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Conoidi telescopiche e terrazzi fluviali

Siamo in presenza di conoidi telescopiche (cone-in-cone), in quanto il conoide più antico (I generazione) è stato reinciso dal Torrente Chiarino che successivamente ha deposto un secondo conoide (II seconda generazione) tuttora attivo. Figura 6 - Contatto erosivo tra le due conoidi 11 Anche a Fonte del Campo la morfologia risulta fortemente influenzata dall'azione del fiume Tronto. È infatti possibile osservare una serie di terrazzi fluviali che si sono formati a seguito dell'alternanza di fasi erosive e fasi deposizionali. Sui versanti della valle fluviale è possibile riconoscere diverse generazioni di questi terrazzi. Morfologicamente i terrazzi alluvionali si presentano come una superficie sub pianeggiante (fase deposizionale) interrotta da una scarpata (fase erosiva). Essi sono indicatori del flusso di sedimento dovuto a oscillazioni climatiche. Grazie al rilevamento sul campo è stato possibile identificare un terrazzo di tipo erosivo (Figura 7).

I terrazzi strath risultanotopograficamente analoghi ai terrazzi fluviali. Anch’essi costituiti da una superficie sub pianeggianteinterrotta da una scarpata. La differenza sta nella genesi. Il ripiano di un terrazzo erosivo è il risultatodi una fase di erosione laterale, determinata dal fatto che il corso d’acqua aveva abbastanza energiaper erodere il substrato arenaceo ma non per inciderlo, mentre la scarpata è sempre dovuta adincisione. Anche sui terrazzi erosivi è presente un certo spessore di materiale depositato durante lafase di erosione laterale, che però sarà di spessore minore rispetto a quello che caratterizza i terrazzialluvionali. I terrazzi erosivi si formano in aree dove i tassi di sollevamento sono tali da impedire alcorso d’acqua di depositare nella fase in cui ha minore energia. Di conseguenza gli effetti dellatettonica sono prevalenti rispetto a quelli climatici. Tali condizioni risultano compatibili con

nelle condizioni climatiche, come forti piogge o nevicate, che possono saturare il suolo e aumentare la pressione idrostatica. Altre cause possono essere legate all'azione antropica, come l'escavazione di terreni o la costruzione di infrastrutture che alterano l'equilibrio del versante. Le frane roto-traslazionali sono caratterizzate da un movimento rotazionale iniziale seguito da un movimento traslazionale lungo una superficie di scivolamento. Questo tipo di frana può essere molto pericoloso, in quanto può coinvolgere grandi volumi di materiale e causare danni significativi alle infrastrutture e alle abitazioni. Nel caso del Comune di Accumoli, le frane sono particolarmente frequenti a causa delle caratteristiche geologiche del territorio. La presenza di intercalazioni pelitiche nel flysch della Formazione della Laga rende il terreno meno resistente al taglio e quindi più suscettibile al movimento franoso. Inoltre, l'assetto degli strati geologici influisce sull'erosione del versante, favorendo ulteriormente l'attivazione di frane. È importante monitorare costantemente il territorio e adottare misure di prevenzione e mitigazione per ridurre il rischio di frane. Queste possono includere la realizzazione di opere di ingegneria naturalistica, come terrazzamenti o muri di sostegno, e la pianificazione del territorio in modo da evitare la costruzione di infrastrutture in zone ad alto rischio franoso.nell'azione sismica e nell'aumento delle pressioni interstiziali all'interno dei pori della roccia, conseguenza di importanti precipitazioni (Martino et alii, 2020). Nel comune di Accumoli, più precisamente nelle frazioni di San Giovanni, Tino e Grisciano, sono state individuate tre Deformazioni Gravitative Profonde di Versante (DGPV). Questi fenomeni sono caratterizzati da una deformazione lenta e con evoluzione sul lungo termine del versante (Chigira, 1992) interessato che, oltre al materiale detritico e alle coperture, coinvolge anche il substrato roccioso. Evidenze geomorfologiche tipiche di questa tipologia di fenomeni, sono la presenza di scarpate, terrazzi sub-pianeggianti, fratturazione della zona dell'ammasso roccioso soggetta a DGPV, differente da quella presente nelle aree adiacenti, e la formazione di rigonfiamenti alla base (bulging), (Martino et alii, 2019). Lungo il versante orientale di Colle Petrone sono stati osservati diversi affioramenti del.
Fratture nella strada sottostante il terrazzo
Figura 8 - Fratture nella strada sottostante il terrazzo

