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CAPITOLO 8 – LE FAMIGLIE DI FRONTE ALLA SFIDA EDUCATIVA
La famiglia è il nucleo fondante della società attuale. Questa è chiamata ad affrontare le sfide
educative sia tradizionali che nuove.
La transizione alla genitorialità è un momento delicato in cui entra in gioco la ridefinizione
dell'identità personale e sociale.
La genitorialità non consiste solo nel sentirsi genitori, ma anche un modo di percepire le attese da
parte del contesto su cosa vuol dire essere genitori competenti e preparati.
Alla base di un buon funzionamento familiare vi è un modello della co-genitorialità che si riferisce
al modo con cui i genitori si relazionano tra loro; un atteggiamento di collaborazione di sostegno
reciproco nella crescita dei figli è di importanza cruciale poiché i genitori dovrebbero rappresentare
i punti di riferimento da seguire.
Nella relazione genitore-figlio emergono due fenomeni: →
1. La tendenza da parte dei genitori a costruire per i loro figli un mondo ovattato I bambini
vengono sollevati da ogni possibile responsabilità. →
2. Incentivare sempre più prematuramente nei figli una sorta di autonomia La capacità di
badare a sé stessi, in cui vi è una richiesta di crescere più in fretta per poter far fronte alla
situazione di solitudine. Ciò può conduce e un altro fenomeno: la precocità nella crescita.
In entrambi i casi si avverte l’influenza notevole della tecnologia.
La pubblicità instilla in loro dei bisogni materiali attivando il Nag Factor cioè il fattore assillo,
pressione che i bambini fanno sui genitori per ottenere ciò che desiderano.
Mentre la precoce adultizzazione dei bambini, che abbiamo menzionato prima, può essere veicolata
dai media con l'espressione Age Compression, dove prodotti e messaggi pensati per i più grandi
vengono adattati ai più piccoli.
Nell'infanzia le sfide del percorso educativo riguardano lì per protezione, la solitudine, la precocità
nella crescita e la pervasività della tecnologia. In adolescenza le problematiche sono legate a
componenti il rischio come l'assunzione di sostanze o la guida ad alta velocità.
I media e il mondo telematico sono elementi di criticità. Social network danno accesso a un mondo
virtuale, che ricalca le dinamiche del mondo reale: su internet non si tratta di avere a che fare con
un pubblico immaginario ma un audiences reale, dove gli adolescenti raccontano la propria favola
personale.
I media consentono agli adolescenti di costruire la propria identità, ma c’è anche il rischio che ci si
focalizzi sull’eccessiva considerazione del giudizio degli altri, come ad esempio il numero di like che
determina la nostra autostima.
CAPITOLO 9 – SERVIZI EDUCATIVI PER LA PRIMA INFANZIA
L'origine dell'asilo nido in Italia comunemente fatta risalire all’ONMI (Opera nazionale maternità e
infanzia), creata dal regime fascista nel 1925 per sostenere la maternità nelle fasce più deboli e per
intervenire nel fenomeno della mortalità infantile.
In Italia la riflessione dell’attaccamento si traduce in attenzione all'inserimento della presenza della
madre accanto al bambino per favorire la costruzione di nuove relazioni di fiducia, relazioni non
sostitutive ma integrative.
L’idea di servizi educativi e non assistenziali risponde ai bisogni del bambino e non solo dei genitori.
Gli asili nidi hanno la funzione di offrire un contesto di gioco e di relazione.
Per la Comunità Europea con il termine Early Child Education and Care (ECEC) si riferiscono a tutti i
servizi che forniscono educazione e cura ai bambini in età prescolare.
Una buona qualità di questi servizi contribuisce allo sviluppo successivo, non solo dal punto di vista
educativo ma anche dalla produttività dell’investimento sociale, utile per ridurre le disuguaglianze
legata all’origine familiare.
I principi che guidano la diffusione delle qualificazioni di questi servizi sono:
• →
Accessibilità e inclusione Offrire un’ampia possibilità di accesso e avere un'offerta
flessibile, aperta e inclusiva, incoraggiando la partecipazione delle famiglie.
• →
Qualificazioni delle educatrici e dei professionisti che operano nei servizi Formazione in
servizio, l’osservazione, la programmazione, la collaborazione con le famiglie ecc.
• →
Curriculum Inteso come una prospettiva complessiva sul bambino, che la aiuti a
sviluppare le sue potenzialità e tenga conto dei bisogni dei valori del contesto in cui il
bambino cresce.
• →
Monitoraggio Predicato di flessiva delle educatrici, di verifica, di scambio e di confronto.
• →
Disponibilità di risorse e supporto delle scelte politiche sui servizi L'obiettivo di avere
servizi di qualità.
La cultura educativa dei servizi per la prima infanzia fa riferimento a conoscenze costrutti psicologici
hanno stimolato e supportato progetti educativi.
Si è sviluppata una cultura dell'infanzia che vedeva assieme ricerca psicologica e ricerca educativa,
attraverso un proficuo scambio di conoscenze ed esperienze.
Uno dei cardini della cultura dei servizi è stata la ricerca sull’attaccamento: la costruzione di una
buona relazione con il bambino, attraverso l'individuazione delle cure, pone attenzione nei momenti
di routine; il sostegno al ruolo genitoriale come un aspetto imprescindibile della professionalità
dell'educatore.
