La psicologia e l'investigazione
La ricerca scientifica ha un aspetto di similarità con la ricerca della verità che si fa all'interno di un processo investigativo. Entrambi, sia il ricercatore che l'investigatore, cercano la verità ma nessuno dei due potrà mai dire di essere il possessore della verità (Popper, 1975). Quello che possono fare è cercare di avvicinarsi ad essa. In ambito scientifico ci si è resi conto ormai da quasi 70 anni che trovare la conferma alle proprie ipotesi piuttosto che la loro disconferma è un errore che può portare fuori strada.
Uno degli assunti di Popper è proprio questo: la teoria non deve essere solo verificabile ma anche falsificabile. Affinché possa provare che la mia teoria è valida devo cercare di falsificarla e quindi metterla alla prova. Anziché valutare se i fatti possono servire a controllare le ipotesi, si interpretano i fatti come se le
ipotesi fossero provatesi parla di verificazionismo (ovvero si tende a verificare e non falsificare). Esperimento veniva chiesto ai partecipanti di scegliere quali carte girare (quattro) per verificare se per queste quattro carte vale la regola: "Se da una parte c'è una vocale, allora dall'altra ci deve essere un numero pari". Per verificare se la regola enunciata è vera viene dato il permesso di girare solo due carte. Dagli studi emerge che la maggior parte delle persone sceglie di girare la carta A e la B, ma la seconda ci dice poco perché bisogna avere una disconferma e questa si può trovare girando la carta A che ci conferma la teoria e la carta 5 che ci può disconfermare o confermare ulteriormente la regola. Per Karl Popper una teoria non può mai essere provata vera poiché ci sono molte false teorie che possono predire ogni risultato ottenuto. La falsificazione è veramente informativa in quanto bisognacercare prove della falsità di una teoria scientifica piuttosto che cercare prove della validità. CASO BRANDON MAYFIELD Bisognava scoprire chi fossero gli attentatori dell'attacco terroristico a Madrid in cui morirono quasi 200 persone (negli anni 2000). Partecipò all'indagine anche l'FBI e nei vagoni del treno furono trovate delle impronte parziali che potevano far risalire agli attentatori. Si trovò, tramite queste, una corrispondenza tra queste impronte e alcune persone tra cui un avvocato chiamato Mayfield. Le attenzioni si concentrarono su questo personaggio perché aveva una caratteristica particolare, ovvero che si era convertito alla fede islamica e per questo identificato come prototipo di persona che poteva dedicarsi a questo tipo di attentati. Successe che Mayfield non centrava nulla con l'attentato e che si trattava di una parziale corrispondenza (le impronte erano parziali) in quanto l'altra "parte"corrispondeva ad altre circa 20 persone ma l'attenzione, appunto, si concentrò solo su Mayfield. L'inchiesta interna dell'FBI ha negato la possibilità che l'avvocato sia stato arrestato solamente per la sua fede religiosa, ma ha ammesso che la presenza di un confirmation bias (c'erano delle aspettative nei suoi confronti) ha impedito di considerare con la dovuta attenzione le sollecitazioni dei detective spagnoli. A causa di questo errore, il 29 Novembre 2006 il governo americano ha riconosciuto a Mayfield un risarcimento pari a due milioni di dollari. INTERVISTA COGNITIVA Strumento che nasce all'interno delle scienze psicologiche ma che a seconda dei vari ordinamenti non per forza è uno psicologo a condurla, tanto è che in molte istituzioni di Polizia sono operatori di Polizia formati a condurre questo tipo di intervista. Questa tecnica non è riconosciuta dal nostro Ordinamento. Nell'intervista un testimone o la vittimaUno dei rischi non è solo quello di non avere tutte le informazioni possibili, ma anche quello di creare falsi ricordi e proprio per questo non viene considerato un compito tanto semplice.
L'intervista cognitiva è una tecnica che si articola in 5 fasi e all'interno di 2 fasi sono inserite 4 mnemo-tecniche, ovvero tecniche che aiutano l'intervistato a far riprendere delle informazioni all'interno della nostra memoria che non riescono a fuoriuscire (non sempre siamo consapevoli dei nostri ricordi immagazzinati nella memoria). Le fasi sono:
Prima fase: partendo dalla definizione dell'intervista cognitiva, essa è un momento interpersonale e la qualità di essa porta ad avere più o meno informazioni. Più l'intervistato si trova a disagio con l'intervistatore, maggiori informazioni riusciamo ad avere. Questa prima fase, quindi, serve a creare un'atmosfera rilassata, a stabilire un rapporto amichevole con la persona.
