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Estratto del documento

(SCHEMA)

Cos’è l’effetto incretinico?

Vediamo soggetti normali ai quali viene somministrato carico di glucosio o per via orale o

endovenosa e prendono questo carico se per via endovenosa, aumenta la glicemia ma

aumenta la secrezione di insulina in maniera moderata. Invece se lo prendono per via orale

allora la stimolazione dell’insulina è molto maggiore, questo è stato capito con la scoperta

delle incretine che hanno origine a livello gastrointestinale e vengono attivate dal pasto.

Ecco perché il pasto stimola molto di più l’insulina rispetto allo stesso glucosio per via orale.

Chi ha un diabete di tipo 2 gli manca l’effetto incretinico, perché si usano degli analoghi di

incretine per trattare in questi soggetti con diabete di tipo 2 per normalizzare la loro glicemia.

70

storia naturale del diabete di tipo 2 (IMMAGINE)

Nella fase iniziale abbiamo un soggetto con glicemia normale, poi abbiamo una fase di

intolleranza ai carboidrati, qui è legato al fatto che abbiamo insulino resistenza

ingravescente. Qui la glicemia si mantiene normale, produzione di insulina regolare, mentre

dopo inizia un’insulina-resistenza, quindi ne produce di più ma dopo è meno efficace perché

raggiunge il valore soglia. Quando si arriva al diabete conclamato la glicemia a digiuno è

alterata e la produzione di insulina diminuisce nel tempo, e inizia l’insulino resistenza. Un

soggetto normale può arrivare al diabete attraverso fase grigia in cui aumenta la resistenza

all’insulina ma diventa insufficiente la sua produzione e questa fase intermedia , di

pre-diabete può durare dai 10 ai 30 anni, e c’è tempo per fare qualcosa, l’attività fisica è

importante come elemento di prevenzione. Questa lunga fase preclinica è importante perché

possiamo agire ma la malattia viene sottovalutata perché la glicemia è normale, solo dopo

raggiunge valori tra 100 e 125, se il soggetto non fa dei controlli glicemici o dI una glicemia a

digiuno e non vede quello che succede dopo un carico di glucosio, se ne accorge dopo.

QUesta fase dei 10-30 anni bisogna fare prevenzione e conoscere fattori di rischio in modo

da fare una diagnosi precoce e agire su questi fattori.

Fattori di rischio per il diabete di tipo 2

● l’età (a 5 anni non esiste): aumenta dopo i 40 anni, adesso siccome tra i fattori c’è

obesità e sedentarietà quindi l'età di insorgenza si è abbassata

● Obesità (quindi anche in adolescenti e soggetti di 25 anni): quindi è cambiata perché

abbiamo persone di 15 anni obesi con diabete di tipo 2

● Familiarità: è il diabete più familiare, con ereditarietà poligenica, si eredita di un

assetto poco favorevole per la tolleranza ai carboidrati. Il 40% hanno un parente con

DM2 e chi nasce con un parente di primo grado ha un rischio superiore di 5-10 volte

di svilupparlo

● Stile di vita: alimentazione e sedentarietà

Patologie associate

Essendo soggetti più grandi, problemi dismetabolici possono avere:

● dislipidemia

● ipercolesterolemia

● ipertensione arteriosa

● sindrome metabolica

il concetto di DIABESITA’

Il concetto è stato coniato sulla base di studi fatti nella popolazione americana nella quale si

studiava la prevalenza del diabete che aumentava regolarmente, in base al peso corporeo

medio. Si vede che con gli anni c’è stato tra il 90 e 2000, un aumento del peso medio tra la

popolazione di circa 5 kg. E questo si traduce come prevalenza del diabete.

La percentuale dei diabetici vediamo che siamo passati da meno di 4% a più di 6% dopo. Se

guardiamo le curve vediamo che l’aumento di obesità e diabete vanno di pari passo e

questo ha permesso di coniare il concetto di diabesità. Vanno insieme il diabete di tipo 2 e il

peso corporeo. I dati non fanno altro che peggiorare.

Iperglicemia cronica: quali complicanze? 71

Il diabete può essere un problema per quanto riguarda complicanze come chetoacidosi

(diabete 1) o ben tollerato da un punto di vista clinico. Molti pazienti diabetici (50/60 anni),

dicono che si sentono bene ma poi si guarda sotto e vedono che si ha iperglicemia cronica

perchè era ben tollerata ma ha portato ad alcune complicanze e queste sono

essenzialmente di tipo cardiovascolare soprattutto per il tipo 2, sono peggiorate dalla

co-presenza di fattori di rischio come obesità, alimentazione, fumo, sedentarietà.

Numeri del diabete in italia (2017)

3,3 mln di diabetici in Italia, ovvero 1 persona su 18. La spesa per il diabete rappresenta

l’8% di tutta la spesa sanitaria. E’ un peso per le singole persone e per la società, è una

patologia costosissima e la riduzione media dell’aspettativa di vita è di 5-10 anni e circa il

50% dei diabetici non è ben controllata.

