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L'ATTENZIONE
—> non tutte le percezioni diventano perfetti significativi
ATTENZIONE = processo che opera una selezione tra tutte le informazione che in un dato
istante colpiscono i nostri sensi (informazioni esterne) e/o i nostri ricordi (informazioni interne)
consentendo soltanto ad alcune di accedere ai successivi stadi di elaborazione
Attenzione —> filtro
—> per l’attenzione però non esiste una definizione univoca poiché si verificano diversi
fenomeni psicologici:
• attenzione selettiva
• attenzione divisa
• attenzione sostenuta
etc .. di conseguenza sono presenti altrettanti diversi compiti e paradigmi sperimentali per
indagare l’attenzione
1. ATTENZIONE SELETTIVA = insieme dei meccanismi che permettono la selezioni di
alcuni stimoli rilevanti per gli obiettivi dell’individuo
—> la funzione di filtro dell’attenzione è associata alla metafora del collo di bottiglia, cioè al
restringimento durante il percorso dell’informazione dai nostri organi di senso ai sistemi
superiori —> solo alcune informazioni raggiungono i sistemi superiori, per poi diventare
percetti significativi
=> la selezione delle informazioni nei vari studi psicologici è stata studiata mediante due
tipologie diverse: selezione precoce e selezione tardiva
• selezione precoce
TEORIA DEL FILTRO DI BROADBENT, 1958: questa teoria prevede che la selezione
avvenga precocemente —> Broadbent arrivò a questa conclusione mediante la condizione
sperimentale di “cocktail party” e il paradigma dell’ascolto dicotico (2 messaggi attraverso 2
canali audio)
=> i soggetti indossano delle cuffie e alle 2 orecchie vengono presentati due diversi messaggi
audio (liste di numeri da memorizzare) —> i soggetti presentavano prima i messaggi ascoltati
da un orecchio e poi quelli ascoltati dall’altro, e se veniva chiesto di presentare subito le
informazioni ascoltate dall’orecchio dx, i soggetti in seguito non riuscivano più a riportare le
informazioni ascoltate dall’orecchio sx: per questo B parla di selezione precoce
—> questa teoria venne però smentita dalla teoria di Treisman
TEORIA DEL FILTRO ATTENUATO DI TREISMAN, 1960: prevede che l’informazione
irrilevante non venga eliminata precocemente, ma venga attenuata (in quanto, nonostante i
soggetti non sapessero ripetere esattamente la lista di numeri, riconoscevano se la voce
fosse di un uomo o di una donna, o se fosse stato pronunciato il proprio nome)
=> altri paradigmi sperimentali affermarono che la selezione di informazioni non rilevanti può
avvenire anche molto tardivamente durante il processo di elaborazione
• selezione tardiva
EFFETTO STROOP, 1935: offre una prova della selezione tardiva
il compito è di denominare il colore dell’inchiostro con il quale è scritta la parola (rosso, giallo,
blu, verde..) —> se analizzassimo i tempi di reazione in una situazione di congruenza (in cui
la parola = inchiostro, rosso) e in una situazione di incongruenza (in cui la parola differisce
dall'inchiostro: rosso), si noterebbe che i tempi di reazione nella congruenza sono più veloci
rispetti ai tempi di risposta nell’incongruenza
=> prova che l’informazione da ignorare (la parola) viene elaborata fino all'estrazione del suo
significato, quindi, la selezione avviene tardivamente ovvero fino al momento in cui i
partecipanti programmano una risposta motoria di denominazione del colore dell’inchiostro
—> alcuni tipi di elaborazione di informazioni non richiedono attenzione (processi automatici),
al contrario altri la necessitano (processi controllati)
=> diversi paradigmi sperimentali hanno dimostrato che i processi automatici possono
operare in modo parallelo, mentre i processi controllati possono operare solo in modo seriale
(richiede attivazione): —> vengono presentati diversi stimoli e si deve indicare se un certo
stimolo predeterminato è presente o meno nell’insieme di sitmoli
PARADIGMA DI RICERCA VISIVA:
• elaborazione preattentiva = elaborazione in parallelo rapida e non influenzata da stimoli
“distrattori” —> gli stimoli non vengono elaborati singolarmente, ma nell’insieme (Neisser)
• future binding = integrazione delle caratteristiche necessaria per l’elaborazioen seriale
—> gli stimoli vengono elaborati singolarmente (Treisman & Gelade, 1980)
—> nel caso i distrattori siano associati ad una caratteristica, si attiverà una ricerca seriale
il concetto di future binding è alla base della teoria dell’integrazione delle caratteristiche di
Treisman
TEORIA DELL’INTEGRAZIONE DELLE CARATTERISTICHE DI TREISMAN
—> egli ipotizza che si susseguano 2 fasi durante l’elaborazione di informazioni:
1. prima fase = fase precoce di elaborazione delle singole caratteristiche (features) in
parallelo (elaborazione preattentiva)
2. seconda fase = fase tardiva mediata dall’attenzione selettiva, in cui le singole
caratteristiche vengono integrate
ATTENZIONE SELETTIVA SPAZIALE
• attenzione spaziale: come le risorse attentive sono distribuite nello spazio che ci circonda
• attention spotlight: attenzione metaforicamente vista come un fascio di luce che si sposta
