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TEORIE SULLA GUERRA
Teorie sull'obsolescenza della guerra:
- Mueller: la guerra un'istituzione destinata alla stessa fine della schiavitù e del duello? L'atteggiamento nei confronti della guerra è il medesimo, attitudine che osteggia il ricorso alla guerra.
- Sheehan: l'età post-eroica, cambiamento di valori, oggi è visto come un male inevitabile, non c'è eroismo.
L'analisi delle nuove forme della guerra:
- Mary Kaldor: le nuove forme di guerra, la fine della guerra è un'illusione degli anni '90, la violenza organizzata ha solo cambiato le sue forme.
- Nascita delle guerre asimmetriche.
Un sintomo della frammentazione: le guerre irregolari.
- Guerra come riflesso della politica internazionale, modello classico: la guerra interstatale, limiti dello jus ad bellum e dello jus in bello, è la cosiddetta guerra in forma, crisi di lungo periodo che ha subito un'accelerazione negli ultimi 30 anni.
anniprimo sintomo: guerre mondiali, furono guerre interstatali ma cominciano ad avere i caratteri di guerre irregolari
guerra fredda: ambiguità tra guerra e pace, guerre irregolari durante la guerra fredda: crisi delle distinzioni
La guerra ai tempi dell'unipolarismo: la guerra ineguale: crisi della reciprocità (chi fa la guerra?)
unipolarismo e nuovi soggetti della guerra: terrorismo e soggetti irregolari
sviluppi tecnologici e abbassamento della soglia di accesso alla guerra, accessibile adesso anche agli attori non-statali
come si combatte
asimmetria delle risorse di potenza: asimmetria della posta in gioco, asimmetria spaziale: confinamento periferico della guerra, combattute esclusivamente nel territorio del più debole
asimmetria della mobilitazione: asimmetria dell'esperienza di guerra: guerra totale per il più debole e guerra pressoché inesistente per il più forte, non si sa dire se si è
inguerra o in pace
CRISI DEL SISTEMA POST-BIPOLARE
1991 – Guerra in Iraq
1992-95 – Somalia
1992 – Bosnia
1994 – Ruanda
1999 – Kosovo
1999 – Timor Est
2001 – Afghanistan…
SPERANZE DEGLI ANNI ‘90
Fine del bipolarismo e New World Order (George H.W. Bush), fine delle ideologie, fine della deterrenza nucleare, apertura di una stagione più pacifica, di diffusione delle democrazie, redistribuzione internazionale di potere…
Precedente della guerra in Iraq (1991)
> prima guerra del post-Guerra Fredda
> Iraq che invade il Kuwait, guerra di aggressione ingiustificata, un illecito internazionale
> missione contro Saddam Hussein guidata dagli americani e sostenuta da tanti paesi, anche arabi
> dimostra come si sarebbero gestite le crisi da quel momento
> si parlava di azione di polizia internazionale, l’ONU dà mandato ai suoi stati membri
> sembra inaugurare un nuovo tipo di guerra
Nuova ondata di democrazia
demografico, con una popolazione composta da bosniaci musulmani, serbi ortodossi e croati cattolici. Questa diversità etnica ha portato a tensioni e conflitti all'interno del paese. Nel 1992, la Bosnia dichiara l'indipendenza dalla Jugoslavia, ma questo porta a una guerra civile tra i diversi gruppi etnici. I serbi bosniaci, sostenuti dalla Serbia, cercano di creare uno Stato serbo indipendente all'interno della Bosnia. Ciò porta a massacri e pulizia etnica, con migliaia di persone uccise e molti altri costretti a fuggire dalle proprie case. La comunità internazionale interviene per cercare di porre fine al conflitto. Nel 1995, viene firmato l'Accordo di Dayton, che mette fine alla guerra e stabilisce una Bosnia ed Erzegovina composta da due entità: la Repubblica Serba e la Federazione Croato-Musulmana. Questo caso di gestione delle crisi in Bosnia è considerato un modello di diplomazia e peacekeeping. Gli interventi internazionali hanno contribuito a riportare la pace nel paese e a stabilire un sistema politico che cerca di bilanciare i diversi interessi etnici. Tuttavia, la situazione in Bosnia rimane complessa e i problemi etnici persistono. La democratizzazione degli stati dell'ex-Unione Sovietica e il processo di pace in Palestina sono altri esempi di sfide diplomatiche che richiedono un approccio innovativo e multilaterale. L'attivismo delle Nazioni Unite e la proliferazione delle missioni di peacekeeping sono strumenti importanti per affrontare tali sfide e promuovere la pace e la stabilità nel mondo.etnico: bosniaci (musulmani), croati (cristiani cattolici) e serbi (cristiani ortodossi), disposti a macchia di leopardo sul territorio. I bosniaci vogliono essere indipendenti e creare uno stato bosniaco, i serbi vogliono rimanere con la Federazione Jugoslava e si oppongono all'indipendenza. La comunità europea organizza un referendum sull'indipendenza, i serbi decidono di boicottare il referendum e non si presentano a votare, il 90% dei voti era favorevole all'indipendenza dal momento che solo i bosniaci votarono. Scoppia una guerra civile violentissima. La diplomazia europea si attiva immediatamente ma non riesce a porre fine a questa guerra. Primo intervento della NATO e coinvolgimento di NU e USA. Si sviluppa il cosiddetto "Modello Dayton": - legittimazione dell'intervento esterno, - interferenza coercitiva nei confronti di uno stato, in particolar modo degli stati falliti, - i diritti umani diventano