Anteprima
Vedrai una selezione di 4 pagine su 11
Psicologia dello sviluppo Pag. 1 Psicologia dello sviluppo Pag. 2
Anteprima di 4 pagg. su 11.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Psicologia dello sviluppo Pag. 6
Anteprima di 4 pagg. su 11.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Psicologia dello sviluppo Pag. 11
1 su 11
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

È ANCHE IL RELAZIONARSI, IL LINGUAGGIO, IL MODO IN CUI TI PONI SIA AL

PAZIENTE CHE ALLA FAMIGLIA (es. Non chiedere “Perché?”, piuttosto usa “Cosa intendi

per...?” per non risultare giudicante).

Le prime tre parole che mi vengono in mente se penso a ADOLESCENTE:

 Fragilità

 Influenza

 Orgoglio

Abbiamo fatto questo lavoro proprio per capire che nonostante siano pazienti facenti parte di uno

stesso reparto, hanno comunque bisogno di attenzioni differenti.

Noi ci mettiamo in relazione nel momento in cui entriamo in quella stanza, ma questo non deve

minimamente svegliare nulla della nostra storia (anche se ciò è fisiologico, ma bisogna resistere).

NON BISOGNA PREFERIRE UN PAZIENTE AD UN ALTRO, E BISOGNA SAPERE

LAVORARE CON TUTTI I PAZIENTI. Con alcuni ci troveremo più a nostro agio mentre con altri

sarà un po’ più faticoso, ma bisogna aiutarli comunque.

Definizioni :

sviluppo

Lo è un processo continuo che comincia dalla nascita e finisce con la morte, il quale

dipende da competenze specie-età specifiche e fattori biologici e ambientali. In base a come è

andato il nostro sviluppo, questo influenzerà tutte le nostre relazioni e le situazioni stressanti. Lo

sviluppo è legato al concetto di rappresentazione cioè al modo in cui viene organizzata l'esperienza

con gli oggetti e gli eventi del mondo. Grazie allo sviluppo il bambino da una condizione iniziale in

cui predominano la reazione agli stimoli sensoriali e la dipendenza dagli adulti, diviene capace di

comprendere le informazioni e di agire in modo pianificato, organizzato e autonomo (ciò avviene

tra i 14 e i 18 anni) (in altre parole si diventa capaci di intendere e di volere).

Se in una prima fase quando si è studiato lo sviluppo, si pensava alla genetica del comportamento,

oggi invece si pensa alla teoria del campo: il comportamento è funzione sia dell'ambiente che della

persona. Esiste un'inscindibilità tra individuo e ambiente, natura e cultura. La relazione è una

condizione dello sviluppo resa possibile dal fatto che i neonati sono predisposti alla risposta

sociale e hanno una competenza di percezione intermodale fin dai primi giorni di vita. Il

funzionamento del bambino non può essere visto vedendo il bambino isolatamente bensì vedendolo

nel contesto della famiglia. Queste interazioni fanno da cornice all'acquisizione di varie abilità nel

corso dei primi due decenni di vita.

25/10

Genitorialità

È un processo materiale e psicologico, basato sia sulle componenti biologiche delle relazioni con la

prole che sulle prescrizioni sociali. Per prescrizione sociale si intende in quale ambiente sociale il

bambino andrà a vivere e a crescere e anche a tutti i propri aspetti culturali. Queste prescrizioni

chiaramente variano da persona a persona: ciò che per me magari una cosa fatta in un modo è giusta

per un’altra persona non lo è.

Grazie a Diana Baumrind (1991) si è studiato un modello che attualmente ancora funziona. Quattro

stili esito del bilancio tra richieste e risposte:

 Autorevole: genitore contraddistinto dalla capacità di mantenere elevati obiettivi educativi

rimanendo responsivi in termini di affetto, stima e considerazione. Atteggiamento flessibile,

regole spiegate chiaramente. Alta richiesta e alta risposta.

 Autoritario: Regole rigide e inflessibili senza dare motivazione, obiettivo principale è

l’obbedienza. Manca capacità di ascolto e accettazione dei bisogni. Alta richiesta e bassa

risposta.

 Permissivo: caratterizzato da affetto per i figli le cui caratteristiche sono accolte senza

riserve, mentre manca lo sforzo di mantenere il controllo del loro comportamento da parte

dei genitori. Inibita la fiducia in sé stessi e l’autonomia. Bassa richiesta e alta risposta.

 Negligente: contraddistinto dalla mancanza di regole, poco coinvolgimento e attenzione per

concentrarsi sui propri bisogni di genitore. Bassa richiesta e bassa risposta.

Ogni tipo di genitore si relaziona poi con il personale sanitario in modo diverso. Poi quanto meno

un bambino sa, più il bambino va in ansia, se il genitore non gli ha raccontato nulla; quindi bisogna

preannunciare al bambino ciò che si sta per andare a fare, cercando di distrarlo. È nostro compito

esplorare a livello creativo e stimolare le competenze dei membri della famiglia oltre che

coinvolgere come partner attivi nel processo dell’intervento.

La teoria dell’attaccamento (Bowlby)

Il legame madre-bambino è il risultato di un sistema di schemi comportamentali a base innata. Il

bambino tende a ricercare una figura adulta in grado di offrire cura e protezione nei momenti di

bisogno e pericolo, concetto di base sicura. Quello su cui l’attaccamento si attiva è la dimensione

soggettiva: il genitore una tonsillectomia potrebbe essere una grande cavolata, non concependo la

paura che invece ciò suscita nel bambino. L’attaccamento è un tipo di controllo di tipo cibernetico,

un processo di feed-back-feed-forward: a questo aspetto è molto legata la soglia di allarme del

genitore e quindi anche del bambino.