Bisogna spiegare gli obiettivi dell'incontro al testimone, fornire informazioni sui suoi diritti e sulla sua assicurazione (Sa perché oggi lei è qui? Come sta?). Importante è chiarire le aspettative e sollecitare a "riferire ogni cosa" (per fare questo non bisogna monopolizzare la conversazione, ma bisogna lasciargli tutto il tempo per poter dare ogni informazione, evitando di parlare troppo). Per poter avere una buona atmosfera si deve evitare una dominanza nel rapporto ad esempio chiedendo in modo esplicito di mantenere un ruolo attivo: il riferire ogni cosa ha anche un secondo fine, ovvero evitare che un dettaglio rilevante per l'investigatore venga tralasciato perché per l'intervistato può essere inutile o poco importante. Seconda fase del racconto libero. Alcune domande che possono essere fatte: "Vorrei che lei mi raccontasse cosa ricorda" "Se ci sono domande cui non vuole rispondere può dirlo senzapreoccuparsi né tirare a indovinare perché è importante dire solo ciò che effettivamente ricorda essere accaduto. Nessuno può ricordare tutto. "Se non capisce cosa le chiedo me lo dica e lo dirò con nuove parole". Il testimone può trovarsi in forte imbarazzo non ricordando dei particolari in quanto pensa di essere uno sprovveduto e proprio per questo bisogna metterlo in condizione favorevole facendogli capire che non possiamo ricordare tutto e che se non ricorda qualcosa non è un problema (meglio non dire che dire qualcosa di sbagliato). La seconda parte della fase 2 comprende la richiesta di dettagli. Si richiede di riferire qualsiasi dettaglio si ricordi dell'evento anche insignificante o di cui non si è sicuri. Ricordare un dettaglio può contribuire a ricreare il contesto mentale dell'accaduto e ricreare questo significa migliorare la qualità del ricordo (si deve dire anche qualcosa di cui non si è sicuri).si è sicuro, specificando che non si è sicuri). In questa fase si usa una mnemo-tecnica chiamata "ricostruzione del contesto" → ricostruzione ambientale del contesto e dello stato psicologico vissuto al momento del vissuto come se si fosse lì (si revocano odori, sensazioni, stati d'animo, etc.). La memoria, infatti, è molto più efficace quando si ricrea mentalmente il contesto: si parla del "principio di specificità di codifica", ovvero tanto più ci si avvicina mentalmente alle condizioni del contesto che si è vissuto, migliore sarà il ricordo di determinati elementi. Questo è un momento estremamente delicato in quanto andare a rievocare emozioni può essere un momento estremamente doloroso per la vittima.
Terza fase fase del secondo racconto con diverse modalità di recupero → • dell'informazione. Bisogna avere un cambio di prospettiva, quindi raccontando il fatto
cambiando prospettiva (mnemo-tecnica), quindi non utilizzando la propria prospettiva ma utilizzando quella di un'altra persona presente in quell'evento. Questa mnemo-tecnica è la più criticata in quanto secondo autori può dare luogo a false o imprecise informazioni. Sempre in questa fase non si usa solo questa tecnica ma anche quella del "cambio d'ordine": se il racconto è stato ricreato secondo uno specifico ordine cronologico (dall'inizio alla fine), con questa tecnica si utilizza un ordine cronologico diverso (dalla fine all'inizio). Quarta fase fase delle domande specifiche. L'investigatore ha ascoltato tutto il racconto e ha chiaro qual è il racconto che da il testimone dell'evento. A questo punto, l'intervistatore può fare delle domande più specifiche per chiarire determinati punti o approfondirli. Questa fase, quella delle domande specifiche, non può essere fattaprima in quanto significherebbe interrompere il ricordo, e interrompere il ricordo ha forte ripercussioni sulla sua vericidità. Le domande devono essere aperte e poi chiuse per sondare rappresentazioni mentali teste. Queste ultime devono essere adattate a ciò che il teste ha detto in precedenza. Bisogna assolutamente evitare domande a scelta multipla ("l'auto è rossa o nera?" questo fa presuppore all'intervistato che l'intervistatore ne sa di più e anche se l'auto può essere verde, dirà che è rossa o nera), domande suggestive, interruzioni o contraddire, tornare indietro con richieste e chiarimenti su un dato punto solo dopo che il teste ha terminato di parlare per non interrompere il flusso.
Quinta fase fase di revisione e chiusura. L'investigatore ha la possibilità di riassumere le informazioni ottenute e chiedere una verifica della comprensione. In questo caso può succedere che il
testimone si contraddica specificando che in realtà certe informazioni sono state date errate o imprecise (sentendo il racconto letto dall'intervistatore si rende conto maggiormente degli errori detti). Questo fa capire anche al testimone che l'intervistato è stato attento e contribuisce a aumentare l'atmosfera rilassante. Si ringrazia il testimone per la sua utilità nell'indagine e aspetto molto importante si lascia il proprio recapito dicendo che se ricorda qualcos'altro non detto durante l'intervista è fondamentale che venga poi comunicato. Ma questo tipo di intervista è efficace rispetto all'intervista standard in cui il testimone ha un ruolo passivo? Geiselman e colleghi mostra l'efficacia dell'intervista cognitiva in un esperimento in cui una cinquantina di partecipanti hanno visto il filmato di un crimine e sono stati intervistati due giorni dopo si è visto che la rievocazione corretta è molto
più alta nel&ra
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