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STORIA DELL’ANTROPOLOGIA - AGATA MAZZEO
10/11/21 Lezione 1
Obiettivi del corso:
Conoscere le linee essenziali della storia della disciplina;
Conoscere le caratteristiche, le articolazioni e gli sviluppi interni delle varie scuole e correnti;
Acquisire la terminologia appropriata per esprimere i contenuti appresi
Thomas Kuhn, negli anni ’60, parla di come la legittimità del sapere si basa sul consenso che
una comunità scientifica dà a un certo paradigma. Nel 1962 pubblica la struttura delle
rivoluzioni scientifiche, è un’opera fondamentale per gli studi nell’ambito della filosofia, della
scienza e non solo. Kuhn riflette su come nell’ambito scientifico ciò che viene considerato un
paradigma è qualcosa che gode del consenso della maggior parte dei membri di quella
comunità scientifica che usa il paradigma stesso, il paradigma è quel modello teorico che
viene usato per interpretare dei certi fenomeni.
Thomas Kuhn riflette su come poi quando il paradigma che è considerato valido inizia a non
essere più efficace e utile per comprendere e spiegare determinati processi, nelle scienze
naturali questo paradigma viene abbandonato. La comunità non riconosce più il paradigma
come legittimo.
In antropologia il sapere è pluri paradigmatico, si mettono insieme più modelli e concetti
teorici. Quando si sviluppa un nuovo paradigma, il precedente non viene automaticamente
escluso, un nuovo paradigma non ne esclude uno precedente.
L’antropologia ha riflettuto a lungo nei suoi paradigmi.
11/11/21 Lezione 2
CONTESTUALIZZAZIONE della nascita dell’antropologia
L’antropologia è un sapere dialogico, si intreccia con diverse discipline, crucialmente con
l’intreccio storico.
Qualsiasi sapere deve perseguire un’utilità sociale e finalizzato a un bene collettivo.
Se non partiamo dal porci domande, ci sarà impossibile darci risposte e cambiare la società.
Europa durante l’Illuminismo e l’800:
Durante l’illuminismo inizia ad essere sviluppata in Europa la riflessione sull’uomo come
soggetto universale. Nel secolo dei lumi, in particolare nel 1762 viene pubblicato Il contratto
sociale di Rousseau. Nel contratto sociale si afferma il mito del buon selvaggio, lo stato di
natura viene idealizzato contro lo stato della società. Un’immaginaria ideale età primitiva
viene a essere idealizzata come identità dell’oro, età dell’armonia. Quest’opera contribuisce
all’elaborazione di una dicotomia tra natura e cultura che va a caratterizzare il pensiero
occidentale. Il buon selvaggio associato allo stato di natura e il mondo occidentale inteso
come espressione della società e quindi associato alla cultura e alla ragione. Questa
dicotomia andrà a formare non solo il pensiero occidentale, ma anche il modo in cui
l’occidente costruisce l’altro, il selvaggio, il primitivo. Nel corso del ‘700 si sviluppano anche
riflessioni sull’origine della specie umana, ci sono posizioni che vengono definite
monogeniste, ovvero che si rifanno all’idea che tutti gli esseri umani derivino da un’unica
discendenza e posizioni poligeniste, che invece dicono che diverse categorie si rifanno a
diverse origini.
La società degli osservatori dell’uomo ha come primo esperimento lo studio dell’uomo, uno
studio che vedeva coinvolti studiosi di diverse discipline e che si basava su comparazione e
diverse ricerche empiriche.
Nel corso dell’800, invece, si riaffermano in Europa i poteri forti della chiesa e della
monarchia, UK si afferma come principale potenza a livello industriale, economico e
coloniale.
Sul piano intellettuale iniziano a diffondersi le teorie degenerazioniste, che si basavano sul
creazionismo, portano a considerare quello che prima era considerato il buon selvaggio un
degenerato, il selvaggio è considerato un degenerato in quanto fuori dalla grazia divina.
In questo secolo si compiono grandi passi avanti negli studi archeologici e geologici, si
sviluppa quell’approccio che definiamo uniformismo, che spiegava le attuali conformazioni
geologiche in base a delle regole universali, in base a un processo uniforme su scale
planetarie. Queste riflessioni influenzeranno anche le riflessioni antropologiche.
Nell’800 si afferma sul piano sociale un altro importante paradigma: l’evoluzionismo, nel
1859 viene pubblicata l’origine della specie di Darwin, frutto di 20 anni di osservazione e
ricerca che aveva portato Darwin a teorizzare come la specie umana si fosse adattata
all’ambiente nel corso della sua evoluzione in maniera del tutto casuale e come l’evoluzione
si basasse sul passaggio ereditario.
L’antropologia nasce come disciplina evoluzionista, le posizioni evoluzioniste qui iniziano a
essere professate ancora prima della pubblicazione di Darwin. Nel 1871 viene pubblicata
l’origine dell’uomo di Darwin, Cultura primitiva di Tylor e Sistemi di consanguineità e di
affinità della famiglia umana di Morgan, che viene considerato uno dei fondatori
dell’antropologia nordamericana.
L’interesse dei primi antropologi si muovono verso lo studio della religione e della parentela.
Primitive culture appare come uno studio sull’evoluzione del pensiero religioso. Le basi per
la formazione del pensiero antropologico vengono poste da quei dibattiti che avevano avuto
luogo nel corso del ‘700 e si esprimono facendo riferimento alle teorie del monogenismo.
