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LA SPIEGAZIONE DELLA REALTÀ SOCIALE

Self-serving bias: tendenza ad attribuire i propri successi a cause interne e gli

insuccessi a cause esterne

Due spiegazioni possibili:

- spiegazione cognitiva: in genere le persone hanno più esperienze di successi

che di insuccessi, e fanno ricorso a questa conoscenza personale nella

formulazione di giudizi di causalità rispetto ai propri risultati (i successi sono più

disponibili in memoria)

- spiegazione motivazionale: indipendentemente dalle esperienze reali di

successi ed insuccessi, le persone sono motivate a valorizzarsi e a considerare

sé stesse positivamente (vedi fattori motivazionali/bisogni)

Errore fondamentale di attribuzione

Tendenza a sovrastimare il peso di fattori disposizionali e a sottostimare il peso di

fattori situazionali nelle spiegazioni causali. (Legato al self-serving bias, quando

guardiamo gli altri difficilmente si prende in esame il peso della situazione)

• Gilbert (1989): esistono due fasi nel processo attribuzionale. Inizialmente

l’individuo compie una attribuzione disposizionale automatica; se il contrasto fra

evidenza e attribuzione è troppo grande, aggiusta il giudizio in base alle

influenze situazionali

• Heider (1958): le cause vengono attribuite a fattori salienti dal punto di vista

percettivo; l’attore è percepito come figura saliente, la situazione o sfondo

rimane in ombra

Discrepanza attore-osservatore

Tendenza ad attribuire le cause del proprio comportamento a fattori situazionali, e le

cause del comportamento altrui a fattori disposizionali.

Combinazione tra self-serving bias e errore fondamentale di attribuzione.

Interpretazioni:

l’attore dispone di conoscenze accurate sui propri comportamenti passati:

 questo scoraggia attribuzioni disposizionali verso sé stesso

distorsione percettiva: la situazione è il fattore più saliente per l’attore, mentre

 per l’osservatore il fattore più saliente e quindi più informativo è la persona

MODULO 2

IL GIUDIZIO SOCIALE

GLI ATTEGGIAMENTI

- Giudizio/valutazione su fenomeni e gruppi sociali (atteggiamento verso persone

immigrate, verso le guerre...)

- Atteggiamento è predittore del comportamento: legame non causale

Un po’ di storia

❑ Anni ’20 – ’30: inizio misurazione degli atteggiamenti

❑ Anni ’50 – ’60: studio dei processi di cambiamento degli atteggiamenti (es.: teoria

della dissonanza cognitiva di Festinger)

❑ Anni ’80: studio di struttura cognitiva e funzione degli atteggiamenti, rapporto tra

atteggiamenti e comportamenti

Gli atteggiamenti secondo Allport (1935)

Atteggiamento = stato mentale neurologico di prontezza, organizzata attraverso

l’esperienza, che esercita un’influenza direttiva o dinamica sulla risposta dell’individuo

nei confronti di ogni oggetto o

situazione con cui entra in contatto

Aspetti innovativi:

- Atteggiamento come stato non direttamente osservabile, ma inferibile sulla

base della risposta: variabile interveniente fra stimolo e risposta

Critiche:

- Definizione generica

- L’aspetto valutativo passa in secondo piano

Gli atteggiamenti secondo Eagly e Chaiken (1993)

Atteggiamento = tendenza psicologica espressa valutando una particolare entità con

un certo grado di favore o sfavore

Elementi:

• Stato interno della persona

• Risposta valutativa di qualsiasi tipo:

manifesta o non osservabile

 cognitiva, affettiva o comportamentale

Modello tripartito degli atteggiamenti (Rosenberg e Hovland 1960)

Atteggiamenti = costrutto psicologico costituito da 3 componenti:

• Componente cognitiva: informazioni e credenze relative a un oggetto

• Componente affettiva: reazione emotiva verso l’oggetto

• Componente comportamentale: azioni di avvicinamento o allontanamento

dall’oggetto

Nella realtà viene soprattutto misurata la valutazione relativa all’oggetto lungo un

continuum di reazioni negative-positive (quanto sei favorevole a...?) → componente

affettiva

Approccio social cognition

Atteggiamento come struttura cognitiva costituita dall’associazione in memoria fra la

rappresentazione e valutazione dell’oggetto. Organizza e favorisce la codifica delle

informazioni in entrata.

(Il comportamento non rientra nella definizione di atteggiamento)

Struttura cognitiva caratterizzata da:

Disponibilità: associazione tra oggetto e valutazione immagazzinata nella

 memoria a lungo termine

Accessibilità: tempo e sforzo richiesti per il recupero mnestico di tale struttura

Innovazione: forza dell’associazione tra oggetto e valutazione, misurato tramite tempo

di latenza tra presentazione dello stimolo e risposta

Formazione degli atteggiamenti

Esperienza diretta

• Forte associazione in memoria tra la rappresentazione e valutazione oggetto

• Ripetersi dell’esposizione → associazione automatica (memory-based)

• Atteggiamento più resistente al cambiamento

Osservazione dell’esperienza altrui

• Associazione tra rappresentazione e valutazione dell’oggetto meno forte

• Atteggiamento meno resistente al cambiamento

Comunicazione

• Associazione tra rappresentazione e oggetto molto debole, difficile recupero

dalla memoria

• Atteggiamento molto meno resistente al cambiamento

Misurazione degli atteggiamenti self report

Scala Likert (Likert, 1932):

