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Processi che tengono insieme le persone nei gruppi
Ci sono due fenomeni: la prima è riferita agli studi sulla dinamica di gruppo (che hanno analizzato elementi di differenziazione ed integrazione), la seconda è riferita alle funzioni del gruppo (in particolare per quanto riguarda come si lavora nel gruppo e come vengono prese le decisioni all'interno del gruppo).
Fenomenologia dei gruppi:
- Dinamica di gruppo (elementi di differenziazione e di integrazione: status, ruoli, reti di comunicazione, leadership)
Funzioni dei gruppi:
- Entrare e uscire dai gruppi (socializzazione di gruppo)
- Lavorare in gruppo (prestazioni di gruppo)
- Decidere in gruppo (polarizzazione, pensiero di gruppo)
Studi sulla dinamica di gruppo: gli elementi di differenziazione sono status, ruolo, potere, leadership; mentre gli elementi di integrazione sono le reti di comunicazione e la comunicazione.
Partendo dagli elementi di differenziazione:
- STATUS: Posizione
Lo status si riferisce alla posizione occupata da un individuo all'interno di un gruppo, unita alla valutazione di tale posizione in una scala di prestigio. Possiamo studiare lo status utilizzando degli indicatori che consistono in:
- La tendenza in un gruppo a promuovere le iniziative che poi vengono portate avanti dagli altri membri di un gruppo. Quante più iniziative vengono promosse, tanto maggiore sarà la sua posizione di status all'interno di quel particolare gruppo.
- La valutazione consensuale del prestigio, soprattutto sulle posizioni più estreme.
Il sistema di status può essere misurato in diversi modi:
- In primo luogo, osservando il linguaggio verbale e non verbale (apparenza, contegno, statura, muscolatura e numero di interazioni ed interventi).
- Un'altra modalità è quella di avvalersi di tecniche di self report, ovvero chiedere ai membri chi secondo loro è il membro più influente e capace all'interno del gruppo.
- gli etologici dicono che l'assegnazione di un ruolo, di uno status avviene secondo dati percettivi (per esempio su apparenza, contegno, statura, muscolatura..), quindi in base alla percezione che i membri hanno di un individuo (Berger et al, 1980),
- teoria degli stati di aspettative che dice che lo status è assegnato secondo le aspettative circa il contributo che ciascuno può fornire per raggiungere gli obiettivi del gruppo. Di fatto quindi lo status si sviluppa attraverso un serrato confronto sociale, che permette di valutare le proprie e altrui abilità per il raggiungimento degli obiettivi del gruppo.
- potere di ricompensa, e cioè la capacità del primo di dare ricompense al secondo. Il potere di ricompensa aumenta l'attrazione del lavoratore per il leader, per esempio.
- il potere coercitivo: cioè la possibilità di minacciare o comminare sanzioni punitive (questo diminuisce l'attrazione). Queste 2 forme di potere hanno in comune è che di certo non garantiscono un comportamento di conformismo profondo, non convincono l'interlocutore della bontà di cambiare il proprio comportamento ma inducono una sorta di conformismo esteriore.
- il potere legittimo: deriva da norme o valori interiorizzati e corrisponde al diritto legittimo del primo di influenzare il secondo.
- il potere d'esempio invece si basa sul
- potere d'identificazione ed è spesso inconsapevole, è quello che per
esempio un tutor ha sul suo studente e questo potere è dato dal fatto che noi diamo credibilità e competenza nel suo ambito specifico e si chiama potere d'informazione.
4. LEADERSHIP: è un processo di influenza tra il leader ed i suoi seguaci in ordine al raggiungimento degli obiettivi di un gruppo. Mentre il potere implica coercizione e genera una forma di acescenza di tipo pubblico (conformismo esteriore); la leadership produce accettazione soggettiva e quindi attiva un processo di persuasione. Il processo più auspicabile è quello più legato all'influenza. Un leader mostra più iniziativa rispetto agli altri (dirige, suggerisce, consiglia, ...), occupa una posizione elevata nella gerarchia di status, si trova in una posizione centrale nella rete di comunicazione.
