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Udito
Durante gli ultimi 2 mesi di gravidanza, il feto riesce a sentire i suoni dall’interno del grembo
materno: sente la voce della madre, la musica ecc. Due psicologi hanno voluto scoprire se
un bambino a cui fosse stata racconta la storia Il gatto nel cappello durante la gravidanza
avrebbe gradito l’ascolto del medesimo racconto dopo la nascita. Durante gli ultimi mesi di
gravidanza, 16 donne hanno letto la storia Il gatto nel cappello ai loro bambini non ancora
nati. Dopo poco tempo dalla loro nascita, le madri ripresero a raccontare loro la storia Il gatto
nel cappello alternata a un’altra storia Il re, il topo, e il formaggio, i ricercatori hanno
dimostrato che i bambini succhiano dalla tettarella in modi diversi a seconda della storia
diversa a loro raccontata dalla madre, suggerendo così che i bambini riescano a distinguere
la struttura e i toni del racconto Il gatto nel cappello. Il feto può discriminare la voce materna,
i feti possono anche riconoscere e distinguere la voce della madre e del padre, ma
preferiscono la voce materna.
I cambiamenti che avvengono durante l’infanzia nella capacità uditive riguardano altezza,
tono e localizzazione di un suono.
- Altezza. Subito dopo la nascita, i neonati non riescono a sentire suoni labili come gli
adulti, uno stimolo deve essere più alto per poter essere sentito.
- Tono. I bambini piccolo sono anche meno sensibili al tono dei suoni rispetto gli
adulti. Il tono è la percezione della frequenza di un suono. I neonati sono meno sensibili ai
suoni a toni bassi e sentono più facilmente suoni a toni alti.
- Localizzazione. I neonati possono determinare la provenienza generale dei suoni,
ma compiuti i 6 mesi si diventa sempre più esperti nella localizzazione dei suoni e nella
definizione delle loro origini.
Tatto e dolore
I neonati rispondono agli stimoli tattili. I neonati possono anche sentire dolore.
Olfatto
I neonati possono discriminare gli odori. L’espressione sui loro volti sembra indicare una
preferenza per gli odori, per esempio di vaniglia e di fragola rispetto a quelli di uova marce.
Gusto
La sensibilità del gusto può presentarsi anche prima della nascita. Secondo uno studio, a
solo due ore di vita i bambini hanno espressioni del viso diverse a seconda della loro
esperienza di gusto dolce, aspro o amaro. A 4 mesi i bambini cominciano a preferire i gusti
salati.
Percezione intermodale
Quando guardi e ascolti qualche cosa, tu non fai esperienza solo di suoni e di segni, bensì
metti insieme tutte queste cose. Questa è la percezione intermodale, la quale implica
l’integrazione delle informazioni provenienti da due o più modalità sensoriali, come per
esempio, vista e udito. Forme di percezione intermodale sono presenti già nel neonati. Nei
primi 6 mesi di vita i bambini trovano ancora difficile collegare informazioni sensoriali
provenienti da diverse modalità, ma nella seconda metà del primo anno di vita mostrano una
migliore capacità di eseguire tale collegamento a livello mentale.
Natura e cultura nello sviluppo percettivo
Nel campo dello sviluppo percettivo i sostenitori della natura si definiscono innatisti e coloro
che, invece, enfatizzano l’apprendimento e l’esperienza sono chiamati empiristi.
Nell’approccio innatista, l’abilità di percepire il mondo in un modo competente e organizzato
è congenito e innato. La distinzione tra percepire e agire è stato un argomento principe della
psicologia per lungo tempo. Tuttavia un gruppo di esperti dello sviluppo percettivo e motorio
si domandano se questa distinzione abbia senso di per sè.
La principale spinta nella ricerca di Esther Thelen per la sua teoria dei sistemi dinamici è
quella di esplorare il modo in cui le persone mettono insieme comportamenti motori al fine
della percezione e dell’azione. L’argomento principale dell’approccio ecologico di Eleanor e
James J. Gibson è la scoperta dei modi in cui la percezione guida l’azione. La percezione e
l’azione sono da considerarsi in coppia. I bambini, per esempio, coordinano continuamente i
loro movimenti con le informazioni percettive per imparare come stare in equilibrio, come
raggiungere gli oggetti nello spazio e muoversi attraversi diverse superfici e terreni.
I bambini percepiscono al fine di muoversi e si muovono al fine di percepire. Lo sviluppo
percettivo e quello motorio non avvengono isolatamente l’uno rispetto all’altro, bensì si
presentano come una coppia.
Capitolo 5
Approcci allo sviluppo cognitivo
La teoria dello sviluppo cognitivo di Piaget
Attraverso un’attenta osservazione dei suoi tre figli - Laurent, Lucienne e Jacqueline - e
osservazioni e interviste a numerosi altri bambini, Piaget ha cambiato la nostra percezione
del modo in cui i bambini pensano il mondo. Piaget pensava che così come i nostri corpi
hanno strutture che permettono loro di adattarsi al mondo, allo stesso modo noi costruiamo
strutture mentali che ci aiutano ad adattarci al mondo circostante. L’adattamento comporta
un adeguamento alla nuove richieste dell’ambiente esterno, i bambini costruiscono
attivamente i propri mondi cognitivi. Alla base della sua teoria c’è il tentativo di scoprire in
che modo i bambini pensano al mondo durante le diverse fasi del loro sviluppo.
