vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
La testimonianza è un fenomeno prettamente della psicologia sociale che coinvolge i
processi cognitivi, anche se sappiamo essere la memoria molto fallacie. Infatti,
contaminazioni ed influenze possono andare a modificare il ricordo originario.
In psicologia esiste la legge del decadimento mnestico, secondo cui, dopo 20 minuti, si
perde già il 40% delle informazioni. Gli individui acquisiscono informazioni attraverso due
canali: canale visivo, che ci coinvolge nella testimonianza e per cui è necessaria una
conversione delle immagini in parole, e canale verbale, che implica un processo di
apprendimento – rappresentano modi di codificare la realtà diversi.
La memoria non distingue tra verità e menzogna, questo a causa di alcuni fattori:
LA CONFABULAZIONE = consiste in errori in fase di codifica, immagazzinamento o
rievocazione. Possono subentrare le conoscenze pregresse, quelle che si ritengono
più plausibili, o bias ed euristiche che hanno a che fare con l’idea che ci facciamo di
certe situazioni – avviene automaticamente e accade con ciò che non è presente in
origine e che ha dei passaggi poco chiari nel ritorno alla memoria. Questo
meccanismo entra in gioco più spesso con le informazioni visive. Più si hanno
aspettative di successo, più è probabile cadere in inganno.
LA SUGGESTIONE = l’effetto dell’influenza sociale porta a cadere in inganno nel
rispondere ad informazioni fuorvianti, come domande, commenti e considerazioni
su quanto dichiarato.
LA COMPIACENZA = è un atteggiamento che si verifica quando ci si comporta in
modo da compiacere l’altro; più si è compiacenti, più si fa fatica a disattendere
l’altro e le aspettative esterne. C’è l’intento di ottenere un vantaggio.
L’ACQUIESCENZA = è la tendenza a rispondere in modo affermativo al di là del
contenuto (es. dire al cameriere che un cibo è buono quando non lo è).
Diversamente dalla compiacenza, non c’è l’intento di ottenere un vantaggio.
LA PRESSIONE SOCIALE = porta a spostare e cambiare le risposte in seguito a
feedback negativi, critiche, o linguaggio non verbale.
FALSO RICORDO = si rifà a quanto la persona può ritenere un’informazione
plausibile o meno. Affinché il falso ricordo diventi strutturato è necessario che
l’evento suggerito sia plausibile, che il soggetto sappia costruire un’immagine del
ricordo intorno al quale creare una narrazione, e che ci sia un errore nella
valutazione della fonte. Nell’effetto di misinformazione, ci sono sia fattori cognitivi
che sociali: i primi fanno riferimento alla coerenza con gli schemi cognitivi del
soggetto, gli altri alla credibilità della persona che invia il messaggio fuorviante.
La falsa testimonianza, a differenza del falso ricordo, implica un processo cognitivo
intenzionale a fornire informazioni sbagliate e diverse da quelle che uno ricorda.
Gli errori guidati da suggestioni differiscono anch’essi dal falso ricordo perché
l’inganno nasce dal modo in cui è stata posta la domanda.
La suggestionabilità è la tendenza ad accettare gli stimoli suggeriti/suggestivi e ad
inglobare nel ricordo le informazioni. Un soggetto può essere esposto a fattori di
suggestione fin dal momento di acquisizione di un evento:
Gli stati emotivi esperiti al momento del fatto limitano l’accuratezza del ricordo
interno. Il risultato è una tratta mnestica frammentata, confusa e più incline a
recepire ed inglobare informazioni postume più coerenti e lineari.
Gli stati di alterazione psichica (es. uso di alcol e/o sostanze).
I fattori di co-suggestione, per cui se presenti più testimoni o vittime, il loro
interagire può portarli a scambiarsi reciproci ricordi.
Le fonti di suggestione esterne (es. mass media) sono fonti ritenute autorevoli o
importanti che cercano di attribuire un significato e una ricostruzione su quanto
accaduto.
Le domande e i commenti di chi raccoglie i racconti possono inficiare nel modo di
porre domande suggestive, come il ripetere delle domande e dei commenti a
quanto il testimone riferisce sia nelle sedi ufficiali che quelle informali.
Essere resistenti a fattori di suggestionabilità non significa non essere vulnerabili, poiché
tutti i soggetti (adulti e bambini) sono suggestionabili. Inoltre, l’intelligenza, quando è nei
parametri medi, non ha particolare incidenza sulla suggestionabilità.
- Conformismo e obbedienza
Per effetto dell’influenza sociale possiamo modificare percezioni, pensieri e ricordi per
ottenere fiducia, reputazione e compiacenza, questo a causa di un’insicurezza personale.
Durante un’intervista suggestiva, sono tre i fattori sui quali incide l’influenza sociale:
l’incertezza, perché le persone sono messe di fronte a dubbi prestazionali, la fiducia verso
una figura più autorevole (l’esperto ne sa più di me), e le aspettative di successo.
L’influenza sociale è il cambiamento che si verifica nei giudizi, nelle opinioni e negli
atteggiamenti di una persona o di un gruppo a seguito dell’esposizione ai giudizi, alle
opinioni, o agli atteggiamenti di altre persone in particolari circostanze. L’influenza sociale
si verifica per l’influenza della maggioranza o della minoranza; la forza della maggioranza
sta nel fatto che aumenta il senso di appartenenza ad un gruppo.
