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OBIETTIVI
- Prevenire l’iperestensione delle mf, le deformità ad artiglio e le retrazioni
- Facilitare l’estensione delle IF
LUMBRICAL BAR: splint con blocco dorsale alle mf in flessione per consentire il trasferimento della forza
estensoria dei m. Estrinseci per estendere le iiff e prevenire l’overstretching degli interossei.
BLOCCO STATICO DELLE MF IV E V DITO POSIZIONATE IN FLESSIONE A 30°- 45°
SPLINT DINAMICO
PROTOCOLLO POST CHIRURGICO
• Splint dorsale con polso flesso a 20°/30° associato al blocco funzionale delle MF a 45°
• Mantenimento AROM articolazioni non coinvolte/trattamento cicatrice/ rieducazione della sensibilità
• Dalla 3°sett., in base alle indicazioni del chirurgo, modificare lo splint verso il polso neutro
• Dopo 5-6 sett abbandono graduale dello splint al polso e graduale recupero dell’AROM
• A 8 sett possibile incrementare il recupero della forza
• Spesso vi sono associate lesioni tendinee dei flessori pertanto i protocolli devono integrarsi
LESIONI ASSOCIATE NERVO MEDIANO E NERVO ULNARE
• Lesione estremamente invalidante dal punto di vista sia motorio che sensitivo
• Paralisi di tutti i mm. Intrinseci e flessori estrinseci quadro funzionale
• Pollice allineato alle altre dita e chiusura della prima commissura
• Appiattimento dell’arco trasverso
• Deformità ad artiglio a tutte le dita
PATOLOGIA COMPRESSIVA DEI NERVI PERIFERICI: SINDROMI CANALICOLARI
• Ciascun nervo, nel suo normale decorso anatomico, presenta alcuni tratti di passaggio in canali ristretti
che possono, in seguito a piccole alterazioni idiopatiche, modifiche degenerative o post traumatiche,
divenire regioni di più facile compressione del nervo stesso.
• Alterazioni in queste zone possono interferire con i normali meccanismi di movimento del sn
• Scorrimento
• Allungamento o tensione
• La sintomatologia che ne deriva è caratterizzata, fondamentalmente, da dolore e parestesie irradiati nel
territorio di distribuzione del nervo interessato.
SINTOMATOLOGIA
Sintomo prevalentemente dominante è il dolore ma si riconoscono 3 stadi:
1°stadio irritativo: parestesie intermittenti (notturne o dopo movimenti ripetuti o particolari
posizioni)
2° stadio: iniziano i deficit sensitivi
3° stadio: presenta deficit motorio
Il trattamento deve essere mirato e tempestivo, per evitare che una condizione normalmente solo
temporanea e risolvibile, evolva in una disabilità progressiva.
DIAGNOSI
• Corretto esame clinico che, tramite palpazione e test provocativi, pone il sospetto diagnostico
• Esami strumentali che confermano o meno il sospetto diagnostico:
• Studio della conduzione nervosa tramite elettroneurografia motoria e sensitiva: registrazione del
potenziale d’azione evocato con stimoli elettrici lungo il decorso del nervo
TRATTAMENTO
CONSERVATIVO
➔ Compressioni in fase iniziale
➔ In pazienti che per varie ragioni non possono affrontare un intervento chirurgico
➔ Pazienti in attesa di intervento chirurgico in presenza di forti parestesie e dolore
CHIRURGICO
➔ Stadi avanzati con segni di deficit motori
➔ Compressioni legate a neoformazioni
➔ Irregolarità ossee
TRATTAMENTO CONSERVATIVO
OBIETTIVI
• Ridurre /eliminare la sintomatologia sensitiva e/o dolorosa
• Recuperare il movimento attivo
• Prevenire i danni secondari
STRUMENTI
• Splint
• Terapia manuale
• Terapia fisica
• Neurodinamica
• Taping neuromuscolare applicato con tecnica decompressiva
• Ergonomia
• Terapia farmacologica
SINDROME DEL TUNNEL CARPALE
Una patologia caratterizzata da sofferenza compressiva del nervo mediano al suo passaggio a livello del canale
carpale. Questa sindrome si verifica quando le strutture contenute nel canale carpale aumentano di volume
(in genere per processi flogistici o di imbibizione tissutale), oppure il canale carpale diminuisce di volume
(traumi, fratture, processi reumatici) con conseguente aumento della pressione all’interno del tunnel carpale.
EPIDEMIOLOGIA
• La decade più rappresentata per i entrambi i sessi è quella compresa fra 50 e 59 anni.
• L'incidenza della sindrome del tunnel carpale è circa tre volte più elevata nella donna ed è variabile a
seconda dell'attività lavorativa svolta, fino a 60 casi ogni 100 lavoratori in particolari attività.
• In circa il 70% dei casi è bilaterale, con prevalenza della mano dominante.
• Si ritiene che la maggiore prevalenza nel sesso femminile dipenda da un diverso volume del canale
carpale (chappell,2003) o, secondo altri autori da fenomeni ormono-dipendenti (ritenzione idrica con
incremento della pressione endocanalicolare soprattutto durante la gravidanza e l’allattamento).
SINTOMATOLOGIA
• La sintomatologia classica è caratterizzata da parestesie nel territorio anatomico di innervazione del
mediano.
• Prevalenza durante le ore notturne o nel mantenimento di particolari posizioni (e.s. Tenere il volante) o
attività ripetitive prolungate
• Con il tempo la sintomatologia può divenire continua ed accompagnarsi a dolore al polso e alla mano,
talora con irradiazione prossimale lungo l’avambraccio più tardivamente possono comparire sintomi e
segni di sofferenza motoria:
Debolezza delle prime tre dita della mano
Difficoltà nei movimenti di prensione (gli oggetti cadono facilmente)
Ipotrofia dei muscoli dell’eminenza tenar più raramente possono manifestarsi turbe della sudorazione e
della termoregolazione.
