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Processi di cambiamento nello sviluppo

I processi che portano tali cambiamenti sono stati oggetti di discussione da parte di numerosi ricercatori; infatti secondo: 1) I comportamentisti sono i fattori ambientali ad innescare tali cambiamenti in quanto sostengono che lo sviluppo sia dettato dall'ambiente che influenza l'individuo. 2) Gli innatisti ci sono determinati fattori genetici in quanto sostengono che lo sviluppo è mosso da fattori innati ed è dettato dalla maturazione dell'individuo. 3) I cognitivisti lo sviluppo è dato da tutti e due i processi in quanto sostengono che lo sviluppo sia dettato dall'incontro di fattori innati e ambientali. Questi cambiamenti possono essere: 1) Continui: comprende quelli quantitativi, in cui una abilità aumenta in modo continuo nel tempo. 2) Discontinui: comprende quelli qualitativi, in cui una abilità cambia nel tempo creando una discontinuità nello sviluppo. Psicologia dell'apprendimento e dell'educazione
  1. L'emozione è una risposta specifica all'ambiente, in quanto le emozioni sono numerose e il cervello capta e agisce in base all'evento.
  2. Si manifesta attraverso dei cambiamenti somatici, che sono sia esterni che interni all'organismo.
  3. Identifica un evento come rilevante, e di conseguenza la mente compie una valutazione della sua valenza edonica (cominciando a dare delle indicazioni sul comportamento conseguente).
Modifica il normale stato di quiete dell'organismo, che si esprime con: a) L'impulso all'azione. b) Specifiche reazioni fisiologiche interne. L'emozione, quindi, è una esperienza complessa, multidirezionale e processuale che media il rapporto tra ambiente e organismo e svolge un ruolo di organizzazione cognitivo-affettivo. In quanto complesse, le emozioni presentano diverse dimensioni: 1) Motivazionale: riguarda la regolazione del comportamento in relazione ai desideri. 2) Fisiologica: riguarda le specifiche reazioni corporee connesse a diverse emozioni. 3) Espressivo-comunicativa: cioè la presenza di configurazioni facciali e manifestazioni nonverbali. 4) Sociali: le emozioni nascono da condizioni sociali che derivano dal contesto e dalle reazioni. 5) Cognitiva: cioè la valutazione e attribuzione di significato alle reazioni che stimola l'individuo a far fronte agli eventi. Riguardo ai processi e alle tappe di sviluppo delle emozioni si ècreato una questione che ha prodotto due prospettive: 1) Teoria della differenziazione emotiva: elaborata da Soufre, questa teoria sostiene nel suo percorso di vita, il bambino: a) Al primo mese presenta uno stato di eccitazione indifferenziata. b) Al secondo mese emergono dei precursori delle emozioni (come il pianto, sorriso endogeno, trasalimento). c) Dal terzo mese si sviluppano le prime emozioni. d) Al quarto mese emerge il sistema piacere-gioia, in cui il sorriso endogeno diventa un sorriso sociale. e) Ai sei mesi si sviluppano il sistema circospezione-paura (in cui il trasalimento si trasforma in paura) e il sistema frustrazione-rabbia (in cui la delusione si evolve in collera). 2) Teoria differenziale delle emozioni: elaborato da Izard, con questa teoria si sostiene che le emozioni sono forme di organizzazione che motivano il comportamento e l'affetto. Inoltre le emozioni fondamentali sono: a) Innate. b) Precocemente differenziate. c) Legate allo sviluppo cognitivo. d) Universali.

Quanto le emozioni di base sono identiche a tutte le culture che poi si differenziano successivamente in base alla cultura e alla società di appartenenza. Nonostante queste discordanze prodotte dalle due teorie, ci sono delle accordanze sulle tappe di sviluppo delle emozioni e in particolare:

  1. Dai 0 ai 2 mesi, il neonato presenta delle reazioni emotive innate, in quanto legate a processi biologici per la sopravvivenza, che non hanno un valore comunicativo ma sono delle manifestazioni.

  2. Dai 2 ai 12 mesi, grazie all'interazione sociale si sviluppano delle emozioni con valore comunicativo dove nel primo anno di vita le emozioni si delineano con la nascita della:

    • Circospezione
    • Collera
    • Sorriso sociale
    • Paura dell'estraneo, cioè un timore nei confronti degli estranei che porta a creare un legame speciale con i genitori.
  3. Dai 4 ai 5 anni, il bambino incomincia a formare una struttura dove le emozioni possono essere differenti e si basano sulla realizzazione dei

1) Dai 0 ai 2 anni, il bambino inizia a sperimentare emozioni di base come gioia, tristezza, paura e rabbia.

2) Dai 2 ai 4 anni, il bambino sviluppa la capacità di riconoscere e nominare le emozioni.

3) Dai 4 ai 6 anni, il bambino inizia a comprendere che le emozioni possono essere influenzate dai propri desideri. Inoltre il bambino sviluppa la capacità di individuare le cause delle emozioni.

4) Dai 6 anni, le emozioni possono basarsi sulla realizzazione delle proprie credenze e si possono provare due emozioni diverse in sequenza in uno stesso evento.

5) A 8 anni, il bambino incomincia a provare due emozioni contemporaneamente.

6) Dai 10 ai 12 anni, il bambino possiede un completo sviluppo delle emozioni morali e sociali, cioè emozioni che derivano dall'acquisizione delle norme morali.

