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Approccio moderno al comportamento dell'afasia

L'approccio moderno tende a descrivere il deficit del linguaggio (afasia) come disturbo generato dalla compromissione di un livello di elaborazione informazionale:

A seconda del tipo di afasia il paziente afasico può presentare disturbi in:

  • Produzione: parafasie (fonologiche, verbali, semantiche), sostituzioni/anomie, eloquio fluente/non fluente
  • Comprensione
  • Ripetizione: viene detta una parola e il paziente deve ripeterla
  • Denominazione: viene fatto vedere un oggetto e il paziente deve dire la parola

Deficit di produzione

La produzione può essere analizzata a livello fonologico:

  • Parafrasi verbale fonetica con immissione, sostituzione, ripetizione o trasposizione di fonemi all'interno di una parola
  • Neologismo: sostituzione di una o più lettere all'interno di una parola tanto da rendere la parola non identificabile (bambino → bintino; il mio derdo è puto e solo che andava parco)

condotto d'approccio fonemica: arbrobreo, arbreo, arbeo, albeo, albero.

L'afasico può presentare disturbi della produzione a livello lessicale:

  • parafasia verbale semantica: sostituzione della parola target con una parola relata dal punto di vista del significato:
    • cucchiaio → forchetta
    • cucchiaio → posata
    • cucchiaio → vaso
  • condotto d'approccio fonemica: forbice, forchetta, no ...cu. cucchiaio, no! ...coltello!

Inoltre, la produzione dell'afasico può risultare in un:

  • eloquio fluente: facilità di produzione, frasi ricche di subordinate
  • eloquio non fluente: la produzione è difficoltosa, con frasi brevi senza modulazione melodica del discorso

I termini fluente e non-fluente non misurano una singola ben definita dimensione della produzione orale, ma più aspetti della produzione linguistica.

AFASIA NON FLUENTE:

  • linguaggio con marcata riduzione della velocità del discorso (sotto le 10 parole/minuto)
  • prosodia (intonazione, ritmo, modulazione) alterata
  • difficoltà nella produzione di frasi complesse

alterazione) alterata;- frasi limitate con molti inceppi e pause (sforzo, goffaggine dei movimenti);- difficoltà articolatorie;- variabilità del disturbo soprattutto nella produzione spontanea e nelladenominazione, mentre serie automatiche come contare da 1 a 10 e, a volte, laripetizione di parole possono non presentare difficoltà;- agrammatismo (linguaggio telegrafico, perdita della sintassi...);- consapevolezza del proprio deficit.

AFASIA FLUENTE- la quantità di parole prodotte è normale od eccessiva;- prosodia conservata;- relativa abbondanza dell’eloquio;- carenza di parole significative con ricchezza di avverbi e congiunzioni(“gergofasia”);- minimo scambio di informazioni (discorso “vuoto”) o gergo parafasico:successione fluente di parole in sé significative ma semanticamenteinappropriate, emesse con normale prosodia e integrate in frasi sintatticamenteben strutturate, ma globalmente incomprensibili

("ieri il tavolo con mio maritoandremo più tardi" per "ombrello");- gergo fonemico;- neologistico: serie sillabiche senza senso, emesse con scioltezza e normale prosodia ("este ni falino pesso tone" per "orologio");- non consapevolezza del proprio deficit (paziente difficile).Oltre ai disturbi legati al linguaggio verbale orale il paziente afasico presenta spesso disturbi del linguaggio verbale scritto (difficoltà di lettura: dislessia e difficoltà di scrittura: disgrafia).

DEFICIT DI COMPRENSIONE

Nelle valutazioni standardizzate vengono utilizzati compiti in cui il paziente deve indicare, in condizioni di scelta multipla, l'oggetto denominato dall'esaminatore con distrattori simili semanticamente (tavolo-sedia, tipico del paziente con afasia di Wernicke) e fonologicamente (tavolo-cavolo, tipico dell'afasia di Broca).

DEFICIT DI RIPETIZIONE

Nella valutazione della comunicazione verbale dell'afasico va

sempre fatto un confronto tra la produzione spontanea e la ripetizione di parole, non parole e frasi (sia a livello verbale che scritto chiedendogli di ricopiare la frase scrivendola). La ripetizione può essere alterata per cause diverse quali difetti di comprensione (sordità verbale pura) o difetti di articolazione. Occorre una diagnosi differenziale che escluda queste cause. Talora la capacità di ripetere è intatta ma vi è una grave compromissione della comprensione orale con conseguente ripetizione incontrollata (ecolalie). DEFICIT DI DENOMINAZIONE Il paziente afasico può presentare difficoltà o incapacità di denominare correttamente gli oggetti presentati, anche presentando integra la capacità di indicarli e utilizzarli. LINGUA NON VERBALE Si aggiunge il livello della pragmatica: è lo studio dei segni/simboli nel momento del loro utilizzo ossia lo studio dell'atto di comunicazione. Ai fini della completa riuscita della comunicazione,risultato dell'integrazione di espressioni verbali e non verbali;- comprensione reciproca tra mittente e destinatario;- efficacia comunicativa nel raggiungere gli obiettivi desiderati.

continua mediazione di significato tra emittente e ricevente;- messaggio come dipendente dal contesto (fisico, sociale, mediatico, nonché direlazione tra emittente e destinatario).

