CAPITOLO 3: L'ECUMENE GLOBALE COME PASSAGGIO DELLAMODERNITÀ CULTURALE
Oggi siamo invitati a vedere la modernità in termini ed essa può comprendere tanto la continuità quanto il cambiamento. Va intesa come civiltà diffusa a livello planetario, la quale porta con sé l'idea di somiglianza.
Eisenstadt sostiene che questa originatasi in Europa, si è progressivamente diffusa nel resto del mondo. Man mano che la civilizzazione moderna è entrata a contatto con altre culture sono risultati cambiamenti e ripercussioni, cosicché la si può vedere sia come un'unica civiltà sempre più differenziata internamente, sia come una serie di modernità molteplici. Inoltre, afferma che le società con efficienti élite originarie, garantiscono agli ideali della modernità un vantaggio nel mescolarsi con le loro stesse convinzioni, con assai poca consapevolezza della differenza culturale.
La costruzione dei confini delle società e dei sistemi politici – aggiunge il sociologo – è una componente basilare della vita sociale umana; tuttavia tali confini tendono ad essere fragili, permeabili e relativi rispetto ai tempi e ai contesti. La riflessività è una delle caratteristiche principali della modernità, dove nell’esame continuo della pratica e del discorso, le scienze sociali possono lavorare dentro e fuori della quotidianità. A tal proposito citiamo “Tropical Gangster”, il resoconto dell’economista americano Klitgaard, intitolato “gangster[...]”, nel quale racconta i due anni e mezzo di lavoro e permanenza nella piccola repubblica Africana della Guinea Equatoriale. Il libro ci offre una panoramica di una fetta dell’ecumene globale che va dal centro, fino ad una delle sue più lontane periferie. Il paese ha un’immagine esterna assolutamente misera, dove il colonialismo spagnoloÈ stato seguito da una delle dittature più brutali e spietate di tutta l'Africa. La Guinea Equatoriale sembra ai margini dellamodernità. In città pareva esserci una considerevole e varia popolazione di esperti immigrati, molti dei quali latino americani. I guineani nutrivano i loro dubbi su questi stranieri, mentre alcuni degli esperti erano altrettanto scettici su non pochi del loro stesso gruppo. Infine l'autore ammette che il potere nel paese era detenuto dal clan lasciando aperta la questione se si trattassero di società e cultura → l'idea che le società esistano come unità relativamente autonome è in sé molto moderna e nel contempo sempre più problematica. Bauman richiama metaforicamente il concetto di ecumene globale come paesaggio aperto. L'habitat offre sia risorse che limitazioni, venendo definito in riferimento a particolari attori.cosicché gli habitat di attori diversi possono più o meno sovrapporsi, nell'ambito del paesaggio complessivo. Esso è emergente e transitorio, non legato ad un particolare territorio. In termini più sociologici, l'habitat di un agente si può dire consista in una rete di relazioni dirette e indirette, espandibili ovunque riescano ad arrivare, all'interno o attraverso i confini nazionali. Di conseguenza l'habitat individuale di Klitgaard non è limitato al territorio della Guinea Equatoriale o alla gente del posto. Esso ha compreso gli uffici della Banca mondiale di Washington e i rapporti accademici in tutti gli Stati Uniti. Klitgaard a Malabo faceva parte dell'habitat di gente come don Bonifacio e don Costantino, i ministri; i loro habitat, almeno a suo tempo, erano arrivati a comprendere istituzioni e ambienti locali rispettivamente in Spagna e in Unione Sovietica. Per i Mongono, intesi come clan, l'apparato statale eracertamenteuna risorsa di primo piano nel loro habitat emergente. Si parla di ecumeneglobale contemporanea come paesaggio aperto, in termini di relazioni socialie di flusso di cultura.Metacultura → è il termine il quale indica che la gente tende ad attingere a certe concezioni che trascendono il singolo dato, proprio per riuscire a organizzare in base a esse, le particolarità culturali della loro vita. Queste cornici metaculturali non sono oltre la cultura, ma sono esse stesse culturali. Due metaculture che coesistono e svolgono un ruolo nell'influenzare l'odierna globalizzazione della modernità, incoraggiano ovvero sacrificano il flusso culturale.
Metaculture della differenza → Da un lato abbiamo i sociologi David Strang e John W. Meyer, che si occupano della comprensione delle condizioni per la diffusione delle pratiche sociali. Questi due autori sono insoddisfatti di un approccio che punta esclusivamente sugli aspetti relazionali. Inoltre
Trovano che anche la comprensione dei partecipanti tra di loro e le pratiche che ne derivano siano di grande importanza. Per adottare una pratica esibita da qualcun altro, la gente deve avere qualche idea di come essa possa entrare nella propria vita: ciò può voler dire analizzare somiglianze e differenze fra le rispettive situazioni oltre che fra se stessi e gli altri. Le pratiche, le situazioni e le persone tendono a diventare casi di una categoria, varianti legate ad un idealtipo. In questo modo si incoraggia la omogeneità e la diffusione, dove i partecipanti per molti aspetti acquisiscono tale metacultura esalta la somiglianza. Dunque nella misura in cui le teorie moderne favoriscono un ordine morale universalistico, i partecipanti crescono in base a queste vedute e diventano simili tra loro. Tuttavia la modernità celebra l'attore sociale autonomo e competente. Ma sono proprio questa autonomia e questa competenza che aspirano ad essere soggette alle moderne forze.