substrato arenaceo pelitico della Formazione della Laga. La giacitura degli strati risulta essere a reggipoggio. La parte centrale del versante presenta un terrazzo bordato da scarpate piuttosto acclivi. I depositi affioranti lungo il tratto di strada percorso, mostrano una forte fratturazione dell'ammasso, oltre che scivolamenti rotazionali e caduta di massi. In corrispondenza del terrazzo, si notano sollevamenti e crepe piuttosto recenti nell'asfalto (Figura 8), tipiche di un fenomeno ancora attivo. Un ulteriore fattore che porta a confermare il fatto che si tratti di una deformazione gravitativa profonda di versante è che, ai piedi del versante, il pendio sia interessato da rigonfiamento.

Sezione
Figura 9 - Sezione

La sezione (Figura 9) mostra come la DGPV abbia modificato la giacitura degli strati da franapoggio a reggipoggio. A monte del terrazzo gravitativo, dovuto al processo di lateral spreading, si trovano fratture e trincee associabili al...

fenomeno di flexural toppling. A valle invece si riscontrano rigonfiamenti dovuti alla risposta locale della roccia al colamento verso il basso (Martino et alii, 2019).
Sezione geologica del versante orientale di Colle Petrone
Figura 9 - Sezione geologica del versante orientale di Colle Petrone (Martino et alii, 2019b). Modificata.
Profilo Colle Petrone
Figura 10 - Profilo Colle Petrone: a) fondovalle del Tronto, b) terrazzo erosivo, c) Colle Petrone 14
Si ipotizza che il flexural toppling si trovi in uno stadio evolutivo avanzato. Ciò sembra essere avvalorato anche dal coinvolgimento della pianura alluvionale del fiume Tronto in un rigonfiamento, responsabile della formazione di un ampio meandro che segna la punta del versante collinare e che, in prossimità della frazione di Grisciano, fa deviare bruscamente il corso d'acqua verso ovest (Martino et alii, 2020). Tuttavia, mancano evidenze geomorfologiche, come depositi lacustri o detriti di frana, che confermino tale ipotesi. Si ipotizza quindi che il flexural toppling si trovi in una fase avanzata ma che...

non abbia ancora raggiunto lo stadio ultimo che prevederebbe un crollo generalizzato. Molto probabilmente una causa predisponente di questo fenomeno è la giacitura sub-verticale degli strati, che determina instabilità del versante, mentre una causa preparatoria può essere l'approfondimento del fiume Tronto durante l'ultima fase erosiva, nel Pleistocene medio (Figura 10).

6.3 Discussione dati

La morfologia dell'alto bacino del Fiume Tronto è legata al complesso contesto geologico e strutturale che caratterizza l'area di studio; tale condizione genera erosione selettiva sui diversi litotipi presenti, contraddistinti da diversi gradi di erodibilità. All'interno dell'alto bacino del Fiume Tronto risultano evidenti le morfologie legate all'azione del reticolo idrografico, quali orli di scarpata fluviale e solchi di ruscellamento, sia forme di accumulo come i terrazzi fluviali e le numerose conoidi alluvionali, presenti in.

