Ricerca di realizzazione personale, con prove più difficili e sfide che
confermano le proprie capacità.
Autoregolazione emotiva, dove lo sport diventa un mezzo per gestire
emozioni, stress e identità personale.
Età adulta
Qui prevalgono motivazioni più stabili e funzionali:
Mantenimento della forma fisica e della salute.
Bisogno di autoregolazione, cioè equilibrio psico-fisico, gestione dello stress
quotidiano, ritmi di vita.
Vecchiaia
Le motivazioni diventano principalmente:
Conservazione delle capacità fisiche e della salute.
Affiliazione, intesa come bisogno di appartenenza, socializzazione e
prevenzione dell’isolamento.
Il calo della motivazione nelle diverse età
Il calo motivazionale può comparire in qualunque fase e dipendere da:
Fattori personali
Trasformazioni fisiche ed emotive: crescita, cambiamenti corporei, nuove
responsabilità possono modificare priorità e interessi.
Bisogno di nuove esperienze: il percorso di costruzione dell’identità richiede
esplorazione, cambiamento, passaggi tra attività diverse.
Life-balance: difficoltà nel coordinare sport, scuola/lavoro, relazioni e riposo.
Fattori contestuali
Modalità di allenamento
Monotonia degli allenamenti;
Obiettivi poco chiari o non personalizzati;
Frequenza o intensità non adeguate all’età e alla fase di sviluppo.
Integrazione nel gruppo
Difficoltà di affiliazione;
Mancanza di equilibrio tra competizione e cooperazione.
Rapporto con l’allenatore
Stile educativo poco efficace;
Comunicazione insufficiente;
Mancanza di supporto o comprensione nei momenti di difficoltà.
Ansia e stress
Difficoltà nella gestione dell’ansia da prestazione;
Pressione competitiva troppo alta rispetto alle risorse personali.
Come la motivazione influenza lo sport
La motivazione condiziona in modo diretto quasi ogni aspetto della vita atletica.
Agisce su tre livelli principali:
1. Attivazione e scelta