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TRAMA PIATTA:
• Le parti lavorate sono cucite tra loro: presenta generalmente una cucitura posteriore alla calza
• Tensione delle fibre costante (differente dalla trama circolare)
• Numero dei punti di maglia variabile: in alcuni punti la calza è cucita più stretta e in altri meno stretta
• Perfetta adattabilità e ottima compressione anche in edemi gravi e con presenza di pieghe cutanee:
riproduce in maniera vaga quelli che sono gli effetti del bendaggio a corta trazione
• Tessuto più ruvido e filato più grezzo, maggiore stiffness (rigidità)
Esistono standard e su misura
Le tipologie di calze e bracciali sono variabili, si può fare ad esempio con dita escluse o incluse, più alto o più
basso e così via. Esistono dei tutori elastici per l’edema sotto mentoniero, vengono usati poco in quanto
quest’ultimo non ha caratteristiche di cronicità.
GINNASTICA DECONGESTIVA SOTTO ELASTOCOMPRESSIONE
Aumento del riassorbimento della componente proteica
- Addestramento per il trattamento domiciliare
- Esercizi isotonici con ampia escursione articolare
- Deambulazione o tapis roulant per gli AAII
LINFEDEMA SECONDARIO per progressione di malattia
È legato alla malattia tumorale stessa, sono quei linfedemi che compaiono quando il paziente è in fase
avanzata della malattia. Minori strumenti di trattamento, è quasi sempre dovuto alla presenza di masse
neoplastiche ostruttive. Solitamente sono molto duri e si ingrandiscono in maniera molto rapida, molto
dolorosi.
• Posizioni declive
• Mobilizzazione e automobilizzazione
• Bendaggi a lunga trazione, strato unico, parziali. Bendaggi meno aggressivi rispetto quelli a corta
trazione in maniera di favorire il drenaggio linfatico
KINESIOTAPING
Utilizzato molto nella fase decongestiva. Tecnica correttiva meccanica e sensoriale che sfrutta le capacità
biomeccaniche di autoguarigione del corpo. Risulta utile in pazienti allo stadio iniziale sottoponendoli prima
a linfodrenaggio manuale
La parte di ancoraggio va sempre in senso prossimale verso i centri linfatici. Spesso vengono intrecciati a
formare una rete per favorire il drenaggio. Molto utile nel collo in quanto in questa zona i bendaggi non si
possono fare
Si può utilizzare anche con bendaggio o tutore applicandolo nelle vie trasversali
Caratteristiche del tape
✓ Non contiene farmaci
✓ Elasticità 40%
✓ Colla acrilica ipoallergica spalmata ad onda
✓ Traspirante e resistente all’acqua
Effetti terapeutici:
✓ Rimozione della congestione
✓ Drenaggio costante senza compressione
✓ Miglioramento della funzione muscolare e articolare
✓ Azione analgesica
✓ Lungo il decorso dei vasi linfatici
✓ Lungo le vie di drenaggio collaterali
✓ Eventualmente associato a tutore elastico o bendaggio a corta trazione
L’applicazione determina caratteristiche circonvoluzioni che:
➢ Creano spazio
➢ Riducono le aderenze del connettivo
➢ Riducono la pressione interstiziale
➢ Favoriscono il flusso sanguigno e linfatico
TUMORI DEL DISTRETTO CERVICO-FACCIALE (testa-collo)
Neoplasie nel distretto testa-collo: tutti i tumori presenti nelle vie aereo-digestive superiori, quindi faringe,
laringe, pavimento della bocca, lingua, labbra, tiroide ecc… e tumori cutanei di questo distretto (melanomi)
L’asportazione di questi tumori prevede la dissezione, ovvero la linfoadenectomia latero-cervicale
(asportazione linfonodi della catena latero-cervicale); si tratta di circa 50 linfonodi, è un intervento molto
demolitivo e molto invasivo. L’asportazione dei linfonodi laterocervicali e dei tessuti connettivali che li
contengono accompagna frequentemente l’eradicazione della neoplasia
La radioterapia rappresenta una terapia complementare ad alta iatrogenicità, ha degli effetti devastanti sui
tessuti in quanto produce dei danni irreversibili
Perdita della funzione per:
• Perdita di funzione per il tumore stesso che può danneggiare strutture nervose, muscolare
• Ablazione chirurgica/manovre intraoperatorie: l’intervento chirurgico è un0altro motivo di perdita di
funzione
• Presenza di cicatrice retraente: determinano dei deficit
• Danni postattinici: danni legati alla radioterapia
Tipi di intervento
✓ Sulla catena linfonodale laterocervicale:
o Radicale RND: ormai poco utilizzata, dissezione radicale del collo con rimozione di catena
linfonodale cervicale dal 2° al 5° livello, vena giugulare interna, nervo del plesso cervicale,
SCM e XI nervo cranico
o CND: dissezione conservativa del collo con risparmio della vena giugulare, XI nervo cranico e
dello SCM (asportazione solo della fascia)
o DSI: dissezione linfonodale sovraioidea, con rimozione delle ghiandole salivari
sottomandibolari e del 1° livello della catena linfonodale sottomandibolare
✓ Sui linfonodi sottomandibolari
✓ Sulle ghiandole salivari
✓ Sulla cute del viso
✓ Sulla mandibola
✓ Sulla lingua
✓ Sul palato
✓ Su laringe, faringe e corde vocali
Principali problematiche riabilitative: non riguardano solamente il fisioterapista
• Alterazioni della motilità volontaria: riguardano soprattutto il VII paio di nervi cranici (chirurgia della
parotide) e il XI paio di nervi cranici per dissezione linfonodale laterocervicale
• Alterazioni della deglutizione e della capacità di alimentarsi