- costituita da items (affermazioni favorevoli o sfavorevoli) che coprono gli aspetti

rilevanti nell’area semantica dell’oggetto studiato

- gli individui devono indicare su una scala di risposta il grado di accordo o

disaccordo con le affermazioni

- consente di effettuare operazioni statistiche come la somma o la media degli

items per ogni individuo e avere così un punteggio generale

- spesso per scala Likert si intende anche solo la scala di risposta (continuum

numerico con i due estremi), senza considerare gli items (che insieme alla loro

scala di risposta formano il test di misurazione dell’atteggiamento o di altre

variabili)

Differenziale semantico (Osgood, Suci e Tanenbaum, 1957):

- insieme di coppie di aggettivi bipolari separati da spazi che rappresentano una

gradazione da uno all’altro

- oggetto di atteggiamento posto all’inizio del questionario

Esempio: Come giudica il conformismo?

Buono ___ ___ ___ ___ ___ ___ Cattivo

Bello ___ ___ ___ ___ ___ ___ Brutto

- Nelle analisi (dati raccolti su tante persone, culture, e in riferimento a stimoli

diversi), le coppie di aggettivi si raggruppano sistematicamente in tre fattori:

Valutazione (es.: brutto-bello, buono-cattivo) → dimensione che spiega di più

 Potenza (es.: forte-debole, pesante-leggero)

 Attività (es.: stabile-instabile, passivo-attivo)

Critiche

• risposta troppo sotto controllo dell’individuo rispondente

• possibilità che l’individuo finga, menta o risponda a caso

• bias della desiderabilità sociale: tendenza delle persone a rispondere in modi

che considerano più appropriati o socialmente accettabili

Misurazione degli atteggiamenti non self-report Tecniche indirette

Misure fisiologiche (reazioni fisiologiche):

- Risposta elettrogalvanica (conduttanza cutanea; capacità della pelle di condurre

elettricità) → attivazione, rilevanza stimolo

- Attività dei muscoli del viso → + attività se opinione simile alla propria

Vantaggi: Risposte non influenzate dalla desiderabilità sociale

Critiche: Metodologie troppo intrusive

Misurazione degli atteggiamenti non self-report

Misure implicite:

- Implicit Association Test (IAT) per misurare l’associazione tra due target (es.:

insetti vs. fiori) e due qualità (negativo vs. positivo)

- Compiti di categorizzazione attuati premendo due tasti della tastiera:

1.categorizzo una serie di immagini in fiori e insetti; 2.categorizzo una serie di

parole nelle due qualità di positivo e negativo

- I compiti vengono mischiati per avere tasti combinati: fiori e parole positive

tasto destro, insetti e parole negative nel tasto sinistro (congruente, perché

valutazione fiori + positiva di insetti); poi viceversa (incongruente)

- Calcolo tempo latenza della risposta → tempo di reazione + breve quando la

categorizzazione è coerente con le proprie associazioni mentali. Es.: risposte +

veloci quando è lo stesso tasto per insetto e parole negative → atteggiamento

negativo verso insetti

Misurazione degli atteggiamenti

Per concludere:

- Atteggiamenti non direttamente osservabili: come si misurano?

- Atteggiamenti inferibili da indicatori:

risposte esplicite relative a sé stessi e alle proprie opinioni e preferenze ➢

 risposte implicite derivate da compiti sperimentali (IAT)

risposte fisiologiche

Tutte queste tecniche di misurazione hanno vantaggi e svantaggi

Cambiamento degli atteggiamenti

Gli atteggiamenti sono piuttosto stabili → conservatorismo cognitivo

Conservatorismo cognitivo: l’individuo tende a selezionare nella realtà sociale le

 informazioni che confermano i propri schemi e le proprie credenze

Il cambiamento di atteggiamenti può avvenire attraverso:

1) Mera esposizione

- processo individuale legato all’esperienza diretta

- l’esposizione ripetuta ad uno stimolo porta a modificare l’atteggiamento relativo

Esperimento di Zajonc (1969)

Aumentando la frequenza di esposizione ad uno stimolo nuovo (parole turche o

ideogrammi) aumenta il grado di piacevolezza di tale oggetto

2) Dissonanza cognitiva (Festinger, 1957)

- Processo di natura motivazionale

- Deriva dal bisogno di mantenere coerenza tra le proprie cognizioni (credenze e

valori) e tra le proprie cognizioni e i propri comportamenti

3) Comunicazione persuasiva

Scuola di Yale (1942)

- studio sulle campagne persuasive utilizzate per ottenere il consenso dei

cittadini alla partecipazione degli USA alla WW2

- analizza le caratteristiche della fonte, del messaggio e del ricevente • ricerche

dai risultati frammentari

- no teoria generale

Anni ’80: elaborazione di modelli a due percorsi

1. Modello della probabilità di elaborazione (Petty & Cacioppo, 1981)

2. Modello euristico-sistematico (Chaiken 1980; Eagly & Chaiken 1984)

Secondo entrambi i modelli, gli atteggiamenti cambiano in seguito a due processi di

diversa natura.

Modello della probabilità di elaborazione (Petty e Cacioppo, 1981)

Gli atteggiamenti cambiano seguendo il percorso centrale o il percorso periferico.

1) Percorso centrale:

elaborazione attenta delle argomentazioni e delle informazioni

 richiede risorse cognitive:

 - focalizzazione dell’att

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Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/05 Psicologia sociale

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