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Estratto del documento

Voci principali che ricadono all'interno del valore della produzione

A)- Voce A1: in questa voce ritrovo tutte le vendite e tutti i ricavi;

Voce A2/A3/A4: in queste voci ritrovo altri ricavi che riguardano la produzione ottenuta ma non venduta;

Voce A5: in questa voce ritrovo altri proventi, ovvero, ricavi straordinari, ricavi da gestioni patrimoniali accessorie;

Voce A3: Nella vi sono le rimanenze di lavori in corso nel momento in cui la nostra produzione aziendale inizia a lavorare per conto terzi, dunque, subiscono una serie di costi durante tutto il periodo della lavorazione, e tutti questi costi non graveranno sul bilancio d'esercizio. Le rimanenze sono quindi uno storno al 31/12 dei costi che vengono sospesi contabilmente (rimanenze contabili) e rinviati al termine del periodo di lavorazione. Quindi la voce "A3" è una voce di rettifica di costo d'esercizio, e dunque, funzionerà come un ricavo.

Voce A4: Nella giacciono delle voci di ricavo di una

produzione non ancora terminata o incrementi di immobilizzazioni per lavori interni. Sono sempre delle rettifiche di costo e anche qui parliamo di rimanenze contabili di costo (costruzioni in economia) sospesi e rettificati/inviati agli esercizi successivi. Durante il periodo della lavorazione che normalmente è una lavorazione pluriennale, si registrano dei costi attinenti alla lavorazione che vengono puntualmente sospesi/rettificati al termine di ogni esercizio. Al termine della lavorazione la serie di costi sarà capitalizzata come voce A1/A2 come immobilizzazioni tecniche nello stato patrimoniale. B): Tra le voci di costo voce B11, si riporta la variazione delle rimanenze solo e soltanto di materie prime, materie sussidiarie e di consumo. Queste sono materie che devono ancora essere lavorate. Le rimanenze iniziali sono voci di costo d'esercizio mentre le rimanenze finali sono voci di ricavo d'esercizio. Se il saldo ha segno positivo significa che le rimanenze

Le iniziali dell'anno precedente sono maggiori delle rimanenze finali, quindi quel saldo aumenta il costo della produzione. Se invece il saldo ha segno negativo, significa che le rimanenze iniziali dell'anno precedente sono inferiori alle rimanenze finali di quest'anno, quindi si abbatte il costo della produzione.

Voce B14: Nella sono presenti altri oneri (costi straordinari, costi accessori). Pagina 8 di 35

VARIAZIONE DELLE RIMANENZE

Per "VARIAZIONI DELLE RIMANENZE" si intendono le rimanenze dei prodotti finiti e in corso di lavorazione (VOCE A2) e andremmo a considerare il risultato tra le rimanenze finali di prodotti finiti sottraendo le rimanenze dei prodotti iniziali finiti. Il legislatore chiederà di dare l'evidenza già del saldo, è una produzione già terminata che però risulta invenduta. Per rimanenze finali intendiamo anche le rimanenze di esercizi passati, ciò vale soltanto per le aziende manifatturiere.

Nel momento in cui il saldo della variazione ha segno positivo significa che le rimanenze finali di questo esercizio sono maggiori delle rimanenze finali dell'esercizio precedente. Ciò significa che io ho prodotto di più rispetto all'anno precedente e dunque, il valore della produzione aumenta. Se il saldo ha segno negativo le rimanenze finali sono inferiori rispetto alle rimanenze dello scorso esercizio. Di conseguenza, il valore della produzione diminuisce.

PERDITE PROPOSTE A NUOVO

Per perdite proposte a nuovo si intendono le perdite dell'anno precedente che ancora non sono state coperte e che mi trascino in ogni esercizio nello stato patrimoniale. Se trovo rimanenza finale è un ricavo, se trovo rimanenza iniziale è un costo, se trovo rimanenza è il costo sospeso (attività).

IMMOBILIZZAZIONI MATERIALI

Art. 24261). Le immobilizzazioni sono iscritte al costo di acquisto o di produzione. Nel costo di acquisto si computano anche i costi accessori.

Il costo di produzione comprende tutti i costi direttamente imputabili al prodotto. Può comprendere anche altri costi, per la quota ragionevolmente imputabile al prodotto, relativi al periodo di fabbricazione e fino al momento dal quale il bene può essere utilizzato; con gli stessi criteri possono essere aggiunti gli oneri relativi al finanziamento della fabbricazione, interna o presso terzi; le immobilizzazioni rappresentate dai titoli sono rilevate in bilancio con il criterio del costo ammortizzato, ove applicabile. Il costo delle immobilizzazioni, materiali e immateriali, la cui utilizzazione è limitata nel tempo deve essere sistematicamente ammortizzato in ogni esercizio in relazione con la loro residua possibilità di utilizzazione. L'immobilizzazione che, alla data della chiusura dell'esercizio, risulti durevolmente di valore inferiore a quello determinato secondo i numeri 1) e 2) deve essere iscritta a tale minore valore. Il minor valore non

può essere mantenuto nei successivi bilanci se sono venuti meno i motivi dellarettifica effettuata; questa disposizione non si applica a rettifiche di valore relative all’avviamento.

La disciplina ha dei punti in contatto con quella dedicata alle immobilizzazioni immateriali (Art.2426 + OIC 24).

Immobilizzazioni materiali: Art. 2426 + OIC 16.

Per immobilizzazione si intende quel bene destinato ad un uso durevole all’interno dell’attività d’impresa, che di solito, è maggiore ad un anno.