Come si diventa leader? Come si diventa leder, ci sono delle teorie:
- una prima teoria si concentra sulle caratteristiche del leader: teoria del grande uomo (Bales, Slater, ...)
1955; Lewin, Lippit, White, 1939) e sono caratteristiche personali concui uno è nato. (Argyle È una teoria piuttosto antica che è stata superata da un approccio situazionistae Little, 1972) che afferma il fatto che chi diventa leader lo diventa in base allecaratteristiche del compito che gli viene chiesto in quella particolare situazioneindipendentemente dalle caratteristiche fisiche o personologiche.(Fiedler, 1964; Hollander, 1985) Un altro modello è quelle della contingenza e cioè unleader diventa tale quando ha delle caratteristiche ma è anche in una situazione tale che glipermette di esercitare quelle caratteristiche.(Hollander, 1982) Poi abbiamo i modelli transazionali che si concentrano sullarelazione tra i leader ed i suoi seguaci e questa relazione si ipotizza essere bidirezionale equindi l’influenza è reciproca.Hollander si chiede come si diventa leader? Il leader deve conquistare un credito idiosincraticoche si
fonda su 4 tipi di legittimità:- conformismo iniziale alle norme del gruppo,
- essere scelto dal gruppo e non imposto dall'esterno,
- dare prova di competenza nel perseguire gli obiettivi del gruppo,
- identificazione del leader con il gruppo.
Ci sono varie teorie trasformazionali in particolare Bass mette l'accento sullo scambio tra leader e membri come la transazionale ma da importanza all'interesse del leader le motivazioni (bisogni) dei membri che cerca di incoraggiare, sostenere verso l'obiettivo. Il leader ha carisma, sa trascinare verso gli obiettivi del gruppo (critica: ricorda l'approccio del grande uomo).
Come si fa il leader trasformazionale? Stimolando l'interesse di colleghi e collaboratori a considerare il proprio lavoro da diversi punti di vista, motivando colleghi e collaboratori a raggiungere livelli più elevati di abilità e a coltivare il proprio potenziale operativo, incrementando la consapevolezza della mission.del gruppo e dell'organizzazione per cui il gruppo lavora, motivando colleghi e collaboratori a guardare, al di là degli interessi personali, a quanto potrà avvantaggiare il gruppo. EMPOWERING LEADERSHIP: (Bobbio 2007) è un tipo di leadership che ha come obiettivo lo sviluppo di autocontrollo, autonomia e autoefficacia nei dipendenti. Cioè il leader rende le persone autonome, autoefficaci e autocontrollate sempre verso gli obiettivi del gruppo. L'empowering è dato da una scala di 6 dimensioni:
- Leading: impegno nel lavoro
- Coaching: aiutare i collaboratori ad acquisire fiducia in se stessi
- Partecipative decision making: prendere in considerazione il gruppo nella presa delle decisioni
- Informing: capacità di comunicare le regole, la mission aziendale
- Showing concern/interacting with the team: prendere in considerazione il benessere dei dipendenti
- NORME: è l'insieme delle aspettative condivise rispetto a come dovrebbero comportarsi i membri del gruppo nel loro insieme. Queste norme sono prescrizioni che si riferiscono ad un set limitato di opinioni o comportamenti e possono essere prescrizioni che riguardano aspetti centrali o periferici del gruppo e ci dicono fino a dove possiamo spingerci nel differenziarci rispetto al gruppo, definiscono i limiti dei nostri comportamenti. Le norme possono essere implicite o esplicite ed entrambe sono vincolanti allo stesso modo e la loro trasgressione può portare all'espulsione di un individuo dal gruppo. Le norme sono l'elemento che induce nei membri del gruppo un più alto numero di comunicazioni verso le persone che lo
trasgrediscono