Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Descola traccia degli assi cartesiani su cui pone interiorità ed esteriorità
Gli umani si pensano secondo ciò che percepiscono come interiore a sé e come corpo, percezioni, strutturazione fisica. Ciò può rimandare alla distinzione tra immateriale e materiale, tra mente e corpo. L'interiorità è ciò che nuove, mentre l'esteriorità è ciò che viene mosso. Si può attribuire a qualsiasi ente del mondo la mia stessa interiorità o no e la mia stessa esteriorità o no. In base a queste due coordinate, Descola traccia quattro diverse ontologie:
- Naturalismo: tipico della modernità occidentale. Attribuisce a tutti gli enti del mondo la stessa esteriorità, perché tutti sono composti dalla stessa materia, ciò che viene mosso è condiviso con tutto l'universo, c'è compartecipazione, l'esteriorità è condivisa. L'interiorità,
Invece, non la condividiamo con nessuno, appartiene solo agli umani (volontà, intenzione, pensiero, sentimento, desiderio ecc.) Ci sono due sfere ontologiche a seconda che si abbia interiorità o no. Ciò che esiste a parte noi è il mondo naturale indagato dalla scienza. Solo noi accediamo al regno turbinoso dei valori e dell'intenzionalità.
2. Animismo: tutti hanno la stessa interiorità, ma le esteriorità sono tutte diverse, è condivisa solo col proprio gruppo. Mondo ontologico rovesciato rispetto al nostro. Si trova in Amazzonia, tra inattivi del nord America, in parte dell'Africa e tra le popolazioni artiche.
3. Totemismo: tutti hanno la stessa interiorità e la stessa esteriorità. Si trova nelle Americhe, specie nel nord, e in Oceania.
4. Analogismo: interiorità ed esteriorità sono tutte diverse, niente si raccorda a nient'altro, tutto è singolo, a sé stante. Si trova nella
civiltà orientale. Secondo Descola, questi schemi permettono di classificare tutte le ontologie dei mondi umani, però nessuno si presenta mai come puro, perché ci sono elementi di altri schemi anche nelle ontologie più spinte. Non esiste un'ontologia priva di rischi. La scelta ontologica è primaria, ab origine.Animismo
Per le popolazioni amazzoniche tutti gli enti hanno un punto di vista sul mondo e un'intenzionalità, anche certi oggetti. I corpi fungono da differenziatori ontologici. Si è diversi a seconda del corpo e identici per quanto riguarda la prospettiva e il fatto di avere un punto d'osservazione. Tutti si percepiscono come ci percepiamo noi. Umani non siamo solo noi, umano significa avere una prospettiva, tutti sono umani. Noi siamo umani che hanno un corpo da homo sapiens, altri hanno un altro corpo, alcuni, cioè gli antenati, non hanno più corpo e al più possono usare il vento e altri ancora sono
più che umani perché hanno una potenza superiore, come le montagne e i luoghi sacri. Le cose hanno l'intenzione che ci ha messo chi l'ha fatta, benevola o malevola. Qualsiasi cosa va trattata come umana, è umano chiunque abbia un punto di vista. Lo status di umano è un deittico. I deittici sono parole usate per indicare la situazione in cui si parla, non hanno un contenuto fisso, ma indicano qualcosa di relativo al contesto in cui si sta parlando. Niente differenzia le prospettive, solo i corpi di cui si è rivestiti differenzia gli enti. Ciò di cui l'interiorità si riveste colloca in un certo gruppo o in un altro. Siamo tali perché abbiamo un certo corpo. Il manufatto ha l'intenzionalità che ci mette chi lo fa (es. strumenti dello stregone). La tecnica può anche essere un'azione violenta sul mondo, perché instaura una guerra tra le intenzionalità che costituiscono il manufatto. Noicarichiamo i soldi d'intenzionalità e magia. Il capitalismo è la vita umana da punto di vista dei soldi, la nostra vita al servizio dei soldi. Questi sono il più potente accesso animista nel nostro mondo.
Secondo Viveiros de Castro, non si può vedere un'ontologia a volo d'aquila, ma solo immergersi in un'ontologia specifica a vedere come questa fa esistere le cose. Da un'altra parte le cose sono diverse perché inserite in un'altra ontologia. Per noi un certo ente esiste in tutti i mondi possibili ne modo in cui le spieghiamo noi ed esisterebbe così anche se l'umanità non ci fosse. Il pensiero non ha le stesse forme in tutti i mondi. Solo per noi il livello naturale è stabile e permanente, astraiamo gli enti dagli ambienti complessi in cui vivono. Non riusciamo a sganciarci dalla dialettica locale-universale e a non appellarci all'universale.
Il principale rischio del mondo animista si ha
Nell'atto di cibarsi, che è percepito con la violenza di cui è carico, perché ci si sta comunque cibando di un cadavere. Per noi fa problema solo il cannibalismo, perché negli altri casi non si viola nessuna intenzionalità. In Amazzonia si mangia tramite una procedura elaborata di deanimizzazione del cibo. Si può cacciare solo un certo numero di animali secondo procedure corrette. L'animale deve essere in qualche modo consenziente e anche quando lo è bisogna essere protetti per non sentire il rimbalzo della sua anima. Occorre proteggersi dall'intenzionalità malevola dell'anima sbalzata fuori dal corpo. Gli amazzonici sono orticoltori e crescono gli ortaggi come figli. Questi danno in cambio i frutti da mangiare, a patto che se ne prendano solo un certo numero per permettere la riproduzione della pianta. Non si può mangiare in un posto dove non si conosce chi ha preparato il cibo. Servono procedure corrette.