- Prima rilevazione durante l’esercizio:

  1. Acquisto da terze economie (Art. 2426 primo comma primo punto)
  2. Produzioni in economia (Art. 2426 primo comma primo punto)
  3. Donazione o permuta da terzi

- Valutazione successiva alla prima rilevazione al 31/12 di ogni esercizio:

  1. Ammortamento (primo comma secondo punto)
  2. Casi di svalutazione (Art. 2426 terzo punto)
  3. Eventuali ripristini (Art. 2426 terzo punto)
  4. Divieto di rivalutazioni, deroghe per casi
eccezionali (Art. 2423 quinto comma)

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ACQUISTO DI UNA IMMOBILIZZAZIONE MATERIALE MEDIANTE COSTRUZIONI INTERNE:

Il costo di un bene strumentale realizzato in economia viene generalmente determinato extra-contabilmente, facendo riferimento alle informazioni elaborate dalla contabilità analitica. Il valore da attribuire al bene prodotto internamente è fornito da una scheda di lavorazione che riporta la somma di tutti i costi dei fattori produttivi impiegati sia direttamente (materie prime, salari degli operai…) sia indirettamente (materie sussidiarie, energia, altri servizi…) per la costruzione del bene in economia. Durante l’anno, i costi relativi ai fattori produttivi impiegati nella costruzione sono rilevati secondo la loro natura e sono riepilogati tra i costi della produzione a fine anno. I costi che riguardano la costruzione interna, soltanto una parte di quelli registrati durante la lavorazione, essendo destinati alla produzione di un bene.

utilità ripetuta, al termine dell'esercizio devono essere sospesi dal conto economico, perché non di competenza, ed inclusi tra gli elementi attivi del patrimonio attraverso un processo di capitalizzazione. Nel caso di capitalizzazione diretta, vengono in fase di assestamento chiusi tutti i mastrini relativi agli specifici costi che sono attribuiti al cespite da capitalizzare. Nel caso di capitalizzazione indiretta si utilizza un mastrino acceso alle rettifiche distinte (costruzioni in economia), fino al momento in cui il bene sarà disponibile per l'uso e si trasformerà in una delle classi delle immobilizzazioni materiali (terreni, fabbricati, impianti...). Nel caso di capitalizzazione indiretta, la quota dei costi di esercizio sostenuti per la realizzazione dell'opera viene rettificata attraverso un conto economico di reddito acceso alle rettifiche di costi d'esercizio che si chiama (costruzioni in economia) o "incrementi"

diimmobilizzazioni in corso”. Esso afferisce tra i componenti positivi di reddito nel conto economicoA4)nella classe , valore della produzione, “incrementi di immobilizzazioni per valori interni”. I costiBqui rettificati si troveranno opposti i costi di esercizio che fluiscono nell’aggregato dei costi dellaproduzione i quali, essendosi manifestati numericamente (costi di diretta derivazione numeraria-CDDN), sono da rilevare sempre e da classificare secondo la loro natura e confluiscono nel contoeconomico, fra le voci di costo, per i loro importi complessivi. In contropartita contabile allarettifica dei costi che si registreranno dei costi sospesi che vengono fatti confluire nell’aggregatoB)II )5)attivo di SP a cui si riferiscono, in questo caso “immobilizzazioni in corso e acconti”. Ilconto “impianti in costruzione” o anche (immobilizzazioni materiali in corso) contabilmente è uncosto sospeso ma nella sostanza rispetta un

costo pluriennale destinato durevolmente all'azienda; per detta natura si classifica tra le immobilizzazioni. COSTO ACQUISTO: 1. Prezzo immobilizzazione 2. Iva indetraibile 3. Oneri accessori 4. Assicurazione, dazi doganali, messa in opera, collaudi Il costo acquisto non cede la sua utilità soltanto nel corso dell'esercizio in cui il bene viene acquistato, ma per più esercizi. Il costo deve essere ripartito lungo gli esercizi in cui il bene cede la sua utilità. L'utilità del bene viene recuperata immediatamente e viene misurata dall'ammortamento annuale. AMMORTAMENTO (PUNTO 2, ART. 2426) Il processo di ammortamento ha inizio nel momento in cui il bene è pronto all'uso, a prescindere dal suo utilizzo. Le immobilizzazioni materiali sono ammortizzate sistematicamente, a prescindere dal suo utilizzo. La sistematicità è legata all'esistenza di un piano di ammortamento. In ogni esercizio significa che l'ammortamentodepreciativo. Questo valore è determinato sottraendo dal costo originario del bene gli ammortamenti accumulati fino all'esercizio corrente. b) IL VALORE RESIDUO: è il valore stimato del bene al termine della sua vita utile. Questo valore viene determinato considerando il valore di mercato del bene alla fine della sua vita utile. c) IL PERIODO DI AMMORTAMENTO: è il numero di anni in cui si effettua l'ammortamento del bene. Questo periodo viene determinato considerando la vita utile del bene. d) IL METODO DI AMMORTAMENTO: è il criterio utilizzato per ripartire il costo pluriennale del bene nei vari esercizi. I metodi più comuni sono il metodo lineare e il metodo dei saldi crescenti. Una volta determinati questi elementi, si può procedere alla definizione del piano di ammortamento, che consiste nella ripartizione del costo pluriennale del bene nei vari esercizi contabili. È importante sottolineare che l'ammortamento è un costo non monetario, che non comporta un'uscita effettiva di denaro dall'azienda. È un costo contabile che serve a ripartire il costo del bene nel tempo, in modo da riflettere correttamente il suo consumo e il suo deprezzamento nel bilancio aziendale.degli ammortamenti effettuati, fino al momento
Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
35 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/07 Economia aziendale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Lollo.Ing1 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Ragioneria e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Cataldi Silvia.