L'uomo ha la necessità:

  • di combinare i due tipi di linguaggio;
  • di tradurre dall'uno all'altro.

Nel parlare, diversi livelli di elaborazione cognitiva, linguistica e pragmatica si realizzano e si integrano. Il linguaggio verbale e quello non verbale non sono paralleli, ma inscindibili perché occorrono insieme e non possono essere analizzati separatamente.

Il messaggio è ciò che l'altro capisce (recepisce). Non ciò che noi intendiamo dire (esprimere).

ATTENZIONE

"Chiunque sa cosa sia l'attenzione. È la presa di possesso da parte della mente in chiare e vive forme, di uno solo tra quanti sembrano diversi oggetti contemporaneamente possibili o di un solo pensiero in un corso di pensieri. Essa implica l'abbandono di certe cose,

allo scopo di trattare più efficacemente con altre, ed è uno stato che trova precisamente il suo opposto in quello stato di dispersione, confusione, che viene detto "distrazione". (William James, 1890).- "prendere possesso da parte della mente": possiamo controllare il fuoco attenzionale (attenzione volontaria) e quindi decidere cosa stare attenti;- "uno dei tanti oggetti o delle numerose sequenze di pensieri possibili": capacità della mente di selezionare una delle fonti di stimolazione possibili (selettività).Attualmente definiamo l'attenzione come: la funzione attraverso la quale è possibile regolare l'attività dei processi cognitivi, filtrando ed organizzando le informazioni provenienti dall'ambiente, allo scopo di emettere risposte ambientali adeguate. Si va a richiamare il modello dell'elaborazione dell'informazioni ossia il momento in cui subentra la memoria di lavoro che

Il testo fornito permette di elaborare delle informazioni grazie anche all'attenzione. Il processo di elaborazione delle informazioni è estremamente flessibile: sceglie di volta in volta quale informazione elaborare e come elaborarla; tale possibilità di selezione è possibile in base a meccanismi di tipo attentivo. L'attenzione non è una funzione univoca; essa è costituita da sottocomponenti che si integrano reciprocamente.

SOTTOCOMPONENTI E ASPETTI DELL'ATTENZIONE

  • Grado di attivazione fisiologica o arousal;
  • Attenzione sostenuta o vigilanza;
  • Attenzione selettiva;
  • Attenzione volontaria e automatica;
  • Attenzione divisa/distribuita.

ATTIVAZIONE FISIOLOGICA

Si fa riferimento a un livello di attivazione globale che possiamo definire come stato complessivo dell'organismo. Questo stato complessivo si svolge su un continuum che passa dallo stato più basso (sonno) allo stato più alto (iperattività/iperattivazione). Possiamo considerare il

livello di attivazione (arousal) come uno stato globale dell'organismo che si svolge su di un continuum che passa dallo stato più basso, il sonno, allo stato più alto, l'iperattività. Esso indica la prontezza fisiologica a rispondere a stimoli esterni o interni. VIGILANZA È un'attenzione sostenuta/vigilanza: attenzione protratta nel tempo. Le risorse attentive disponibili sono influenzate dal livello di attivazione fisiologica (arousal). Il rapporto tra attenzione e attivazione fisiologica è particolarmente evidente in compiti di vigilanza (o attenzione sostenuta). Più si è in un'attivazione fisiologica ottimale (un livello di mezzo) migliore sarà la vigilanza, man mano che sale una stanchezza fisiologica che va a ridurre l'attivazione fisiologica, sarà anche più difficile mantenere protratta nel tempo l'attenzione che il compito richiede. ATTENZIONE SELETTIVA Per attenzione selettiva sitale uditivo. Questo esercizio permette di valutare la capacità di selezionare e concentrarsi su un canale uditivo specifico, ignorando le informazioni provenienti dall'altro canale. L'attenzione selettiva è un processo cognitivo fondamentale per il funzionamento ottimale della mente umana. Ci permette di filtrare le informazioni rilevanti da quelle irrilevanti e di concentrarci su ciò che è importante in un determinato momento. È importante notare che l'attenzione selettiva può essere influenzata da vari fattori, come lo stato emotivo, il livello di attivazione fisiologica e l'esperienza individuale. Ad esempio, una persona ansiosa potrebbe avere difficoltà a concentrarsi su un compito specifico a causa dell'eccessiva responsività ai distrattori. In conclusione, l'attenzione selettiva è un'abilità cruciale per il nostro funzionamento cognitivo e può essere valutata e allenata attraverso esercizi specifici come l'esperimento delle cuffie.
Dettagli
A.A. 2022-2023
78 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/01 Psicologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ariannamlpezzi di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Mazzetti Michela.