Perché esso non sia aggressivo. Un altro pericolo deriva dalla possibilità di entrare in relazione e parlare con un ente più potente, come un giaguaro, che è nemico della comunità, dandogli del tu ed essendo trattato da lui come giaguaro. Il rischio è di non sapere più chi si è e di essere trattato come un giaguaro dalla comunità. Si rischia una confusione categoriale. Questo può avvenire se non viene mantenuta la distanza che occorre da enti ontologicamente diversi e predatori. C'è il rischio di essere trattato da predatore. Il pericolo si presenta quando si incontra qualcuno di più potente, il rischio non è del giaguaro in questo caso. Non si può andare in foresta senza protezione, cioè senza gli strumenti che permettono di mantenere la propria identità anche se si incontra un giaguaro. Per de Castro, la stessa cosa avviene da noi quando non abbiamo i documenti a proteggerci e
Incontriamo la polizia che, se ci mette sotto pressione, può farci diventare degli informatori e essere quindi percepiti come un pericolo per i propri compagni.
Lo stregone è colui che prende dagli altri e usa ciò che è di tutti per il proprio interesse. Questa è anche la definizione del capitalismo. Male è ciò che non rimette in circolo.
Far esistere significa inserire in un certo contesto relazionale. È possibile cambiare forma cambiando il corpo, tramite una transizione che cambia il punto di vista. Lo sciamano è in grado di cambiare corpo per parlare con gli spiriti, rivestendosi delle pelli degli animali o assumendo a lungo una pianta. La transizione più facile è quella da uomo a donna o viceversa, che avviene vestendosi da uomo o da donna. Queste transizioni prevedono degli stati non ordinari di coscienza modificando l'abito esterno. Lo sciamano è addestrato per andare e tornare. Ad esempio,
essiparlano con lo spirito di un certo animale per sapere quanti se ne possono cacciare. Occorre unlungo percorso per compiere la transizione di prospettiva a poter tornare senza troppo rischio alproprio punto di vista. Anche gli altri enti hanno i propri sciamani. Lo sciamano è un mediatoreontologico tra mondi. È in grado di viaggiare verso un altro punto di vista e tornare senza esserestato catturato. Si tratta di una posizione marginale, perché ha facoltà talmente specifiche darichiedere delle procedure particolari. Per diventare sciamani/e si scelgono i/le bambini/e chemostrano certe caratteristiche e li si addestra lungamente. Essi stanno in foresta per un certo tempoassumendo solo la pianta che stanno studiando, in modo da conoscere dentro di sé tutti i suoi effetti.È un modo diverso di produrre conoscenza e a depositare quel sapere sono le piante, non gli umani.AnalogismoIn Cina c’è un’ontologia analogico-correlativa,
per cui c'è analogia tra macro e micro, tra totalità della natura e vita individuale. Il modo di vivere determina il modo di pensare e viceversa, c'è un duplice nesso tra pensare ed esistere. Vi è analogia tra pensiero ed essere. Quest'ontologia costituisce una forte critica alla separazione natura-cultura.
Il buddhismo arriva dall'India nel 200 a.C. e inizia a fondersi col taoismo. Da questa unione nasce il buddhismo chan. Mao Tse Tung interpreta il marxismo sulla base del taoismo, specialmente l'idea di contraddizione e dialettica. La Cina critica l'Unione Sovietica sulla base del taoismo, perché il socialismo è sempre stato pensato e praticato.
Il pensiero cinese va oltre il monismo ontologico. La base del taoismo è la "spontaneità" (ziran), ovvero l'essere sé stesse da parte delle cose, l'ipseità che riguarda tutto. Non c'è una partizione tra
mondo spirituale e materiale. Per fare un confronto, invece, la filosofia dell’esistenza si basa sulla possibilità esistenziale (dynamis). Tutti, quando nasciamo, ci troviamo gettati in situazioni storico-sociali determinate, che incidono sul nostro modo di pensare e di essere e che non abbiamo scelto. Per Heidegger, l’esserci, cioè la presenza al mondo, è contraddistinta dall’inautenticità. La presenza al mondo è consegnata a un assetto interpretativo che fa vedere le cose in un certo modo e che è determinato dalle condizioni storico-culturali. Ciò che ci fa uscire dall’inautenticità è l’essere per la morte, che di saltare fuori dal condizionamento. Questo non esiste nel pensiero cinese. L’essere per la morte è l’esistenza vissuta tenendo di fronte l’orizzonte della pura possibilità esistenziale. La morte è la possibilità dell’impossibilità
di esserci, l'annientamento di ogni possibilità e prospettiva. Questo è assurdo nel pensiero cinese, ma l'assurdo e la contraddizione sono alla base del pensiero occidentale. Il nichilismo è la cosmovisione che