La prospettiva dell'attaccamento offre una solida base per la riflessione sul ruolo dell'educatrice, in
termini di maternage professionale, e ne consolida le basi in relazione alle specifiche competenze
umane in tema di accudimento della prole. Infatti, l'uomo sapiens è una delle poche specie di
mammiferi che pratica l’allogenitorialità, in cui l’adulto è fattore di protezione rispetto al rischio.
Alcuni studiosi sostengono che l’adulto che accudisce i piccoli altrui deve avere determinate
caratteristiche, cioè deve saper rispondere ai segnali del cucciolo, indipendentemente dal proprio
genere di appartenenza dalla proprietà, maltempo stesso deve essere anche in grado di evitare un
eccessivo coinvolgimento emotivo, e comporterebbe una sorta di confusione con la figura materna.
L'esperienza al nido è importante poiché offre un ambiente ricco e cognitivamente stimolante,
fondamentale per lo sviluppo, poiché molte delle attività che il bambino può fare il nido gli
consentono di sperimentare i propri sensi la propria motricità in modo più ricco e libero di quanto
potrebbe fare nel solitamente limitato ambiente domestico.
Ma non solo l'esperienza dei nidi e dei servizi educativi ha permesso di raffinare le nostre conoscenze
su l'interazione tra pari in età precoce.
Uno dei maggiori strumenti operativi per le educatrici è sicuramente quello dell'osservazione.
L’osservazione del bambino è il fulcro di modelli pedagogici, osservare è fondamentale per conoscere
il bambino e offrirgli esperienze adatte alle sue competenze.
Le educatrici esprimono la convinzione di “osservare tutto il giorno” nella vigilanza, nel senso che il
benessere e il buon funzionamento richiedono un’attenzione costante.
CAPITOLO 10 – LE TECNOLOGIE DELL’INFORMAZIONE E DELLA
COMUNICAZIONE A SCUOLA
Le tecnologie dell’informazione e della comunicazione, dette in italiano TIC, presenti nelle scuole
dagli anni 80, rappresentano l’insieme dei metodi e delle tecnologie utili alla trasmissione, ricezione
ed elaborazione di informazioni, comprendendo sia quelle web che quelle digitali.
Hanno sia aspetti positivi che negativi.
Da un punto di vista cognitivo, le TIC migliorerebbero i processi di memorizzazione, rendendo l’allievo
più attivo e collaborativo, aumentando nel suo complesso la produttività della classe stessa.
Offre ambienti di apprendimento attivi ed incoraggia lo sviluppo di alcune competenze come il
pensiero critico e il problem solving.
Di recente, come nuovi spunti applicativi, vi sono i dispositivi mobili (tablet e affini). Il tablet
riassume in sé diverse componenti e caratteristiche che ne hanno fatto crescere la
popolarità in ambito educativo.
Anche se sono stati riscontrati dei miglioramenti utilizzando le TIC, è importante sapere che non sono
le tecnologie in sé a fare la differenza, ma la guida e la formazione del docente e la sua costante
attenzione a fornire e valorizzare i feedback dati agli studenti.
CAPITOLO 11 – CRESCERE NELL’ERA DEI NEW MEDIA
Gli individui interagiscono con l'ambiente attraverso gli artefatti culturali ossia gli
strumenti/materiali e non, che diversificano i vari contesti in cui gli esseri umani crescono e vivono.
Gli artefatti culturali non sono semplicemente qualcosa di esterno che passivamente potenzia, essi
modificano il nostro comportamento e le nostre attività.
Per comprendere tale dinamica facciamo riferimento al concetto vygotskijano di zona di sviluppo
prossimale (supporto e aiuto) che mette in luce il cambiamento indotto dall'interazione con gli altri.
Oggi questa funzione viene svolta spesso dalla tecnologia grazie alla spinta evolutiva degli artefatti
tecnologici (ad esempio Wikipedia, dove molti studenti per svolgere i compiti scolastici utilizzano il
supporto dello smartphone e raccolgono senza sforzo e in maniera rapida tutte le informazioni di cui
necessitano attraverso siti internet accessibili a tutti).
Lent’ev afferma che quando l'utilizzo di una tecnologia e di supporto in attività umana, oh ne
compensa carenze, per raggiungere un obiettivo per facilitare il raggiungimento di quest'ultimo,
allora tale tecnologia è funzionale allo sviluppo; quando invece l'obiettivo per cui viene utilizzata si
discosta dalla funzione originaria di quella stessa tecnologia alla via il rischio di strumentalità inversa,
ovvero di un utilizzo disfunzionale che può avere ripercussioni sul comportamento e sullo sviluppo.
Ogni strumento tecnologico presenta due distinti modelli concettuali circa il suo funzionamento:
• →
Il modello progettuale È il modello concettuale del progettista.
• →
Il modello dell'utente È il modello mentale sviluppato dall'utente durante l'interazione con
lo strumento.
Alcuni studiosi ipotizzano che uso problematico che facciamo delle applicazioni di internet è
determinato dal fatto che noi utilizziamo per svolgere meglio le nostre attività per compensare
carenze e lacune che sentiamo di avere nella vita quotidiana.
La percezione di bassa autostima o di scarsa soddisfazione di vita, spesso determinata da esperienze
poco stimo