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REGOLAZIONE DEI PROCESSI CHE AVVENGONO NELL’APPARATO DIGERENTE
L’assorbimento intestinale non è regolato ma si può variare la capacità assorbente della mucosa
intestinale in relazione ai nutrienti (fenomeno dell’adattamento). L’adattamento può essere:
non specifico: aumenta l’assorbimento nei confronti di tutti i nutrienti incrementando il numero
• di cellule e la superficie assorbente;
Specifico: aumenta l’assorbimento di un singolo nutriente grazie all’incremento del numero di
• trasportatori e la velocità con cui assorbono.
Sistemi di regolazione
fase cefalica: parte iniziale, regolata dal sistema nervoso a partire da segnali originati dalla
• corteccia (aumento della salivazione, attivazione movimenti dello stomaco, produzione di muco e
rilascio di HCl);
Fase gastrica: entrata del bolo nello stomaco, aumento di secrezione del muco, attivazione
• pepsina, rilascio di HCl e attivazione rimescolamento;
Fase intestinale: è divisa in una fase assimilativa (dove il chimo entra nell’intestino, vengono
• rilasciati gli ormoni gastrointestinali, attivata la propulsione) e una fase post-assimilativa (dove
vengono rilasciati gli ormoni pancreatici, utilizzo dell’energia nei processi anabolici, regolazione
dei centri fame e sazietà.
Riflessi della fase cefalica e gastrica
I riflessi sono distinti in lunghi se integrati nel sistema nervoso centrale e
corti se originano nel sistema nervoso enterico.
Gli stimoli originati dalla vista e l’olfatto attivano recettori sensoriali
che comunicano col SNC il quale, attraverso neuroni simpatici e
parasimpatici, comunicano con i neuroni enterici dei plessi, connessi alle
cellule secretorie dello stomaco e dell’intestino tenue.
I riflessi corti partono grazie alla presenza di nutrienti nello stomaco o
alla sua distensione, i segnali vengono recepiti da recettori e neuroni
sensoriali che comunicano attraverso gli interneuroni ai neuroni enterici,
regolando l’attività delle cellule secretorie. Queste, attraverso la
produzione di ormoni, regolano i muscoli lisci e le cellule esocrine ma anche
l’encefalo, mediante segnali di fame o sazietà. Inoltre, a livello del pancreas
endocrino, regolano i livelli di insulina e glucagone.
Microbiota intestinale
Il microbiota è la popolazione di microrganismi che risiede nel tratto gastrointestinale e si è co-
evoluta assieme all’uomo.
Ad oggi si dice che sia una relazione simbiontica complessa, dove l’ospite fornisce i nutrienti
necessari alla sopravvivenza del microbiota e quest’ultimo svolge funzioni che non sono codificate
dall’ospite, fra cui:
lo sviluppo del sistema e della risposta immunitaria;
• Difesa contro batteri patogeni;
• Digestione di nutrienti indigeribili dall’ospite;
• Metabolismo di ormoni e vitamine;
• Mantenimento della barriera epiteliale;
• Modulazione del rilascio di ormoni gastrointestinali.
•
La composizione del microbiota non è fissa ma cambia in base al ritmo di vita dell’ospite, i
microrganismi si ritrovano principalmente a livello del colon, specialmente nel tratto trasverso e
discendente. I messaggi inviati dal microbiota sono sottoforma di acidi grassi a catena corta,
riconosciuti dai recettori intracellulari che attraversano 7 volte la membrana associati a proteine
G che formano i secondi messaggeri.
DESTINO DELLE MOLECOLE ASSORBITE
Le molecole assorbite da colon e intestino tenue viaggiano lungo il circolo splancnico, all’interno della
vena porta epatica che li dirige nel fegato. Dal fegato poi arrivano alla vena cava attraverso la vena
sopraepatica, dove verranno distribuiti con le arteriole.
Il glucosio derivante dalla digestione dei carboidrati viene utilizzato principalmente per produrre
ATP oppure viene accumulato nel muscolo e nel fegato sottoforma di glicogeno, se presente in
eccesso viene convertito in trigliceridi e accumulati nel tessuto adiposo.
Gli amminoacidi, derivanti dalla digestione delle proteine, vengono accumulati nel muscolo
sottoforma di proteine e una piccola parte viene convertita nel fegato in acidi grassi e accumulati
nel tessuto adiposo. La maggior parte della riserva energetica è rappresentata dall’accumulo di
trigliceridi nel tessuto adiposo bianco.
Nutrizione
La nutrizione è lo studio dell’energia estraibile dagli alimenti.
L’energia di un organismo è data dall’energia introdotta
meno quella spesa (sottoforma di calore o lavoro
meccanico, chimico e di trasporto). L’energia derivante
dall’assorbimento viene immagazzinata, metabolizzata e in
parte persa. L’energia metabolizzata viene impiegata per il
10% durante la digestione, per il 40% durante il lavoro e il
restante 50% per produrre calore.
Bilancio energetico
Il bilancio energetico rappresenta il bilancio fra le entrate e le uscite energetiche ed è
fondamentale per la salute dell’individuo: se le entrate fossero maggiori delle uscite si rischierebbe
una situazione di obesità o, viceversa, di anoressia. In una situazione di anoressia la prima funzione
che viene persa è proprio quella riproduttiva perché energeticamente dispendiosa, cerca di
mantenere costante l’apporto di glucosio al cervello finché può.
L’assunzione di cibo è perfettamente regolata in base al dispendio energetico, se uno aumenta
allora aumenta anche l’altro.
