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La cultura come arena di incontro e dibattito
Oggi molte delle questioni che fanno capo alla divisione in classi tipica delle culture occidentali sono affrontate dalla tradizione di ricerca che va sotto il nome di "studiculturali". Il concetto di cultura non viene messo in relazione ai modelli di pensiero e di comportamento del popolo X o Y e non viene nemmeno riferito a una caratteristica tipica del genere umano. La cultura viene pensata invece come un'arena, un luogo di incontro-scontro e di disputa-dibattito per affermare le proprie idee e i propri diritti. La cultura è un discorso che si costruisce socialmente intorno ai diversi gruppi e come rappresentazione della loro esperienza nel mondo. Centrale è la nozione di "agency", che sintetizza la capacità che gli individui hanno di investire di significato eventi e rappresentazioni, accogliendoli o rifiutandoli per adattarsi o resistere nel momento stesso in cui promuovono, grazie allo stimolo proveniente da.
tali eventi erappresentazioni, una propria forma di soggettività. L'appartenenza di classe non è ascrittiva, nel senso che nulla impedisce in via teoricaal proletario di diventare capitalista. Le classi sociali si hanno infatti in sistemieconomici e politici in cui è fondamentalmente assicurata a tutti la possibilità diascendere socialmente e in cui diritti e doversi sono, almeno in via di principio,equamente distribuiti. Le cassi non sono la stessa cosa dei gruppi occupazionali. La divisione dellapopolazione in classi ha naturalmente a che vedere con la divisione del lavoro, ma noncoincide con quest'ultima. Gruppi occupazionali diversi possono appartenere allastessa classe sociale. nelle società castali tra gruppi occupazionali non c'è osmosi. Dove non esiste la coscienza di classe, cioè una forma di autopercezione che nascedalla contrapposizione ad altri gruppo sociali anch'essi percepiti come classi.nonsembrerebbe legittimo parlare di classi sociali. In certe regioni del pianeta e nel contesto di una sempre maggiore globalizzazione di settori dell'economia mondiale alcune forme di adattamento storico sono scomparse o sono in via di modificazione a vantaggio di nuove forme di dominio e di subordinazione economica legate alle logiche del mercato mondiale controllato dalle multinazionali. In queste situazioni la nozione di classe potrebbe venire ad acquistare una portata analitica anche al di fuori del contesto della sua originaria applicazione. Questa trova dei limiti nella presenza di altri fattori simbolici che sono determinati nella definizione dei rapporti tra i gruppi e le comunità. Uno di questi fattori è l'etnicità. Le etnie e l'etnicità Il termine "etnica" indica un gruppo umano identificabile mediante la condivisione di una medesima cultura, di una medesima lingua, di una stessa tradizione e di uno stessoterritorio.I significati del termine ‘’etnia’’ Nella seconda metà del XX secolo è prevalsa la tendenza a rivedere il termine ‘’etnia’’. Alcuni antropologi hanno criticato l’equazione cultura = lingua = territorio perché sembra dare per scontata l’idea che dietro ogni etnia vi sia un’origine comune e che quest’ultima assegni all’etnia un fondamento naturale riducendola a qualcosa come una comunità di sangue. Questo modo di intendere l’etnica corrisponde a un sentimento identitario che dà per scontato il carattere assoluto, statico, eterno del gruppo in riferimento al quale tutte queste cose vengono pensate. L’etnicità, il sentimento di appartenenza a un gruppo definito culturalmente, linguisticamente e territorialmente in maniera rigida e definita, non considera il fatto che gruppi simili non esistono in senso assoluto. Tutti i gruppi umani, le loro culture eloro lingue sono il frutto di un più o meno lento processo di interazione con altri.
L'uso politico di etnicità
Nella contrapposizione etnica ciò che agisce più di ogni altra cosa è la volontà di enfatizzare uno o più elementi differenziali reali o immaginari, dimenticando tutti gli altri che invece accomunano. Lo scopo dello scontro etnico è la negazione dell'altro, il suo annullamento fisico, per allontanamento o sterminio.
Il fattore etnico può anche essere manipolato allo scopo di ottenere vantaggi sul piano economico per alcuni gruppi di interesse. Cohen ritiene che quando due gruppi entrano in contatto in situazioni difficili possono verificarsi due situazioni:
- Se il divario economico è trasversale ai due gruppi, la comparsa del fattore etnico è impedita o attenuata. Gli strati sociali di pari livello dei gruppi interagiscono tra di loro e si crea una società basata sulle differenze di classe.
