono separalizzare sia la sofferenza che sofferente divengono sempre più universali della loro portata maparticolari del contenuto restrittivo. L'ultimo punto è che la sensibilità moderna che vorrebbeeliminare il dolore e la sofferenza si scontra spesso con altri tipi di impegno e di valori: il dirittodegli individui di scegliere liberamente e la libertà degli stati di difender i propri interessi. I concertidi crudeltà e trattamento degradante cercano di misurare quelli che spesso sono modelli dicomportamento incommensurabile. Le due storie della tortura Prendiamo in considerazione due libri: il primo dì scott presenta la crudeltà fisica con unacaratteristica delle società barbariche cioè di quelle società che non hanno ancora conosciuto unprocesso di

umanizzazione; il secondo di Rejali propone una distinzione tra due tipi di metafisica, alla prima propria della società premoderna, l'altra di quella moderna e descrive queste differenze nel contesto dell'attuale Iran. Scott racconta che segna una parte si tratta di un resoconto di misure punitive oggi quasi del tutto abbandonate, dall'altra il testo a sera segna quelli sono i motivi radicati operativi per cui viene inserita la sofferenza. Il primitivo impulso a infliggere dolore rimane una possibilità latente nelle società civilizzate. L'autore prende in considerazione il maltrattamento nei confronti degli animali anche e denuncia il fatto che non siano loro riconosciuti dei diritti. Egli vede nell'ampliamento dei diritti l'elemento cruciale per l'eliminazione della crudeltà ma via via della sua tesi si sviluppa viene a galla un'ambiguità profonda: non è del tutto chiaro se si pensa che la

La crudeltà umana può essere semplicemente un esempio della crudeltà bestiale, cioè una manifestazione dell'istinto apparentemente generalizzato degli animali più forti o anche se si ritiene che la crudeltà umana abbia un carattere di unicità e che non sia affatto una caratteristica del comportamento animale. Il dolore viene considerato come un'esperienza isolabile da condannare in quanto tale. Nell'incontro tra le razze selvagge e i moderni euroamericani, l'autore non ha dubbi nell'affermare che la struttura di qualcosa che le prime fanno i secondi forse perché la tortura è sinonimo di barbarie. Questo non significa che per lui la tortura sia del tutto assente nello Stato moderno. REjali propone l'interessante crisi che la tortura non stia, come sosteneva il precedente autore, una sopravvivenza barbarica all'interno dello Stato moderno ma nel suo elemento costitutivo. Classifica due tipi di tortura, moderna.

La cultura moderna rappresenta una forma di sofferenza fisica inseparabile dalla società disciplinare. In Iran la pratica della tortura è fondamentale per l'attuale Repubblica islamica come lo era per il regime che ha soppiantato: entrambe, ognuna a modo suo, sono moderne società disciplinari. La tortura moderna, in quanto parte dell'attività di polizia, viene eseguita segretamente anche perché infligge bene fisiche ad un prigioniero per storcere informazioni o con qualsiasi altro scopo. Entrambi gli autori pensano che parlare di tortura significhi riferirsi a una pratica in cui un attore infligge con la forza d'onore a un'altra persona, a prescindere dal ruolo che occupa a questa pratica all'interno di una più ampia economia morale. Presenta resoconto molto dettagliato sulla funzione delle punizioni politiche in Iran.

Altro scopo è ritenuto un comportamento incivile e quindi illegale. La tortura di rimanere segreta anche perché gli agenti di polizia non desiderano rendere pubblico ciò che essi vengono a sapere dei prigionieri. La definizione di tortura proposta da quest'autore è quella della violenza sanguinaria tollerata dalle autorità pubbliche che oscilla ambigamente tra la pratica pubblica e la citata tortura classica e il carattere segreto della tortura utilizzata dalla polizia in stati in via di modernizzazione come l'Iran. Tuttavia alle argomentazioni dell'autore si possono muovere le critiche. Per prima cosa, l'Iran del ventesimo secolo rappresenta quella che molti lettori definirebbero una società in via di modernizzazione e non ancora pienamente moderna. Il dato di fatto scandaloso che in questo paese si faccia aperto uso della tortura non basta ancora a dimostrare che la tortura sia connaturata alla modernità.