Gli animali in natura sembrano conoscere il loro stato nutrizionale ed energetico in quanto l’unico
modo per regolare l’assunzione di cibo è lavorare sui segnali di sazietà e di fame: infatti, si ipotizza
che l’organismo sia in continuo stato di fame e soppresso con impulsi inibitori dati da fattori
pregastrici, riempimento dello stomaco, presenza di cibo nell’intestino, flusso di nutrienti e tessuto
adiposo.
Nell’uomo questo l’assunzione di cibo non è correlata con le richieste energetiche ma ha valenza
sociale e psicologica. REGOLAZIONE DELL’OMEOSTASI DEL GLUCOSIO
Durante la fase intestinale post-assimilativa prevale il
catabolismo in quanto l’unica fonte di nutrimento per il
cervello è il glucosio e deve essere mantenuto costante. A
digiuno i livelli di glicemia si trovano a 80 mg/mL, subito dopo il
pasto si ha un picco a 150 mg/mL ma poi viene riportato ai livelli
basali.
Da dove deriva il glucosio?
Il glucosio deriva dalla digestione dei carboidrati,
dove viene utilizzato per produrre ATP o
immagazzinato sottoforma di glicogeno nel fegato o
glicerolo nel tessuto adiposo.
Il glucosio viene reso disponibile da:
glicogenolisi: il glicogeno nel fegato viene
• convertito in glucosio;
Gluconeogenesi: produzione di glucosio nel fegato
• a partire dalle proteine dei muscoli attraverso la
via dei alpha-chetoacidi;
Lipolisi: scissione dei trigliceridi in glicerolo e acidi
• grassi liberi che andranno incontro,
rispettivamente, a gluconeogenesi e B-ossidazione
per formare glucosio e corpi chetonici.
controllo ormonale
Il metabolismo è regolato dal rapporto fra insulina e glucagone, i
due ormoni antagonisti prodotti dal pancreas endocrino che
regolano la fase di assorbimento e post-assorbimento. In
particolare, le cellule alpha producono glucagone e le cellule beta
insulina. Il sensore si trova a livello delle cellule beta promuovendo la
produzione di insulina, che aumenta l’uso di glucosio nel fegato e
aumenta il numero di trasportatori in muscoli e tessuto adiposo, e
inibendo quella di glucagone. L’insulina fa scendere i livelli di glucosio
fungendo da feedback negativo, inibendo la sua produzione e
stimolando quella di glucagone.
Nel dettaglio
La secrezione di insulina è regolata dalla
concentrazione plasmatica di glucosio (glicemia),
quando questa aumenta viene incrementato il
rilascio. Il glucosio entra per diffusione facilitata
attraverso GLUT2 e viene subito utilizzato per
produrre ATP, facendo chiudere i canali per il
potassio; la depolarizzazione che ne scaturisce fa
aprire i canali per il calcio voltaggio-dipendenti, il
quale legandosi alla calmodulina fa rilasciare le
vescicole contenenti insulina. Il rilascio è
incrementato anche dall’azione delle incretine (GIP
e GLP1).
Recettore per l’insulina
L’insulina viene sintetizzata nel reticolo endoplasmatico come proinsulina, formata da insulina e
peptide C, matura nel Golgi e nei granuli di secrezione per perdita del peptide C. Il recettore per
l’insulina è ad attività tirosin-chinasica, quando l’insulina si lega alle subunità alpha, si ha un cambio di
conformazione di quelle beta che provoca la fosforilazione incrociata delle tirosine sul substrato
del recettore insulinico, le quali portano a cascate fosforilative che attivano AkT/PKB, atti
all’aumento dei trasportatori GLUT4, al controllo di enzimi metabolici e all’attivazione dei fattori di
trascrizione dei suddetti enzimi. Insulina
L’insulina è un potente ormone anabolizzante in grado
di favorire l’immagazzinamento di glucosio negli organi
bersaglio, quali tessuto adiposo, fegato e muscolo e
impedire la sua liberazione (spinge verso l’anabolismo
durante la fase assimilativa). A livello cellulare ha
effetti glucidici, lipidici e proteici andando così a
scatenare un aumento del trasporto di glucosio (GLUT4
si inserisce nella membrana attraverso fusione e non
per esocitosi), regolazione degli enzimi del metabolismo
e della trascrizione genica di questi enzimi.
I trasportatori principali sono GLUT4 in muscolo e
adipociti e GLUT2/GLUT3 in cervello ed epatociti. I
recettori si trovano anche nel sistema nervoso e
assieme alla leptina coordinano il senso di sazietà e la
riproduzione.
Se la glicemia diminuisce?
Il sensore, localizzato nelle cellule alpha del pancreas endocrino, capta la diminuzione di glucosio,
inibisce la produzione di insulina e stimola quella del glucagone, il quale ha come effetto principale la
liberazione di glucosio da tessuto muscolare, adiposo e fegato (spinge verso il catabolismo
attraverso incremento di glicogenolisi, gluconeogenesi e produzione di corpi chetonici).
Glucagone
Quando i livelli di glicemia scendono, le cellule alpha del
pancreas producono glucagone. Il glucagone ha è
l’antagonista dell’insulina e si occupa dell’aumento del livello
di glucosio nel sangue attraverso i processi di
glicogenolisi, gluconeogenesi e B-ossidazione, favorendo il
catabolismo. Il recettore attraversa 7 volte la membrana
ed è associato ad una proteina G che stimola l’adenilato
ciclasi a produrre l’AMP ciclico, il quale attiva la PKA
(protein chinasi A) il cui effetto è quello di promuovere i
processi sopra descritti