Nelle differenti culture riconosciamo i nostri parenti e ciò implica riflettere su come la parentela possa dirci anche altro su di noi, al di là del tema relazione legato agli individui. Attraverso la parentela si discutono altre tematiche fondanti come la riproduzione, il potere nel senso di digestione e trasmissione di risorse politiche, economiche e simboliche.
Quando si parla di parentela in antropologia, si deve partire da una preoccupazione che si individua in tutte le culture: quando un individuo nasce, qual è il gruppo sociale che si prenderà cura di lui? A chi appartiene? Al gruppo della madre, al gruppo del padre o ad entrambi? È una domanda essenziale, perché capire chi sta dove è uno dei primi modi per pensare un'organizzazione sociale e quindi a una vita collettiva. I legami parentali, quindi decidere chi sia mio parente e chi non lo sia, non riguardano solo i rapporti tra individui, ma soprattutto il rapporto tra i gruppi.
Ciò di cui si discute è la relazione tra gruppi, l'individuo è una pedina di questo gioco di relazioni che riguarda altre tematiche, come la regolazione di risorse perché attraverso alcuni sistemi di discendenza stabiliamo chi deve avere che cosa (es. trasmissione terre). Quello che è in gioco davvero sono le risorse e dentro a questo termine noi intendiamo anche risorse di natura simbolica, come il mondo delle idee, i valori. Lo studio della parentela studia i diversi sistemi attraverso i quali noi decidiamo nelle diverse culture chi sia mio parente e chi non lo sia. Prima di tutto si deve capire che cosa vuol dire essere parenti. La parentela si basa, innanzitutto, su due concetti principali che sembrano essere abbastanza costanti: 1. L'idea di consanguineità: in questo caso si parla di parentela biologica 2. L'idea di affinità: l'affine è colui che entra nel mio gruppo di parentela nel momento in cuic'è un matrimonio. Si tratta di un qualcosa che ha a che fare sia con l'individuo sia che con il gruppo. Se con l'affinità, quindi l'istituto del matrimonio, io acquisisco un marito, la consanguineità non si acquisisce, ma è biologica. Quando si acquisisce un marito, si acquisisce un gruppo famigliare. Le persone consanguinee o affini al mio partner, diventano mie parenti.
La parentela, oltre a costituire un campo speciale di relazioni sociali, cioè quelle fondate sulle relazioni consanguinee e di alleanza, è anche un complesso di rappresentazioni riguardante la concezione che ogni cultura ha dei rapporti tra esseri umani.
La parentela è anche un sistema di relazioni a volte reciproche. Questo è univoco nelle varie culture, mentre quello che cambia sono i modi attraverso cui si identifica anche linguisticamente il padre o la madre e il valore che queste figure possono avere all'interno di un sistema di.
Quando si parla di parentela, si parla di moltissime altre cose perché si parla di relazioni di genere, di vita e di morte, di religione, di diritti e di doveri, di norme sociali, di modelli educativi. La parentela è un'istituzione fondamentale dei gruppi umani. Non tutte le società designano allo stesso modo i parenti. C'è un'attribuzione culturale di chi sia un parente o meno. La biologia è una delle possibili dimensioni, c'è una filiazione biologica, ma ci sono altre tipologie di parentele perché si può avere un genitore adottivo, un co-padre simbolico (es. padrino) e anche quando c'è una consanguineità questa può essere considerata in modo differente. Ci sono delle etichette linguistiche diverse per identificare i parenti nelle differenti culture. Il termine che noi usiamo per identificare il papà in alcune lingue viene usato anche per chiamare lo zio.
terno o materno si riferisce al sistema di parentela utilizzato in diverse culture per determinare l'appartenenza di un individuo alla famiglia di origine. Nel sistema paterno, l'appartenenza alla famiglia è determinata attraverso il legame di sangue con il padre biologico. In questo caso, l'individuo eredita il cognome e i diritti di successione dalla linea paterna. Nel sistema materno, invece, l'appartenenza alla famiglia è determinata attraverso il legame di sangue con la madre biologica. In questo caso, l'individuo eredita il cognome e i diritti di successione dalla linea materna. La scelta del sistema di parentela utilizzato in una determinata cultura può avere implicazioni sociali e culturali significative. Ad esempio, può influenzare la struttura della famiglia, i diritti di eredità e l'organizzazione sociale.