di standardizzazione per diffusione. Metaculture della modernità che indica somiglianza: D'altra parte abbiamo Marshall Sahlins, interessato alla continuità culturale e alla differenza. Egli afferma che la cultura occidentale è tanto ovvia per noi, in virtù del fatto che siamo inclini a pensare la nostra ragione pratica come qualcosa al di sopra delle cultura. Malgrado ciò anche gli altri hanno la loro ragione pratica, essendo inclini a ragionare sulla base della loro tradizione, su cosa sia accettabile o cosa sia desiderabile cambiare. La cultura è quindi continua e si adegua alle nuove circostanze. Riconoscere questo equivale alla differenza all'ammissione empatica della Secondo Turner la cultura come categoria universale, distinta dalle culture specifiche, è diventata una metacultura. Qui la differenza è di per se stessa una premessa. I luoghi dei coinvolgimenti metaculturali → la metacultura della somiglianza ha solide.Basi nell'organizzazione politica formale. Nonostante enormi disparità nel concreto, agli stati è riconosciuta una funzione legale identica e, almeno ufficialmente, essi perseguono scopi simili relativi alla modernità. In un certo senso, quindi, la metacultura della modernità tende a lavorare dall'alto verso il basso. Mentre le metaculture della differenza puntano a essere d'opposizione. Sostenendo la differenza culturale, si rivendicano diritti speciali, come quello di essere esclusi dal raggio di Sahlins esercizio del potere altrui. A tal riguardo nota che i dirigenti dei revival culturali, generalmente i maggiori esaltatori della differenza, sono molto spesso persone che conducono la loro vita di successo in habitat dominati dalla modernità. Si può giudicare ciò come un'indigenizzazione della modernità, ovvero l'appropriarsi di beni materiali e intellettuali importando tutto quanto possa servire ai propri.scopi.La metacultura della differenza è almeno in parte, ispirata alla diffusione fuoridall'accademia di una tendenza radicata in antropologia. In termini di categoriadi appartenenza sociale di clan ed etnica, non si può essere sicuri che ilcittadino statunitense Klitgaard resti fondamentalmente una creatura dellacultura americana, a prescindere dal suo curriculum vitae di giramondo. Nelpaesaggio dell'ecumene globale, ci possono essere isole di parziale comunecomprensione e anche tutta una serie di ponti. La gente può risultare simile incerti modi e differente in altri, ma ciò di cui si deve occupare la teorizzazionenell'ecumene globale è di coniugare apertura mentale e cambiamento.Conclusione: la diversità nell'interconnessione → Negli spazi interstiziali fra ciò che è moderno e ciò che non lo è, possono ancoraverificarsi tentativi spontanei di crescita su basi culturali autoctone,
conscarsa attenzione per modelli metropolitani. In alcuni luoghi possono essere in corso sforzi più o meno consapevoli e riusciti di cercare un compromesso fra metaculture opposte, puntando decisamente ad essere moderni eppure diversi allo stesso tempo.CAPITOLO 4: SETTE IPOTESI SULLA DIVERSITÀ
- Il diritto della propria cultura → Un popolo ha diritto alla propria cultura. La diversità sta alla base dell'umanità, la quale è vista come monumento della sua stessa creatività. L'ipotesi di base è che la gente sia attaccata alla propria cultura, ma dal momento che ciò di fatto significa tanti popoli e tante culture rispettivamente diverse, è "vivere e lasciar vivere". È necessario concordare il disaccordo: Questo però porta alla metafora del mosaico culturale globale, di tante unità separate e distinte. Non è del tutto irragionevole l'idea che, data in qualche modo una scelta culturale,
La gente opti per quella che già possiede, non operando quindi una vera e propria scelta. Ragion per cui si parla di diversità culturale come diritto di ciascuno alla propria cultura, che la gente possiede, ma da cui è anche posseduta. Mentre di fronte alla possibilità di scelta, gli individui potrebbero non preferire quella che appare la loro cultura che magari non è mai stata accettata nel complesso fin dall'inizio. Inoltre gli esseri umani hanno certe capacità di ristrutturare se stessi, così come i loro repertori culturali sono predisposti a nuove aperture. Infine le culture possono morire e le persone continuare a vivere, nel senso che un complesso di idee e di pratiche basate su di esse cadono in disuso.
2) Cultura ed ecologia → La diversità culturale si inquadra anche in una dimensione ecologica. Questa visione tratta la dimostrazione del beneficio che la diversità offre.
-
Riassunto esame Antropologia culturale, prof. Matera, libro consigliato La diversità culturale, Hannerz
-
Riassunto esame Antropologia Culturale, prof Cuturi, libro consigliato Diversità di natura, diversità di cultura, D…
-
Riassunto esame Antropologia Culturale e Processi di Migrazione, prof. Sorgoni, libro consigliato Antropologia Cult…
-
Riassunto esame Antropologia culturale, prof. Matera, libro consigliato La diversità culturale, Iannaccaro, Matera