Test provocativi
- Test di Tinel: leggera percussione a livello della piega di flessione del polso (faccia palmare) con l’uso
di un martelleto.
- Test di Phalen: massima flessione del polso mantenuta per circa 60’’.
CLASSIFICAZIONE DELLA SINDROME TUNNEL CARPALE: SULLA BASE DEI TEST NEUROFISIOLOGICI
• Grado 0: sintomatologia suggestiva in assenza di alterazioni eng
• Grado I: alterazione agli studi di conduzione segmentale o comparativi (a-b-d) con studio antidromico al
ii dito nella norma.
• Grado II: alterazione della conduzione nel tratto polso-dito (tecnica g) in assenza di alterazioni della
latenza distale motoria
• Grado III: alterazione della conduzione nel tratto polso-dito (tecnica g) con incremento della ld motoria
• Grado IV: inevocabilità del sap da mediano con evocabilità di risposte allo studio eng motorio
• Grado V: inevocabilità di risposte motorie e sensitive.
TRATTAMENTO CONSERVATIVO: INDICAZIONE: GRADI 0-1-2, TALVOLTA GRADO 3
➔ Tutore: utilizzo full-time per 15 giorni, prosegue fino a 3 mesi di notte
➔ Ciclo di ultrasuoni a campo mobile al polso
➔ Esercizi di scorrimento differenziato dei tendini flessori e del n. Mediano
➔ Consigli di ergonomia Splint statico dorsale a polso neutro, fornisce supporto ed immobilizzazione
al polso, lasciando libero il palmo e le dita.
Scorrimento nervo mediano
Gli esercizi di scorrimento sono volti a ripristinare e a portare al massimo l’escursione dei tendini e del nervo
all’interno del tunnel carpale, focalizzando l’attenzione sull’ampiezza del movimento e non sulla forza, senza
scatenare la sintomatologia dolorosa e parestesica.
Indicazioni al paziente: ripetere 3 v/g, 5 ripetizioni per ciascun esercizio.
ERGONOMIA
o Ridurre la ripetitività dei movimenti
o Mantenere possibilmente il polso in linea con l’asse dell’avambraccio
o Lavorare con l’avambraccio e le mani che non oltrepassino in elevazione la linea delle spalle
o Non forzare il polso oltre posture “estreme”
o Utilizzare utensili ergonomici
Trattamento post-chirurgico
Consiste nella decompressione del nervo mediano con la sezione completa del legamento trasverso del carpo
eseguito a cielo aperto (mini-incisione) o in endoscopia.
Nell’immediato post-operatorio:
Esercizi di scorrimento tendineo e antiedema compatibile con il bendaggio post-operatorio
Ghiaccio al bisogno
Attività leggere
Alla rimozione dei punti di sutura (10-12 gg):
Massaggio della cicatrice
Eventuale applicazione di patch in silicone
Eventuale desensitizzazione della cicatrice se iperestesica
Esercizi di gliding del nervo
Eventuale cauto rinforzo della MM tenare
SINDROME DEL TUNNEL CUBITALE
• Compressione del n. Ulnare nel solco ulnare dietro l’epitroclea, canale osteofibroso il cui tetto è una
banda fibrosa che si estende dall’epicondilo mediale all’olecrano
• Seconda sindrome compressiva per frequenza dopo la sindrome del tunnel carpale
• Tra le cause scatenanti più frequenti ricordiamo: traumi della doccia epitrocleare, forme iatrogene da
prolungata immobilizzazione del gomito in flessione
SINTOMATOLOGIA
AD ANDAMENTO PROGRESSIVAMENTE INGRAVESCENTE DA LIEVE A SEVERO:
Dolore e parestesie lungo il margine mediale dell’avambraccio, al 4°-5° dito
Alterazione della sensibilità sia sul lato volare che dorsale del margine ulnare della mano
Progressivo deficit motori con paralisi dei mm intrinseci
Mano ad artiglio
Atteggiamento in abduzione del 5°dito
Aspetto di mano scavata e magra
Test di Tinel: percussione del nervo in corrispondenza della doccia epitrocleo-olecranica, positivo se riproduce
parestesie nel territorio del nervo ulnare.
Test di Froment: usato per valutare l’integrità dell’adduttore del pollice. Si chiede ad un soggetto di tenere un
oggetto, di solito un oggetto piatto come un pezzo di carta, tra il pollice e l’indice, mentre il testante tenta di
estrarre l’oggetto dalle mani del soggetto: un individuo normale è in grado di mantenere una presa
sull’oggetto senza difficoltà, mentre, alla presenza di una paralisi del nervo ulnare, il soggetto avrà difficoltà a
mantenere una presa e compenserà flettendo il pollice per mantenere la pressione della presa causando un
effetto di pizzicamento.
TRATTAMENTO CONSERVATIVO
➔ Splint notturno statico con gomito in flessione 30°-60°, volare o dorsale per 3 settimane
➔ Se i sintomi non migliorano si consiglia l’utilizzo anche di giorno
➔ TENS e ultrasuoni
➔ Taping neuromuscolare decompressivo
➔ Desensibilizzazione
➔ Esercizi di gliding del n. Ulnare
➔ Ergonomia volta ad evitare attività con movimenti ripetitivi in flesso estensione del gomito, flessione
prolungata o pressioni dirette sul nervo
TRATTAMENTO POST-CHIRURGICO
Decompressione del nervo ulnare al canale cubitale con tecnica a cielo aperto o endoscopica, con eventuale
trasposizione del nervo ulnare anteriormente.
Immediato po