L'argomentazione dell'autore sarebbe stata più convincente se avesse preso in esame una società moderna come ad esempio della Germania nazista. L'altra critica è che egli non spiega perché l'uso della tortura da parte dello Stato moderno richieda una retorica della negazione. Una prima risposta a questa domanda potrebbe essere che oggi c'è una nuova sensibilità al riguardo al dolore fisico, sebbene esso compaia con una certa frequenza nel nostro tempo, la coscienza moderna considera il dolore inflitto senza giusto motivo come riprovevole e quindi moralmente condannabile. L'abolizione della tortura Beccarla e Voltaire riconobbero quanto essa fosse disumana, oltre che inaffidabile come mezzo per accertare la verità in un processo. L'era presa di posizione contro la tortura giudiziaria provocò una sorta di azione nei sovrani illuminati al punto da spingerli alla sua abolizione. La tortura appariva iloro.occhi di una crudeltà intollerabile soprattutto perché il dolore inserito nella tortura giudiziaria era considerato gratuito. Infliggere dolore ai prigionieri per fargli confessare era immorale soprattutto perché questo sistema era in gran parte inefficiente per stabilire dall'orrenda assenza o colpevolezza. Perché prima dell'Illuminismo non si condannava il dolore inflitto gratuitamente? Che cosa impediva alle persone di riconoscere la verità? Langbein ci fornisce una parziale risposta a questa domanda dimostrando che la tortura fu vietata quando nel XVII secolo perse validità alla legge canonica romana della prova in base alla quale per procedere contro qualcuno si richiedeva l'ammissione di colpa o la testimonianza di due testimoni oculari. L'abolizione della tortura giudiziaria rappresentò la condanna morale e la previsione legale di una procedura estremamente scomoda e lunga. Bentham concluse che il dolore inflitto.tramite essa fosse più facili da giustificare rispetto all'asofferenza inflitta in nome della punizione. In qualche caso la tortura è preferibile all'incarcerazione ed è proprio una certa idea di comparabilità della sofferenza che rende la carcerazione per molti anni una punizione umana e la considerazione una punizione disumana, anche se le esperienze d'incarcerazione e fustigazione sono del tutto diverse da un punto di vista qualitativo. Umanizzare il mondo Il processo storico di costruzione di una società umana dovrebbe tendere all'eliminazione della crudeltà. Se stesso osservato che il dominio coloniale degli europei sebbene in se non democratico abbia comunque ha portato un miglioramento morale del comportamento per esempio favorendo l'abbandono di pratiche offensive verso l'umanità. Gli strumenti più efficaci di questa trasformazione sono state la legislazione, l'amministrazione e.

L'educazione moderne che sibasavano sulla categoria moderna di diritto consumo ordinario. Sebbene gli europei abbiano cercato di sopprimere le pratiche crudeli e le forme di sofferenza chevenivano considerate accettabili nel mondo non europeo prima dell'arrivo, condannano chi nefacessi un uso, il loro tentativo non ebbe sempre successo. Oggi la lotta per l'eliminazione dellasofferenza sociale e portata avanti dalle Nazioni Unite o pure a ogni modo così si dice. Nel processo di apprendimento che avrebbe consentito di diventare del tutto umani, sono alcuni tipidi sofferenza venivano considerati un affronto all'umanità e perciò eliminati. Questi tipi disofferenzaerano distinti dalla sofferenza necessaria ai fini del processo di completa realizzazionedell'umanità, vale a dire dal dolore che era adeguato suo scopo, non il dolore inutile. La sofferenza14inumana tipicamente associata comportamento barbarico era una condizione

moralmente intollerabile per la quale qualcuno era necessariamente responsabile. Vedi anche pagina 195

Il fatto che le persone coinvolte dichiarazioni non sentire dolore era irrilevante e la stessa cosa valeva anche per l'obiezione che si trattava di un rito religioso. Quello che è interessante non è solo che alcune forme di sofferenza furono prese più seriamente di altre macchietta sofferenza inumana, contrapposta a quella necessaria o inevitabile era considerata come essenzialmente gratuita e quindi giuridicamente punibile. Il dolore sopportato era visto come necessario perché c'erano ragioni sociali o morali che giustificavano. L'idea del progresso prese sempre più campo e gli affari dell'Europa e del mondo, si sentì sempre più bisogno di misurare la sofferenza e si cercò di farlo in modi sempre più raffinati.

Rappresentare la tortura, agire con deliberata crudeltà

Il dolore non è sempre stato

Considerato intollerabile nella società europea e americana moderna. In guerra, dello sport, né di esperimenti psicologici, nel campo del piacere sessuale, l'intuizione di sofferenza fisica e attivamente praticata è ammessa dalla legge.
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Publisher
A.A. 2008-2009
22 pagine
7 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-DEA/01 Discipline demoetnoantropologiche

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher trick-master di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Antropologia della scrittura e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Giletti Anita Silvietta.