Estratto del documento
Antropologia del cibo.
Libri per esame (orale):
Elementi di antropologia culturale, Fabietti, Mondadori (pag. 3-94)
Antropologia dell’alimentazione, Koensler e Meloni, Carocci Editore
Il sapore del mondo. Un’antropologia dei sensi, Le Breton (pag. 335-460)
Un testo a scelta tra quelli proposti:
Antropologia del mangiare e del bere, Guigoni
Buono da mangiare, Harris
La dieta mediterranea, Moro
Homo dieteticus. Viaggio nelle tribù alimentari, Niola. Bello.
Il colore del cibo, Teti
Esame orale (6 CFU, 6 appelli) con ppt (analisi antropologica di un argomento a piacere).
Fondamenti del pensiero antropologico.
L’antropologia viene de nita la scienza dell’uomo. È una disciplina scienti ca ma anche un’attitudine dell’essere umano, poiché qualsiasi popolo si fa
domande su se stesso, e da un certo punto di vista possiamo parlare di tante antropologie quanti gruppi sociali esistono. Si concentra sullo studio del
genere umano dal punto di vista culturale e sociale (noi siamo consapevoli di noi soprattutto quando ci opponiamo ad un altro).
L’antropologia non ha un “oggetto di studio” ma studia soggetti e processi collettivi dando una prospettiva sulle produzioni umane e i relativi signi cati
sociali, per questo si ri ette su tutti gli ambiti che interagiscono con la vita dell’uomo.
Studia le similitudini e le di erenze tra: idee, saperi, pratiche, comportamenti umani in tempi e luoghi distanti tra loro. Serve per cogliere le distanze con
altre popolazioni e i loro saperi (che magari abbiamo posto lontano da noi gerarchicamente).
Es tavolo: dentro un contesto speci co ha un suo signi cato.
Lo scopo dell’analisi antropologica è quello di andare oltre la descrizione, riuscire a guardare “noi” come se guardassimo altri; questo porta a una
continua messa in discussione delle nostre categorie e anche a una visione comparativa e globale (c’è bisogno di diversità per potere individuare limiti e
pregi).
Cultura.
Il termine cultura non ha una de nizione univoca perché cambia con il tempo, per questo, entrando in un’ottica storica e considerando che ogni periodo
ha avuto la propria, si può parlare di teorie della cultura.
È necessario superare il concetto letterale di cultura (non è la cultura scritta, non signi ca essere letterato e colto) perché il senso è molto più ampio.
Fabietti: “La cultura è un complesso di idee, di simboli, di comportamenti, di disposizioni, storicamente tramandati, acquisti, selezionati e largamente
condivisi da un certo numero di individui, con cui questi ultimi si accostano al mondo sia in senso pratico che intellettuale”. Quindi dentro un collettivo
sociale ci sono sempre persone che condividono un nucleo (cultura) ma che si possono discostare per altro.
(Dove si mettono le persone che si discostano? I devianti?)
La cultura non è statica (si possiede) ma è una continua produzione dinamica. È qualcosa che gli uomini fanno e non solo un bagaglio concettuale che
hanno in quanto membri di un gr
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SSD
Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche
M-DEA/01 Discipline demoetnoantropologiche
I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del
Publisher mmfrc di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni
di Antropologia del cibo e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione
dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale
dell'università Università degli Studi di Udine o del prof Quattrocchi Patrizia.
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