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Disturbi specifici dell'apprendimento, Psicologia Pag. 1
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Il disturbo di apprendimento in lettura, scrittura, ortografia, calcolo e abilità logico-matematiche, rappresenta uno

dei problemi più rilevanti che si incontra nella pratica clinica, poiché interessa il 10-20% della popolazione

scolastica. Una percentuale variabile dal 2 al 5%, è costituita dai disturbi specifici di apprendimento (DSA), cioè

disturbi cronici e persistenti, che interessano in maniera selettiva lettura, scrittura, grafia e calcolo, isolatamente o

in combinazione tra di loro. I fattori che possono causare difficoltà di apprendimento, sono numerosi: ad

esempio ritardo mentale, paralisi cerebrali infantili, deficit sensoriali visivi e uditivi, lesioni cerebrali organiche,

disturbi psicotici, svantaggio socio-culturale. Diversamente, per quanto riguarda i disturbi specifici di

apprendimento, le cause suddette, devono essere accuratamente indagate ed escluse, poiché caratteristica

fondamentale dei disturbi è la loro specificità. Essi coinvolgono uno specifico dominio di abilità, lasciando

intatto il funzionamento intellettivo generale. La comunità scientifica è ormai d’accordo sul fatto che la diagnosi

di disturbo specifico di apprendimento, dovrebbe essere posta solo quando il bambino: non presenta un deficit

intellettivo; ha notevoli difficoltà in un area legata all’apprendimento, con prestazioni inferiori rispetto al

campione di riferimento e a quanto ci si potrebbe attendere in base al Q.I.; non presenta gravi disturbi emotivi e

non ha problemi sensoriali o deficit neurologici specifici. I maschi sono classificati come portatori di disturbi

dell’apprendimento circa tre volte più spesso delle femmine. Tra le spiegazioni per questa differenza di genere,

figurano la maggiore vulnerabilità biologica tra i maschi e i pregiudizi, è più probabile che gli insegnati segnalino

maggiormente i ragazzi per un trattamento a causa del loro comportamento. La legge n. 170 rappresenta una

grande conquista nell’ambito dei DSA in quanto definisce i diritti e indica le misure necessarie per un’adeguata

promozione dello sviluppo delle caratteristiche dei soggetti che presentano tale disturbo. Diagnosticare il

disturbo dell’apprendimento di un bambino è spesso difficile. Un criterio ormai condiviso dai clinici dello

sviluppo, per definire la presenza di un disturbo dell’apprendimento, è quello della discrepanza: si deve avere una

discrepanza significativa tra i risultati reali e quelli attesi sulla base del punteggio ottenuto in un test di intelligenza

individuale. Un’indagine esaustive dovrà prevedere i seguenti momenti: anamnesi fisiologica e famigliare per

verificare l’acquisizione delle principali tappe dello sviluppo, nonché l’eventuale famigliarità del disturbo;

valutazione psicodiagnostica basata sul colloquio e sull’osservazione del comportamento del bambino;

valutazione psicologica individuale con l’applicazione di test per verificare lo stato dell’intelligenza e degli

apprendimenti. I DSA riguardano le abilità strumentali coinvolte negli apprendimenti scolastici. È possibile

distinguere all’interno dei DSA differenti condizioni cliniche:

-dislessia, ossia un disturbo a carico della lettura

-disortografia, cioè un disturbo nella scrittura

-disgrafia, disturbo nella grafia o tratto grafico

-discalculia, cioè il disturbo dell’abilità di numero e di calcolo.

Si presentano come difficoltà specifiche isolate, anche se non si esclude un possibile collegamento tra un

disturbo e l’altro, in contrasto con il livello scolastico globale. Le cause precise dei disturbi dell’apprendimento

non sono ancora state determinate. Oggi prevale l’idea che questi disturbi vadano spiegati a partire da anomalie

nell’elaborazione cognitiva di informazioni provenienti da diverse regioni del cervello. Sebbene si ritenga che

queste anomalie siano presumibilmente di origine biologica, non sempre sono identificate. Si presume che alcuni

fattori che potrebbero comportare lo sviluppo di DSA siano i fattori teratogeni; la ricerca si sta sempre più

orientando verso l’identificazione di caratteristiche “trasversali” che influenzano la capacità e gli esiti

dell’apprendimento: tra questi fattori, il temperamento e gli aspetti emotivo-motivazionali. Anche lo svantaggio

socio-culturale, dato da condizioni di deprivazione precoce, inadeguate cure o dall’appartenenza a gruppi

svantaggiati, viene inserito tra i criteri di esclusione per una diagnosi di DSA. L’istruzione intensiva svolta da un

educatore competente per un certo periodo di tempo, può aiutare molto i bambini. Il D.S.A. è un disturbo

congenito-costituzionale, non può essere “guarito”, ma può essere curato o rieducato. In Italia la legge n. 170,

per i bambini a cui è stata fatta la diagnosi di DSA, prevede l’adozione di provvedimenti dispensativi e

compensativi.

I bambini con problemi di apprendimento, spesso hanno anche difficoltà socio-relazionali: spesso si isolano e

hanno problemi comportamentali, conseguenti al fatto di essere respinti. La relazione tra difficoltà di

apprendimento e problemi comportamentali, è particolarmente evidente nel caso del disturbo da deficit di

attenzione/iperattività: la maggior parte dei bambini DDAI presenta una qualche forma di difficoltà scolastica. Il

Dettagli
Publisher
A.A. 2014-2015
3 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/04 Psicologia dello sviluppo e psicologia dell'educazione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Simona94:) di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia dello sviluppo e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Piemonte Orientale Amedeo Avogadro - Unipmn o del prof Nardi Emanuele.