un motivo di bypass del principio di sovranità.sovranità > multilateralismo: l'intervento può essere considerato legittimo se prerogativa di più stati> democratizzazione: libertà di manovra nuova derivante dall'unipolarismo, condizione permissiva dell'intervento armato> intervento militare > peace-keeping > state-building Missione della NATO, invio di 60.000 uomini> campagna aerea (impegno militare limitato)> il vero impegno comincia dopo la fine della guerra> inizia a questo punto il processo di state-building (mai visto prima), progetto di ingegneria istituzionale senza precedenti (quando tenere le elezioni, stesura della costituzione…)> presenza militare fino al 2004 Protagonismo delle organizzazioni internazionali che riescono ad imbrigliare la superpotenza americana in contesti multilaterali in cui principi di giustizia vengono resi efficaci: congiuntura in cui la forza sta dalla parte del giusto. Divergenza tra ONU e NATO: gli USA rimangono l'unica superpotenza.svariate soluzioni diplomatiche, ma senza successo> l'ONU non riesce a raggiungere un accordo> la NATO decide di intervenire militarmente per fermare la violenza e proteggere la popolazione civile> inizia un bombardamento aereo contro le forze serbe> l'intervento militare dura circa 78 giorni> alla fine, viene raggiunto un accordo di pace che prevede il ritiro delle forze serbe dal Kosovo e l'ingresso di una forza di pace internazionale> il Kosovo diventa una provincia sotto amministrazione delle Nazioni Unite, con un alto rappresentante internazionale> nel 2008, il Kosovo dichiara unilateralmente la propria indipendenza, non riconosciuta da tutti i paesi> la situazione nel Kosovo rimane ancora oggi complessa, con tensioni tra la popolazione albanese e serba e difficoltà nel processo di riconciliazione e stabilizzazione.negoziati di pace che si rivelano inconcludenti, la Serbia non accetta le condizioni della NATO e quindi questa interviene con una campagna aerea di 74 giorni
Intervento massiccio che costringe Milosevic alla resa con la firma dell'accordo di Kumanovo del '99 e viene applicato il modello di Dayton
- inviati 40.000 soldati, militarizzazione del territorio
- scongiura l'ipotesi che ricomincino le violenze etniche
All'azione della NATO si affiancano altre organizzazioni
- ONU con la missione UNMIK, amministrazione internazionale: reclutamento dei giudici, costruzione delle infrastrutture, del sistema scolastico...
- è un'eccezione: il Kosovo è ancora una provincia della Serbia, unica missione di peacekeeping all'interno di uno stato sovrano non in guerra
- il Kosovo viene trattato come uno stato
Diversità rispetto al caso della Bosnia
- illegalità dell'intervento ma percepito come legittimo: la NATO
interviene senza il mandato della Nazioni Unite ma viene percepito diffusamente come legittimo non dal punto di vista giuridico ma politico (tensione tra diritto vigente e nuovi principi di legittimità), era ritenuta una guerra umanitaria, non c' erano interessi strategici per intervenire in Kosovo, solo protezione dei diritti umani che a questo punto sono così forti da superare il diritto internazionale> intervento contro uno stato sovrano: bombardamento prima di obbiettivi militari poi civili e infine della capitale della Serbia, campagna umanitaria che finisce con l'uccidere civili> reazione dell'ONU all'intervento della NATO: non condanna l'azione, lo ritiene legittimo e si impegna a riformare il Consiglio di Sicurezza per evitare il problema del veto
Gli stati hanno diritto alla sovranità quando sono responsabili di fronte ai suoi cittadini e alla comunità internazionale. Qualora non ci sia la volontà o ci sia una violazione
Dei diritti umani, non ha più diritto alla sovranità dottrina della Responsibility to Protect (R2P) - IL TRAMONTO DELLE SPERANZE DEGLI ANNI '90
Dal 2001 al 2011 si cominciano ad intravedere le crepe del New World Order - 11 settembre 2001: attentato alle Torri Gemelle -> inizia la global war on terror, portata avanti dagli Stati Uniti -> si apre la stagione più difficile dal punto di vista dell'impegno militare: the long war
Crisi finanziaria del 2007/2008 -> colpisce lo stato più prospero della comunità internazionale
2011: ritiro dall'Iraq e il fallimento delle primavere arabe -> nel giro di poche settimane arrivano a Baghdad e inizia la fase di peacekeeping, viene applicato il modello di Dayton -> crisi del modello di Dayton (lo stesso succede in Afghanistan), le condizioni dei Balcani non erano ripetibili in altri scenari e l'Iraq, l'Afghanistan e la Libia lo dimostrano
GUERRA IN AFGHANISTAN (2001-2021)
Paese diviso dal
punto di vista etnico dove non si è mai imposta un'autorità centrale capace di controllare il territorio in maniera capillare. Il gruppo etnico principale sono i Pashtun, musulmani sunniti, poco meno della metà della popolazione del paese, concentrati nella parte centro-orientale dell'Afghanistan. Altre etnie importanti sono gli Hazara, musulmani sciiti, e i Tajik, legati alle popolazioni dell'Asia centrale.
Guerra molto lunga che attraversa varie fasi:
2001 - 2002 fase unilaterale di enduring freedom (reazione agli attentati dell'11 settembre), guidata dagli americani, missione multilaterale sotto l'egida dell'ONU.