destra idrografica del corso d'acqua principale. Il fiume Tronto è un corso attivo, in cui si stanno depositando barre fluviali anche se la tendenza, ad una scala temporale maggiore, risulta essere erosiva. Proprio come per gran parte dei corsi d'acqua presenti in Appennino. Ciò può essere dedotto mettendo a confronto il LiDAR prodotto dal Piano Straordinario di Telerilevamento (PST) riferito alla regione Marche (2010) con il LiDAR realizzato dopo il sisma della regione Friuli Venezia-Giulia (2016) (Figura 11). Nel LiDAR del 2010 il corso d'acqua risulta incanalato e ben delimitato dagli argini. Al contrario nel LiDAR del 2016 gli argini risultano aperti. Si può quindi ipotizzare che, fra il 2010 e il 2016, una piena abbia rotto la continuità degli argini. Inoltre, nel LiDAR del 2016 si può notare la presenza di barre che invece nel

LiDAR del PTS del 2010 LiDAR del 2016

Torrente Chiarino (c). 15LiDAR del 2010 non erano presenti. Ne deduciamo che siamo in presenza di un canale attivo in deposizione. Nell'area è inoltre presente anche un elemento di dubbia origine. Esso potrebbe essere un terrazzo del Fiume Tronto oppure una conoide alluvionale del Fiume Chiarino. Per poter capire quale delle due ipotesi sia quella corretta il solo telerilevamento non è sufficiente. È quindi necessario trovare un affioramento ed andare ad osservare le sue caratteristiche sedimentologiche. Le alluvioni del Tronto hanno un bacino molto grande, di conseguenza mi aspetto di trovare, in questa area, clasti sia calcarei che arenacei. Se si trattasse invece di un conoide del Fiume Chiarino, essendo il suo bacino costituito essenzialmente da un'unica litologia (marnoso-arenacea), mi aspetto di trovare clasti esclusivamente arenacei. Un altro elemento che mi permette di discriminare fra terrazzo e conoide è l'embriciatura. Se i clasti presentano

un’embriciatura verso nord possono essere identificati come un terrazzo alluvionale del fiume Tronto, mentre se l’embriciatura è diretta verso ovest, si identificano come un conoide alluvionale del Torrente Chiarino.

Nell’area di Fonte del Campo, è possibile osservare un deposito che presenta una forma simile a quella di una conoide, tuttavia, è più probabile che si tratti di un deposito di versante. Esso si trova a oltre 100 m dall’attuale alveo del Fiume Tronto. Di conseguenza dovrebbe trattarsi di un conoide molto antico. Considerando i tassi di approfondimento vallivo medi dell’Appennino la conoide dovrebbe avere orientativamente tra i 500 e i 600.000 anni. A smentire questa teoria è però il fatto che il deposito risulta molto ben conservato e quindi facilmente visibile. Si tratta in realtà di detrito caotico di versante probabilmente di origine periglaciale. Mi aspetto quindi di trovare dei blocchi di dimensioni

e un terrazzo deposizionale è la presenza di una superficie di erosione netta tra i due. Il terrazzoerosivo è costituito da un deposito ghiaioso, con clasti di dimensioni variabili, che mostra segni dierosione e incisione da parte di un corso d'acqua. Questo tipo di terrazzo indica un periodo diattività fluviale intensa, durante il quale il corso d'acqua ha eroso il terreno circostante e haformato un deposito ghiaioso. Il terrazzo deposizionale, invece, indica un periodo di stabilità, in cuiil corso d'acqua ha depositato il materiale trasportato precedentemente. Questi terrazzi possonoessere utili per ricostruire la storia geomorfologica di un'area e per comprendere i cambiamenticlimatici e ambientali che hanno influenzato il paesaggio nel corso del tempo.da uno deposizionale è in primo luogo lo spessore del materiale deposito. In un terrazzo erosivo mi aspetto di trovare un esiguo spessore di deposito su u
Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
22 pagine
SSD Scienze della terra GEO/05 Geologia applicata

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher No-ra di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Rilevamento geomorfologico e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Della Seta Maria.