Le complicanze del diabete

Una volta fatta una diagnosi è importante cercare di normalizzare la glicemia con tutti gli

strumenti, perchè è una malattia che fa tanti danni:

● la microangiopatia diabetica: patologia a carico dei piccoli vasi (arteriole)

E’ una patologia che interessa il microcircolo, si ripercuote su alcuni organi che sono gli

occhi (retinopatia), il rene (nefropatia) (perché nella struttura del nefrone abbiamo il

glomerulo che è un ammasso di capillari), e neuropatia diabetica (ci sono piccolissimi vasi

che vanno a irrorare i nervi)

- la retinopatia passa per diverse fasi e i pazienti devono fare controlli annuali e

verificare le complicanze anche se si può non riuscire a trattarle tutte e un risultato

può essere la perdita della vista, dovuta a retinopatia, cataratta, emorragie ecc. Più è

controllata la glicemia meno vengono glicosilate una serie di proteine che

favoriscono l’evoluzione di queste complicanze. (SCHEMA), mostra prevalenza della

retinopatia che aumenta con l’emoglobina glicata e anche questo ha contribuito a

stabilire valori di glicata normale, se è al di sotto del 6% non sviluppa retinopatia,

mentre chi ha un diabete non compensato rischia di più. Quindi bisogna controllare la

glicemia.

- La nefropatia diabetica è una tappa che può portare all’insufficienza renale e il

diabete è una delle prime cause di insufficienza renale terminale che vuol dire dialisi

o trapianto di rene. Ci sono vari stadi e vanno di pari passo con la retinopatia (non ci

chiede di memorizzarli tutti), questa può portare alla IRC terminale.

- la neuropatia diabetica ha una patogenesi complessa ma è importante perché può

essere di tipo sensitiva, non sentono bene l’appoggio dei piedi sul terreno e sono

generalmente distali e simmetriche e possono essere invalidanti. Formicolio, dolori,

nevralgie importanti. Può anche interessare il sistema nervoso autonomico, questo è

un problema perché esso svolge molte funzioni tra cui quella di consentire una

risposta all’ipoglicemia e non avvertirla bene. Questa neuropatia può essere

responsabile di complicanze come turbe gastrointestinali (difficoltà a digerire,

impotenza, manifestazioni cardiovascolari).

Tutto questo quadro deriva dalla microangiopatia.

● la macroangiopatia diabetica: patologia a carico dei vasi arteriosi più grandi (aorta,

coronarie ecc.)

Non è proprio specifica del diabete, la differenza è che è più precoce nel diabetico e più

diffusa, avere più distretti interessati e farla in maniera più precoce. 72

E’ una forma di ateromatosi.

Manifestazioni croniche: Porta a ischemia, se c’è un'insufficienza arteriosa a livello di arteria

femorale o poplitea, quando il soggetto cammina se non ha un fabbisogno di ossigeno

esagerato riesce a camminare, ma se accelera si verifica il dolore (caldicazio).

Manifestazioni acute: Quando si è sviluppata la placca di ateroma richiama piastrine che

stimolano la formazione di un trombo e si tende ad occludere l’arteria quindi abbiamo un

flusso interrotto. Se siamo in una coronaria abbiamo infarto, in un’arteria carotidea avremo

un ictus, nell’arteria femorale: ischemia acuta di gamba. Il diabete rappresenta infatti la

prima causa di amputazione di gamba.

Manifestazioni: angina/ infarto, ictus/ischemia di gamba che si complica con la cancrena.

Le complicanze cardiovascolari sono le prime cause di mortalità e gli accorciano la vita di 5 -

10 anni e devono essere una motivazione importante a curarsi.

● altre complicanze:

○ Aumentata sensibilità alle infezioni

○ Maggior rischio cataratta

○ piede diabetico

Quelle di microangiopatia siccome ci mettono molto, uno di tipo 1 ci arriva prima, mentre

quello di tipo 2 dopo perché è diventato diabetico più tardi. Quello di tipo 1 avrà maggiore

sensibilità per microangiopatia mentre tipo 2 macro perchè ci sono anche altri fattori di

rischio associati

Piede diabetico

Si verifica il piede diabetico perché siamo su un punto d’appoggio, e il soggetto ha diabete

da tanto che non è stato ben compensato per cui ha una macroangiopatia, ha un difetto di

perfusione arteriosa. Ha una neuropatia per cui ha sia un difetto di troficità del tessuto che di

sensibilità, per cui poteva avere un piccolo danno che non ha sentito proprio per il fatto che

ha la neuropatia ed è per questo che poi i diabetici vengono educati, di controllare i piedi

perché se fanno sport e non hanno un confort sui piedi e non se li controllano, si fanno ferite

che non sentono e vanno avanti, progrediscono perché non c’è abbastanza

vascolarizzazione e c’è una tendenza maggiore ad avere infezioni di tipo batterico, micotico

e si può arrivare a situazioni impressionanti.

La gangrena è la proliferazione di alcuni batteri in assenza di o2, sono infezioni che portano

ad annerire il piede ed essere causa di infezione generalizzata e setticemia.

Comporta la formazione di ulcere soprattutto sui punti di appoggio, anche deformazioni

perché perdendo la sensibilità profonda possono diventare errati i punti di appoggio e questo

porta a deformazione dei piedi, con rischio infezioni e gangrena. Il diabete attraverso la

neuropatia motoria, sensitiva e autonomica favorisce la formazione di calli sui punti di

appoggio che poi portano a formazione di ulcere (tallone è molto vulnerabile).

Lezione 29/11/2022

Diabete e sport pt.2

Complicanze acute del DM 73

sono di due tipi: il primo tipo è legato alle ipoglicemie e hanno un esordio subacuto, cioè non

si sviluppano in qualche minuto, ma in giorni e settimane e abbiamo due forme che possono

accompagnarsi a chetosi e si configura il quadro della

- chetoacidosi diabetica

Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
118 pagine
SSD Scienze mediche MED/13 Endocrinologia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher michela.fazio di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Adattamenti e alterazioni psico endocrine e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di L'Aquila o del prof Schietroma Mario.