• Alterazioni dell’espressione verbale
• Alterazione dell’aspetto estetico
• Alterazione del gusto e dell’olfatto: conseguenza della radioterapia, alterazioni quasi permanenti
• Alterazione della respirazione: es. pazienti tracheostomizzati
• Dolore e parestesie (spalla e zona laterocervicale)
Possibili esiti tardivi di tipo post attinico riguardano una riduzione progressiva dell’articolarità del rachide
cervicale, della spalla omolaterale e delle ATM. Si tratta di pazienti che andrebbero seguiti riabilitativamente
in quanto a lungo termine hanno delle conseguenze conseguenti alla radioterapia. Principalmente si parla di
rigidità, progressiva negli anni legata ai processi di fibrosi. Ad esempio la ATM tende progressivamente a
chiudersi limitando il movimento della bocca e impedendo a lungo termine la alimentazione
Nella fase acuta, di irradiazione, si evidenzia un’ustione a livello cutaneo ma anche a livello interno: le mucose
sono molto infiammate, tanto che il paziente non riesce a mangiare. Spesso durante la radioterapia viene
applicata la nutrizione parenterale e la PEG
• Un programma interdisciplinare di nutrizione e riabilitazione alla fine delle terapie riduce in maniera
significativa la gravità dei sintomi e il livello di ansia, migliorando lo stato nutrizionale, le performance
fisiche e la qualità di vita
• Emerge una buona risposta dello stato psico – emozionale nei pazienti anziani rispetto al paziente
giovane e migliore compliance al trattamento riabilitativo
Limitazioni funzionali da lesione del nervo accessorio spinale (trapezio e SCOM)
→
- Elevazione del braccio forti compensi sul tronco
→
- Abduzione del braccio forti compensi sul tronco
- Rotazione ed estensione del capo
→
Sintomi associati dolore e parestesie localizzati alla spalla e in zona laterocervicale con possibili irradiazioni
lungo il braccio e la scapola. Dovuto agli effetti della radioterapia sul nervo e sulle strutture circostante. I
pazienti generalmente sono sotto terapia dolorifica
→
Radioterapia importante fibrosi tissutale con conseguente aumento della rigidità cervicale
→
Altri esiti post-chirurgici alterazioni cicatriziali, linfedema. La cicatrice è spesso trasversale a livello della
mandibola e poi scende verticalmente lungo il collo, forma una sorta di L. La cicatrice tende a fibrotizzare e,
aderendo ai tessuti sottostanti, non fa defluire la linfa e questo causa linfedema
Osservazione dal lato operato, deficit accessorio spinale:
✓ Appianamento della fossa sovraclaveare
✓ Abbassamento del moncone della spalla
✓ Depressione della clavicola che presenta un profilo più evidente
✓ Scapola abdotta, alata e intraruotata a causa del deficit del trapezio superiore
Limitazioni funzionali da lesione del nervo facciale
Si possono verificare dopo interventi chirurgici per asportazione di neoplasie della ghiandola parotide o di
→
linfonodi della catena sottomentoniera il nervo facciale attraversa la parotide, poi si divide in tre rami; nel
levare la parotide generalmente si lesiona il nervo facciale
A seconda del tipo di intervento può essere interessato uno o più rami del facciale; in alcuni casi si deve
→
sacrificare il nervo facciale e in altri è possibile che il tumore abbia già interessato il nervo deficit
precedente all’intervento chirurgico (caso limite)
Oltre alla muscolatura mimica, il suo deficit può coinvolgere la masticazione (muscolo buccinatore),
l’espressione verbale, la difficoltà ad assumere liquidi (chiusura incompleta della rima labiale) e la
lacrimazione dell’occhio →
Oltre a un deficit estetico, può anche essere presente un problema nella chiusura dell’occhio deficit
umidificazione dell’occhio, si può chiedere al paziente l’utilizzo di occhiali scuri o bende funzionali ad evitare
il danneggiamento dell’occhio. Può essere presente una perdita di liquido dalla bocca mentre il paziente beve
per deficit della chiusura delle labbra
TRISMA
Stato di tensione della muscolatura masticatoria (mm. Masseteri) che porta ad una limitazione dell’articolarità
dell’ATM con conseguente riduzione dell’apertura della bocca. Il paziente gradualmente perde la capacità di
aprire la bocca, il ROM dell’ATM si riduce progressivamente
Si verifica soprattutto a seguito di chirurgia e radioterapia in zona mandibolare. Gli esiti post attinici possono
nel lungo periodo determinare fibrosi in tale regione →
Si crea una situazione di fibrosi a livello della capsula articolare si instaura un quadro tipo “spalla congelata”
nella spalla, rischia di diventare irreversibile
Valutazione funzionale
✓ Ispezione del paziente in piedi in posizione eretta
✓ Esame ROM del rachide cervicale
✓ Esame del ROM del cingolo scapolo-omerale
✓ Mobilità ATM e della lingua: la bocca si deve aprire almeno di 4 cm
✓ Esame muscolare: tutti i muscoli del cingolo scapolare, in particolare trapezio superiore, romboide e
elevatore della scapola, mm mimici
✓ Individuazione dei possibili compensi sul tronco
✓ Valutazione del dolore
✓ Valutazione linfedema (viso e sottomentoniero)
Trattamento paralisi dell’accessorio spinale
• Mobilizzazione passiva del rachide cervicale e dorsale: questi pazienti tendono a diventare rigidi,
mo