Cruciale è il primo anno di vita per la sintonia della madre con i bisogni del piccolo. La letteratura

ci dice che per tutta la vita all’interno del cervello del bambino rimangono delle cellule della madre:

questo crea una sorta di connessione madre-figlio che quando c’è qualcosa che non va la madre lo

percepisce.

I tipi di attaccamento

Sicuro

Il bambino in caso di separazione esprime il suo sconforto ma esplora l’ambiente sapendo di

ricevere risposta se segnala il bisogno. In questo caso bambino è una persona capace e amabile,

l’ambiente è accogliente. Quando segnala il suo disagio può trovare negli altri protezione e

conforto. La madre in questo caso è responsiva alle richieste e sensibile ai bisogni di protezione.

L’emozione dominante è la gioia.

Ansioso-ambivalente

Il bambino enfatizza i segnali di protesta nel momento della separazione della madre, non esplorano

l’ambiente se lasciati soli, al ricongiungimento esprimono rabbia disfunzionale. Il bambino deve

farsi accettare dall’ambiente. Se si mostra in estrema difficoltà ed esprime le sue emozioni in

maniera esasperata gli altri si occuperanno di lui. La madre è imprevedibile nella risposta. Qui

l’emozione dominante è il senso di colpa.

Evitante-distaccato

Il bambino esibisce un eccesso di autonomia e di concentrazione sul compito, non mostra rabbia, al

ricongiungimento con la madre si mostra distaccato e si mantiene a distanza evitando il contatto. Il

bambino è autosufficiente e conta solo su sé stesso, poiché l’ambiente è inaccessibile e rifiutante.

Gli altri gli danno importanza se si mostra autonomo, efficiente ed interessato più a ciò che si fa

rispetto a ciò che si prova emotivamente. La madre è insensibile ai bisogni, e l’emozione dominante

è la tristezza.

Disorganizzato

Il bambino esibisce comportamenti incoerenti e di forte evitamento. Il bambino è estremamente

potente o forte (salvatore o persecutore) o estremamente debole e dipendente (vittima). L’altro è

spaventato o spaventante (vittima/persecutore) o estremamente positivo (Salvatore). L’ambiente è

minaccioso o pericoloso. La madre è impotente di fronte ai bisogni del bambino nel quale

predomina come emozione la paura.

Gli stili che noi impariamo da piccoli diventano poi modelli operativi interni che utilizzeremo da

grandi: quindi se abbiamo avuto uno stile sicuro, saremo persone sicure. Si è osservato che in

ambienti con alto livello di stress le madri non rispondono in modo pronto ed efficace ai

comportamenti del bambino. Paradossalmente quindi un buon genitore può diventare meno efficace

nel rispondere ai bisogni del figlio proprio quando questo ne avrebbe maggior bisogno. La

ospedalizzazione rientra a pieno titolo tra i contesti stressanti, questo apre la necessità di una

riflessione su quanto creare un ambiente accogliente e sicuro che aiuti i genitori stessi nell’essere

risorsa per il loro figlio.

La comunicazione non è l’informazione: non è detto che se io dico una cosa vuol dire che un’altra

persona l’abbia recepita.

Famiglie ferite…invase…separate…

L’essere umano abbiamo detto essere un organismo abbastanza complesso: non siamo

contraddistinti da un unico tipo di attaccamento. Allo stesso modo, nel tempo, una famiglia può

passare da un tipo di organizzazione a un’altra.

Organizzazione operativa

Focalizzata sul fare le cose, sulla razionalità. Gli aspetti legati al dovere sono più forti dei

sentimenti, dell’empatia, della naturalezza della relazione. Possono coinvolgere i figli sani in questo

carico oppure escluderli totalmente dalle prese di decisione e dalla cura del fratello.

Organizzazione emotiva

La risonanza emotiva, la comprensione empatica spinge i genitori ad una fusione e ad un

annullamento nel figlio malato, in cui perdono di vista loro stessi, la loro coppia, la famiglia e gli

altri figli, a volte sottovalutando anche l’importanza del fare concretamente.

Organizzazione di disinvestimento

La famiglia mette in atto un meccanismo di ipostimolazione con graduale allontanamento emotivo

che può portare al disinvestimento, ciò per prepararsi ai peggioramenti ed eventuale evento di

morte, di fatto sottraendosi alla possibilità di vivere appieno la relazione, finché sarà possibile.

Questo tipo di famiglia si prende cura efficacemente del proprio figlio, ma cerca di congelare,

accantonare o negare sentimenti ed emozioni nel tentativo di salvaguardare sé stessi e gli altri figli e

di controllare la situazione istituendo una sorta di barriera emotiva.

Modelli operativi interni (MOI)

Sono rappresentazioni mentali della figura di attaccamento, di sé stessi, e della reciproca relazione

che entrano in gioco anche quando siamo adulti. Sono modelli di “sé con l’altro”, canovaccio-

struttura di goni relazione e predicono la memoria. Possono modificarsi con esperienze

emotivamente riabilitanti, cfr. tutori di resilienza: sono quelle figure che ci permettono di rafforzare

un tipo di attaccamento verso un attaccamento di tipo sicuro.

Il bambino è…

Il bambino è un corpo che sente e conosce sperimentandosi all’ interno di polarità, di contrasti,

(equilibrio-disequilibrio, dentro-fuori, vicino-lontano, tensione rilassamento etc.) rintracciabili in

tutti i giochi che mette in scena, dondolare, girare, cadere, assaporare la vertigine, il limite

dell’equilibrio, toccare, girare, smontare sono tutte condizioni di quell’unica ri

Dettagli
Publisher
A.A. 2024-2025
11 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/04 Psicologia dello sviluppo e psicologia dell'educazione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Laiazzo di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia dello sviluppo e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Scrignaro Marta.