Il potere sociale è la forza di cui dispone chi agisce l’influenza sociale, perché è ciò che gli
garantisce di avere successo nel produrre cambiamenti negli atteggiamenti e nei
comportamenti. Le persone che hanno potere sociale sono quelle che agiscono e creano
movimento di azione e di atteggiamento perché si sentono meno dipendenti e si
percepiscono più autodefinenti: sono in possesso di più risorse per agire anche a livello
economico, prestano meno importanza verso le opinioni altrui, decidono con più facilità, si
sentono meno soggetti alle norme e agli standard del gruppo, e hanno meno spinta
nell’uniformarsi.
Il conformismo di per sé non è né positivo né negativo, ma anzi, in alcuni casi, affinché si
creino dei cambiamenti in meglio, è necessario che ci siano delle influenze sociali
cosicché venga cambiato un determinato comportamento. Si ha bisogno del conformismo,
soprattutto per il rispetto delle regole.
Il conformismo è il cambiamento del comportamento, dei pensieri e dei sentimenti delle
persone come risultato della pressione reale o immaginaria di un gruppo – l’essere troppo
conformisti tende a suggerire debolezza.
Nelle culture occidentali individualistiche il conformismo è meno forte, ma l’essere come gli
altri aumenta il senso di autostima e di accettazione sociale riducendo l’emarginazione e
aumentando il senso di appartenenza; nelle culture orientali, invece, il conformismo è
segno di autocontrollo e maturità.
Si distinguono due tipi di conformismo dati da una diversa influenza sociale: informativa,
cioè la forza che spinge un individuo ad accettare le informazioni a cui è esposto
(esperimento di Sherif), e normativa, cioè la forza che spinge un individuo a rispondere
alle attese positive di uno o più membri del proprio gruppo (esperimento di Asch).
Per quanto riguarda il conformismo informazionale, nell’esperimento di Sherif si è voluto
isolare e poi sperimentare la formazione della norma per capire come le persone si
mettessero d’accordo partendo da una situazione ambigua, analizzando prima le risposte
individuali e poi quelle di gruppo.
L’esperimento di Sherif consisteva in una stanza buia dove veniva proiettato un puntino
luminoso e veniva richiesto ai partecipanti di fissarlo per poi dire di quanto si fosse
spostato. Lo scopo dell’esperimento era di studiare la formazione di norme in condizioni
individuali e di gruppo, mettendo in atto prima una condizione sperimentale individuale, poi
individuale-di gruppo, ed infine di gruppo-individuale.
Per alimentare il nostro senso di sicurezza spesso si usa la diffamazione, che è un reato
nel momento in cui parliamo male di qualcuno che non è presente. Parlare positivamente
di qualcuno, invece, definisce la nomea, che consiste nella ripetizione e nell’evidenza dei
successi ottenuti andando così a contagiare le altre persone verso l’accettazione di chi
stiamo parlando.
Nello studio di Griffin venivano fatti leggere articoli di giornale con la descrizione di
un’uccisione da parte della polizia di un afroamericano che aveva rubato una macchina. Ai
partecipanti venivano richieste diverse informazioni, tra cui dare un’interpretazione della
situazione, di stimare la velocità della macchina e di indicare se il ladro avesse capito che
si trattasse della polizia. Ad ogni partecipante era data la possibilità di dare la propria
interpretazione, ma a ciascuno di loro veniva detto che gli altri partecipanti ritenevano la
polizia quasi del tutto responsabile così da vedere se si fossero conformati col pensiero
‘‘comune’’ o se avessero elaborato un proprio pensiero divergente. Solo il 32% delle
persone ha ritenuto la polizia responsabile, svolgendo un atto di anticonformismo. È
possibile infatti respingere un’influenza, ma ciò implica una capacità nel sostenere le
proprie motivazioni, perché è effettivamente più facile acconsentire che opporsi.
Per quanto riguarda il conformismo normativo, si vede l’esperimento di Asch, la cui
differenza con quello di Sherif è che lui utilizza stimoli chiari e non ambigui. Asch ha
proposto una serie di confronti in cui sei confederati davano risposte errate per vedere se
il partecipante allo studio confermava la risposta data dai confederati anche quando
sapeva che fosse errata.
Ciò che si è tratto da questo esperimento è che le persone, se prese individualmente,
riescono a mantenere la loro idea su qualsiasi cosa, mentre quando si trovano in un
gruppo, soprattutto se rappresentano la minoranza, finiscono per aderire alla maggioranza
o, per conformismo pubblico, continuano a mantenere la propria idea ma, per l’adesione
esterna, dicono di aderire a quella del gruppo (ovviamente non vale per tutti) – le persone
possono continuare a credere nella propria impressione ma, per spirito di adattamento,
possono dare una risposta errata per poi, se presi individualmente, ritornare a dare la
risposta corretta. Quando aderiamo ad un pensiero della maggioranza pur mantenendo un
pensiero diverso, rimaniamo in una confort-zone che ci protegge da possibili attacchi.
La validità esterna è la possibilità che una ric