nello spazio favorendo l’elaborazione di alcuni elementi rispetto ad altri
—> un’importante paradigma sperimentale che dimostra che l’uomo indirizza le proprie
risorse attentava nello spazio è il PARADIGMA DI POSNER, che studia in modo sperimentale
questa distribuzione di risorse attentive nello spazio
— tempi di risposta minori nelle prove valide (prova valida = la —>
indica il lato giusto dove comparirà il rettangolo
— tempi di risposta maggiori nelle prove invalide
— tempi di risposta intermedi nelle prove neutre
Secondo Posner, in questa distribuzione delle risorse attentive nello
spazio, sarebbero coinvolte 3 diverse fasi:
1. disancoraggio dell’attenzione da un certo punto spaziale
2. orientamento di una nuova posizione (verso la —> )
3. ancoraggio dell’attenzione nella nuova posizione
—> ci si chiede successivamente se l'attenzione fosse un processo indipendente o
coincidesse con il sistema oculomotorio, ed a questo proposito diversi studiosi diedero il loro
contributo:
• TEORIA PRE-MOTORIA DELL’ATTENZIONE, Rizzolatti et al, 1987
L’attenzione e il sistema oculomotori dipendono dallo stesso meccanismo, prova dell’effetto
del meridiano visivo secondo il quale è più lento l'orientamento attentivo per posizioni
adiacenti che si trovino in emicampi visivi diversi
• STUDI DI NEUROIMMAGINI
affermano che l'attenzione visuospaziale e i movimenti oculari condividono il medesimo
network cerebrale (Corbetta et al, 1998), che include i campi visivi frontali (frontal eye fields,
FEF) e l'area intraparietale laterale (lateral intraparietal, LIP)
CAPITOLO 6: LA COSCIENZA
= consapevolezza momento per momento dell'ambiente e di noi stessi (defininizione
“imperfetta" di coscienza)
—> caratteristiche principali
• è soggettiva e privata —> solo il soggetto ha accesso ai contenuti della propria coscienza
= costituisce una difficoltà per la ricerca che vuole studiare in modo scientifico
• dinamica —> flusso di coscienza (W. James) —> i contenuti di coscienza cambiano
continuamente
• autoriflessiva —> abbiamo consapevolezza della nostra coscienza —> the Rouge test
=> test su scimpanzé e bambini a partire dai 18 mesi, sono state colorate loro delle parti
del volto (fronte o naso), mentre dormivano, e vennero posti davanti ad uno specchio e
loro toccavano la macchia riflessa nello specchio riconoscendosi
• è connessa con l’attenzione selettiva = meccanismo attraverso alcuni elementi vengono
selezionati e solo questi potrebbero poi accedere alla coscienza —> non tutti gli studiosi
sono concordi
COME STUDIARE IN MODO SCIENTIFICO LA COSCIENZA?
—> diversi tentativi degli studiosi, come operazionalizzare la coscienza attraverso processi:
1. usare MISURE SELF - REPORT —> ad esempio la scala di consapevolezza percettiva =
percentual awarness scale, inventata da Ramsey e Overgaard nel 2004 —> vengono
presentati degli stimoli con diversi livelli di visibilità (ad es le immagini vengono
degradate) => ogni volta che lo stimolo viene presentato il soggetto deve attribuire un
valore numerico alla sua esperienza percettiva —> 1 - Non ho visto nulla
4 - Chiara esperienza dello stimolo
2. MISURE COMPORTAMENTALI => osservazione del comportamento, possono offrire
indirettamente informazioni circa la consapevolezza di un soggetto
—> paziente DF (Goodale & Milner) —> presentava una lesione cerebrale che le aveva
causato una agnosia visiva, in genere non è in grado di riconoscere gli oggetti e quindi di
denominarli —> quando le veniva chiesto che orientamento avesse un’apertura simile ad una
buca delle lettere posta davanti a lei, non era in grado di rispondere MA se le veniva chiesto
di imbucare una lettera attraverso quella apertura non mostrava incertezze => una parte del
suo cervello aveva accesso all’informazione anche se DF non era consapevole
3. MISURE FISIOLOGICHE E TECNICHE DI IMAGING —> elettroencefalografia, risonanza
magnetica —> studi per pazienti in stato vegetativo, dimostrando per alcuni di questi la
presenza di coscienza - Owen nel 2010 osservò che su 54 pazienti in stato vegetativo, in 5 di
questi, i loro cervelli rispondevano congruentemente alla richiesta di immaginare di giocare a
tennis o di immaginare di camminare in giro per la casa —> reclutando quelle aree del
cervello che si attivano in soggetti sani
—> visual awarness negativity VAN = uno stimolo che per un soggetto è visibile è associato a
un’ attività elettrica chiamata appunto VAN
TECNICHE PER LO STUDIO DELLA COSCIENZA
• studi di pazienti con LESIONI cerebrali
• uso di tecniche dii STIMOLAZIONE ELETTRICA CEREBRALE
• uso di ANESTETICI
• tecnica del MASKING = tecnica per rendere invisibili degli stimoli che sono presentati ai
soggetti —> es lo stimolo (un volto) viene presentato per brevissimo tempo (circa 17 ms)
e poi, subito dopo, viene presentato uno stimolo maschera (= stimolo rumoroso che
impedisce l’ulteriore elaborazione dello stimolo appena presentato)
—> quando il mascheramento è efficace i soggetti affermano di non aver visto nulla
—> I LIVELLI DI COSCIENZA: al di fuori della consapevolezza
prospettiva freudiana (prima metà del ‘900)
1. CONSCIO