7) Nel periodo adolescenziale, il ragazzo impara a valutare le cause ed effetti e gestire le emozioni nelle relazioni sociali.

Rispetto agli adulti, il ragazzo ha livelli intensi di emozioni facendo molta fatica a controllarle perché la parte razionale ancora non è in grado di trovare una soluzione mentre gli adulti fanno meno fatica in quanto le loro emozioni sono interconnesse.

Psicologia dell'apprendimento e dell'educazione

Perché le emozioni sono parte

l'educazione e l'apprendimento. La comprensione del legame tra emozioni e apprendimento ha portato a una maggiore consapevolezza dell'importanza di coinvolgere le emozioni nel processo di insegnamento. Le neuroscienze affettive hanno dimostrato che le emozioni svolgono un ruolo fondamentale nella formazione dei ricordi e nell'elaborazione delle informazioni. Le emozioni possono influenzare l'attenzione, la motivazione e la memoria, facilitando o ostacolando l'apprendimento. Inoltre, l'apprendimento non è più considerato come un processo passivo di acquisizione di informazioni, ma come un processo attivo che coinvolge la percezione, l'azione e la cognizione. Questo significa che l'apprendimento non avviene solo attraverso la memorizzazione di fatti e concetti, ma anche attraverso l'esperienza diretta, l'interazione con l'ambiente e la riflessione critica. In conclusione, comprendere l'influenza delle emozioni sull'apprendimento è fondamentale per sviluppare strategie educative efficaci. Coinvolgere le emozioni degli studenti può favorire un apprendimento più significativo e duraturo, stimolando la motivazione e l'interesse.

L'istruzione è per l'educazione perché fa accedere a numerose questioni riguardanti come, quando e perché gli studenti imparano in maniera significativa oppure come la tecnologia possa modellare l'apprendimento. Sulla base di queste scoperte, per le neuroscienze le emozioni sono programmi di azione che si sono evoluti come estensione dei meccanismi di sopravvivenza che comprendono:

  1. Valutazione cognitiva degli eventi.
  2. Tendenza a compiere azioni.
  3. Espressività.
  4. Attivazione neurofisiologica.

Un aspetto rilevante per l'educazione sono le emozioni complesse, cioè delle costruzioni mentali che non riguardano il contesto fisico reale, che hanno un elemento di interpretazione cognitiva soggettiva (ovvero l'interpretazione di ciò che sta accadendo) accompagnato da reazioni che avvengono nel corpo; provare queste emozioni organizza la nostra socialità e la nostra moralità. Queste emozioni complesse hanno a che fare con

Ciò che pensiamo di conoscere sul mondo, alla luce delle nostre esperienze passate e future. La comprensione profonda di qualsiasi materia scolastica, tradizionalmente considerata come non emotiva, dipende dalla possibilità di fare delle connessioni emotive tra i concetti: in particolare è stato osservato che quando i matematici osservano delle equazioni (che per loro sono bellissime) si attivano delle regioni sensoriali ed emotive che si attivano durante esperienze di percezione di altre bellezze. Questo suggerisce che l'apprendimento significativo (ovvero un'acquisizione di informazioni che durano nel tempo) ha a che fare con l'aiuto che si può fornire agli studenti nel connettere le loro esperienze con le loro competenze matematiche al fine di un apprendimento utile. La particolarità dell'apprendimento significativo, che è diverso dalla memoria in quanto quest'ultima permette di acquisire informazioni che rimangono per

Poco tempo nella mente, è che l'apprendimento significativo permette di mettere insieme sia la cognizione, le emozioni e la percezione sensoriale che inducono a dei cambiamenti corporei e mentali. Di conseguenza ciò porta a:

  1. Focalizzare l'attenzione su ciò che si sta facendo, con un conseguente miglioramento delle performance individuali.
  2. Apprendere per associazioni.
  3. Rievocare ricordi significativi, che porta a rivocare le sensazioni provate.

Le emozioni non sono un qualcosa di diverso rispetto alle capacità cognitive, ma diventano loro stesse delle capacità.

Psicologia dell'apprendimento e dell'educazione

Sento, dunque apprendo

Recenti scoperte nel campo delle neuroscienze delle emozioni hanno evidenziato delle connessioni tra funzioni emotive e cognitive in grado di trasformare la comprensione dell'apprendimento; in particolare le connessioni tra processi decisionali, funzionamento sociale e ragionamento portano una svolta.

nello sviluppo della moralità umana. La biologia contemporanea rivela che gli esseri umani sono creature emotive e sociali, ma coloro che operano in contesti educativi non si rendono conto che le capacità cognitive non operano come sistemi razionali; al contrario, qualsiasi insegnante competente riconosce che le emozioni influenzano le prestazioni e gli apprendimenti degli studenti. Tuttavia si sostiene che la relazione tra apprendimento, emozioni e condizione fisica si intreccia con la nozione di apprendimento. Ciò non significa che le emozioni governino la nostra cognizione, ma si tratta di riconoscere che lo scopo originario dell'evoluzione è quello di gestire la nostra fisiologia (ottimizzando la sopravvivenza); se si considera che tale scopo comporta anche la modifica dello stato mentale, allora ci si può rendere conto di quanto le emozioni sono intrecciate con il pensiero. Ma c'è un altro livello da considerare relativo al problema dellasopravvivenza e
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Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/04 Psicologia dello sviluppo e psicologia dell'educazione

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