Tylor dà quelle che viene considerata la prima definizione del concetto di cultura: la cultura o
civiltà intesa nel suo senso etnografico più ampio, è quell’insieme complesso che include le
conoscenze, le credenze, l’arte, la morale, il diritto, il costume e qualsiasi altra capacità e
abitudine acquisita dall’uomo in quanto membro della società.
Questa definizione ebbe una portata rivoluzionaria
12/11/21 Lezione 3
Antropologia evoluzionista, così nasce l’antropologia come disciplina accademica.
L’antropologia evoluzionista si caratterizza per aver portato avanti uno studio sui temi della
religione e della parentela. Questi interessi non sono casuali: si situano nel contesto
culturale dell’epoca. Nell’ambito del dibattito tra creazionisti ed evoluzionisti le riflessioni
antropologiche si pongono in linea con posizioni evoluzioniste, da qui l’interesse, poi, di
sviluppare tematiche sulla religione. Per quanto riguarda la parentela, gli antropologi spesso
vengono da formazioni giuridiche, sono interessati a diversi modi attraverso cui si trasmette
l’eredità attraverso la società, sono interessati nella dicitura di parentela, nei modi in cui
questa cambia nei diversi contesti culturali.
Nell’antropologia evoluzionista Tylor è l’antropologo che per primo contribuisce ad
affermare il valore dell’antropologia come disciplina (fra i primi se non il primo). In primitive
culture Tylor si occupa di indagare il pensiero religioso, rifacendosi al paradigma
evoluzionista e, attraverso questo paradigma, Tylor individua degli stadi culturali
nell’evoluzione del pensiero religioso. Questi stadi vanno da uno più semplice a uno più
complesso. Nell’ambito del paradigma evoluzionista vediamo questa idea dell’evoluzione
della storia dell’umanità da fasi più semplice a fasi più complesse. Tylor introduce, nel
dibattito antropologico, il concetto di animismo, ovvero quell’idea in base alla quale si
ritiene che un oggetto, animato o non, abbia un anima.
TEORIA DELLE “SOPRAVVIVENZE”. Definisce sopravvivenze quelle idee, pratiche, usanze che
sono osservabili in una data società, ma che rimandano a un tempo passato, in cui tali idee,
termini, credenze, avevano un significato che poi, nel processo di evoluzione, si è perso.
Studiare, indagare e osservare tali pratiche e idee nel presente di una data società ci
permetterebbe di acquisire delle conoscenze sul passato di quella società. Esempio: la
stretta di mano rimanda a contesti passati, quando la stretta di mano definiva l’accordo e il
buon esito di una trattazione. Una definizione di sopravvivenza come quella di Tylor ci dà il
problema del cambiamento del significato, il fatto che le sopravvivenze sono a discrezione
degli antropologi che le interpretavano come tali, con uno sguardo quindi fortemente
etnocentrico.
I primi musei etnografici avvaloravano la teoria evolutiva.
William Robertson Smith è un antropologo che elabora le sue riflessioni sempre nell’ambito
evoluzionista e i riferimenti alle sue riflessioni li ritroveremo in Mary Douglas, con purezza e
pericolo. Robertson Smith è uno dei primi antropologi che si concentra sulle dimensioni
sociali della religione, si sofferma sulla funzione di coesione sociale che hanno le istituzioni
religiose, in particolare rituali e riti comunitari. Robertson Smith è uno dei primi antropologi
a condurre, seppur brevi, ricerche sul campo. Condurrà brevi ricerche etnografiche con
popolazioni arabe del deserto. Alcune riflessioni da lui elaborate le ritroveremo in riflessioni
e analisi proposte da Mary Douglas, ma anche in riferimento ad altri studiosi. Un altro suo
merito è quello di aver posto l’attenzione e aver riconosciuto l’esistenza di organizzazioni
politiche e sociali che non si basavano su un’istituzione centralizzata come nei contesti
europei, ma su un’organizzazione prive di essa, elabora delle prime riflessioni sulle
cosiddette società segmentarie. Va a rivolgere il proprio interesse verso tipi e forme di
organizzazione sociale differenti da quelle osservabili dal contesto europeo. Dove la
coesione sociale, l’equilibrio politico, era dato da istituzioni differenti, era dato da un
equilibrio, sempre attraversato da dinamiche di tensione e conflitto, fra gruppi segmentari.
Un altro, e forse l’ultimo, antropologo evoluzionista è James Frazer, autore del ramo d’oro
(the golden bough), un’opera colossale pubblicata alla fine dell’800 in cui Frazer intreccia il
mito con la storia. Nel ramo d’oro vengono poste in rassegna espressioni e pratiche culturali
che, in chiave evoluzionista, avrebbero dovuto mostrare l’evoluzione del pensiero umano.
Nel ramo d’oro Frazer elabora la sua interpretazione in chiave evolutiva della storia del
pensiero umano considerando la magia come scienza delle società primitive.
L’interpretazione della magia sarebbe uno stadio più basso, la religione a uno stadio
intermedio e la scienza come stadio più alto.
Siamo alla fine dell’800, agli inizi del ‘900 in Europa iniziano ad andare in crisi alcune
certezze, di lì a poco ci sarà la WWI. Un momento cruciale per la storia dell’antropolo