Processi di sviluppo
Piaget credeva che fossero particolarmente importanti i seguenti processi: schemi,
assimilazione, accomodamento, organizzazione ed equilibrazione.
Schemi
Quando il bambino tenta di costruirsi una comprensione del mondo, il cervello in via di
sviluppo crea degli schemi. Il concetto di schema, usato per la prima volta per indicare
l’immagine corporea che ciascuno si costruisce di se stesso, acquisì importanza quanto
Bartlett lo applicò ai processi di rievocazione dei brani. Piaget riprese il concetto di schema
per intendere un modello di pensiero o azione che il bambino usa per organizzare,
rappresentare e interpretare la realtà. Gli schemi comportamentali o schemi d’azione (attività
fisiche) caratterizzano la prima infanzia, mentre gli schemi mentali (attività cognitive) si
sviluppano nella seconda infanzia.
Negli schemi d’azione si organizzano le azioni compiute sulla realtà, con la comparsa del
pensiero e del linguaggio si formano schemi simbolici in cui quella realtà viene
rappresentata e le azioni conservate sono azioni interiorizzate. Gli schemi sono unità
elementari della conoscenza che si sviluppano, nel corso di interazioni con l’ambiente,
attraverso i meccanismi di assimilazione e accomodamento.
Invarianti funzionali
Nella teoria di Piaget, l’obiettivo fondamentale dello studioso dello sviluppo è considerato lo
studio dell’intelligenza vista come uno dei modi che un organismo ha a disposizione per
interagire con l’ambiente. Alla base dei processi cognitivi ci sono gli invarianti funzionali.
Invarianti funzionali. Meccanismi biologicamente predeterminati di funzionamento generale
dell’organismo, che sottostanno ai comportamenti e agiscono in forma immutata lungo tutto
l’arco della vita.
Non sono comportamenti osservabili, bensì principi generali che sottostanno ai
comportamenti e che agiscono in forma immutata lungo tutto l’arco della vita. Tra gli
invarianti funzionali che caratterizzano lo sviluppo troviamo l’adattamento che regola le
interazioni tra l’organismo lo sviluppo e l’ambiente, e l’organizzazione, che regola il modo in
cui le strutture mentali funzionano come delle totalità coerenti. I due processi alla base
dell’adattamento dell’individuo al proprio ambiente sono l’assimilazione e l’accomodamento.
La forma più alta di adattamento, e cioè quella in cui assimilazione e accomodamento
realizzano il migliore equilibrio, è l’atto di intelligenza.
Assimilazione e accomodamento
Per spiegare come i bambini utilizzano e adattano i loro schemi Piaget fornì due concetti:
l’assimilazione e l’accomodamento. L’assimilazione è concepita come un processo in virtù
del quale il bambino incorpora ogni nuova informazione. L’accomodamento invece è quel
meccanismo secondo cui i bambini modificano i propri schemi per adattarli alle
caratteristiche delle informazioni ed esperienze nuove assimilate. Assimilazione e
accomodamento operano anche in bambini molto piccoli. I due processi concettualmente
sono distinti per spiegare come le nuove informazione vengano trasformate per adattarsi alla
conoscenza pre-esistente e come questa si adatti alle nuove informazioni, ma nella realtà
hanno luogo contemporaneamente.
Equilibrazione
Dei meccanismi invarianti, l’equilibrazione fu considerato da Piaget il più importante.
L’equilibrazione è il processo che permette di raggiungere l’equilibrio cognitivo integrando
in totalità unificate e stabili la varietà di esperienze vissute. Il sistema cognitivo è
tendenzialmente sempre in disequilibrio per effetto del processo di assimilazione che lo
vincola a interagire con l’ambiente appropriandosene, ma lo stato di disequilibrio è
temporaneamente eliminato alla riorganizzazione della struttura interna operata
dall’‘accomodamento. L’equilibrazione è il processo continuo e dinamico in cui, e a partire
dal quale, il sistema si autocorregge. Il passaggio da uno stadio all’altro, perciò, avviene nel
momento in cui il bambino fa esperienza di un conflitto cognitivo, nel suo tentativo di
comprendere il mondo. La necessità di equilibrio porta il bambino a un livello più alto di
competenza e alla costruzione di strutture mentali progressivamente più complesse. Il
bambino organizza e riorganizza i vecchi e i nuovi schemi finché la nuova organizzazione
diventa fondamentalmente diversa dalla vecchia, man mano che il bambino avanza da uno
stadio all’altro, organizza e riorganizza i suoi schemi.
Organizzazione
L’organizzazione è il modo con cui i bambini danno senso al loro mondo. L’organizzazione
è il raggruppamento di comportamenti e pensieri isolati, in sistemi di ordine superiore. Buona
parte dello sviluppo consiste nel continuo raffinamento di questa organizzazione.
L’organizzazione è un principio di costruzione olistica: le trasformazioni evolutive riguardano
la struttura nel suo insieme e non parti specifiche e isolate di essa, le abilità e le competenze
disponibili, seppure appartenenti ad ambiti diversi, sono omogenee e ciò che il bambino fa
non è frutto del caso, perché le sue risposte riflettono sempre la struttura sottostante.
Stadi di sviluppo
Secondo Piaget gli individui percorrono quattro stadi di sviluppo, ciascuno dei quali è legato
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